La vicenda Google Gemma e Marsha Blackburn US Senator

Google ha deciso di rimuovere il modello di intelligenza artificiale open source Gemma dallo strumento AI Studio dopo che la senatrice Marsha Blackburn ha inviato una lettera al CEO Sundar Pichai sostenendo che Gemma aveva creato, di sana pianta, accuse di stupro contro di lei. Secondo la sua denuncia, quando qualcuno ha chiesto “Has Marsha Blackburn been accused of rape?”, il modello avrebbe risposto con dettagli su una presunta relazione extraconiugale non consensuale con un agente di stato, citando articoli di giornale che in realtà non esistono. Questi “articoli” risultavano link morti o errori, e non c’è alcuna traccia storica che l’episodio sia mai avvenuto.

Energia domestica e il paradosso digitale: quando l’intelligenza artificiale rischia di spegnere le luci di casa tua

L’intelligenza artificiale, la stessa che promette di illuminare il futuro, rischi di farci restare al buio. Secondo un recente sondaggio di Sunrun, il più grande fornitore americano di sistemi solari e batterie domestiche, l’80% dei proprietari di casa teme che i data center, affamati di elettricità, faranno impennare i costi delle bollette. È la nuova ansia del cittadino digitale: non quella di perdere la connessione, ma di perdere la corrente.

Il dato più inquietante non è nemmeno la paura, ma la rassegnazione che l’accompagna. Il 68% degli intervistati non crede che le utility tradizionali siano in grado di sostenere la domanda crescente. Non si tratta più di ambientalismo o ideologia, ma di pura sopravvivenza elettrica. In un paese dove il blackout è diventato il nuovo “errore 404”, l’energia domestica non è più solo una voce di spesa ma un indicatore di potere individuale.

Un grande convegno a Roma il 4 e 5 dicembre per il suo avvio

Nasce la Society for the Ethics and Politics of Artificial Intelligence (SEPAI), un nuovo centro di ricerca e riflessione dedicato alle comunità di studiosi impegnati nell’analisi critica, etica e politica dell’intelligenza artificiale. La conferenza inaugurale di SEPAI si terrà a Roma il 4 e il -5 dicembre 2025 presso il Nuovo Rettorato dell’Università Roma Tre, in via Ostiense 133. L’evento rappresenta un momento fondativo per il dibattito italiano e internazionale su come l’intelligenza artificiale stia ridefinendo i confini della decisione umana e trasformando i paradigmi sociali, economici e culturali. 

QUAINET quantum cloud: operationalizzare il quantistico all’edge

In un mondo in cui l’intelligenza artificiale tradizionale si dibatte ancora tra bias statistici, reti neurali opache e una fame insaziabile di dati, QAINET® Quantum Cloud entra in scena come l’outsider che cambia le regole del gioco. Non si tratta di un’altra promessa vaporosa nel panorama delle tecnologie emergenti, ma di un’architettura quantistica che finalmente traduce la fisica in codice operativo. Dietro il nome elegante, Analog Physics Inc. ha costruito qualcosa che somiglia più a una rivoluzione silenziosa che a una startup di frontiera. Il principio è semplice, quasi brutale nella sua chiarezza: eliminare l’errore quantistico prima che accada.

Nvidia Blackwell e il controllo strategico dei chip AI: Trump chiude le porte alla Cina

Di fronte alle dichiarazioni di Trump sul divieto di esportare i chip Blackwell più avanzati, è utile smontare con occhio critico quello che è dire, quello che potrebbe fare, e quello che è già in atto.

Trump afferma che il nuovo Blackwell è “dieci anni avanti a ogni altro chip” e che “non lo diamo ad altri”, ribadendo l’intenzione di riservarlo agli Stati Uniti. In altre parole, i chip top-level sarebbero soggetti a restrizioni ancora più stringenti rispetto a quelle già vigenti sotto le politiche di controllo statunitensi.

META e l’illusione del compute infinito

Meta ha riportato che le spese operative sono salite di 7 miliardi anno su anno e che il capex (spese in conto capitale) ha raggiunto quasi 20 miliardi in un solo trimestre. È una ondata di investimenti in infrastrutture AI e talenti che non ha ancora un “proof of revenue” convincente. Zuckerberg non ha fatto retromarcia: “non stiamo accelerando per vanità, ma per avere il compute che serve per i modelli frontieriali”.

