Nvidia e Deutsche Telekom stanno per lanciare un progetto da 1 miliardo di euro in Germania, un’infrastruttura mastodontica destinata a diventare il cuore pulsante dell’intelligenza artificiale europea. Secondo quanto riportato da Bloomberg, il nuovo data center sarà realizzato a Monaco e impiegherà circa 10.000 GPU di ultima generazione, il tipo di chip che oggi muove l’intero ecosistema dell’AI generativa. Una cifra che non è solo un investimento tecnologico, ma un messaggio geopolitico: l’Europa non vuole restare spettatrice nella corsa globale all’intelligenza artificiale.
Il progetto vede coinvolti nomi pesanti. Oltre a Jensen Huang di Nvidia e Tim Höttges di Deutsche Telekom, ci saranno Christian Klein di SAP e il ministro digitale tedesco Karsten Wildberger. Un quartetto che rappresenta il nuovo asse strategico tra industria, tecnologia e politica. SAP, la più grande software house europea, sarà il primo cliente del data center, confermando che l’AI non è più un tema da laboratorio ma una leva diretta per la competitività delle imprese.
Si tratta di un passo che va oltre la semplice costruzione di un’infrastruttura. È un tentativo concreto di radicare in Europa una catena del valore dell’intelligenza artificiale, riducendo la dipendenza da cloud e data center statunitensi. La scelta di Monaco non è casuale: la città è già un hub tecnologico e accademico di primo livello, con una forte concentrazione di competenze in semiconduttori e software enterprise.
Nvidia, con le sue GPU dominanti, non investe solo in hardware ma in influenza. Ogni volta che apre un centro di calcolo, espande il proprio ecosistema e consolida il suo ruolo come fornitore strutturale di potenza computazionale globale. Deutsche Telekom, dal canto suo, cerca di posizionarsi come il player europeo in grado di fornire infrastrutture sicure e sovrane per l’AI, un tema che la Commissione Europea sta spingendo con forza.
Il progetto da 1,2 miliardi di dollari, se confermato, segnerebbe una delle più grandi iniziative di infrastruttura digitale mai lanciate in Germania. In un contesto in cui gli Stati Uniti dominano la capacità computazionale e la Cina accelera con i propri chip e supercomputer, questa mossa suona come un atto di autodifesa tecnologica.
La tempistica non è casuale. Con l’arrivo di ChatGPT, Gemini e Claude nei motori di ricerca e nelle suite di produttività, la domanda di potenza AI in Europa è esplosa. SAP, per esempio, sta già integrando modelli generativi nei suoi sistemi ERP, e senza data center locali capaci di gestire carichi di questo tipo, la dipendenza dall’estero diventerebbe un rischio strategico.
In fondo, è un segnale politico tanto quanto industriale. L’Europa non vuole più parlare di “sovranità digitale”, vuole costruirla. E lo fa con un’alleanza tra chi produce i cervelli dell’AI e chi fornisce i nervi che li collegano. Una partnership da un miliardo di euro che, se tutto andrà come previsto, farà di Monaco la nuova capitale europea dell’intelligenza artificiale.