L’intelligenza artificiale senza corpo è già abbastanza spaventosa per molti, ma quella incarnata in robot e macchine autonome tocca corde molto più profonde, quasi primordiali. Alibaba Cloud e Nvidia hanno deciso di cavalcare proprio questa frontiera, annunciando a Hangzhou l’integrazione degli strumenti di embodied AI del gigante statunitense dei semiconduttori nella piattaforma cloud della società cinese. Una partnership che non sorprende nessuno, ma che racconta molto sul futuro che si sta disegnando sotto i nostri occhi, spesso più in fretta di quanto i regolatori possano leggere i documenti che loro stessi producono.
Quando si parla di embodied AI si parla di sistemi che non restano confinati a schermi e dataset, ma che scendono sul pavimento delle fabbriche, nelle corsie degli ospedali, sulle strade e nei magazzini della logistica. Sono i robot umanoidi che stringono la mano e ti guardano negli occhi, le macchine autonome che si muovono nel traffico senza chiedere permesso. Il fatto che questi sistemi abbiano bisogno di potenza di calcolo estrema è scontato, e qui entra in scena Nvidia con il suo arsenale di GPU e toolkit per l’apprendimento nel mondo reale. Alibaba Cloud diventa quindi il distributore privilegiato per la Cina di questa nuova ondata tecnologica, un ruolo che assume un valore geopolitico implicito, considerando le tensioni attuali tra Pechino e Washington.
La scelta è interessante perché i chip cinesi non riescono ancora a competere con la potenza delle soluzioni Nvidia, eppure la politica industriale di Pechino spinge da anni verso l’autosufficienza. Perché allora aprire la porta a un’azienda americana? La risposta è pragmatica e cinica: meglio avere accesso oggi alla tecnologia più avanzata e usarla per accelerare la crescita dell’ecosistema locale, piuttosto che sacrificare anni di sviluppo per proteggere una filiera che non è ancora pronta. È la stessa logica che ha portato Tesla a costruire fabbriche in Cina nonostante le resistenze, e che oggi consente ai robot umanoidi di Unitree, UBTech e AgiBot di funzionare con moduli Jetson AGX Thor, ultimo gioiello Nvidia per l’AI incarnata.
C’è un elemento quasi teatrale in tutto questo. Durante l’Apsara Conference, con Nvidia sponsor principale, Deepu Talla, vicepresidente per la robotica e l’edge AI, ha raccontato come queste nuove soluzioni renderanno i robot capaci di interazioni intelligenti in tempo reale. Tradotto: macchine che ti parlano, ti rispondono e agiscono nello stesso contesto fisico in cui ti trovi tu. Lo scenario è eccitante, ma anche inquietante. È lo stesso misto di fascinazione e timore che accompagna l’arrivo di ogni rivoluzione industriale, solo che questa volta non parliamo di telai meccanici, ma di entità che imitano gesti umani e che potrebbero sostituire milioni di posti di lavoro.
In parallelo, Alibaba non sta certo giocando al risparmio. Eddie Wu Yongming, CEO del gruppo e presidente di Alibaba Cloud, ha dichiarato che la società aumenterà la spesa in infrastruttura AI rispetto ai già mastodontici 380 miliardi di yuan previsti. Nessun dettaglio sulle cifre aggiuntive, ma il messaggio è chiaro: Alibaba intende diventare la colonna vertebrale dell’intelligenza artificiale cinese, e non solo nel cloud. La mossa ha convinto i mercati, con le azioni del gruppo che hanno toccato un massimo di quattro anni a Hong Kong, proprio mentre un tifone di forza storica scuoteva la città. Il paradosso è servito: tempesta fuori, euforia dentro.
Anche gli investitori americani hanno colto l’occasione. Cathie Wood, icona dei fondi tech, ha comprato 16,3 milioni di dollari in azioni Alibaba, tornando sul titolo dopo quattro anni di assenza. Un endorsement che pesa, perché segnala al mercato globale che Alibaba non è soltanto un colosso e-commerce, ma un player chiave nella corsa mondiale all’infrastruttura AI. È un po’ come se un maratoneta, dopo aver corso per anni in un’unica pista, improvvisamente decidesse di partecipare anche a una gara di triathlon: lo sforzo è triplo, ma se riesce a reggere il ritmo può dominare su più fronti contemporaneamente.
Chi pensa che questo sia solo un esercizio di marketing dovrebbe guardare al precedente dello scorso anno, quando Alibaba Cloud aveva presentato una soluzione multimodale per l’automotive, sviluppata con Nvidia e Banma Network. Quel modello è finito dentro la piattaforma Nvidia Drive, utilizzata da case automobilistiche cinesi come Li Auto e Great Wall Motor per alimentare i sistemi di guida automatizzata. In pratica, la collaborazione di oggi non è un esperimento, ma un tassello di una strategia coerente che lega AI, automotive, cloud e robotica in un unico ecosistema.
Il vero punto di frizione resta la regolamentazione. Secondo analisti come Tilly Zhang di Gavekal Dragonomics, l’accordo dimostra che Pechino concede una certa flessibilità ad Alibaba per promuovere soluzioni Nvidia, nonostante l’ovvia concorrenza con i campioni nazionali dei chip. Una scelta che implica rischi politici, ma che al tempo stesso potrebbe rafforzare lo sviluppo complessivo del settore. Perché se è vero che la Cina vuole ridurre la dipendenza tecnologica, è altrettanto vero che non può permettersi di rimanere indietro nell’embodied AI, un campo dove la velocità di adozione è cruciale per scalare.
C’è una lezione sottile ma potente che emerge da questa alleanza. In un mondo in cui il capitale scorre verso chi riesce a coniugare infrastruttura e applicazioni, Alibaba Cloud e Nvidia stanno testando un modello che potrebbe diventare lo standard: un’infrastruttura globale, scalabile, capace di alimentare robot umanoidi, auto intelligenti e sistemi di automazione industriale. Non è un caso che la parola chiave sia embodied. Perché l’AI, per conquistare davvero il futuro, deve sporcarsi le mani, deve muoversi nello spazio, deve imparare a cadere e a rialzarsi.
Chi ancora si illude che l’AI sia solo un affare di algoritmi nei data center dovrebbe forse guardare alle foto del terzo China International Supply Chain Expo, con i robot umanoidi che popolano gli stand Nvidia. Non sono più prototipi da laboratorio, ma prodotti che entrano nelle supply chain, nei reparti medici, nelle fattorie e nei negozi. È un passaggio che segna un punto di non ritorno. L’AI incarnata è già qui, e la corsa non è più se nascerà, ma chi controllerà l’infrastruttura che la farà crescere.