
Uber prova a diventare la piattaforma definitiva per il lavoro flessibile e lancia negli Stati Uniti un pilota per far guadagnare ai suoi driver e corrieri soldi extra con microtask per addestrare modelli AI. Si tratta di registrare audio, caricare immagini o documenti in determinate lingue, con pagamenti che variano, ma a volte bastano pochi secondi per guadagnare un dollaro. L’idea è trasformare l’esercito globale di freelance di Uber in un concorrente di Scale AI e Amazon Mechanical Turk, piattaforme già note per far etichettare dati da umani per addestrare AI.
Il CEO Dara Khosrowshahi ha annunciato altre novità per semplificare e rendere più equo il lavoro su Uber: trip offer cards ridisegnate, heatmap per indirizzare i driver verso le zone ad alta richiesta e strumenti di sicurezza e controllo per le driver donne. Funzionalità come la Women Rider Preferences e i minimi rating selezionabili dai driver puntano a dare più trasparenza e controllo in un sistema dove i contratti sono indipendenti e i problemi di deattivazione sono storici.
Uber sta anche introducendo guadagni extra per ritardi dovuti a clienti o traffico, notifiche più insistenti sui tips e strumenti per contestare segnalazioni false dei passeggeri. L’azienda ha comprato Segments.ai per espandere il business di data-labeling, portando esperimenti già testati in India direttamente negli Stati Uniti. Il risultato è un ecosistema di lavoro digitale che miscela compiti reali e microtask AI, trasformando ogni viaggio in un’opportunità economica, pur mantenendo viva la polemica sui compensi bassi e sul controllo algoritmico.