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Nvidia H20 tra stop alla produzione chip ai cinesi e la fragilità della supply chain dei semiconduttori

Nvidia che mette in pausa la produzione del suo chip H20 per il mercato cinese è una di quelle mosse che, per chi osserva l’industria dei semiconduttori da decenni, sa tanto di partita a scacchi giocata a bordo di un vulcano attivo. Non è solo una questione tecnica, è geopolitica, industriale, di percezione e di narrativa globale. Il chip H20, nato come compromesso tecnologico per aggirare i limiti imposti dalle restrizioni statunitensi e offrire al mercato cinese una versione “castrata” ma pur sempre competitiva delle GPU Nvidia, diventa oggi il simbolo della fragilità della catena di fornitura. E soprattutto di quanto l’equilibrio tra Washington e Pechino stia ridisegnando i confini dell’innovazione digitale.

Il fatto che Nvidia abbia detto ad Amkor, player chiave nel packaging avanzato, e a Samsung, colosso della memoria ad alta banda, di sospendere la produzione, non è una decisione industriale di routine. È un segnale. È come dire ai mercati: attenzione, qui le condizioni non sono più sotto controllo. Le giustificazioni ufficiali parlano di gestione della supply chain, ma chiunque conosca la logica di queste mosse sa che la vera posta in gioco è il controllo politico e strategico della tecnologia AI. La Cina ha già dimostrato che non intende restare appesa al filo delle GPU americane, e il richiamo delle autorità locali a Tencent e ByteDance per discutere i rischi legati all’acquisto di H20 lo conferma. È un messaggio chiaro: Pechino non vuole che il cuore del suo ecosistema digitale batta a ritmo imposto da Silicon Valley.

Nvidia H20 e la partita ad alto rischio tra Washington e Pechino

Quando Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha messo piede a Pechino a luglio, la scena sembrava una rock-star mondiale in tour. Accolto con Tang suit e saluto in mandarino incerto, Huang ha annunciato a media statali cinesi che Washington avrebbe presto concesso le licenze di esportazione per i suoi chip H20. Sembrava l’inizio di un trionfo senza ostacoli. Solo due settimane dopo, l’atmosfera è cambiata. La Cyberspace Administration of China ha convocato i dirigenti di Nvidia per indagare sulla sicurezza dei chip, citando pressioni dei legislatori statunitensi per l’installazione di funzionalità di tracciamento nei processori destinati all’export.

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