Microsoft sta spingendo Copilot oltre la semplice app di produttività per trasformare il PC in un assistente che non solo risponde, ma osserva e agisce. L’ultima mossa? Il nuovo wake word “Hey, Copilot!” che permette di interagire con Windows 11 tramite voce. Mehdi, uno dei dirigenti chiave, lo definisce il “terzo meccanismo di input” del PC, dopo tastiera e mouse. Non sostituisce il tradizionale metodo di lavoro, ma promette un’interazione più naturale e, a detta sua, “piuttosto profonda”.
Microsoft ci aveva già provato con Cortana su Windows 10, senza grande fortuna. Ma ora la differenza è l’intelligenza artificiale. L’azienda sembra convinta che gli utenti si abitueranno a parlare con un PC perché “tutti i dati mostrano che chi usa la voce la ama”. I numeri non mentono: miliardi di minuti spesi in chiamate Teams dimostrano che parlare al computer, in certi contesti, non è così strano. La scommessa è trasformare quel parlare passivo in un dialogo proattivo con l’IA.
Copilot Voice è solo la punta dell’iceberg. Copilot Vision arriva a scandagliare lo schermo dell’utente, fornendo aiuto contestuale, guide passo passo e supporto per giochi e applicazioni complesse. Mehdi sottolinea che, diversamente dal passato con Recall, la visione è opt-in: l’utente decide quando “condividere” il proprio schermo, un po’ come farebbe in una call Teams. Microsoft vuole convincere che guardare e capire non è invasivo, ma un passo verso un’interazione intelligente.
Oltre alla visione, arrivano le Copilot Actions. L’assistente AI può agire sul PC, ad esempio modificando cartelle di foto o completando attività complesse. Per ora l’accesso è limitato a Copilot Labs, un ambiente sicuro e controllato, dove l’IA può sbagliare senza causare disastri. Navjot Virk ammette che all’inizio ci saranno errori, ma promette miglioramenti continui basati sull’uso reale. In pratica, Microsoft prova a insegnare all’IA a usare il PC come farebbe un umano, passo dopo passo, e l’utente può guardare ogni azione come spettatore o supervisore.
L’integrazione nella taskbar è strategica. Un clic e si accede a voice, vision e search avanzata. È un approccio da CEO che punta a rendere visibile l’IA, farla sembrare familiare e utile, mentre Windows 11 cerca di convincere gli utenti a lasciare Windows 10, ormai in fase di fine supporto. La campagna pubblicitaria “meet the computer you can talk to” è studiata per rendere il concetto immediato: il PC non è più uno strumento passivo, ma un partner operativo.
Rimane un punto critico: la fiducia. Dopo il fiasco Recall, Microsoft deve convincere gli utenti che condividere lo schermo o lasciare agire l’IA è sicuro. E non tutti vogliono parlare al proprio computer, per quanto utile possa essere per trascrizioni mediche o accessibilità. Ma l’azienda sembra puntare sull’innovazione radicale: se la voce e la visione diventano naturali, la differenza tra interfaccia e assistente scompare.
In termini di impatto sul mercato, Copilot Voice e Vision potrebbero ridefinire l’interazione uomo-macchina su PC Windows, almeno per chi accetta di provare nuove forme di produttività. L’integrazione continua con app, giochi e processi quotidiani renderà più difficile ignorare queste funzionalità, soprattutto se la AI dimostrerà di fare davvero il lavoro al posto nostro senza troppi errori. Microsoft sta provando a trasformare il PC in un ecosistema reattivo, proattivo e, audacemente, umano nel modo in cui interagisce con noi.
Ironico constatare come un’azienda con 40 anni di voce e accessibilità continui a rincorrere il sogno che l’utente medio parli al PC. Ma con l’AI al centro, Copilot potrebbe finalmente convincere gli scettici che parlare, guardare e lasciare agire l’IA non è solo futuristico, ma anche produttivo.