Jensen Huang, CEO di Nvidia, torna in Corea del Sud dopo quindici anni con l’aria di chi non si limita a fare una visita di cortesia. La sua agenda è chiara: consolidare la posizione di Nvidia come hub globale dell’AI industriale e costruire ponti tra Silicon Valley e Seoul, dove giganti come Hyundai, Samsung, SK e Naver stanno già correndo verso un futuro sempre più automatizzato. Durante il vertice APEC 2025, l’annuncio di una partnership ampliata tra Nvidia e il governo sudcoreano ha segnato una tappa cruciale: la Corea del Sud non vuole limitarsi a importare tecnologia, vuole diventare un nodo centrale nella rete globale dell’intelligenza artificiale fisica.
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In un mondo dove l’intelligenza artificiale è dominata da giganti anglofoni, la canadese Cohere ha deciso di giocare la carta dell’inclusività linguistica.
Dopo aver stretto una partnership con Fujitsu per sviluppare “Takane“, un modello linguistico giapponese di alto livello , ora si allea con LG CNS, la divisione IT del colosso sudcoreano LG, per conquistare il mercato coreano.
La Corea del Sud ha recentemente annunciato un piano ambizioso per acquisire 10.000 unità di elaborazione grafica (GPU) ad alte prestazioni entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di potenziare le sue capacità nazionali nel campo dell’intelligenza artificiale (AI). Questo sforzo rappresenta un passo significativo nel rafforzamento della posizione del paese nella competizione globale per la supremazia nell’AI.
L’AI moderna richiede una potenza di calcolo immensa, e nazioni come gli Stati Uniti e la Cina hanno già investito pesantemente in infrastrutture AI avanzate. La mossa della Corea del Sud mira a colmare il divario, fornendo risorse computazionali di alto livello che potrebbero accelerare lo sviluppo di modelli linguistici più sofisticati e ridurre i tempi di addestramento dell’AI. Inoltre, questa iniziativa potrebbe facilitare l’accesso delle startup coreane a risorse AI di prim’ordine, stimolando l’innovazione e la competitività nel settore tecnologico nazionale.
Immaginate questa scena: è tarda sera, siete comodamente sul divano con una tazza di tè, il vostro gatto ronfa beato, e all’improvviso il presidente del vostro Paese interrompe le trasmissioni con un discorso tanto improvviso quanto minaccioso. Non sta promuovendo un nuovo programma sociale, né annuncia che tutti avranno un giorno libero per meditare. No, dichiara la legge marziale. Sì, avete capito bene: esercito per le strade, oppositori nei guai e mercati in tilt. Questo è quello che è successo in Corea del Sud, dove il presidente Yoon Suk Yeol ha deciso che, se non puoi battere i tuoi avversari politici, almeno puoi metterli sotto coprifuoco.