Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Autore: Alessandra Innocenti Pagina 2 di 18

Impara l’intelligenza artificiale come un insider: i migliori canali YouTube e blog

Imparare l’AI oggi è come trovarsi negli anni ‘90 con Internet: se ti muovi adesso, sei in anticipo. Se aspetti, diventi un consumatore di ciò che gli altri creeranno. Ma la differenza sostanziale è che l’AI non è un trend: è un paradosso darwiniano digitale. O la domini, o ne sei dominato. Ecco perché, se vuoi diventare davvero fluente nel linguaggio dell’intelligenza artificiale non la buzzword da conferenza, ma quella che cambia le tue decisioni di business, sviluppo o carriera servono fonti giuste, accessibili, dirette. Nessun bullshit motivazionale, solo contenuto vero.

Qui sotto trovi gli i canali YouTube imprescindibili per chi parte da zero ma punta a comprendere anche i white paper più ostici, e una selezione di blog dove la crème della ricerca pubblica senza troppi filtri.

Rie Qudan Tokyo-to Dojo-to: Quando l’intelligenza scrive meglio dell’autore

Certe storie sembrano uscite da un racconto distopico, ma quando la realtà si traveste da narrativa, il paradosso non fa più ridere. Anzi, suona beffardo. L’ultima perla arriva dal Giappone, patria della tecnologia e della disciplina creativa, dove Rie Qudan, fresca vincitrice dell’ambitissimo Akatugawa Prize (premio letterario che in terra nipponica vale quanto un Nobel in miniatura), ha candidamente confessato che buona parte del suo romanzo premiato “Tokyo-to Dojo-to” è stato scritto a quattro mani con ChatGPT. Nessun ghostwriter umano, nessun tirocinante sottopagato: a farle compagnia nel viaggio creativo è stata l’intelligenza artificiale generativa.

Il declino dell’ingegneria del prompt e l’ascesa dell’intelligenza agentica

Nel 2023 ci siamo ubriacati con il concetto di prompt engineering, quella pratica un po’ feticista di incartare un modello LLM come se fosse una caramella magica, sperando che un prompt ben costruito potesse trasformare un pappagallo probabilistico in una creatura senziente e autonoma. Il 2024 ha visto i primi sobbalzi di coscienza. Ma è nel 2025 che si consuma il passaggio di fase: da artigiani della parola a veri AI system architects.

L’intelligenza agentica non è un’estensione del prompt, ma un cambio di paradigma. Un salto da una UI testuale a un runtime cognitivo. Chi continua a insistere sul wrapping dei prompt dimostra di non aver capito il punto. Un agente non è una sequenza di istruzioni ma un organismo computazionale capace di percepire, pianificare, agire e apprendere.

Meta ti prende l’anima digitale: il tempo stringe per fermare l’addestramento delle sue IA coi tuoi dati

Dal 27 maggio 2025, Meta inizierà ufficialmente a usare ogni tuo post pubblico per rendere le sue intelligenze artificiali un po’ più “europee”. Non è un pesce d’aprile tardivo, ma una vera e propria svolta epocale nelle policy della compagnia, che impatta milioni di utenti adulti in tutta l’Unione. La motivazione ufficiale è nobile, quasi poetica: rendere l’IA più sensibile alle “sfumature culturali, linguistiche e sociali” del Vecchio Continente. Peccato che, nella sostanza, si tratti dell’ennesima miniera d’oro estrattiva, dove i dati pubblici degli utenti diventano carburante gratuito per le macchine di Menlo Park.

In nome del “legittimo interesse”, Meta intende succhiare contenuti pubblici da Facebook, Instagram, Messenger e persino il Marketplace. L’unico superstite della carneficina resta WhatsApp, che per ora pare escluso dal banchetto dell’addestramento. I dati privati? No, non saranno toccati. Ma attenzione: “privato”, nel linguaggio delle big tech, è un concetto elastico. Se qualcuno pubblica una tua foto o ti tagga in un commento pubblico, potresti comunque finire nel tritacarne algoritmico.