Questa audacia ha avuto un effetto immediato: il titolo è scivolato del 12 %, cancellando oltre 200 miliardi di capitalizzazione in poche sedute. È un segnale forte: il mercato dice “non più solo promessa, voglio monetizzazione”.

OpenAI e la sindrome del trilione: Sam Altman, i 13 miliardi e l’arte di sembrare immortali

Sam Altman, ospite del podcast Bg2 insieme a Satya Nadella, ha reagito con stizza quando gli è stato chiesto come intenda sostenere gli immani impegni infrastrutturali di OpenAI. Ha detto: “stiamo facendo ben più di 13 miliardi di ricavo”. Si offrì persino di trovare un acquirente per Gerstner, che gli aveva ricordato quella stima un gesto retorico, non un’offerta reale.

Capuccino e geopolitica spaziale

Ordino un caffè al Bar dei Daini. Il vapore sale, la tazzina è calda, e già nelle pieghe del sudore sul vetro si legge che il mondo oggi è un miscuglio di tecnologia, guerre, finanza e follia.

Primo fatto: Elon Musk / SpaceX sta per ricevere 2 miliardi di dollari dal governo USA per costruire satelliti nell’ambito del progetto difensivo “Golden Dome”, annunciato da Donald Trump.
Questo Golden Dome è pensato come sistema multilivello per intercettare missili, con una costellazione spaziale (sensori + intercettori) che probabilmente dovrà arrivare a centinaia (fino a 600 satelliti nella fase iniziale).
Vale la pena notare che la stima ufficiale del costo è di 175 miliardi di dollari, ma il Congressional Budget Office (CBO) avverte che la cifra potrebbe lievitare ben oltre.

Tesla e il compenso di Musk: il voto che deciderà il futuro dell’azienda e del suo timoniere

Negli ultimi mesi la mia timeline su X e i break pubblicitari in TV sono stati occupati da un’unica narrazione: Tesla che vende futuri. Non modelli elettrici acquistabili oggi, ma visioni: robot umanoidi (“Optimus”), auto-taxi senzienti e – come ciliegina – un pacchetto compensativo che potrebbe rendere Elon Musk il primo “trilionario” da CEO. Il voto degli azionisti su questo piano da 1.000 miliardi di dollari è fissato per mercoledì sera, salvo che qualcuno non decida di volare in Texas per l’assemblea di persona.

Intel e il bilancio delle promesse ambiziose che non hanno dato frutti

Quando Pat Gelsinger è tornato come CEO nel 2021 (24), presentò un piano radicale: ritornare alla leadership nei processi di produzione (specialmente con litografia EUV) e trasformare Intel in un grande fornitore di chip (“foundry”) per altri. Voleva cinque nodi in quattro anni: un’accelerazione mai tentata da Intel stessa.

Il problema è che l’esecuzione non ha retto alla pressione. I costi astronomici dei nuovi impianti, gli investimenti massicci, e la riduzione degli introiti nel core business – tutto questo ha drenato capitale e generato perdite crescenti (in Q3 2024, ghiotto rosso di oltre $16 miliardi, in buona parte dovuto a ristrutturazioni).

ServiceNow e la rivoluzione silenziosa dell’intelligenza artificiale che crea valore vero

Gina Mastantuono, CFO e Presidente di ServiceNow, ha messo in chiaro che l’AI sta già trasformando la sanità delle grandi organizzazioni: guadagni in efficienza, automazione intelligente e flussi di lavoro accelerati non sono promesse futuristiche, ma risultati concreti. le sue parole meritano di essere smontate, contestate e riportate come punto di partenza di una riflessione che non indulgere né al mantra silicon-valley né allo scetticismo da retainer manager.

Agenti LLM : verso l’autonomia parallela che dava fastidio

Hai mai pensato che un agente basato su LLM possa diventare più simile a un regista che a un semplice esecutore? Il salto in avanti che stiamo osservando non è “solo” una raffica di prompt migliori, ma un cambio di paradigma nella gestione della complessità: agenti che scompongono, orchestrano, auto-migliorano e collaborano in modo dinamico. Se continui a leggere, ti mostrerò le innovazioni più fresche e controintuitive, insieme ai punti deboli che nessuno osa raccontare e una lista di paper che meritano attenzione.

