È come se qualcuno avesse scoperchiato la pentola e la cupola tecnologica si stesse liquefacendo: Microsoft ha analizzato circa 200 000 interazioni reali tra utenti e Copilot su Bing, scoprendo i lavori con le attività più compatibili e quelli decisamente immuni – all’avvento dell’intelligenza artificiale. Vediamo i dettagli, senza indugi né retorica da rapporto annuale.
Il cuore del cambiamento è chiarissimo: se nel tuo lavoro scrivi, traduci, analizzi o consigli via documenti, email, chat, allora l’impiego generativo ti sta già tagliando i compiti. Interpreti, traduttori, storici, autori, giornalisti, addetti alle PR e redattori si trovano in cima alla lista dei lavori più colpiti dall’AI, con punte di compatibilità con AI nel 98 % dei casi per interpreti e traduttori. Voilà, l’AI non chiede permesso: entra, fa il caffè, ottimizza i testi, riscrive giornali, spia gli stili e li migliora a colpi di prompt. Non sei sostituito, ma i tuoi compiti vengono scomposti in micro-tasks e regalati al bot, che li esegue a velocità supersonica.