Elliott punta il bisturi su HPE: l’attivismo finanziario come ultima speranza per un colosso stanco

Quando un investitore attivista bussa alla porta, non lo fa mai per cortesia. E quando si chiama Elliott Investment Management, non bussa affatto: entra, si siede alla testa del tavolo e inizia a riscrivere le regole del gioco. Stavolta l’obiettivo è Hewlett Packard Enterprise, azienda che una volta rappresentava il cuore pulsante dell’IT enterprise americano e che oggi sembra arrancare nell’ombra dei suoi rivali più aggressivi. Con un investimento superiore a 1,5 miliardi di dollari, Elliott non ha semplicemente fatto un ingresso trionfale in HPE — ha premuto il grilletto su una ristrutturazione che, a meno di miracoli, non sarà né gentile né silenziosa.

Claude diventa impiegato modello: Anthropic sfida Google e Microsoft con ricerca autonoma e Google Workspace integrato

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Chiudete gli occhi e immaginate un assistente aziendale che non dorme mai, non prende ferie, non si lamenta della macchina del caffè rotta, e soprattutto: non perde mai una mail. È questo il sogno che Anthropic ha deciso di monetizzare. Oggi lancia due novità pesanti come mattoni nella vetrina già affollata dell’intelligenza artificiale aziendale: l’integrazione con Google Workspace e una nuova funzione di ricerca “agentica” che promette di cambiare le regole del gioco. O, per i più disillusi, di spostare l’asticella un po’ più in là nel far finta di sapere di cosa si parla.

Claude, il chatbot elegante e moralista di Anthropic, ora diventa più ficcanaso e più utile. Dopo aver chiesto il permesso, naturalmente. Si collega alla tua Gmail, ai documenti su Google Drive e al tuo Google Calendar. Risultato? Ti evita l’inferno quotidiano di cercare “quel PDF di tre mesi fa che conteneva forse il piano marketing”. Claude lo trova, te lo spiega, ti fa un riassunto e magari ti dice pure se sei in ritardo con le consegne. Questo lo trasforma da semplice chatbot a qualcosa di molto simile a un vice-assistente operativo, pronto a competere direttamente con Copilot di Microsoft e altri tentativi simili (spesso più promessi che mantenuti).

GenAI senza filtri: risorse gratuite GitHub Repos per un weekend di immersione totale

Il venerdì di Pasqua è quel momento magico della settimana in cui i CTO con sindrome da burnout e i founder che fingono di non controllare Slack si concedono il lusso di fare finta di rilassarsi. In realtà, quello che facciamo è scavare dentro GitHub come archeologi del codice, alla disperata ricerca del prossimo tool open source che ci faccia risparmiare soldi, tempo e neuroni. E guarda caso, oggi ti porto esattamente questo: una manciata di risorse gratuite su Generative AI che non solo non costano nulla, ma che possono trasformare il tuo weekend in un piccolo laboratorio personale di automazione, modelli e sperimentazione nerd.

Non serve piangere per l’ennesima subscription a 99$/mese. Il bello della GenAI è che la community sta già costruendo tutto — gratis — mentre i soliti noti cercano di vendertelo impacchettato come “enterprise-ready”. Andiamo dritti al punto, senza romanticherie.

Come creare il tuo video AI: guida per aspiranti creatori di meme politici

Alibaba svela il suo piano per dominare l’intelligenza artificiale nell’industria automobilistica, Nio, BMW e potenzialmente Tesla

Alibaba Group sta intensificando il suo impegno nel settore automobilistico con un piano che prevede l’integrazione di tecnologie di intelligenza artificiale (AI) nelle automobili, raggiungendo accordi significativi con alcuni dei principali attori globali, tra cui Nio, BMW e potenzialmente Tesla. La mossa arriva in un momento cruciale per la tecnologia cinese, che punta ad affermarsi come il fulcro dell’innovazione nel settore dell’auto intelligente. Ma ciò che potrebbe sembrare un semplice passo verso il futuro, nasconde sotto la superficie una strategia ben più profonda e ambiziosa. Vediamo come Alibaba sta pianificando di conquistare il mercato dell’auto intelligente, e perché potrebbe avere tutte le carte in regola per farlo.

Sabotare l’IA con ritmi da mal di testa: Benn Jordan e il suono avversario

Nel mondo della musica digitale e dell’intelligenza artificiale, Benn Jordan ha lanciato una sfida che sembra destinata a scuotere le fondamenta della produzione musicale automatizzata. Utilizzando una tecnica chiamata “adversarial noise”, Jordan ha trovato un modo per sabotare i generatori musicali basati su IA, creando quello che lui stesso definisce un “attacco di avvelenamento” che rende la musica generata non solo inutilizzabile, ma potenzialmente dannosa per il sistema stesso. Questo concetto di sabotaggio sonoro sta aprendo un nuovo capitolo nell’intersezione tra arte e tecnologia, dove il confine tra creatività umana e potenza dell’IA è sempre più sfumato.

