
Con la precisione di un chirurgo e l’audacia di un visionario, un consorzio globale di cosmologi giapponesi, spagnoli e statunitensi ha sfruttato Fugaku, il supercomputer più potente del Giappone, per condurre una delle simulazioni sull’energia oscura più vaste mai realizzate. Il risultato scuote una delle certezze fondanti della cosmologia moderna: l’energia oscura potrebbe non essere una costante immutabile, ma degradarsi nel tempo.
La simulazione ha mobilitato oltre 150 000 CPU, raggiungendo prestazioni sui 442 petaflops, per modellare l’evoluzione cosmica in scenari alternativi dove l’energia oscura si indebolisce gradualmente. Secondo i ricercatori, il modello produce differenze significative rispetto al paradigma ΛCDM il modello cosmologico “standard” che assume un’energia oscura costante nel tempo suggerendo che l’accelerazione cosmica potrebbe rallentare in un futuro remoto. (Questa dinamica rientra nel campo delle “dark energy evolving models” già messe in discussione da recenti dati DESI.)
Il team, guidato da Tomoaki Ishiyama (Università di Chiba) assieme a Francisco Prada (Instituto de Astrofísica de Andalucía) e Anatoly Klypin (New Mexico State University), ha pubblicato lo studio su Physical Review D nel 2025. Hanno eseguito tre simulazioni ad altissima risoluzione: una conforme al modello ΛCDM (basato su parametri Planck-2018), una con dark energy variabile (DDE) con gli stessi parametri, e una terza con parametri ottimali derivati da dati DESI, per isolare l’effetto evolutivo dell’energia oscura.
I risultati mostrano che, da soli, i modelli DDE producono variazioni contenute nella formazione delle strutture cosmiche rispetto al ΛCDM. Tuttavia, quando si adattano i parametri cosmologici (notando una densità di materia aumentata del ~10 %) per riflettere i risultati DESI, le differenze diventano marcate: in tali scenari si genera fino al 70 % in più di ammassi massivi nell’universo primordiale. Anche il picco delle oscillazioni acustiche barioniche (BAO) si sposta di ~3,7 % verso scale inferiori, in accordo con le osservazioni DESI.
L’interesse di questa simulazione non sta solo nei numeri: è nel fatto che è la prima prova su vasta scala computazionale che supporta in modo credibile l’ipotesi di un’energia oscura non costante. Il lavoro incrocia dati osservativi, modelli teorici e simulazioni ad alte prestazioni in un esperimento cosmologico senza precedenti.
Perché questo cambiamento di paradigma è rilevante? Se l’energia oscura davvero si indebolisse nel tempo, il futuro dell’universo non sarebbe più un’espansione eternamente accelerata, ma potrebbe contemplare un rallentamento o persino una contrazione. Le prospettive cosmologiche il destino ultimo del cosmo cambiano in modo radicale.
Naturalmente la comunità resta cauta. Le prove finora ottenute (ad esempio da DESI) indicano preferenze statistiche verso modelli variabili, ma non raggiungono ancora il livello “5 sigma” richiesto per una conferma definitiva. Alcuni teorici continuano a preferire l’interpretazione più semplice una costante cosmologica fino a prova contraria. Questo studio, però, non può essere ignorato: sposta il baricentro della discussione, costringendo i modelli cosmologici ad accomodare possibilità più complesse.
L’impresa Fugaku non è solo una simulazione: è un messaggero del futuro che pone una sfida. Se l’energia oscura non è più “oscura costantemente”, la nostra visione dell’universo potrebbe mutare radicalmente.