
Nvidia vale più dell’intero PIL di alcuni paesi europei e, ironicamente, la notizia non è che produca chip ma che abbia superato la soglia mitologica dei 5 trilioni di dollari. Un numero talmente grande da sembrare una simulazione di intelligenza artificiale, che però Wall Street prende molto sul serio. Le azioni continuano a salire, sospinte non tanto dai transistor quanto da una dichiarazione di Donald Trump, il quale ha annunciato con la consueta diplomazia di voler “parlare con Xi Jinping” riguardo al Blackwell, il chip più potente e più proibito del momento.

Il Blackwell, cuore pulsante del prossimo salto quantico dell’AI, è oggi bloccato dalle restrizioni all’export verso la Cina. Una mossa che, a detta di Washington, serve a difendere la “sicurezza nazionale”, ma che per Pechino suona come “non vogliamo che compriate i nostri super cervelli”. Trump, da sempre più incline al marketing che alla diplomazia, ha fiutato l’occasione di cavalcare la narrativa del “fare affari”, anche se l’affare in questione riguarda semiconduttori con potenza di calcolo sufficiente a riscrivere la storia della geopolitica tecnologica.
In tutto questo, Nvidia resta la vera protagonista silenziosa, come una rockstar che non deve più suonare per riempire gli stadi. Il mercato la venera, gli analisti la chiamano “la nuova Standard Oil del XXI secolo” e le banche centrali la osservano con la stessa prudenza con cui si guarda un uragano in formazione. Il CEO Jensen Huang, con la sua giacca di pelle da ingegnere-filosofo, osserva la scena come un direttore d’orchestra che sa che ogni sua nota muove miliardi.
Il paradosso è che l’intera corsa è alimentata da algoritmi che, in molti casi, girano su chip Nvidia stessi. Un perfetto loop di autoalimentazione digitale: l’intelligenza artificiale che gonfia il valore dell’azienda che costruisce l’intelligenza artificiale. È capitalismo quantistico, dove i numeri non sono più cifre ma fenomeni fisici.
Se Xi Jinping e Trump davvero si parleranno, non sarà per la pace mondiale ma per decidere chi potrà usare per primo un chip in grado di creare, simulare e forse sostituire la leadership umana. Nvidia, intanto, osserva tutto da un trono di silicio, sorridendo con l’indifferenza tipica delle macchine. Dopo tutto, come direbbe un trader illuminato, la vera intelligenza artificiale oggi non è nei chip, ma nel capire quando comprarli.