Il trucco dietro il “Poisonify” di Benn Jordan è tanto semplice quanto geniale: l’aggiunta di rumore avversario a file audio che, per l’orecchio umano, suonano perfettamente normali. Tuttavia, per i modelli di IA, questi file non sono ciò che sembrano. Il rumore avversario agisce come un “veleno” sonoro che destabilizza l’apprendimento della macchina, facendo sì che i generatori musicali non siano più in grado di produrre musica coerente. Il risultato è devastante: non solo la musica diventa “non allenabile”, ma l’intero modello rischia di essere compromesso.

Sovranità digitale e AI: perché il DDL Meloni è l’inizio di una rivoluzione strategica per l’Italia

C’è una certa retorica che, quando si parla di tecnologia e pubblica amministrazione, tende a oscillare tra l’allarmismo catastrofista e l’idealismo tecno-utopico. Il DDL sull’intelligenza artificiale, noto come Atto 1146, approvato dal Senato il 20 marzo 2025, ha acceso entrambe le micce. Eppure, al netto del rumore, c’è una verità semplice: per la prima volta, l’Italia sta tentando di scrivere una strategia industriale coerente in un ambito — quello dell’AI e del cloud, in cui finora abbiamo giocato solo da comparse.

Certo, il dibattito si è acceso in particolare sull’articolo 5 del disegno di legge, che stabilisce che “lo Stato e le altre autorità pubbliche” devono orientare le proprie piattaforme di e-procurement verso fornitori di AI che garantiscano la localizzazione e l’elaborazione dei dati strategici su data center in Italia. Non è un vezzo autarchico, ma un segnale preciso: i dati strategici, come l’energia o la difesa, non possono essere affidati a chiunque. Pretendere che il cloud della PA risieda in territorio nazionale significa affermare un principio di accountability e controllo operativo che non è più rimandabile. E non è affatto una provocazione: è una scelta politica e tecnologica matura.

Elon e Zuck nei semafori: l’AI che sussurra al tuo attraversamento pedonale

I sistemi vocali normalmente servono a guidare i pedoni non vedenti, avvertendoli di attendere o attraversare. Ma da venerdì, a Palo Alto, 12 incroci del centro hanno cominciato a vomitare frasi deliranti del tipo “Vuoi essere mio amico? Ti do un Cybertruck” oppure “È normale sentirsi violati mentre forziamo l’AI in ogni aspetto della tua esperienza cosciente”. Tutto questo con la voce di Elon o di “The Zuck”. Aggiungici una guest star con voce alla Trump che sussurra a Musk “Sweetie, torna a letto”, ed eccoci in pieno territorio deepfake theatre.

Kawasaki presenta Corleo: il cavallo robotico alimentato a idrogeno

Kawasaki Heavy Industries ha recentemente svelato Corleo, un concetto futuristico di veicolo a quattro zampe alimentato a idrogeno, progettato per affrontare terreni difficili con agilità e sostenibilità. Presentato il 4 aprile 2025 all’Expo Osaka Kansai, Corleo rappresenta l’incontro tra l’esperienza di Kawasaki nella robotica e nella tecnologia motociclistica.

Sette strumenti e prompts che i CEO intelligenti usano ogni giorno per decidere senza finire nel panico

Nella giungla del decision-making moderno, chi dirige un’azienda non può permettersi di affidarsi all’istinto o a LinkedIn posts con frasi motivazionali. Serve metodo, visione, e sì, anche un certo cinismo. Ecco perché i tool strategici non sono solo “tool”: sono salvagenti cognitivi per non affogare in un mare di priorità, problemi e opportunità che puzzano di rischio. Nessun bullet point, solo ragionamento strutturato.

RAG non è intelligenza aumentata, è solo un modo elegante per sbagliare più in fretta

RAG, Retrieval-Augmented Generation, ha iniziato come una promessa. Doveva essere la chiave per far sì che i modelli LLM non si limitassero a rigurgitare pattern statistici, ma attingessero da basi di conoscenza vive, aggiornate e specifiche. Ma la realtà è più triste di un Monday morning senza caffè: il 90% delle implementazioni RAG sono solo fetcher travestiti. Roba da casting per un reboot scadente di Clippy, altro che AI aumentata.