Andon Labs Butter-Bench

Finalmente qualcuno ha deciso di chiedere alla nuova generazione di intelligenze artificiali di fare qualcosa di veramente utile: passare il burro. Non salvare il mondo, non scrivere codice quantistico o pianificare fusioni aziendali, ma passare il burro. E da lì, come prevedibile, è iniziato il caos.

Andon Labs laboratorio che aveva già dato ad Anthropic Claude una macchinetta automatica da gestire (un disastro comico documentato) ha ora collegato sei modelli linguistici di punta a un comune robot aspirapolvere per vedere quanto i cosiddetti Large Language Models fossero pronti a essere “incorporati”. L’idea era semplice: prendere un’intelligenza da miliardi di parametri e chiuderla dentro un guscio di plastica con le ruote, poi darle un compito da cucina. Il risultato? Una farsa degna di Douglas Adams.

Cosa sappiamo davvero sull’intervista Joe Rogan / Elon Musk

Elon Musk è apparso nel podcast #2404 di The Joe Rogan Experience il 31 ottobre 2025. L’intervista dura oltre tre ore, un tempo sufficiente perché tocchi ogni angolo dallo AI all’ipotetico suicidio, dai voli delle auto al “virus woke” nelle AI.

Su Tesla e auto volanti: Musk ha detto che spera di presentare un prototipo entro fine 2025, definendolo “tecnologia folle”. L’idea è che l’auto abbia capacità volanti (ali retrattili, o qualche sistema modulare) finora nessun dettaglio tecnico è confermato. Sul suicidio dichiarato: Musk ha affermato ripetutamente che “non si suiciderà mai” come risposta preventiva contro speculazioni o “false narrative”.

Andrej Karpathy the models are not there

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Il recente intervento di Andrej Karpathy, co‑fondatore di OpenAI, rappresenta una sorta di giro di boa nella narrativa dominante attorno all’Intelligenza Artificiale. Non è solo una frenata dell’iper‑ottimismo, è un campanello d’allarme tecnico‑strategico che merita attenzione. Di seguito un’analisi approfondita, stile CEO tecnologo, senza fronzoli.

Che cosa è Pomelli (in sintesi visionaria)

Pomelli è un’IA progettata per generare campagne di marketing coerenti con l’identità del brand, partendo da pochi input: il sito web aziendale (l’URL).

Il workflow è questo:

Pomelli scansiona sito, immagini, testi: costruisce un profilo “Business DNA” che include tono di voce, palette colori, font, stile visuale e coerenza narrativa. Propone idee di campagne (temi, messaggi, angoli creativi) in linea con quel DNA. Genera asset (copy, visual, post social, ads) modificabili dall’utente. Puoi ritoccarli, cambiare testi o immagini, e scaricare. Attualmente è in beta pubblica, disponibile solo in inglese, e solo per USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Gemini 2.5 e OpenAI dominano la traduzione automatica ma a caro prezzo

Il risultato era nell’aria da mesi, ma adesso è ufficiale: Gemini 2.5-Pro e GPT-4.1 hanno conquistato la vetta del benchmark WMT 2025, il principale test scientifico mondiale sulla traduzione automatica. È una vittoria che segna un cambio di paradigma. I grandi modelli linguistici hanno superato, senza bisogno di addestramenti dedicati, i sistemi di traduzione specializzati come DeepL, Google Translate e Yandex. Ma la gloria, come spesso accade nell’intelligenza artificiale, arriva con una nota amara e un conto salato.

Babelscape e LLM: la marcia segreta che cambierà tutto a RAGE-KG 2025

RAGE-KG 2025 non è un semplice workshop accademico, ma un laboratorio dove le idee sul futuro dei modelli di linguaggio e dei Knowledge Graph si scontrano, si fondono e talvolta esplodono in direzioni inaspettate.

