Meta ha annunciato un nuovo taglio da circa 600 posti di lavoro nel suo laboratorio di superintelligenza, in quella che l’azienda definisce una “riorganizzazione strategica”. La notizia è stata riportata da Axios e confermata da TechCrunch, citando un memo interno firmato da Alexandr Wang, chief AI officer di Meta, che spiega come la riduzione del personale servirà a “snellire i processi decisionali” e rendere ogni membro del team “più incisivo e autonomo”.
Il taglio arriva dopo un’estate di frenetiche assunzioni in cui Meta aveva sottratto più di cinquanta ricercatori ad aziende rivali come OpenAI, Anthropic e Google, offrendo pacchetti milionari per accaparrarsi talenti nel campo dell’intelligenza artificiale. Un’operazione che aveva suscitato tensioni nell’industria, con Sam Altman di OpenAI pronto a precisare che “nessuno dei nostri migliori” aveva ceduto alle sirene di Menlo Park.
Questa mossa s’inserisce nel cosiddetto “anno dell’efficienza” proclamato da Mark Zuckerberg, formula elegante per descrivere la lunga serie di licenziamenti che ha ridisegnato la struttura di Meta dopo il rallentamento della crescita e il fallimento parziale del metaverso. Secondo l’azienda, la maggior parte dei dipendenti colpiti potrà comunque essere ricollocata internamente.
L’operazione conferma una tendenza ormai chiara: mentre le Big Tech competono per dominare l’intelligenza artificiale, la corsa alla potenza computazionale e alla produttività viene accompagnata da un alleggerimento dei costi umani. Una strategia che guarda lontano nei laboratori, ma che lascia dietro di sé l’ombra sempre più lunga della disoccupazione tecnologica.
Report: https://www.axios.com/2025/10/22/meta-superintelligence-tbd-ai-reorg