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Jensen e il vangelo dell’AI: dalla chiesa di COMPUTEX Taipei parte la crociata NVIDIA

Se Steve Jobs risorge ogni giugno con l’evocazione liturgica del WWDC, Jensen Huang ha preso possesso del pulpito asiatico con la sua omelia tecnologica a COMPUTEX Taipei. Sì, omelia, perché quella a cui abbiamo assistito non è stata una “keynote”. È stata una predica, una dichiarazione di guerra, un lancio multiplo di missili AI mascherati da slide. Il CEO di NVIDIA, nella sua terra natia, non ha solo annunciato prodotti. Ha disegnato il prossimo ordine computazionale globale.

Questa volta non si trattava di mostrare un chip. Si trattava di mostrare chi comanda. E non è Apple, non è Intel, non è nemmeno OpenAI. È NVIDIA, il padrone del tessuto connettivo dell’AI, quello che alimenta i LLM, costruisce datacenter come cattedrali e ti vende l’RTX che userai per il tuo avatar nel metaverso che ancora non esiste, ma di cui Huang ha già venduto i mattoni.

Jensen Huang abbandona la giacca di pelle e si veste da diplomatico per difendere Nvidia tra blackout giapponesi e bavagli americani

Jensen Huang ha capito che la rivoluzione dell’intelligenza artificiale non si fa solo con chip e CUDA cores, ma anche con una cosa molto più vecchia e banale: l’elettricità. In un raro cambio di look via la giacca di pelle nera, dentro l’abito blu e cravatta d’ordinanza il CEO di Nvidia si è presentato a Tokyo per incontrare il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba. Il motivo? Convincere il Sol Levante che per dominare l’AI serve una nuova infrastruttura energetica. Tradotto: più centrali, più data center, più corrente. Magari anche qualche reattore nucleare in più, se il trauma di Fukushima lo permette.

Secondo Huang, il Giappone è perfettamente posizionato per l’era dell’intelligenza artificiale: ha la robotica nel sangue, una manifattura industriale che è un benchmark globale e una popolazione pronta (anzi, costretta) ad abbracciare automazione e AI, vista la curva demografica da thriller distopico. Ma c’è un problema sostanziale: produrre intelligenza artificiale richiede una quantità di energia paragonabile solo al sogno bagnato di un elettricista con manie di grandezza. E il Giappone, privo di risorse naturali, si trova stretto in una morsa tra la riluttanza a riattivare le centrali nucleari e la dipendenza da combustibili fossili importati a caro prezzo.

Nvidia tra Innovazione Globale e Barriere Geopolitiche: Il CEO Jensen Huang sulla Sfida dell’IA

Sabato scorso, il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha tracciato una linea chiara tra il progresso dell’intelligenza artificiale (IA) e le sfide geopolitiche, sottolineando che la tecnologia e la scienza aperta non possono essere fermate dalle barriere politiche. Le sue dichiarazioni arrivano in un momento cruciale, in cui Nvidia si trova al centro di tensioni tra Stati Uniti e Cina per il controllo dell’innovazione tecnologica.

Huang ha rilasciato queste osservazioni mentre riceveva un prestigioso dottorato onorario in ingegneria presso l’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong (HKUST). Nel suo discorso, ha espresso grande rispetto per i contributi della Cina nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, evidenziando come questi abbiano accelerato i progressi globali nell’intelligenza artificiale.

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