Lunedì, l’ex presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per istituire un nuovo ufficio che supervisionerà la CHIPS and Science Act e faciliterà investimenti esteri superiori al miliardo di dollari negli Stati Uniti. Il nuovo ente, denominato United States Investment Accelerator, sarà ospitato all’interno del Dipartimento del Commercio e si occuperà direttamente della gestione dell’ufficio CHIPS Program, responsabile della distribuzione dei 57,2 miliardi di dollari stanziati per rafforzare la ricerca e la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti.
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Nel panorama sempre più intricato delle relazioni tra settore pubblico e privato, Elon Musk continua a dimostrare una capacità unica di navigare e, talvolta, manipolare le correnti a suo favore. Recentemente, si è assistito a un fenomeno curioso: alcuni membri del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), l’entità semi-ufficiale guidata da Musk con l’obiettivo dichiarato di snellire la burocrazia federale, stanno facendo ritorno, in modo discreto, alle sue aziende private.
Prendiamo il caso di Marko Elez. Inizialmente allontanato dal Dipartimento del Tesoro a causa di post razzisti sui social media, Elez è stato successivamente reintegrato come dipendente del Dipartimento del Lavoro, con incarichi presso il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) e altre agenzie. Le sue mansioni attuali lo vedono coinvolto in sistemi sensibili legati al supporto infantile, Medicare, Medicaid e contratti dell’HHS. Questa rivelazione è emersa nel contesto di una causa legale che mette in discussione l’accesso del team DOGE a database federali sensibili.

Jacob Helberg è il tipo di personaggio che riassume in sé tutte le contraddizioni e le peculiarità della politica americana contemporanea: giovane, ebreo, apertamente LGBT, ex finanziatore democratico ora convertito al trumpismo e, soprattutto, un feroce falco anti-Cina.
Nominato sottosegretario di Stato per la crescita economica, l’energia e l’ambiente da Donald Trump, Helberg non è solo un tecnocrate con un passato accademico solido, ma anche un insider della Silicon Valley con connessioni profonde nel mondo delle big tech e della sicurezza informatica. E, come si conviene a una figura del genere, ha finanziato il ritorno di Trump..

Il secondo atto della presidenza Trump sembra aver smantellato ogni pretesa di separazione tra tecnologia e politica. Quella che un tempo era una fredda distanza istituzionale tra la Silicon Valley e Washington si è trasformata in un vivace ballo di potere, dove CEO e politici danzano insieme sulle note di miliardi di dollari in lobbying. “Otto anni fa, non avresti mai visto Tim Cook o Elon Musk a Mar-a-Lago. Ora, li vedi in continuazione”, ha dichiarato Brian Ballard, lobbista di punta e uomo di fiducia dell’establishment repubblicano.
Il messaggio è chiaro: la tecnologia non è più solo un settore economico, ma un’arma geopolitica, un’infrastruttura di controllo sociale e una leva finanziaria per chi detiene il potere. Nel 2024, la spesa per lobbying federale ha raggiunto il record di 4,4 miliardi di dollari, con aziende, ONG e gruppi di interesse che hanno investito somme astronomiche per influenzare la politica. Al vertice della classifica, Meta Platforms, che ha speso oltre 24 milioni di dollari per proteggere il proprio impero mentre la politica si infiammava su privacy, libertà di espressione e sicurezza dei minori online.
La Silicon Valley non si limita più a sviluppare prodotti; ora scrive direttamente le regole del gioco. E con Trump di nuovo alla Casa Bianca, il gioco è diventato ancora più spregiudicato. L’industria tecnologica, che nel 2016 era più incline a finanziare candidati progressisti e a evitare legami con l’ex presidente, oggi ha smesso di fingere neutralità. La deregolamentazione promessa da Trump e la sua visione di un’America “forte e sovrana” hanno trasformato la tech élite da critici silenziosi a partecipanti attivi nel nuovo ordine politico.

