La fusione tra WarnerMedia e Discovery del 2022 — celebrata come una “megabomba strategica” da 43 miliardi di dollari — avrebbe dovuto consegnare una macchina dell’intrattenimento digitalizzata, efficiente, in grado di far tremare Netflix, Disney e Amazon. Invece, tre anni dopo, quel colosso che prometteva di essere l’aggregatore supremo dei contenuti è di nuovo sotto i riflettori non per record di crescita, ma perché si valuta la sua cessione. WBD ha dichiarato di aver ricevuto approcci “non richiesti” da più parti, sia per l’intero gruppo sia solo per il cuore lo studio Warner Bros.

Chiunque guardi oggi WBD dall’esterno vede un’enorme cassaforte piena di IP Harry Potter, DC, Game of Thrones generatrice di contenuti premium; ma vede anche il carico pesantissimo della “legacy”: reti via cavo (CNN, Discovery, TNT), debiti per circa 35–37 miliardi di dollari e un’industria broadcasting che cede terreno a streaming e digital first.

Paramount-Skydance, guidata da David Ellison e finanziariamente supportata da Larry Ellison, sembra il candidato favorito: avrebbe già proposto fino a 60 miliardi totali (inclusi i debiti) per l’intero oppure porzioni di WBD. Ma WBD ha respinto offerte iniziali da circa 20 USD per azione, giudicate troppo basse. I suoi consulenti stimano che un’offerta degna possa arrivare fino a 30 USD per azione una valutazione che porta il valore implicito dell’azienda oltre i 70–80 miliardi di dollari, debiti inclusi

È qui che entra in gioco l’ipotesi di smembramento strutturale: separare lo streaming e lo studio Warner Bros. dalla divisione linear-cavo, per poi vendere i pezzi. Secondo alcuni analisti, lo studio + HBO Max potrebbe valere da soli 60–65 miliardi, mentre le reti tradizionali rimarrebbero con flussi ridotti ma stabili (circa 6 miliardi di utili annui). Un private equity potrebbe apprezzare quel fitto di contratti via cavo, aggregandoli con altri asset legacy, riducendo costi fissi, consolidando news & sport.

Certo, ogni mossa è ostacolata dal labirinto regolatorio: Comcast, già proprietaria di NBCUniversal, dovrebbe vedersela con forte scrutinio se acquisisse WBD; Apple, Amazon e Netflix, pur avendo cassa, hanno storicamente evitato i network legacy; Netflix stesso ha minimizzato l’idea di acquisizioni massive di media tradizionali, citando la storia negativa delle fusioni nel settore

Questa volta però WBD ha scelto la mossa da maestro: non dichiara che voterà per la fusione o per la separazione, ma ha avviato una “review di alternative strategiche” per massimizzare il valore per gli azionisti. È una “porta aperta”, un invito tacito a rilanciare le offerte, scatenare un’asta, magari fissare il prezzo più alto possibile sul mercato

Gli azionisti, spesso silenziosi commissari interni a ogni fusione mancante, ora si trovano al centro del palco. Dopo una performance borsistica disastrosa dal 2022, il titolo WBD è esploso negli ultimi giorni (+40–50 %) sulle voci di takeover, mostrando che il mercato punterebbe su un’uscita “liquida” piuttosto che su una lenta rinascita interna.

Ma attenzione: la storia insegna che i giganti dell’industria media faticano a reggere le mega-fusioni (Time Warner + AOL, Viacom + CBS, etc.) le sinergie non emergono, le culture aziendali divergono, i debiti pesano. WBD sono già due volte in difficoltà in nove anni: non un caso isolato ma una maledizione industriale. Questo rende prudente, anche per potenziali compratori, l’idea di acquisire “pezzo per pezzo” anziché il colosso intero.

Per il possibile vincitore (Paramount oggi, consenso medializzato), l’obiettivo è chiaro: aggiungere HBO, DC, lo studio Warner come armi premium nel duello contro Netflix & Disney, mentre dismettere o scollegare il patrimonio legacy più pesante. Se ci riesce, potrebbe nascere una nuova entità media dominante 2.0, con capitale (e debito) ottimizzati.

Per chi investe, occorre aspettare: nulla è scritto, il prezzo potrebbe salire ancora. Ma in questo momento, WBD è in bilico fra due destini: sopravvivere ripensandosi da capo o diventare materia prima dell’aggregatore più audace del decennio. L’unica certezza: chi vince ristruttura Hollywood.