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OpenAI Sora 2 e la svolta del feed virale

Riprese CCTV di Sam Altman che ruba GPU da Target per alimentare Sora 2

OpenAI ha appena svelato Sora 2, un’app che propone video generati da IA in uno stile “short form” alla TikTok. Il risultato è tecnicamente impressionante, ma il passaggio dal laboratorio etico al feed virale mette in luce tensioni insanabili tra scienza e engagement.

Sora non è un mero esperimento accademico: gli utenti possono creare 10-secondi video con voce e immagini sintetiche, remixare contenuti, usare il proprio volto (attraverso un sistema di “cameo”) e surfare su un feed alimentato da un algoritmo di raccomandazione. OpenAI afferma di aver predisposto filtri contro contenuti violenti, estremisti o sessualmente espliciti e un “bias” che favorisce contenuti di amici rispetto a estranei. Nonostante ciò, i primi contenuti virali includono numerosi deepfake di Sam Altman in scenari assurdi un classico “virale shock” già visto in altri ecosistemi AI.

Sora 2: la corsa verso un nuovo realismo

La realtà si piega (ricordate il cucchiaio di The Matrix). Non metaforicamente, ma letteralmente. Per anni i modelli di intelligenza artificiale hanno tentato di rappresentare il mondo con un tocco poetico ma maldestro, deformando corpi, sbagliando proporzioni, producendo video che sembravano più sogni febbrili che simulazioni. Poi arriva Sora 2 di OpenAI e all’improvviso la gravità non è più una decorazione, è una legge. Una palla da basket sbagliata non attraversa il ferro come un glitch di Matrix, ma rimbalza sul pavimento con il suono giusto, la vibrazione giusta, l’eco giusta. È la differenza tra il disegnare un mondo e il costruire un motore fisico.

OpenAI sfida TikTok con Sora 2: l’illusione dei video generati dall’AI

Il mondo della tecnologia ama le rivoluzioni silenziose, quelle che arrivano mascherate da giocattolo digitale ma che in realtà sono cavalli di Troia pronti a destabilizzare interi settori. OpenAI con il progetto Sora 2 sta tentando un’operazione chirurgica: un social media verticale simile a TikTok, con la differenza sostanziale che nessun video sarà reale, nessun upload tradizionale, nessuna fotocamera accesa. Tutto verrà generato dall’intelligenza artificiale. Un feed infinito di clip di dieci secondi che ti promettono spettacolo, identità verificata e possibilità di essere “usato” da altri, con tanto di notifica se qualcuno decide di far recitare la tua faccia digitale. Se vi sembra fantascienza, fatevi un giro su Wired e leggete la notizia: non è un rumor, è una dichiarazione di intenti.

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