Donald Trump torna a fare il mercante di opportunità politiche, questa volta usando TikTok come moneta di scambio. Secondo Bloomberg, l’ex presidente degli Stati Uniti sarebbe disposto ad abbassare i dazi sulle importazioni cinesi in cambio di un accordo che garantisca la vendita delle attività statunitensi della popolare app cinese.
Un colpo di scena che, se confermato, ribalterebbe anni di retorica trumpiana sulla guerra commerciale con Pechino.

Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno recentemente annunciato un piano decennale per investire 1,4 trilioni di dollari nell’economia statunitense, a seguito di incontri tra alti funzionari emiratini e il presidente Donald Trump. Questo impegno mira a potenziare significativamente gli investimenti esistenti degli EAU in settori chiave come l’infrastruttura dell’intelligenza artificiale, i semiconduttori, l’energia e la manifattura americana.
Nell’ambito di questo accordo, il fondo di investimento emiratino ADQ, in collaborazione con il partner statunitense Energy Capital Partners, ha annunciato un’iniziativa da 25 miliardi di dollari focalizzata su infrastrutture energetiche e data center. Inoltre, XRG, il braccio internazionale della compagnia petrolifera statale degli EAU, ADNOC, ha manifestato l’intenzione di supportare la produzione e l’esportazione di gas naturale negli Stati Uniti attraverso un investimento nell’impianto di esportazione di gas naturale liquefatto NextDecade in Texas.

Elon Musk che brandisce una motosega su un palco politico è un’immagine potente, ma potrebbe servire più che sceneggiate teatrali per salvare Tesla dalla spirale discendente in cui si trova. Un tempo sinonimo di innovazione e crescita esplosiva, il gigante dei veicoli elettrici è ora bloccato in una crisi profonda, con vendite in calo, concorrenza feroce e un fondatore sempre più divisivo. Se Musk non trova una soluzione, Tesla rischia di trasformarsi da rivoluzione tecnologica a caso di studio su come perdere il dominio di un settore che ha contribuito a creare.

Con l’avvicinarsi della scadenza per la richiesta di informazioni sul Piano d’azione per l’intelligenza artificiale, le voci di alcune delle aziende più influenti nel settore della tecnologia, tra cui Google, Anthropic, OpenAI, e altri, hanno sollevato una serie di richieste che potrebbero modellare il futuro dell’IA in modo significativo. Le posizioni di queste aziende variano, ma tutte mostrano un chiaro desiderio di influenzare le politiche pubbliche in modo favorevole alle proprie operazioni e visioni a lungo termine. L’elemento comune tra tutte queste proposte è l’ansia di evitare regolamenti eccessivi che potrebbero rallentare l’innovazione e compromettere la competitività globale.
Le richieste di Anthropic sono abbastanza chiare, e non sorprendenti per chi conosce la posizione cauta dell’azienda sul tema della sicurezza dell’intelligenza artificiale. Secondo Anthropic, i sistemi di IA di prossima generazione, quelli che si prevede emergeranno entro il 2026 o il 2027, avranno capacità intellettuali pari o superiori a quelle dei vincitori del premio Nobel in molte discipline e saranno in grado di ragionare in modo autonomo su compiti complessi. Per questo motivo, l’azienda sostiene che il governo federale debba sviluppare una capacità solida di monitoraggio, capace di valutare rapidamente i rischi e gli abusi potenziali per la sicurezza nazionale.

Le recenti notizie riportano che i rappresentanti della famiglia del presidente Donald Trump hanno avviato trattative per acquisire una partecipazione in Binance.US, la divisione americana del colosso delle criptovalute Binance. Parallelamente, il fondatore di Binance, Changpeng Zhao (noto come CZ), sta cercando di ottenere una grazia presidenziale.
Nel novembre 2023, CZ si è dimesso dalla carica di CEO di Binance dopo aver ammesso la violazione delle leggi statunitensi sull’antiriciclaggio, accettando un accordo da 4,3 miliardi di dollari per risolvere le indagini in corso. Successivamente, ha scontato una pena detentiva di quattro mesi negli Stati Uniti.