La colpa non è dell’idea, ma di chi la implementa. La maggior parte dei team considera il retrieval come un banale processo backend, una chiamata a Pinecone o FAISS e via, come se la parte retrieval fosse una formalità tra il prompt e la risposta. Un po’ come costruire un razzo e dimenticarsi del carburante.

Protetto: Microsoft 365 Copilot: l’ennesima “innovazione” che ci costa un botto ?

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Google lancia Firebase Studio: l’IDE basato su web per costruire applicazioni full-stack con intelligenza artificiale

Google ha recentemente introdotto Firebase Studio, un potente ambiente di sviluppo web-based che promette di rivoluzionare il modo in cui vengono create e distribuite applicazioni di intelligenza artificiale full-stack. Integrando in un’unica piattaforma Project IDX, Genkit e Gemini, Firebase Studio fornisce agli sviluppatori un set di strumenti avanzati per progettare, costruire e distribuire applicazioni con un’efficienza senza precedenti. La funzionalità più interessante? Un agente di prototipazione delle app che può generare automaticamente applicazioni complete a partire da semplici prompt o disegni, riducendo drasticamente il tempo di sviluppo.

Avatar in aula: quando l’IA diventa l’avvocato (senza dirlo a nessuno)

Certe volte la realtà supera la fantascienza. E altre volte, la supera, la investe, e poi fa retromarcia. Prendete Jerome Dewald, 74 anni, imprenditore seriale e visionario dell’intelligenza artificiale, che ha pensato bene di mandare Jim, un avatar AI “grande, bello e maschio alfa”, a rappresentarlo in tribunale durante un’udienza. Sì, avete letto bene. Un avatar generato da una piattaforma chiamata Tavus, usato per tenere un’arringa legale in un’aula della Corte Suprema dello Stato di New York.

Ora, si potrebbe anche apprezzare l’intento se fosse stato chiaro. Ma Dewald non ha avuto la brillante idea di informare preventivamente la corte che l’uomo in video, con voce baritonale e mascella scolpita, non era un avvocato in carne e ossa, né tanto meno lui. Il dettaglio, a quanto pare, era secondario. Peccato che la giudice Sallie Manzanet-Daniels non abbia esattamente gradito la sorpresa, interrompendo il video dopo la prima frase pronunciata da Jim e chiedendo se quella fosse la parte legale del caso.

Adobe punta sull’intelligenza artificiale creativa: Photoshop e Premiere Pro diventano (finalmente) intelligenti

Adobe ha deciso di mandare in pensione il concetto romantico di “editing manuale” e ha fatto coming out con la sua nuova religione: l’agentic AI. Un nome che sa più di buzzword da pitch per venture capitalist che di rivoluzione, ma il succo è chiaro. Photoshop e Premiere Pro stanno per diventare strumenti che non solo eseguono comandi, ma li capiscono, li anticipano e soprattutto – li fanno al posto tuo. Addio alle notti insonni passate a mascherare dettagli pixel per pixel. Benvenuti nell’era del creative agent, dove il mouse serve più per sentirsi creativi che per esserlo davvero.

A spiegare l’ennesima mossa di Adobe nel campo dell’IA è Ely Greenfield, CTO del Digital Media di Adobe, che in un blog pubblicato oggi ha raccontato con toni visionari – e un certo gusto per la retorica futuristica – come funzioneranno questi nuovi agenti. Si parte da Photoshop: una nuova interfaccia galleggiante, chiamata Actions panel, che analizza la tua immagine, ti suggerisce interventi estetici (tipo: “vuoi che sparisca quella comitiva di turisti sullo sfondo?”) e poi se gli dici sì – lo fa. Senza chiederti dove vuoi salvare il file.

La resurrezione AI de Il mago di Oz nella cattedrale Sphere digitale di Las Vegas

Il mago di Oz è morto, lunga vita al Mago di Oz. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale non solo restaura ma reinventa, Google, DeepMind e Magnopus hanno deciso di prendere uno dei film più iconici della storia del cinema e… hackerarlo con classe. L’obiettivo? Trasformarlo in un’esperienza immersiva degna del più lisergico dei viaggiatori del 1939, proiettata su un colossale schermo semi-sferico di 160.000 piedi quadrati nella Sphere di Las Vegas. Per chi ancora crede che l’arte non debba essere toccata, sedetevi comodi: qui siamo ben oltre il restauro digitale. Qui siamo nella resurrezione aumentata.