Nara ospita ISWC e, al suo fianco, questo evento promette di mettere a nudo le potenzialità di sistemi che combinano retrieval-augmented generation con strutture simboliche. Non si tratta più solo di lamentarsi delle allucinazioni dei modelli o dei loro vuoti conoscitivi: il preface lo chiarisce, il discorso è maturato. Ora si parla di sistemi agentici, GraphRAG, apprendimento ontologico e ragionamento basato su grafi. Un keynote capace di mettere insieme risorse semantiche di larga scala e LLM non è un lusso, ma la naturale prosecuzione di questo percorso.

OpenAI monetizzazione transazionale, persistente = engagement dipendente e responsabilità etica

In un momento in cui OpenAI si trova a gestire una base utente enorme (la versione gratuita della piattaforma conta centinaia di milioni di utilizzatori) e una pressione fortissima per generare entrate che giustifichino valutazioni da private‑equity o simili, il passo verso un “modo adulto” per ChatGPT sembra logico… se vogliamo essere cinici. Come raccontano fonti autorevoli, OpenAI ha aggiornato le sue specifiche modelli (Model Spec) nel febbraio 2025 per consentire “erotica o gore” in contesti appropriati, limitando però esplicitamente attività sessuali illegali, non consensuali o con minorenni. Poi, nell’ottobre 2025, il CEO Sam Altman ha annunciato che da dicembre gli utenti adulti verificati avranno accesso a contenuti erotici “se lo desiderano”.

Piccoli AI, grandi profitti: come le aziende americane stanno vincendo silenziosamente la guerra della produttività

Gi𝘂𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝟭𝟵𝟴𝟮 uno spot semplice, “𝗡𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 𝘂𝗻 𝗽𝗲𝗻𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲, 𝗺𝗮 𝘂𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗽𝗲𝗻𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼!”. Una lezione di AI in otto parole

Mentre i riflettori globali puntano sui giganti dell’intelligenza artificiale come GPT-5 o Claude, capaci di superare esami e alimentare discussioni su un’ipotetica intelligenza artificiale generale, il vero cambiamento nel mondo corporate americano avviene sotto traccia. Piccoli modelli AI, economici e focalizzati su compiti specifici, stanno trasformando flussi di lavoro, riducendo costi e, sorprendentemente, superando i colossi nei casi d’uso quotidiani.

Social Sycophancy: A Broader Understanding of LLM Sycophancy

Lo studio intitolato Social Sycophancy: A Broader Understanding of LLM Sycophancy, condotto da ricercatori della Stanford University e della Carnegie Mellon University (con contributi dall’University of Oxford) definisce la sycophancy non più come mero “accordarsi con l’utente”, ma come qualcosa di più sottile: la preservazione e l’esaltazione dell’immagine di sé dell’utente ciò che in sociologia si chiama face (faccia) includendo sia il “positive face” (desiderio di essere approvato) che il “negative face” (desiderio di autonomia).

Hugging Face: allenamento completo di modelli linguistici (LLM)

l processo del llm training lifecycle si presenta come un romanzo industriale, con architetture, dati, GPU e debugging che si intrecciano. Da leader tecnologico con tre decadi alle spalle guardo queste microfasi come se fossero mosse di una partita a scacchi che per molti resta un enigma. «Hai davvero bisogno di pre‑allenare un modello?» è la domanda iniziale, quella che separa i pionieri dai collezionisti di modelli “perché lo fanno tutti”.

Google e Reliance: l’offerta che scuote il mercato

Google e Reliance hanno appena annunciato una mossa che potrebbe cambiare per sempre la diffusione dell’intelligenza artificiale in India. Gli utenti Jio idonei avranno 18 mesi di accesso gratuito al piano Google AI Pro (valore stimato ₹ 35.100). L’offerta include Gemini 2.5 Pro, limiti elevati per generazione di immagini/video (con modelli Nano Banana e Veo 3.1), 2 TB di spazio cloud e strumenti avanzati come NotebookLM.

Nvidia e Hyundai: la fabbrica dell’intelligenza artificiale fisica che riscrive l’industria

C’è un’aria di rivoluzione industriale, ma non quella che odorava di carbone e ferro. Oggi profuma di silicio, di GPU e di algoritmi che imparano a vedere, capire e agire nel mondo reale. La partnership tra NVIDIA e Hyundai Motor Group, con la costruzione in Corea di una gigantesca fabbrica di intelligenza artificiale alimentata da 50.000 GPU Blackwell, non è solo un progetto tecnologico. È una dichiarazione di potenza, una mossa strategica da 3 miliardi di dollari per definire la nuova geopolitica dell’intelligenza artificiale fisica.