Il Take It Down Act, recentemente approvato dal Senato, rappresenta l’ennesimo tentativo di regolamentare la diffusione di immagini intime non consensuali, comprese quelle generate dall’intelligenza artificiale. La legge, sponsorizzata dai senatori Amy Klobuchar e Ted Cruz, introduce sanzioni penali per chiunque condivida questo tipo di contenuti e impone alle piattaforme di rimuoverli entro 48 ore dalla segnalazione, pena multe salate.
Non c’è dubbio che la diffusione di immagini intime senza consenso sia un problema serio e distruttivo, amplificato dall’uso crescente dell’IA. Tuttavia, dare alla nuova amministrazione Trump un ulteriore strumento di controllo sulla libertà di espressione potrebbe rivelarsi un errore pericoloso. Il rischio, è che questa legge diventi una “arma” nelle mani di Trump per colpire i suoi avversari politici e proteggere i suoi alleati, come Elon Musk, che attualmente collabora con il governo mentre gestisce X, una piattaforma già infestata da contenuti NCII, speriamo di sbagliare.

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Nelle ultime settimane, tre dei principali colossi tecnologici, Tesla, Alphabet e Amazon, hanno registrato un calo significativo delle loro quotazioni azionarie, entrando in quello che gli analisti definiscono “territorio ipervenduto”. Questo fenomeno si verifica quando un titolo subisce una vendita massiccia, spesso oltre il suo valore intrinseco, suggerendo una potenziale opportunità di acquisto per gli investitori a lungo termine.
Il 6 marzo 2025, le azioni di Tesla hanno subito una flessione del 4,4%, spingendo l’analista Ben Kallo di Baird a classificarle come una “Bearish Fresh Pick”. Kallo, noto per le sue precedenti previsioni accurate, ha espresso preoccupazioni riguardo alle stime di consegna del primo trimestre, alla possibile interruzione della produzione del Model Y e alle vendite deboli in Cina ed Europa. Nonostante ciò, mantiene una visione positiva sul lungo termine, con un target price rivisto a 370 dollari, in calo rispetto ai precedenti 440 dollari.

Il CHIPS and Science Act, promulgato nel 2022, è stato concepito per stimolare la produzione domestica di semiconduttori negli Stati Uniti, stanziando 52,7 miliardi di dollari in sussidi per la produzione e la ricerca nel settore. L’obiettivo principale era ridurre la dipendenza dalle catene di approvvigionamento estere e rafforzare la sicurezza nazionale attraverso una maggiore autosufficienza tecnologica.
Tuttavia, il presidente Donald Trump ha recentemente espresso forti critiche nei confronti di questa legge, definendola una “cosa orribile” e suggerendo che i fondi stanziati dovrebbero essere reindirizzati per ridurre il debito nazionale. Secondo Trump, l’imposizione di nuovi dazi sarebbe una misura più efficace per incentivare le aziende a costruire fabbriche negli Stati Uniti, eliminando la necessità di ingenti sussidi governativi.

Il mercato si schianta, la Casa Bianca balbetta, i dazi vanno e vengono come un temporale estivo. Se non ti piace la politica commerciale di Trump, aspetta cinque minuti: cambierà di nuovo. Martedì sera, dopo due giorni di svendite di mercato causate dai suoi dazi su Canada e Messico, il segretario al Commercio Howard Lutnick è andato in TV a promettere che mercoledì sarebbe arrivato un compromesso. (Foxnews)
“Il mercato è crollato? Beh, forse scherzavamo.”
Gli investitori hanno capito il messaggio: mercoledì i mercati riprenderanno fiato, recuperando parte del 3% perso nello S&P 500. Ma chi pensa di poter rilassare i nervi, si sbaglia di grosso. Lutnick (Bloomberg) ha legato l’esistenza dei dazi al tasso di morti per fentanyl negli USA un criterio che, in termini di prevedibilità economica, è degno di un oroscopo finanziario. Oggi le tariffe servono, domani chissà.

