Cubish è una startup italiana che non costruisce soltanto software, ma una nuova dimensione della realtà. La chiamano Web Spaziale, ma il termine non rende giustizia alla portata del concetto: una rete dove ogni centimetro del pianeta diventa un punto d’accesso al digitale. Con Cubish, la superficie terrestre viene divisa in oltre 5,1 miliardi di cubi georeferenziati, ognuno di 10 metri di lato, come una scacchiera invisibile che avvolge la Terra. In ciascun Cubo, gli utenti possono creare il proprio Dominio di Cubo, uno spazio digitale personale dove archiviare, esporre e condividere contenuti multimediali che vivono ancorati al luogo fisico.
È il punto di contatto tra memoria digitale e presenza fisica: tornare in un luogo non significa più nostalgia, ma riattivare dati, emozioni e informazioni che quel posto contiene. I file non galleggiano più nel cyberspazio, ma sono radicati nel mondo reale, esattamente dove appartengono. Cubish trasforma la memoria umana in geografia digitale, fondendo fisico e virtuale in un continuum logico e sensoriale.
Dorian Lazzari, fondatore e CEO, non è un imprenditore convenzionale. A otto anni smontava computer, oggi smonta i confini tra realtà e digitale. Con sede a Firenze, guida un team di 26 cofondatori che hanno costruito Cubish senza stipendi, solo con la forza del “work for equity”. È un modello di fiducia estrema e visione condivisa, raro nel panorama tecnologico europeo. Dopo quattro anni di lavoro in modalità stealth, oltre 100.000 ore di sviluppo e una delle più sofisticate patenti software mai depositate in Italia, Cubish S.r.l. nasce ufficialmente nel gennaio 2025 e viene lanciata al pubblico nel luglio dello stesso anno.
L’architettura di Cubish è tanto elegante quanto radicale. Ogni Cubo è di proprietà della piattaforma, ma ogni Dominio di Cubo appartiene all’utente che lo crea. All’interno, si possono caricare testi, immagini, documenti, video o file audio: frammenti di esistenza che diventano accessibili quando si è presenti fisicamente nello spazio corrispondente. Una biblioteca multimediale planetaria, distribuita nello spazio fisico, viva e dinamica.
C’è poi la Espansione, concetto chiave della Web Spaziale. Ogni Dominio può occupare altri Cubi, contigui o distanti, costruendo reti di presenza e influenza digitale. È la nuova geografia del potere informativo: chi espande i propri Cubi, espande il proprio territorio cognitivo. Il mondo a cubi non è una metafora, è un’infrastruttura che ricorda l’indicizzazione dei domini web da parte dei motori di ricerca, ma traslata nello spazio fisico. Ogni Cubo diventa un nodo, ogni Dominio una voce che risuona nel territorio.
Cubish non copia modelli esistenti. Dove Google Maps o Apple Maps impongono un’unica “pellicola” di contenuti sul mondo reale, Cubish opera su più livelli paralleli e indipendenti. Domini diversi possono coesistere nello stesso luogo senza interferenze. È un’architettura multi-layer che abbatte il limite del sovraccarico visivo e apre la strada alla personalizzazione totale. Ogni esperienza diventa filtrabile, contestuale, individuale.
La piattaforma è protetta dall IP n. 102025000004906, depositata il 10 marzo 2025. Il titolo della patente “Metodo e sistema per fornire contenuti digitali in realtà fisica, aumentata, virtuale e mista” riassume l’ambizione di Cubish: non costruire una semplice app, ma una nuova infrastruttura cognitiva per l’interazione uomo-spazio.
Il futuro di Cubish è già scritto nei suoi principi: dinamico, trasformativo, in continua evoluzione. Il progetto prevede l’integrazione di contenuti 3D immersivi e tecnologie di realtà aumentata avanzata, aprendo la porta a una nuova generazione di esperienze in cui il mondo fisico diventa la vera interfaccia utente. Cubish è l’internet che si cammina, che si abita, che si scopre.
Il suo potenziale industriale è vasto. Nel retail, trasforma negozi e showroom in spazi interattivi; nel turismo, trascrive la memoria dei luoghi in esperienze digitali geolocalizzate; nell’istruzione, riporta studenti nei campus con lezioni aumentate dai contesti reali. Dalla pianificazione urbana alla progettazione architettonica, Cubish offre un linguaggio nuovo per visualizzare, esplorare e interagire.
Il Web Spaziale non è una moda ma una conseguenza inevitabile della convergenza tecnologica. Secondo Gartner, entro il 2035 ogni sistema autonomo — dai droni alle infrastrutture industriali — integrerà una componente di IA Spaziale. Lazzari lo sa e costruisce per quel futuro: un ecosistema aperto, scalabile, di proprietà distribuita, dove la qualità dei contenuti verrà premiata da algoritmi di merito e l’accesso rimarrà democratico.
Il motto di Cubish, “Empower your reality”, non è marketing. È un manifesto. Significa dare struttura, profondità e memoria al mondo fisico. Significa fondere dati e spazio in un unico flusso percettivo. In un’epoca in cui il digitale tende a dissolvere il reale, Cubish compie l’operazione opposta: radica il digitale nella materia, rendendo ogni luogo un portale.
Il Web Spaziale è destinata a ridefinire il concetto di presenza. Quando indosseremo occhiali intelligenti e attraverseremo una piazza, non vedremo solo edifici ma strati di informazione, esperienze, memorie condivise. Ogni passo sarà una connessione, ogni spazio una storia.
Cubish non promette un futuro virtuale, ma un futuro radicato, denso, intelligente. Lazzari lo riassume così: “La visione è essenziale, ma la consistenza conta di più.” E la consistenza, oggi, ha la forma di un Cubo.
 
								