Vitruvian-1 14B: Un Balzo in Avanti per l’Intelligenza Artificiale Europea

ASC27 s.r.l., con il supporto della comunità italiana e europea, ci riprova e lancia Vitruvian-1, o semplicemente V1, un modello AI che porta in scena una nuova era nel mondo dell’intelligenza artificiale con capacità di ragionamento avanzate. Con soli 14 miliardi di parametri, Vitruvian-1 non è il solito gigante da centinaia di miliardi di parametri che dominano il mercato, ma offre qualcosa di unico: il vero ragionamento.

Nel mezzo della tempesta: AICT sfida i mercati e punta su Hong Kong per la sua IPO da 200 milioni

Mentre la tempesta perfetta della guerra commerciale globale fa tremare le fondamenta dei mercati finanziari, con l’indice Hang Seng che registra il peggior tonfo giornaliero degli ultimi trent’anni, un’azienda di intelligenza artificiale con base a Pechino decide di premere sull’acceleratore. AICT, specializzata in tecnologie AI ad alta precisione per il controllo del traffico e la gestione dei parcheggi in oltre 50 città cinesi, annuncia con spavalderia la sua intenzione di presentare domanda di quotazione alla borsa di Hong Kong entro fine mese.

In barba ai segnali macroeconomici da codice rosso, AICT vuole raccogliere almeno 200 milioni di dollari attraverso la sua IPO. Secondo quanto trapela da fonti vicine all’operazione, l’obiettivo è ambizioso ma strategicamente calcolato. Per Yan Jun, fondatore e presidente della compagnia, non si tratta di una scommessa cieca ma di una mossa studiata: “Meglio essere già in pista. Se il mercato migliora, siamo pronti a decollare. Se resta turbolento, almeno siamo in posizione”.

Waymo e la privacy: una promessa o una strategia di marketing?

Recentemente, Waymo, la divisione di veicoli autonomi di Alphabet, ha dichiarato di non avere intenzione di utilizzare le riprese delle telecamere interne dei suoi robotaxi per addestrare modelli di intelligenza artificiale destinati alla pubblicità mirata. Questa affermazione è giunta in risposta alla scoperta di una pagina non ancora pubblicata della loro politica sulla privacy, individuata dalla ricercatrice Jane Manchun Wong, che suggeriva la possibilità di utilizzare i dati delle telecamere interne associati all’identità dei passeggeri per scopi pubblicitari.

Secondo la portavoce di Waymo, Julia Ilina, il testo in questione era solo un segnaposto e non rifletteva accuratamente le funzionalità in fase di sviluppo. Ha inoltre sottolineato che il sistema di apprendimento automatico dell’azienda non è progettato per identificare singoli individui e che non ci sono piani per utilizzare questi dati a fini pubblicitari.

Tim Cook e il panico da iPhone: se la guerra dei dazi fa volare le vendite (per ora), np Trump farà Iphone in US

Quando Donald Trump minaccia dazi del 54% sui prodotti cinesi, a Wall Street il panico si trasforma in prassi. Ma mentre gli investitori abbandonano Apple come se avesse appena annunciato il ritorno del Newton MessagePad, i consumatori americani stanno correndo nei negozi come se fosse il Black Friday fuori stagione. Il motivo? La paura che l’iPhone diventi un oggetto di lusso stile Rolex.

Apple, che da sempre danza sull’orlo di una catastrofe geopolitica pur mantenendo i profitti a doppia cifra, si è trovata di colpo al centro di una corsa all’oro hi-tech: gente che affolla gli Apple Store chiedendo con ansia se “i prezzi aumenteranno domani”. I dipendenti, lasciati senza linee guida ufficiali dall’azienda, sono diventati improvvisamente i nuovi oracoli di Cupertino, costretti a improvvisare risposte mentre l’adrenalina scorre come un aggiornamento iOS mal riuscito.