Donald Trump ha deciso di vestire i panni del banchiere centrale 2.0, annunciando la creazione di una “riserva strategica crittografica” degli Stati Uniti. Un gesto che, per chi ancora pensava che le criptovalute fossero il male assoluto, suona come una conversione sulla via di Wall Street. E, ovviamente, il mercato ha reagito con il solito entusiasmo irrazionale, scatenando pump a doppia cifra su diverse coin.
Nel suo post su Truth Social, l’ex presidente ha dichiarato di aver dato mandato a un gruppo di lavoro presidenziale di “andare avanti” con la creazione di questa riserva digitale, in linea con un ordine esecutivo già firmato a gennaio. L’ordine, piuttosto vago all’epoca, ora prende forma con un elenco di asset da custodire nella cassaforte statunitense: bitcoin, ether, XRP di Ripple, Solana, Cardano e altre “criptovalute preziose”.

Jianwei Xun è un analista culturale e filosofo nato a Hong Kong il cui lavoro collega i mondi dei media, della teoria narrativa e della filosofia. Con un background in filosofia politica e studi sui media presso l’Università di Dublino, Xun ha trascorso anni come consulente su narrazioni strategiche per istituzioni globali prima di dedicarsi alla scrittura.
“Ipnocrazia“. Un titolo che promette di svelare i misteri della manipolazione moderna, con Trump e Musk come architetti di una nuova realtà. Jianwei Xun, un giovane prodigio già acclamato come l’erede di Baudrillard e Byung-Chul Han, ci offre una “mappa inedita” del potere contemporaneo.

L’amministrazione Trump sta tracciando una nuova rotta economica, con dichiarazioni e iniziative che puntano a ridisegnare il panorama finanziario e politico degli Stati Uniti, mettendo al centro la riduzione delle tasse, la riduzione della spesa pubblica e un aumento del debito. La proposta di bilancio del Partito Repubblicano, che già stava suscitando polemiche, diventa ancora più incisiva con l’indicazione di prepararsi a licenziamenti su larga scala nelle agenzie federali. Ma il quadro economico non si limita agli sviluppi interni; l’amministrazione si sta anche preparando ad affrontare sfide internazionali, con trattative in corso per accordi minerari strategici con l’Ucraina, a dimostrazione dell’approccio pragmatista adottato verso le alleanze internazionali.

Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, ha recentemente svelato una proposta che ha suscitato un acceso dibattito: l’offerta di visti per gli Stati Uniti con una “gold card” al costo di 5 milioni di dollari. La proposta, che viene presentata come una via d’accesso privilegiata per chi desidera trasferirsi negli USA, è tanto ambiziosa quanto controversa, e non mancherà di suscitare reazioni tanto entusiaste quanto critiche.
Il cuore della proposta di Trump è la creazione di un programma di visti per individui ricchi e investitori, una sorta di “green card” esclusiva, che promette accesso e privilegi legati alla cittadinanza statunitense. Questi visti, chiamati “gold card”, sarebbero venduti a un prezzo di 5 milioni di dollari, una cifra che potrebbe sembrare esorbitante ma che in realtà si rivolge a una nicchia di mercato di super-ricchi, imprenditori e personaggi di spicco che desiderano una residenza stabile e privilegiata negli Stati Uniti.

Donald Trump ha deciso di puntare su Brian Quintenz come prossimo presidente della Commodity Futures Trading Commission, l’agenzia federale che dovrebbe garantire la trasparenza e la stabilità nei mercati dei derivati statunitensi. L’annuncio è arrivato dallo stesso Quintenz su X (ex Twitter, per chi si fosse perso l’ennesima trovata di marketing di Elon Musk). Per chi non lo sapesse, Quintenz al momento si occupa di politica per la divisione cripto di Andreessen Horowitz, il fondo di investimento che ha capito da tempo dove soffia il vento dei soldi facili. Prima di questo, era già stato commissario della CFTC, proprio durante il primo mandato di Trump, quindi nulla di nuovo sul fronte occidentale.

L’Unione Europea ha annunciato una risposta ferma e proporzionata ai recenti dazi imposti dagli Stati Uniti su acciaio e alluminio. La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso profondo rammarico per questa decisione, sottolineando l’intenzione di proteggere lavoratori, imprese e consumatori europei. Questi dazi, fissati al 25% e senza eccezioni, sono considerati ingiustificati e dannosi per il sistema commerciale globale.

