
Se Jeff Bezos ha annunciatola scorsa settiman all Italian Tech WeeK l’intenzione di lanciare data center nello spazio, la proposta dei ricercatori cinesi va oltre: immaginano un’infrastruttura satellitare globale condivisa, alimentata dall’intelligenza artificiale, per offrire servizi in tempo reale a tutti gli abitanti della Terra, evitando il sovraffollamento pericoloso dello spazio.
Invece di progetti separati da parte di aziende e governi per costruire le proprie costellazioni, il piano prevede una rete infrastrutturale comune di circa 48.000 satelliti multifunzionali e guidati dall’IA, coordinati attraverso un sistema condiviso di cloud orbitale. Secondo il team della National University of Defence Technology della Cina, questo sarebbe sufficiente per fornire Internet personalizzato, comunicazioni, navigazione e altri servizi per gli otto miliardi di persone del mondo – a una frazione del numero di satelliti attualmente proposti.
Il progetto è guidato da Yang Jun, professore di strumentazione spaziale che ha a lungo lavorato sui sistemi di navigazione satellitare della Cina. Ha affermato che la proposta di “costellazione mega sostenibile, aperta e condivisa” (OSSMS) potrebbe “uccidere due piccioni con una fava”. Non solo allevierebbe la sfida della sostenibilità delle orbite terrestri basse affollate, ma promuoverebbe anche l’accesso equo alle risorse spaziali. “Fornisce una soluzione cinese preziosa per costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità nei sistemi spaziali”, ha detto.
Ma Xiaotian, uno studente di dottorato e membro del team, ha affermato che più di un milione di satelliti sono già stati registrati per il lancio in tutto il mondo, guidati da progetti come Starlink di SpaceX, che mira a raggiungere fino a 42.000. L’approccio OSSMS si basa su due innovazioni: una rivoluzione hardware e una rivoluzione dei servizi, ha detto al China Science Daily con il tono di chi sa come si fa.
Mentre i satelliti tradizionali sono come isole isolate, ciascuna costruita per uno scopo singolo come comunicazioni, navigazione o imaging, il team suggerisce di dividerli in parti modulari – sensori, reti e processori di intelligenza artificiale (IA). Questi potrebbero essere combinati e riconfigurati “come costruire un computer”, ha detto Ma.
Questo rende i satelliti multifunzionali e interconnessi, riducendo notevolmente i costi e aumentando la copertura. Ma ha affermato che i test hanno indicato che tale progettazione potrebbe aumentare la copertura sensoriale di 13 volte rispetto ai satelliti convenzionali.
Nel frattempo, ispirati al modello di “una rete globale” di Internet, i ricercatori hanno proposto un cloud orbitale che raccoglie le risorse satellitari e le assegna in modo intelligente. Invece di aspettare un segnale, i satelliti potrebbero rispondere proattivamente alle richieste degli utenti.
“Un utente a terra potrebbe connettersi con il proprio telefono e accedere ai servizi satellitari su richiesta, proprio come chiamare un passaggio tramite Uber o DiDi”, ha detto Ma. Le simulazioni hanno mostrato che il modello potrebbe aumentare il tasso di successo per compiti casuali al 97%, migliorando notevolmente l’esperienza dell’utente, ha aggiunto.
Se realizzati, questi cambiamenti potrebbero trasformare il modo in cui lo spazio viene utilizzato con i satelliti che funzionano come computer universali e i servizi spaziali consegnati come il cloud una rottura fondamentale rispetto all’attuale modello “un satellite, una funzione”, hanno scritto i ricercatori.