Google si trova al centro di una causa collettiva che potrebbe costare miliardi e scuotere le fondamenta della privacy digitale. Gli accusatori sostengono che tra il 2016 e il 2024 l’azienda abbia continuato a raccogliere dati pseudonimi degli utenti attraverso app di terze parti, persino quando gli stessi utenti avevano esplicitamente scelto di non essere tracciati. Questi dati, pur non contenendo nomi reali, erano sufficienti per costruire dettagliati profili comportamentali, offrendo a Google una finestra silenziosa sulle abitudini di milioni di persone.