Il settore pubblico si sta sempre più orientando verso l’adozione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale per modernizzare e migliorare l’efficienza nelle operazioni amministrative. Recentemente, un report di Wired ha sollevato l’attenzione su come il DOGE, una figura emergente nel panorama dell’innovazione tecnologica, stia sviluppando un chatbot personalizzato per la General Services Administration (GSA), una delle agenzie più importanti per la gestione dei contratti governativi negli Stati Uniti. Questo chatbot, denominato GSAi, potrebbe rappresentare un salto significativo nel modo in cui vengono analizzati i dati relativi ai contratti e agli appalti pubblici, facilitando una gestione più trasparente ed efficiente.
Secondo le fonti (scoop di Wired), l’obiettivo di DOGE è quello di sfruttare l’intelligenza artificiale per elaborare vasti volumi di dati relativi ai contratti governativi, un’area che tradizionalmente ha comportato un gran numero di complessità burocratiche. Con l’introduzione del GSAi, l’analisi di queste enormi quantità di informazioni potrebbe diventare più rapida e precisa, consentendo di ottenere insight in tempo reale e di ottimizzare le decisioni relative agli appalti e alle procedure di procurement. La visione di DOGE sembra essere quella di trasformare il modo in cui vengono gestiti i dati all’interno della GSA, creando un sistema più agile e dinamico, capace di rispondere alle necessità dei funzionari pubblici e di ottimizzare l’uso delle risorse.

Il presidente Donald Trump sta valutando l’uso dell’Alien Enemies Act del 1798 per accelerare le deportazioni di immigrati irregolari. Questa legge, parte delle Alien and Sedition Acts, concede al presidente l’autorità di deportare o detenere cittadini di nazioni ostili durante periodi di guerra. Storicamente, è stata invocata solo tre volte: durante la Guerra del 1812, la Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale, per gestire cittadini di paesi nemici residenti negli Stati Uniti.
L’intenzione di Trump di utilizzare questa legge per giustificare deportazioni di massa ha suscitato un acceso dibattito. Secondo esperti legali, l’applicazione dell’Alien Enemies Act richiede una dichiarazione formale di guerra o l’esistenza di ostilità con un’altra nazione. Attualmente, gli Stati Uniti non sono in guerra con alcun paese, il che rende discutibile la legittimità dell’uso di questa legge per le deportazioni. Inoltre, la legge è stata storicamente utilizzata per detenere cittadini di nazioni con cui gli Stati Uniti erano in conflitto armato, non per gestire l’immigrazione irregolare in generale.

Le aziende si affrettano a trovare una soluzione dopo che l’ordine esecutivo di Trump prende di mira una scappatoia fiscale utilizzata da aziende come Shein e Temu.
L’amministrazione Trump ha recentemente emesso un ordine esecutivo che chiude una scappatoia commerciale nota come “de minimis”, la quale permetteva alle aziende di e-commerce come Temu, Shein e Amazon Haul di importare pacchi individuali di valore inferiore a $800 senza pagare dazi o tariffe di importazione. A partire dalla mezzanotte del 4 febbraio 2025, queste aziende saranno obbligate a pagare tariffe su una vasta gamma di articoli provenienti dalla Cina, inclusi abbigliamento ed elettronica, oltre alla nuova tariffa del 10% imposta sui prodotti realizzati in Cina.

L’immagine di Elon Musk come l’uomo che guida l’innovazione attraverso il caos è ormai consolidata. Eppure, il suo recente ingresso nel governo federale degli Stati Uniti sembra portare questo concetto a un livello decisamente più macabro e ironico. Secondo quanto riportato dal Washington Post, i suoi collaboratori stanno prendendo il controllo delle dinamiche interne di diverse agenzie governative cruciali, tra cui l’Office of Personnel Management, il Department of the Treasury e la General Services Administration (GSA). Ma in che modo l’imprenditore noto per il suo approccio irriverente sta influenzando il funzionamento della macchina burocratica americana?
Recentemente, il presidente Donald Trump ha espresso forti critiche nei confronti della Federal Reserve (Fed) e del suo presidente, Jerome Powell, accusandoli di aver gestito in modo inadeguato la regolamentazione bancaria e di non essere riusciti a controllare l’inflazione.
In un post su Truth Social, Trump ha dichiarato: “Poiché Jay Powell e la Fed non sono riusciti a fermare il problema che hanno creato con l’inflazione, lo farò io”, sottolineando l’intenzione di affrontare personalmente le sfide economiche attuali.


