
Meta ha deciso di non farsi più attendere, mostrando al suo Connect annuale una carrellata di novità tecnologiche che spingono al limite ciò che conosciamo di wearable, realtà virtuale e realtà aumentata. La mossa più attesa, la nuova versione dei Ray-Ban smart glasses, è stata accompagnata da un arsenale di sorprese che testimoniano quanto l’azienda stia trasformando la percezione della tecnologia indossabile. Non si tratta più di gadget di lusso, ma di strumenti di produttività e intrattenimento iperconnessi, pensati per interagire in tempo reale con la vita digitale dell’utente.
I Meta Ray-Ban Display rappresentano il passo più audace di Meta nel settore dei wearable con display integrato. A lungo vociferati, questi occhiali combinano un design classico con un micro-display a colori ad alta risoluzione posizionato sulla lente destra, offrendo notifiche, chiamate video, sottotitoli in tempo reale, indicazioni stradali e anteprime delle foto scattate con la fotocamera da 12 megapixel integrata. Il controllo avviene tramite un braccialetto che permette scrolling, click e scrittura gestuale, trasformando l’interazione con il device in un’esperienza fluida e quasi futuristica. La batteria, con un’autonomia fino a sei ore di utilizzo misto e fino a 30 ore con la custodia ricaricabile, dimostra che l’innovazione non è solo estetica ma anche funzionale. Il prezzo parte da 799 dollari, con disponibilità negli Stati Uniti dal 30 settembre.
Non meno interessante è l’evoluzione dei Ray-Ban Meta di seconda generazione. Meta ha migliorato la batteria, ora capace di otto ore di autonomia, quasi il doppio del modello originale. La fotocamera ultra-wide da 12 megapixel supporta registrazioni video in 3K fino a 60 frame per secondo. La custodia di ricarica è stata aggiornata per offrire 48 ore extra di carica, mentre la nuova funzione “conversation focus” amplifica la voce del tuo interlocutore in ambienti rumorosi. Questi occhiali partono da 379 dollari e mantengono i modelli iconici Wayfarer, Skyler e Headliner. La strategia di Meta sembra chiara: non accontentarsi di accessori di moda, ma trasformarli in dispositivi intelligenti per un pubblico tecnologico ed esigente.
Meta non dimentica gli atleti con gli Oakley Meta Vanguard, progettati per sport ad alta intensità. Con una struttura avvolgente e certificazione IP67, integrano app fitness come Garmin e Strava, consentendo interazioni con Meta AI per analizzare performance e dati biometrici. La fotocamera da 12MP con campo visivo di 122 gradi supporta modalità avanzate come slow-motion, time-lapse e hyperlapse, con fino a nove ore di autonomia. La strategia qui è evidente: connettività e prestazioni diventano alleati di sportivi e creatori di contenuti, in un dispositivo da 499 dollari pronto per il mercato dal 21 ottobre.
La realtà virtuale non resta indietro. Con la funzione Hyperscape, i possessori di Quest 3 o Quest 3S possono scansionare l’ambiente circostante e trasformarlo in uno spazio digitale. La beta del nuovo Hyperscape Capture app consente di sperimentare in prima persona la fusione tra reale e virtuale, rendendo il concetto di “metaverso personale” meno teorico e più tangibile. Meta continua a costruire una piattaforma immersiva, dove il confine tra mondo fisico e digitale si assottiglia giorno dopo giorno.
L’intrattenimento dentro Quest riceve un aggiornamento significativo con Horizon TV. La nuova hub consente l’accesso a streaming multipiattaforma come Prime Video, Peacock, Twitch e YouTube, con l’aggiunta di Disney Plus, ESPN e Hulu. L’esperienza è arricchita dal supporto Dolby Atmos e, prossimamente, Dolby Vision, oltre a effetti immersivi esclusivi per headset come M3GAN e The Black Phone. Qui l’innovazione non è solo tecnica, ma narrativa: Meta sta creando un ecosistema in cui la fruizione dei contenuti diventa esperienza multisensoriale, un piccolo passo verso il cinema immersivo.
