Negli ultimi anni, i chatbot di intelligenza artificiale sono diventati parte integrante della vita quotidiana, supportando attività che spaziano dalla scrittura di email alla ricerca, fino al customer service. Tuttavia, i dati di utilizzo più recenti raccontano una storia di forte squilibrio nel mercato.

Secondo i numeri annuali raccolti tra agosto 2024 e luglio 2025, ChatGPT domina con 46,6 miliardi di visite, pari a quasi la metà di tutto il traffico globale verso i chatbot. Un primato schiacciante: quattro volte la somma di tutti i suoi concorrenti messi insieme.

Il secondo posto va a DeepSeek, che con 2,7 miliardi di accessi rappresenta meno del 4% del mercato complessivo. Seguono Gemini (1,7B) e Claude (1,2B), entrambi in crescita e con un pubblico fedele. Anche Perplexity (1,5B) e Grok (686M) stanno guadagnando terreno, ma restano lontani dai vertici.

Altri player, come Microsoft Copilot (957M) e Poe (378M), mostrano andamenti misti: il primo consolida una nicchia consistente, mentre il secondo ha perso il 46% del traffico rispetto all’anno precedente, segnale di quanto sia difficile mantenere la leadership in un settore così competitivo.

In fondo alla classifica, Meta AI (130M) e Mistral (101M) faticano persino a superare l’1% di market share, confermando le difficoltà di scalabilità per i nuovi entranti.

La lezione che emerge è chiara: il mercato dei chatbot non è solo competitivo, è profondamente sbilanciato. La crescita di nuovi protagonisti non sembra sufficiente a ridurre il divario con ChatGPT, che anzi continua ad ampliarsi. Nell’AI, le dimensioni contano, e la distanza tra il leader e il resto del settore potrebbe rivelarsi più difficile da colmare di quanto molti si aspettino.