Recentemente, si è osservata una crescente tensione tra Elon Musk, CEO di Tesla e SpaceX, e le figure di spicco del movimento “Make America Great Again” (MAGA) associato all’amministrazione Trump. Questa frattura ideologica potrebbe avere ripercussioni significative sul panorama politico ed economico degli Stati Uniti.
Nonostante Musk abbia sostenuto Donald Trump durante la campagna elettorale del 2024, la sua crescente influenza nell’amministrazione ha suscitato preoccupazioni tra i sostenitori più ferventi di Trump. In particolare, le posizioni di Musk su questioni come l’immigrazione qualificata e la regolamentazione tecnologica si discostano dalle tradizionali politiche nazionaliste del movimento MAGA. Ad esempio, Musk ha espresso supporto per i visti H-1B per lavoratori specializzati, una posizione che contrasta con la retorica anti-immigrazione di alcuni esponenti MAGA.

A partire da oggi, sabato 1 febbraio 2025, l’amministrazione Trump ha ufficialmente implementato significativi dazi sulle importazioni provenienti da Canada, Messico e Cina. In particolare, è stata imposta una tariffa del 25% su tutti i beni importati da Canada e Messico, mentre le merci cinesi sono soggette a un dazio aggiuntivo del 10%. Questa decisione è stata giustificata dalla necessità di contrastare il traffico di fentanyl, ridurre l’immigrazione illegale e affrontare i deficit commerciali degli Stati Uniti con queste nazioni.
Il presidente Trump ha sottolineato che, sebbene queste misure possano causare disagi temporanei, sono essenziali per la sicurezza nazionale e la stabilità economica degli Stati Uniti. Ha inoltre accennato alla possibilità di futuri dazi su prodotti dell’Unione Europea, inclusi acciaio, alluminio, rame, prodotti farmaceutici e microchip.

Donald Trump ha annunciato lunedì l’intenzione di imporre dazi all’importazione su settori strategici come i semiconduttori e i prodotti farmaceutici, in un’iniziativa volta a riportare la produzione di beni essenziali sul suolo americano. L’ex presidente ha esposto questa proposta durante un intervento al ritiro dei repubblicani del Congresso a Miami, sostenendo che queste misure mirano a ridurre la dipendenza da Paesi esteri per tecnologie e beni fondamentali.
Trump ha messo in evidenza il caso specifico dei semiconduttori, un settore cruciale per l’industria tecnologica globale. “Hanno lasciato gli Stati Uniti per andare a Taiwan… e noi vogliamo che tornino indietro”, ha dichiarato, riferendosi in particolare ai produttori di chip. Questa dichiarazione sembra rivolgersi direttamente a Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), il più grande produttore di semiconduttori al mondo, che potrebbe subire significative conseguenze economiche nel caso di un inasprimento delle tariffe commerciali.

Il presidente Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che mira a definire una strategia per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale negli Stati Uniti entro 180 giorni. Questo documento coinvolge figure chiave come Michael Kratsios, ex CTO degli Stati Uniti e attuale assistente del presidente per la scienza e la tecnologia, insieme a David Sacks, noto venture capitalist e consigliere speciale per l’AI e il settore crypto.
L’obiettivo dichiarato è ambizioso: rendere gli Stati Uniti leader globali nell’innovazione dell’intelligenza artificiale, con un’attenzione particolare alla competitività economica, alla sicurezza nazionale e al cosiddetto “human flourishing”, un concetto ripreso dalla piattaforma del Partito Repubblicano che enfatizza il progresso umano e sociale.
Secondo l’ordine esecutivo, Kratsios e Sacks coordineranno con altri consiglieri e capi agenzia per elaborare un piano d’azione che garantisca che i sistemi di intelligenza artificiale siano liberi da “pregiudizi ideologici o agende sociali ingegnerizzate”. Questo linguaggio riflette la volontà dell’amministrazione Trump di contrastare l’idea che l’AI possa essere utilizzata per finalità politiche o sociali non allineate con i valori conservatori.

