Navigazione quantistica: quando persino i super‐jet e i droni smettono di chiedersi “succede qualcosa al satellite?” e iniziano a fidarsi di atomi, campi magnetici e fotoni (non sto scherzando). Non è fantascienza, è un investimento strategico del Pentagono. Il Department of Defense ha fatto girare la ruota del budget RDT&E del FY 2026, arrivando a 179 miliardi di dollari, e dentro c’è una linea chiamata “Quantum Application” che attraversa tutte le forze armate. Dietro quel nome pomposo si nasconde l’ossessione per sensori quantistici, crittografia post‐quantistica e navigazione alternativa al GPS.
Senza mezzi termini, il GPS è diventato un bersaglio facile—jamming, spoofing, satelliti intercettabili, anti‐satelliti in rampa di lancio. In Ucraina, l’interferenza russa ha perfino mandato in palla artiglierie guidate da GPS come Himars ed Excalibur. Quando l’hardware da milioni di dollari inizia a sbattere contro realtà scomode, serve un piano B che non dipenda da satelliti.
Il Defense Innovation Unit (DIU), quella sorta di venture capital militare, ha pubblicato una call alla Silicon Valley per sviluppare sensori quantistici distribuiti, locali, indipendenti dal GPS. Le soluzioni dovevano essere pratiche—niente solo prototipi da laboratorio che non resistono a vibrazioni, radiazioni o una brusca manovra in volo. Il Pentagon non si limita ai piani alti: ha affidato a Lockheed Martin un contratto per un prototipo di sistema inerziale quantistico. Nel frattempo, l’X-37B spaceplane è già partito nell’agosto 2025 con un sensore inerziale quantistico a bordo. Non ne sapevi nulla? Chiamale coincidenze.
Gli sviluppi civili non sono da meno. SandboxAQ, nata nei laboratori Google/X e passata sotto il cappello di Alphabet, Airbus, Boeing e USAF, sviluppa il sistema MagNav: magnetometri quantistici + AI per leggere il campo magnetico terrestre e compararlo con mappe note, senza necessità di satellite. In test congiunti su aerei civili e militari, il sistema ha mantenuto precisione in linea con le soglie FAA. Secondo il Wall Street Journal, MagNav ha garantito una localizzazione entro 550 m nel 64 % dei casi, con decine di ore di volo e resistenza a spoofing e jamming — un’analogia analoga a una bussola high-tech che sfugge a chi cerca di ingannarti. Se il mercato della navigazione quantistica continuerà così, potrebbe esplodere tra 1 e 6 miliardi di dollari entro il 2040, e qualcuno parla già di 3–5 miliardi entro il 2030. Buoni affari, stile “vendiamo tempo e posizione, senza satelliti”.
Un articolo accademico di pochi mesi fa (aprile 2025) mostra che un sistema MagNav quantistico ha battuto un INS strategico in test aerei e terrestri: fino a 46 volte meno errore di posizione, fino a 22 metri di precisione, persino a 19 000 piedi di altitudine (arXiv). Chi ha detto che GPS-free è meno preciso? Qui stiamo parlando di posizionamento sub-decametrico, grazie a magnetometri quantistici + algoritmi intelligenti.
E se pensi che questa sia una moda, aspetta. Un dossier del CNAS spiega che i sensori quantistici potrebbero rivoluzionare la navigazione di sottomarini, droni, munizioni, reti finanziarie e infrastrutture critiche — se solo si superano sfide di ruggedness e miniaturizzazione. Nonostante il National Quantum Initiative Act abbia sbloccato fino a 1 miliardo annuo per R&D, il sensing riceve solo una fetta minoritaria rispetto al computing; senza una coerenza nelle politiche, rischiamo di restare vittime della “Valle della Morte” del tech quantistico.
Quindi sì, investire in navigazione quantistica non è uno svago da nerd: è un imperativo strategico. Non è più “se” si farà, ma “quando”. Un giorno i GPS faranno ridere (e non nel senso buono), come quando guardi la prima fotocamera digitale da 640 × 480: obsoleta, vulnerabile, maledettamente lenta.