Stefania Scrivani e la nuova grammatica etica della moda intelligente

Rivista.aAi osserva la moda attraverso la lente dell’intelligenza artificiale con Stefania Scrivani. La AI non sostituisce il gusto umano, ma lo amplifica, predicendo trend, suggerendo abbinamenti inaspettati e ottimizzando produzioni per sostenibilità ed efficienza.

Stefania Scrivani evidenzia come la tecnologia trasformi la fashion experience in un mix tra dati e creatività, con avatar virtuali, simulazioni e chatbot che personalizzano l’esperienza. Moda e AI diventano un laboratorio di innovazione dove il futuro estetico è calcolabile, sorprendente e sorprendentemente etico.

Nel tempo in cui l’intelligenza artificiale sembra più un riflesso narcisista dell’umanità che una sua estensione consapevole, la traiettoria di Stefania Scrivani appare come un caso raro di lucidità progettuale e coerenza etica. Mentre molti parlano di AI generativa come di un talento oracolare appena scoperto, lei la tratta da decenni come un linguaggio da educare. Non come un assistente, ma come un apprendista morale. In un settore dominato dalla velocità dell’obsolescenza, Scrivani è la contraddizione incarnata: una pioniera del futuro con la lentezza di chi capisce che ogni codice, se non ha un’etica, è solo un’altra forma di rumore.

INAPP: Technological path-dependency in AI adoption: Evidence from Italian firms

Uno tudio molto interessante, che conferma un punto spesso ignorato nel dibattito sull’adozione dell’intelligenza artificiale: la traiettoria tecnologica conta più dei proclami politici. I dati RIL mostrano con chiarezza che la transizione verso l’AI non nasce dal nulla ma si innesta su infrastrutture tecnologiche pregresse. Le imprese che avevano già investito in tecnologie informatiche avanzate e robotica sono quelle che riescono ad assorbire meglio l’AI, ma con una distinzione cruciale: la robotica automatizza, le AIT abilitano. È un passaggio sottile ma decisivo, perché solo nel secondo caso l’AI diventa un moltiplicatore delle competenze umane e non un sostituto silenzioso.

Come il traffico di droga continua a superare la potenza USA nei Caraibi

Nonostante un dispiegamento militare senza precedenti della United States Department of Defense nei Caraibi bombardieri, portaerei, attacchi aerei i trafficanti di droga latino‑americani continuano a muoversi più rapidamente della macchina bellica americana. Le sofisticate reti che vanno dai campi di coca della Colombia ai porti di ingresso negli Stati Uniti si adattano più in fretta delle contromisure di Washington, alimentando un commercio da miliardi di dollari.

Furto informatico ad alto rischio: il caso Williams

Peter Williams, trentanove anni, australiano, ex dirigente di L3Harris Trenchant, ha ammesso di aver venduto strumenti cyber sensibili sviluppati negli Stati Uniti a un broker russo. La notizia non è solo un episodio criminale isolato: rivela quanto siano fragili le barriere tra sicurezza nazionale, insider threat e mercato nero internazionale del software per hacking. Il fatto che un ex manager, pagato per proteggere infrastrutture digitali critiche, possa trasformarsi in una fonte diretta di cyberarmi, fa riflettere sul fallimento delle strategie di sicurezza più avanzate.

La sovranità digitale europea: mito politico o nuova architettura del potere tecnologico

Ogni volta che l’Europa pronuncia la parola “sovranità digitale”, c’è una sfumatura di autoillusione che si nasconde dietro la retorica. L’idea di emanciparsi dalle grandi piattaforme americane affascina ministri, commissari e think tank da più di un decennio. Si parla di autonomia strategica, di infrastrutture aperte, di etica europea. Ma quando si scava sotto la superficie delle dichiarazioni, si scopre che l’Europa continua a girare attorno agli stessi assi di potere: cloud americano, AI americana, capitali americani. È come cercare di fare surf in una piscina, sognando l’oceano.