Il Presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo giovedì volto a favorire la crescita e la regolamentazione degli asset digitali negli Stati Uniti, marcando un passo significativo verso l’integrazione di tecnologie blockchain e criptovalute nell’economia americana. L’ordine prevede anche una valutazione della possibilità di creare una riserva nazionale di asset digitali, un’idea che sta già generando ampio dibattito all’interno dell’industria finanziaria e tecnologica.
L’ordine istituisce un gruppo di lavoro interagenzia incaricato di proporre un quadro normativo federale per gli asset digitali, inclusi gli stablecoin, ossia criptovalute ancorate a valute fiat per ridurre la volatilità. Un aspetto cruciale di questa iniziativa è la tutela di un “accesso equo e aperto ai servizi bancari” per individui e aziende che operano legalmente. Questa disposizione punta a risolvere una delle maggiori problematiche del settore delle criptovalute, ovvero l’esclusione dai tradizionali sistemi bancari di molti operatori legittimi.

Il ciclone Trump si abbatte su Davos subito dopo aver firmato una serie di ordini esecutivi, con i quali il tycoon ha inaugurato la sua seconda Amministrazione passando dalle parole ai fatti, primi fra tutti l’uscita dagli Stati Uniti sia dagli accordi sul clima di Parigi (come peraltro era già accaduto nel corso della sua prima amministrazione) e dall’Organizzazione mondiale della sanità. In collegamento video con il World Economic Forum Trump si presenta dichiarando che la sua amministrazione “sta agendo con una velocità senza precedenti per rimediare ai disastri ereditati da un gruppo di persone totalmente incompetenti”, riferendosi all’amministrazione Biden.

TikTok, dopo le vicende del 19 gennaio quando è stato prima oscurato per poi essere riattivato dopo le dichiarazioni di Trump in occasione dell’Inauguration Day, rimane al momento disponibile negli Stati Uniti per altri 75 giorni, durante i quali si valuteranno soluzioni che consentano all’App di sopravvivere al divieto, che altrimenti entrerà in vigore.

Sono passati appena due giorni dal suo insediamento come 47° Presidente degli Stati Uniti eppure, come ci ha già abituati grazie alle sue esternazioni in libertà, Donald Trump è riuscito a catalizzare su di se l’attenzione del 55° World Economic Forum, tanto che nella cittadina di Davos sembra aleggiare un’ombra sui delegati, in attesa del suo intervento oggi, 23 gennaio, in collegamento video. Quel che è certo al momento è che l’effetto del suo discorso di inaugurazione si è fatto sentire, come dimostrano gli interventi di quanti hanno ritenuto di dover commentare le posizioni del nuovo Presidente Usa. Vediamo quali sono state queste reazioni.

Il Presidente Donald Trump ha annunciato oggi un’iniziativa senza precedenti nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), presentando “Stargate“, un progetto ambizioso che prevede un investimento iniziale di 100 miliardi di dollari, con la prospettiva di raggiungere i 500 miliardi $ nei prossimi quattro anni. Questo sforzo congiunto coinvolge giganti tecnologici come OpenAI, SoftBank e Oracle, con l’obiettivo di sviluppare infrastrutture avanzate per l’IA negli Stati Uniti.
Il fulcro del progetto sarà la costruzione di centri dati all’avanguardia e impianti energetici necessari per supportare l’evoluzione dell’IA. Il primo di questi centri sorgerà in Texas, con piani di espansione in altri stati nel prossimo futuro. Masayoshi Son, CEO di SoftBank, Sam Altman di OpenAI e Larry Ellison di Oracle hanno partecipato all’annuncio ufficiale alla Casa Bianca, sottolineando l’importanza di questa collaborazione pubblico-privata.

