Gino Roncaglia è da tempo un punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia comprendere le complesse dinamiche tra il mondo del libro, l’editoria digitale e la cultura di rete. Filosofo, saggista e Professore Ordinario di Filosofia dell’informazione, Editoria digitale e Digital Humanities presso l’Università Roma Tre, Roncaglia non si limita a osservare l’evoluzione tecnologica; la analizza con l’occhio acuto di chi conosce sia la storia profonda del sapere (dalla logica medievale alla biblioteca) sia le frontiere più estreme del digitale, in primis l’Intelligenza Artificiale Generativa (IAG).

La Quarta Rivoluzione: dal libro all’ecosistema digitale

La notorietà di Roncaglia nel dibattito pubblico è legata a opere seminali come La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro (Laterza, 2010), un testo che ha anticipato e delineato il passaggio dall’era della stampa a quella degli e-book e dei testi liquidi.

Tuttavia, il suo lavoro più recente lo vede al centro del dibattito sull’IA. Dopo aver esplorato il ruolo dei media digitali e le sfide per la scuola in L’età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale (Laterza, 2018/2020), Roncaglia ha spostato il suo focus sulla coesistenza e la tensione tra le diverse forme del sapere nell’era dei modelli linguistici di grandi dimensioni.

L’Architetto e l’Oracolo: ChatGPT e la trasformazione della conoscenza

Il suo ultimo saggio, “L’architetto e l’oracolo. Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT” (Laterza, 2023), è un testo cruciale per “Rivista.AI”, poiché offre un quadro filosofico e pratico per interpretare l’impatto dell’IA generativa sul modo in cui costruiamo e accediamo alla conoscenza.

Roncaglia distingue tra:

L’Architetto (Wikipedia): Rappresenta la conoscenza strutturata, costruita, verificabile e collettiva. È un sapere che necessita di cura, revisione e architettura.

L’Oracolo (ChatGPT): Simboleggia l’IA generativa. Fornisce risposte fluenti e rapide, ma basate su inferenze statistiche e non su una comprensione intrinseca della verità. L’Oracolo è seducente, immediato, ma manca di trasparenza sul processo di costruzione dell’informazione, rischiando le famigerate “allucinazioni”.

Questa distinzione non è solo accademica, ma è la chiave per affrontare la sfida epistemologica posta dall’IA: come possiamo fidarci di un sapere che non è più basato sull’autorità o sulla referenzialità diretta?

IA, Editoria e Diritto d’Autore: Le preoccupazioni etiche

Nei suoi interventi, Roncaglia non nasconde le preoccupazioni etiche legate all’implementazione dell’IA, specialmente in ambito editoriale e culturale.

Copyright e Autorialità: Uno dei nodi centrali è la questione del diritto d’autore e di come i modelli di IAG vengano addestrati su corpus di testi preesistenti. Roncaglia sottolinea il rischio per l’autorialità e la necessità di un quadro normativo chiaro che bilanci innovazione e tutela.

La Mediazione Informativa: Come evidenziato in un suo contributo sulla rivista Biblioteche oggi Trends, Roncaglia esplora il ruolo in evoluzione della mediazione informativa in un mondo dominato dall’IA. Le biblioteche e gli specialisti del sapere dovranno passare da depositari di conoscenza a veri e propri “curatori” e “verificatori” delle informazioni generate dalle macchine.

Una visione equilibrata

Gino Roncaglia si distingue per la sua capacità di sfuggire ai facili allarmismi o agli entusiasmi acritici. Non crede al “mito del tocco creativo umano” come unica forma di espressione, riconoscendo il potenziale dell’IA nel supportare la ricerca e la produzione di contenuti (come evidenziato nei suoi articoli su testate come Domani). Al contempo, invita a un approccio critico: l’IA non è una divinità onnisciente, ma uno strumento potentissimo che richiede architetti (cioè, professionisti consapevoli) capaci di porre le giuste domande, i prompt giusti, per guidare l’Oracolo.

Per “Rivista.AI”, il lavoro di Roncaglia è un promemoria essenziale: l’intelligenza artificiale non cambierà solo i nostri strumenti, ma le forme mentali con cui concepiamo la conoscenza. Decifrare il futuro digitale significa innanzitutto comprendere questa trasformazione culturale profonda.