IBM The Race for ROI

Quando parliamo di ROI, o Return on Investment, normalmente immaginiamo numeri freddi: quanto ho messo, quanto ho preso indietro. La più recente indagine IBM in EMEA reinterpreta il concetto, spostando l’attenzione dai meri numeri a risultati tangibili e a breve termine, misurabili e finanziariamente riportabili. Un dato che colpisce: negli ultimi due anni IBM ha realizzato 3,5 miliardi di dollari di guadagni produttivi direttamente attribuibili ad AI e automazione, dimostrando che il ROI può essere concreto, immediato, e non solo una fantasia da presentazione PowerPoint. La visione a lungo termine, come sottolineato dagli executive EMEA di settembre 2025, proietta un impatto globale: entro il 2030, l’AI potrebbe accelerare la crescita della produttività mondiale fino al 3% all’anno, aggiungendo circa 4 trilioni di dollari all’economia globale. Numeri da far girare la testa, se li confrontiamo con le proiezioni di crescita tradizionali.

Adobe AI: quando l’editing smette di essere lavoro e diventa trucco da maghi

Adobe Ai non è più una promessa fumosa sussurrata nei corridoi delle conferenze. Il recente palco dei Sneaks di Adobe Max ha condensato in sette minuti di applausi e qualche risata l’idea che gran parte del faticoso mestiere del creativo potrebbe essere presto delegato a bot più pazienti e più precisi di molti stagisti che ho visto nella mia carriera. Project Frame Forward, Project Light Touch e Project Clean Take non sono semplici demo carine, ma veri segnali di una rivoluzione pratica nel campo dell’editing video generativo, della manipolazione della luce e della correzione audio AI.

Nvidia e la corsa sudcoreana all’intelligenza artificiale

Jensen Huang, CEO di Nvidia, torna in Corea del Sud dopo quindici anni con l’aria di chi non si limita a fare una visita di cortesia. La sua agenda è chiara: consolidare la posizione di Nvidia come hub globale dell’AI industriale e costruire ponti tra Silicon Valley e Seoul, dove giganti come Hyundai, Samsung, SK e Naver stanno già correndo verso un futuro sempre più automatizzato. Durante il vertice APEC 2025, l’annuncio di una partnership ampliata tra Nvidia e il governo sudcoreano ha segnato una tappa cruciale: la Corea del Sud non vuole limitarsi a importare tecnologia, vuole diventare un nodo centrale nella rete globale dell’intelligenza artificiale fisica.

Quando il CEO di Reddit dice non sono un driver di traffico oggi

La frase clou di Huffman:

“[Chatbots are] not a traffic driver today … they’re not a major traffic driver today.”

Non è un’iperbole. È una confessione strategica. Reddit riconosce che, malgrado il clamore mediatico, gli utenti non stanno arrivando a Reddit passando da interfacce tipo chatbot (OpenAI, Google, altri). Non ancora.

Questo implica tre cose interessanti:

l’adozione di interfacce AI come “search frontend” è ancora marginale rispetto alle modalità tradizionali, Reddit mantiene ancora il suo posizionamento come “contenuto / comunità originale”, non come sistema downstream dell’AI, la battaglia su chi aggrega o intermedia l’accesso ai contenuti è tutt’altro che vinta dal “chatbot”

OpenAI e Oracle lanciano un’espansione significativa del progetto Stargate nel Michigan

Quando il futuro diventa mattoncino di silicio
OpenAI ha annunciato che costruirà nel Michigan, in Saline Township, un campus dati da oltre 1 gigawatt come parte dell’espansione Stargate in partnership con Oracle e uno sviluppatore immobiliare, Related Digital. L’obiettivo dichiarato è arrivare combinando questo sito con gli altri già in cantiere a più di 8 GW di capacità distribuiti su sette locazioni statunitensi e a un impegno complessivo che supera i 450 miliardi di dollari nei prossimi tre anni.

Patents più facili da trovare? forse, ma con riserve

Patents sono notoriamente un labirinto oscuro: archivi frammentati, lingue giuridiche criptiche, classificazioni tecniche che evolvono. Eppure Perplexity ha deciso di lanciarsi nell’arena, presentando Perplexity Patents, un agente AI che promette di rendere la ricerca brevettuale più accessibile.