Chatbot arena: la guerra fredda dei cervelli sintetici

Mentre il pubblico si perde in chiacchiere con il proprio chatbot preferito, sul campo di battaglia digitale chiamato Chatbot Arena si consuma un vero e proprio scontro tra titani dell’intelligenza artificiale conversazionale. Una classifica, aggiornata costantemente e alimentata dalla preferenza degli utenti, sta mettendo in scena l’equivalente di una guerra fredda 2.0, in cui le armi non sono bombe atomiche ma modelli linguistici sempre più raffinati. Reddit, ovviamente, osserva e commenta ogni mossa, ogni miglioramento, ogni crollo in classifica come se si trattasse della Champions League del futuro.

Views sono una truffa ben confezionata: il grande inganno dell’era digitale

Il “view” è la criptovaluta dell’attenzione. È la metrica più esibita, idolatrata, manipolata e abusata dell’intero universo digitale. La vedi ovunque: sotto ogni video, post, reel, story, shorts, tweet, thread o qualsiasi altro feticcio del contenuto contemporaneo. Il messaggio subliminale è chiaro: più views hai, più vali. Più vali, più sei. Eppure, sotto la superficie di questo numero apparentemente oggettivo si nasconde una truffa degna di Wall Street nei tempi d’oro del subprime.

Non è un’opinione: è un fatto. I views sono bugie con l’abito della verità. Sono il risultato di metriche arbitrarie, gonfiate e ridisegnate da piattaforme che hanno tutto l’interesse a venderti un’illusione di successo. Facebook, per esempio, è stata beccata a gonfiare intenzionalmente i numeri per convincere i creator a investire nei video nativi, salvo poi finire coinvolta in cause legali per frode. Ma è solo la punta dell’iceberg.

L’ AI ruba, noi paghiamo: la stampa scende in guerra contro l’intelligenza artificiale Stop AI THEFT

Some of the ads included in the Support Responsible AI campaign.

Nell’era in cui l’intelligenza artificiale non dorme mai e si nutre di tutto ciò che tocca, anche i padroni dell’informazione — quelli veri, non gli influencer da due soldi — hanno deciso di smettere di porgere l’altra guancia. Centinaia di editori, tra cui mostri sacri come The New York Times, The Washington Post, The Guardian, e la sempre acida Vox Media (The Verge incluso), hanno lanciato questa settimana una campagna di fuoco: Support Responsible AI. Il tono? Più da guerra fredda che da iniziativa civile.

VIEWS Il Grande Tradimento Digitale

Siamo entrati nell’era del “Grande Tradimento Digitale”, e questa volta non è una metafora. È un urlo collettivo che risuona da ogni angolo della rete: “Google ci ha traditi”. È il pianto amaro di editori indipendenti, gestori di blog, piccole testate giornalistiche e siti verticali di nicchia. Tutti accomunati da un destino cinico: essere stati prima nutriti, poi bruciati vivi, da un algoritmo che cambia umore più spesso di un trader sotto metanfetamina.

Google, il buon vecchio motore di ricerca, è diventato qualcosa di diverso. Ora si comporta più come un oracolo ermetico alimentato da AI, dispensando risposte pronte in stile chatbot e riducendo a macerie il traffico organico che una volta distribuiva come un re magnanimo. La partita non è più tra chi scrive meglio, chi indicizza meglio, chi ha più backlink. No. Ora il gioco è truccato. Il nuovo sfidante si chiama SGE, Search Generative Experience, ed è l’intelligenza artificiale conversazionale di Google che risponde direttamente agli utenti. Sintetizza, interpreta e cancella la necessità stessa di cliccare su un link.

Microsoft entra nel dark mirror del gaming: gameplay generati da Muse AI e il ritorno distorto di Quake II

Microsoft ha appena spalancato una porta sul futuro del gaming, e dentro non c’è l’Eden, ma piuttosto una distopia tecnologica che sa tanto di laboratorio segreto di Redmond. La nuova creatura si chiama Muse AI, e non è un semplice giocattolo nerd: è una macchina pensante in grado di generare gameplay. Sì, hai capito bene. Non livelli progettati da umani o nemmeno scene suggerite da prompt: gameplay generati interamente da un modello neurale.

Il primo assaggio di questa mutazione arriva in forma di reliquia cyberpunk: un Quake II ricostruito in browser, visibilmente sfigurato, come se fosse passato attraverso un sogno febbrile dell’AI. È la tech demo che Microsoft ha messo online come parte dell’iniziativa Copilot for Gaming, ed è più un teaser allucinato che un’esperienza concreta. Pixel sfocati, frame rate migliorato rispetto all’originale demo a 10fps (ora siamo a 640×360, non esattamente 4K), e sessioni di gioco a tempo determinato. Più Black Mirror che Xbox Live.

