È irresistibile pensare che il team di PR di OpenAI stia vivendo il picco del burnout comunicativo: tre annunci relativi ai chip in meno di un mese non sono un’iperbole, sono una tattica. Lunedì, in un giorno festivo statunitense (Columbus Day / Indigenous People’s Day), è apparso un nuovo comunicato su un accordo con Broadcom, che promette chip AI personalizzati per OpenAI. È il sesto grande annuncio nelle ultime tre settimane—un ritmo che confonde chi ascolta e rafforza chi comunica.

Quel che sappiamo finora: OpenAI ha siglato un’intesa con Broadcom per co-progettare e distribuire, a partire dalla seconda metà del 2026, acceleratori AI “interni” — non per la vendita esterna — con una capacità stimata attorno ai 10 gigawatt (o almeno questa è l’interpretazione corrente)

Nel contempo, OpenAI ha siglato un accordo pluriennale con AMD per forniture di GPU, fino a 6 gigawatt, con un primo dispiegamento di 1 gigawatt a partire da fine 2026. A fianco di queste mosse, l’infrastruttura residenziale di OpenAI si appoggia a partner come Oracle, CoreWeave e Microsoft, e continua a cantare la canzone della “crunch time” per la disponibilità di calcolo .

Altman ha parlato con enfasi di quello che chiama il “più grande progetto industriale congiunto nella storia dell’umanità”: servono molti attori, molta fiducia, molta capacità. È vero, e questo dà l’illusione di grandezza epica. Ma quel che non si dice mai è quanto sia sottile la linea tra “tecnologia strategica” e “iperimpegno comunicativo”.

Vediamo dove questo schema può reggere o incrinarsi.

Primo punto: dipendenza variabile e rischio concentrazione. OpenAI non può mettere tutte le sue fiches su Nvidia senza perdere leva negoziale, ma non può neanche disperdere i suoi sforzi su decine di chipmaker senza perdere efficienza. Con Broadcom entra in ballo un attore noto più per networking e interconnessioni che per acceleratori AI puri. Il fatto che stia assumendo quel ruolo è significativo: il rapporto parla di “chip personalizzati” (ASIC / XPU) co-progettati da OpenAI con Broadcom

Secondo punto: il timing è tutto. Le consegne sembrano orientate alla seconda metà del 2026. Se la domanda si schioda prima, OpenAI rischia di essere in debito di capacità. Se invece la domanda rallenta o si frammenta, il bilancio dell’investimento in chip custom potrebbe dimostrarsi troppo ottimistico.

Terzo punto: la verità del mercato è nel prezzo pagato. Nel testo che hai citato, hai intuito bene: la mossa più radicale sarebbe togliere il livello gratuito di ChatGPT — ma finché i concorrenti lo mantengono, non è praticabile. Quindi restano mezzi più sottili: limiti di uso, incentivi al consumo “a pagamento”, pubblicità nascosta o modelli ibridi. Se la maggior parte degli 800 milioni di utenti settimanali non paga, la curva di domanda è gonfiata. Altman sostiene che un salto “10×” nelle prestazioni genera “20×” nella domanda — ma è una generalizzazione a posteriori usata come profezia autoavverantesi.

Quarto punto: l’ipotesi che gli accordi siano solo note. Alcuni osservatori — come l’investitore Brad Gerstner — fanno notare che molte delle partnership con Nvidia e AMD sono finora annunci più che deliverable concrete. Il passaggio dalla carta alla fabbrica è cruciale, specialmente in un settore dove produzione, resa, scalabilità e continuità sono mostri da domare.

Quinto punto: effetto segnale, più che effetto prodotto. Molti di questi comunicati servono da ordine al mercato: “Dateci credito, preparatevi, allineatevi”. Per Broadcom, il salto è enorme: un ruolo da fornitore strategico di acceleratori AI ridefinisce la sua percezione. Le sue azioni hanno reagito con rialzi a doppia cifra dopo l’annuncio.

Infine, un’osservazione provocatoria che mi piace fare: chi dice “il più grande progetto industriale della storia” sta anche comprando tempo narrativo. La complessità logistica, geopolitica, manifatturiera e ambientale di questa espansione è immane. Un intoppo serio (politico, supply chain, regolamentare) può essere sufficiente a frantumare l’effetto annuncio.

Insomma, è una partita a scacchi in cui il tabellone è globale, i pezzi sono wafer da nanometri, e la posta è la leadership computazionale. Ma attenzione: chi comunica per vincere potrebbe finire col giocare solo sul palcoscenico, e non nella sala macchine.