C’è qualcosa di irresistibilmente ironico nel fatto che una delle bandiere della privacy online debba oggi vendere l’illusione di un mondo più pulito semplicemente aggiungendo un interruttore “show” e “hide” alle sue ricerche immagini. DuckDuckGo, che per anni ha costruito la propria narrativa su un web libero dal tracciamento aggressivo, ora si trova a fare i conti con l’altra grande ossessione contemporanea, l’invasione dell’intelligenza artificiale generativa, quell’oceano di “slop” digitale che sta trasformando Internet in un mercato delle pulci di contenuti sintetici. Non è un caso che la mossa arrivi dopo un’ondata di proteste di utenti che, cito, non riescono più a trovare quello che cercano perché soffocati da immagini palesemente artificiali. Il nuovo filtro, una sorta di scialuppa di salvataggio nell’oceano del generative spam, si attiva dal tab Immagini con un comodo menu a tendina battezzato con un geniale quanto banale “AI images”. Si può scegliere se vedere o non vedere questo tipo di contenuti, e persino bloccarli globalmente nelle impostazioni. Come dire, libertà di scegliere, ma entro i confini disegnati da un algoritmo.