Pubblichiamo qui di seguito il discorso di insediamento di Donald Trump come 47° Presidente degli Stati Uniti, pronunciato in occasione dell’Inauguration Day del 20 gennaio 2025.
“L’età dell’oro dell’America inizia adesso. Da oggi in poi, il nostro paese rifiorirà e sarà rispettato in tutto il mondo. Saremo l’invidia di ogni nazione nel mondo e non permetteremo più che ci si approfitti di noi”.

Se fossi un editorialista del Financial Times, probabilmente ci ritroveremmo a leggere qualcosa del genere: una narrazione tragicomica dove la corruzione non è più un difetto, ma il fulcro di un’epopea surreale che confonde Wall Street e Hollywood, con l’aggiunta di un pizzico di Kafka. E, per quanto assurdo possa sembrare, non ci sono alieni in questa storia, ma solo esseri umani, potenti, e disperatamente umani.
Il titolo del New York Times era già abbastanza eloquente: “L’inaugurazione di Trump, inondata di denaro, esaurisce i benefit per i grandi donatori”. Ma, come in ogni commedia ben scritta, c’è sempre un dettaglio che sfugge. Non è che i VIP ticket siano finiti davvero: semplicemente, i donatori non stavano acquistando biglietti. Stavano comprando qualcos’altro. Qualcosa di più viscerale. La possibilità di scrivere il copione del futuro.
Le nostre élite tecnologiche, sono alle prese con problemi esistenziali. Non sanno più come creare prodotti che le persone amino davvero, ma hanno capito come trasformare il disastro in profitto. Ecco perché Elon Musk, uno che sarebbe perfetto per una scena con Diane Keaton e un taxi giallo, ha investito almeno 250 milioni di dollari per aiutare Trump a vincere le elezioni. Bezos, Zuckerberg e altri magnati non si sono certo tirati indietro, contribuendo con cifre astronomiche per essere sicuri che il loro nome non venisse dimenticato nel nuovo ordine delle cose.

Donald Trump ha giurato oggi come 47° presidente degli Stati Uniti. Inizia così il suo secondo mandato alla Casa Bianca, dopo la vittoria alle elezioni di novembre 2024. “L’età dell’oro comincia adesso” ha dichiarato Trump subito dopo il giuramento “L’America sarà più grande e più forte. Il declino dell’America è finito”, annunciando poi tutta una serie di iniziative tra cui la dichiarazione dell’emergenza al confine col Messico, l’intenzione di procedere all’espulsione degli immigrati illegali, alla dichiarazione dell’emergenza energetica nazionale, spingendo su gas e petrolio, imponendo dazi sulle merci estere e dichiarando di voler firmare una legge contro la censura.

TikTok non è stato più accessibile negli Stati Uniti a partire da sabato sera, poco prima che entrasse in vigore il divieto a livello nazionale sulla popolare app di social media di ByteDance il 19 gennaio. Tuttavia, dopo che il presidente eletto Donald Trump ha lasciato intendere che avrebbe rinviato il divieto dopo il suo ritorno alla Casa Bianca lunedì 20 gennaio, dichiarando che nessuna tech company Usa sarebbe stata perseguita per aver supportato in qualche modo l’App dopo il ban, è tornata disponibile per il pubblico americano.

Il prezzo del Bitcoin ha recentemente superato la soglia dei $100.000, segnando un nuovo massimo storico. Questo aumento significativo è attribuito alle aspettative degli investitori riguardo alle imminenti politiche pro-criptovaluta dell’amministrazione Trump. Il Presidente eletto Donald Trump ha annunciato l’intenzione di emettere oltre 100 ordini esecutivi nel suo primo giorno in carica, alcuni dei quali focalizzati sul Bitcoin e sull’industria degli asset digitali.
Durante la campagna elettorale, Trump ha promesso di creare una riserva strategica di Bitcoin, istituire un consiglio per le criptovalute e fornire un quadro normativo più chiaro e favorevole rispetto all’amministrazione precedente. Queste dichiarazioni hanno alimentato l’ottimismo nel mercato, portando a un aumento del valore del Bitcoin.