C’è un’aria di rivincita nell’aria. Dopo i riflettori puntati su OpenAI e i suoi tormenti da intelligenza artificiale cosciente e la offerta per il Pentagono, ecco che Oracle risale la scena con un annuncio tanto silenzioso quanto strategico. Nessuna coreografia in stile Silicon Valley, nessun CEO che filosofeggia sulla singolarità. Solo un prodotto, freddo, solido, brutale: Oracle Compute Cloud@Customer Isolated. Nome ostico, ma messaggio chiarissimo. Il cloud smette di essere un servizio e torna a essere infrastruttura. Anzi, fortezza.
In un’epoca in cui anche i frigoriferi parlano con il Wi-Fi e i droni possono essere hackerati da un adolescente annoiato in un garage finlandese, Oracle propone la contro-narrazione: un cloud totalmente isolato, che non solo non dipende da Internet, ma lo rifiuta. Un air-gap come linea Maginot digitale. Perché sì, la guerra è cambiata. E oggi si combatte con dati, algoritmi e latenza prossima allo zero.
Il nuovo prodotto è pensato per gli ambienti più sensibili: ministeri della difesa, agenzie di intelligence, telecomunicazioni, sanità. Ma è chiaro che il messaggio colpisce più in profondità: la sovranità digitale è il nuovo oro. I dati sono la materia prima, il cloud il terreno di battaglia, l’indipendenza tecnologica il premio finale.
Oracle Compute Cloud@Customer Isolated non è semplicemente una versione “offline” di un cloud pubblico. È una replica totale, miniaturizzata, autonoma e scalabile dell’intera architettura Oracle OCI, con tanto di calcolo, storage, networking e strumenti per l’intelligenza artificiale. In sostanza, una regione cloud personale, installabile direttamente on-premises. Il tutto in un singolo rack, per chi ha fretta, o scalabile in hyperscale air-gapped region, per chi invece sogna in grande. Ma sempre con un unico mantra: niente cavi verso Internet.
Il tutto inizia con un “Fast-Start”, qui i tempi si fanno serrati: 6-8 settimane per essere operativi. Giusto il tempo di un ciclo NATO.
Dietro l’apparente rigidità dell’offerta c’è una flessibilità strategica che Oracle non esibisce, ma insinua. Puoi cominciare con un’implementazione tattica ai margini del campo, e poi evolvere verso una regione isolata completa. In altre parole, puoi militarizzare il tuo cloud pezzo per pezzo, senza dover accendere allarmi geopolitici troppo evidenti. Una strategia perfetta per chi, come certi governi, non ama fare rumore quando si prepara alla prossima guerra digitale.
E mentre la concorrenza si dilania su standard di etica dell’AI, Oracle si concentra su quella che potrebbe essere la vera sfida dei prossimi cinque anni: rendere l’AI deployabile anche dove Internet non esiste, o non è il benvenuto. Perché, diciamolo chiaramente, i dati più sensibili non stanno nei datacenter di San Jose, ma nei caveau crittografati sotto le montagne del Caucaso o nei container mimetici nel deserto australiano.
La partnership con Fujitsu per il settore difesa sottolinea un altro aspetto fondamentale: Oracle non si limita a fornire tecnologia, ma costruisce ecosistemi di resilienza operativa. Non è una moda, è una dottrina. “Digital services are becoming the operational backbone of defense,” dice Andy Laidler di Fujitsu, e non è una frase da marketing. È la realtà sul campo, dove la latenza non si misura in millisecondi, ma in vite umane.
In un contesto normativo che diventa sempre più schizofrenico — con GDPR, NIS2, Cloud Act e prossimamente anche regolamenti spaziali per il cloud orbitale — Oracle gioca d’anticipo. Offre un’alternativa all’illusione del cloud neutrale, ponendo invece l’accento sulla sovranità selettiva: vuoi il controllo totale? Te lo diamo. Ma devi costruirtelo.
C’è poi un aspetto che, in modo subliminale, ammicca a un cambio di paradigma più profondo. Oracle, nel proporre Compute Cloud@Customer Isolated, ridisegna l’interfaccia geopolitica della tecnologia: la posizione fisica dei dati torna a contare, eccome. In un mondo dove anche i satelliti cloudizzati di Amazon cominciano a colonizzare l’orbita bassa, l’idea che un governo possa avere il suo cloud, nel suo bunker, con sue chiavi e sue politiche, suona irresistibile.
“Secure. Sovereign. Air-Gapped.” È come uno slogan da campagna elettorale in un’epoca dove il consenso si guadagna a colpi di integrità digitale. Chi controlla i dati, controlla le narrazioni. E Oracle, senza clamori, si è appena posizionata come l’alleato più solido per chi non può permettersi di fidarsi di nessuno.
Ironico, in fondo, che la stessa azienda che per anni è stata il simbolo dell’enterprise lento e poco sexy sia oggi in prima linea per un cloud decentralizzato, militarizzato e indipendente. Ma forse è proprio questa l’evoluzione darwiniana che serve per sopravvivere all’era post-cloud. Quando tutti spingono per l’iperconnessione, il vero lusso sarà disconnettersi — con stile, con potenza e con Oracle.
Certo, c’è da chiedersi se questo modello scalabile, air-gapped e totalmente isolato non diventerà la nuova normalità per chiunque gestisca segreti, dalla diplomazia alle multinazionali farmaceutiche. Per ora, Oracle si rivolge ai governi. Ma le corporation non dormono. E potrebbero presto voler lo stesso trattamento. Sovranità, in fondo, è un desiderio trasversale. Anche nel cloud.
L’offerta Oracle Compute Cloud@Customer Isolated sarà disponibile a livello globale nel corso di quest’anno.
Ulteriori risorse
– Scopri di più su Oracle Cloud Infrastructure
– Approfondimenti su Oracle Cloud Isolated Region
– Maggiori informazioni su Oracle Compute Cloud@Customer