Dietro a tutto questo c’è l’aggiornamento del motore Horizon, che promette grafica migliore, prestazioni più rapide e mondi virtuali più complessi. Horizon Engine alimenta Hyperscape e consente una maggiore capacità nei mondi virtuali, mentre Horizon Studio viene potenziato da un assistente AI che facilita la costruzione di ambienti digitali complessi, integrando strumenti già esistenti per creare esperienze uniche. La visione di Meta non è più semplicemente hardware o software, ma un ecosistema integrato in cui ogni device comunica, elabora dati e offre nuove possibilità all’utente.
L’impatto di queste novità è duplice. Da un lato, Meta ridefinisce cosa significhi indossare un dispositivo tecnologico: gli occhiali non sono più accessori, ma strumenti di comunicazione, sport, produttività e intrattenimento. Dall’altro, l’azienda consolida la sua strategia di metaverso pratico, in cui gli utenti possono portare frammenti della realtà fisica nel mondo digitale, navigare contenuti immersivi e sperimentare nuove modalità di interazione sociale.
Curiosamente, tutto questo avviene mentre la concorrenza sembra concentrarsi su aggiornamenti incrementali. Meta, invece, punta su audacia e integrazione, un approccio che trasforma piccoli passi in rivoluzioni silenziose. Il prezzo dei dispositivi, seppur alto, riflette l’ambizione: non stiamo parlando di un gadget passeggero, ma di un investimento nella prossima generazione di interazione digitale.
Le Ray-Ban Display, la nuova generazione di Ray-Ban Meta, gli Oakley Meta Vanguard e le funzioni Hyperscape e Horizon TV tracciano un percorso chiaro: il wearable e la realtà immersiva non sono più periferiche, ma centrali nella strategia di Meta. Ogni scelta, dall’autonomia delle batterie alla qualità della fotocamera, dalla compatibilità con app fitness all’integrazione di AI, mostra una visione coerente: costruire un ecosistema tecnologico dove l’utente diventa protagonista di un mondo digitale più ricco, complesso e interattivo.
Il tono provocatorio di Meta emerge nella consapevolezza che queste innovazioni ridefiniscono le regole del mercato. Gli smart glasses non sono più solo moda, la VR non è più un passatempo di nicchia e il metaverso non è più un concetto fumoso. È un mondo tangibile, costruito con ingegno, dati e audacia strategica. La tecnologia indossabile e immersiva non si limita a seguire i trend: li crea.
Chi osserva attentamente vedrà che Meta sta tessendo un quadro coerente di interoperabilità: ogni dispositivo parla agli altri, ogni funzione alimenta una rete di dati e esperienze che si arricchiscono vicendevolmente. Non si tratta solo di gadget, ma di un ecosistema che trasforma l’interazione digitale quotidiana in un’esperienza continua, personalizzata e immersiva.
La lezione è chiara: nel mercato dei wearable e della realtà immersiva, chi osa integrare hardware, software e AI con visione strategica, conquista non solo il pubblico, ma anche il futuro dell’interazione digitale. Meta Connect 2025 non è solo un keynote, è una dichiarazione di intenti.
Il filo rosso tra Ray-Ban Display, Ray-Ban Meta Gen 2, Oakley Meta Vanguard e Quest 3 è l’idea di un mondo dove la tecnologia smette di essere invisibile e diventa parte integrante della nostra esperienza sensoriale, produttiva e sociale. Ogni dispositivo è un nodo di un ecosistema che ridefinisce come vediamo, ascoltiamo e interagiamo con il mondo.
Meta ha mostrato che il futuro non è dietro l’angolo, ma già dentro il nostro sguardo. La sfida per il settore è capire se altri saranno capaci di seguire questa traiettoria o se rimarranno ancorati a aggiornamenti incrementali. La posta in gioco non è più il gadget perfetto, ma la costruzione di un ecosistema digitale coerente, immersivo e integrato, in cui ogni occhio, ogni orecchio e ogni gesto contano.
La rivoluzione silenziosa dei wearable e del metaverso è iniziata, e Meta ha deciso di non aspettare nessuno.