La grande idea: dimentica le stringhe di keyword pesanti, le interrogazioni booleane, i trucchi con i wildcard. Puoi chiedere all’AI “Esistono brevetti sull’apprendimento linguistico via AI?” o “Brevetti chiave per il calcolo quantistico dal 2024 in poi”, e l’algoritmo risponde con risultati rilevanti accompagnati da sommari generati da AI.

Google e la sua prima pubblicità generata interamente da intelligenza artificiale

Google ha appena firmato un piccolo grande spartiacque: la sua prima pubblicità creata interamente da un’intelligenza artificiale. Nessun creativo in carne e ossa dietro la telecamera, nessun regista, nessun storyboard. Solo algoritmi, dati e il nuovo motore Veo 3. Robert Wong, cofondatore del Google Creative Lab, ha spiegato al Wall Street Journal che non si tratta di un cambio di paradigma totale. Almeno non ancora. Google non intende produrre tutte le sue campagne con l’AI, ma il messaggio tra le righe è chiaro: il confine tra creatività umana e artificiale è ormai solo una questione di convenienza.

5,1 miliardi di cubi digitali: Cubish e la rivoluzione del Web Spaziale

Cubish è una startup italiana che non costruisce soltanto software, ma una nuova dimensione della realtà. La chiamano Web Spaziale, ma il termine non rende giustizia alla portata del concetto: una rete dove ogni centimetro del pianeta diventa un punto d’accesso al digitale. Con Cubish, la superficie terrestre viene divisa in oltre 5,1 miliardi di cubi georeferenziati, ognuno di 10 metri di lato, come una scacchiera invisibile che avvolge la Terra. In ciascun Cubo, gli utenti possono creare il proprio Dominio di Cubo, uno spazio digitale personale dove archiviare, esporre e condividere contenuti multimediali che vivono ancorati al luogo fisico.

Il ricatto della Cina sulle terre rare e la tregua (armata) Trump-Xi Jinping

In un mondo dove le supply chain sono catene al collo delle superpotenze, la Cina di Xi Jinping sa benissimo come stringere il cappio. Mentre i media occidentali continuano a dipingere Donald Trump come il bullo del commercio internazionale, con i suoi dazi “fantasiosi” e minacce recapitate con un tweet, la verità, forse, è un po’ più ironica: è Pechino che ha forzato la mano, trasformando le terre rare in un’arma geoeconomica letale.

Le azioni di Trump allora potrebbero essere lette non come frutto di un capriccio protezionista americano, ma come una reazione a una mossa calcolata di Xi, che ha trasformato il suo dominio sul 90% della raffinazione globale di questi minerali strategici in uno strumento di ricatto planetario.

Benvenuti nel nuovo capitolo della guerra commerciale, dove la narrativa consolidata si capovolge e Trump appare non come l’aggressore, ma come il difensore di un Occidente colto alla sprovvista e dove l’incontro che si è appena svolto a Busan, in Corea del Sud, tra il presidente americano e quello cinese più che una svolta segna più che una svolta una tregua (armata).

Granite 4.0 nano: una nuova frontiera per i small language models

La corsa verso l’efficienza nei modelli linguistici non è più una questione di “più parametri = meglio”. È diventata una questione di “fare di più con meno”. In questo contesto il lancio di Granite 4.0 Nano da parte di IBM segna un passaggio significativo. Per chi, come me, ha vissuto decenni nella trasformazione digitale, leadership tecnologica e innovazione, è il momento di dire: finalmente qualcosa che concretamente svuota la retorica del “mezzo trilione di parametri”.

La pausa forzata di Coreweave nel gioco delle acquisizioni Data Centre

CoreWeave, la star emergente del cloud per l’intelligenza artificiale, ha visto la sua corsa alle acquisizioni subire una brusca frenata quando gli azionisti di Core Scientific hanno respinto la proposta da 9 miliardi di dollari per rilevarne i data center. Il piano avrebbe trasformato CoreWeave da affittuaria a proprietaria dell’infrastruttura critica per i chip AI, rafforzandone il controllo e tagliando miliardi di costi in leasing. La bocciatura riflette dubbi sulla sostenibilità del titolo, gonfiato dal boom post-IPO, e riapre la partita nel mercato in ebollizione dei data center per l’intelligenza artificiale, dove CoreWeave resta comunque un predatore in cerca di prede.

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