Tron: Ares e l’apocalisse digitale che Disney voleva tenerci nascosta

Disney ha appena sganciato la bomba visiva che aspettavamo (più o meno) da tredici anni: il primo trailer di Tron: Ares, seguito tanto atteso – e a lungo congelato in carbonite creativa di Tron: Legacy. Un trailer da un minuto e mezzo che, come ogni buon teaser moderno, non spiega quasi nulla ma urla tutto.

Nell’era dei reboot, sequel, prequel e “requeli”, questa nuova iterazione della saga cyber-mitologica sembra voler finalmente varcare il confine tra la griglia e la realtà. Jared Leto, in perfetta modalità transumanista, interpreta Ares: un Programma diventato carne. O forse, vista la sua aura disturbante, carne diventata codice? Non ci è dato saperlo, ma lo vediamo sfrecciare su una light cycle in mezzo a una città notturna, braccato da poliziotti. Uno di loro viene tagliato in due da un’onda luminosa: la firma visiva di Tron, qui ricaricata con intenti decisamente più bellici.

Leonardo l’appello di Cingolani: L’Europa deve unirsi per affrontare la competizione spaziale con Elon Musk

Nel cuore della sfida tecnologica globale, Roberto Cingolani, una delle voci più influenti nel panorama della difesa e della transizione tecnologica europea, ha espresso più volte l’urgenza di un’azione concreta per rafforzare la posizione dell’Europa nel settore spaziale. Con l’incredibile ascesa di SpaceX di Elon Musk, il mondo assiste a una rivoluzione nell’esplorazione spaziale, con Musk che ha portato la corsa spaziale privata a un livello mai visto prima. Tuttavia, la posizione dominante della sua azienda potrebbe non essere facilmente sfidabile, e Cingolani sa che l’Europa deve rispondere con forza e coesione. Ma come? La risposta potrebbe risiedere nella creazione di un consorzio spaziale europeo che unisca forze, risorse e competenze in un fronte unito.

AI Agent Index

I principali innovatori nel campo dell’intelligenza artificiale stanno adottando sempre più sistemi di IA agentica, progettati per pianificare ed eseguire compiti complessi con un’interazione umana minima. Tuttavia, manca ancora un framework strutturato per documentare i componenti tecnici, gli utilizzi previsti e le misure di sicurezza di questi sistemi. Per affrontare questa necessità, abbiamo creato l’AI Agent Index, il primo database pubblico dedicato alla raccolta e alla documentazione delle informazioni sui sistemi di IA agentica attualmente operativi.

Nightwhisper: Il nuovo balzo di Google nel dominio della codifica AI

Nel panorama in continua evoluzione della codifica assistita da intelligenza artificiale, il misterioso modello Nightwhisper ha suscitato l’entusiasmo della comunità tecnologica. I dettagli che trapelano suggeriscono che questo modello, che sembra essere una novità di Google, potrebbe segnare un’importante evoluzione, probabilmente in grado di superare persino i modelli già avanzati come Gemini 2.5 Pro. Le prime recensioni dei tester parlano di un sistema che gestisce attività di sviluppo software in modo superiore, aumentando le aspettative e alimentando le speculazioni su cosa potrebbe essere veramente questo nuovo strumento.

Meta e UFC: quando il tech incontra l’ottagono

Nel panorama odierno, dove la tecnologia e lo sport si intrecciano in modi sempre più sorprendenti, l’annuncio di una partnership pluriennale tra Meta Platforms e la Ultimate Fighting Championship (UFC) rappresenta un ulteriore passo verso l’innovazione nell’intrattenimento sportivo. Questa collaborazione mira a sfruttare le avanzate tecnologie di Meta per offrire ai fan un’esperienza più coinvolgente e interattiva.

La UFC, sotto la guida di Dana White, ha sempre cercato di ampliare il proprio pubblico e migliorare l’esperienza dei fan. L’accordo con Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, apre le porte all’integrazione di strumenti come Meta AI, Meta Glasses e Meta Quest nelle trasmissioni degli eventi UFC. L’obiettivo dichiarato è quello di trasformare il modo in cui gli appassionati vivono gli incontri, portandoli virtualmente a bordo ring attraverso la realtà aumentata e virtuale.

Nintendo switch 2: più cara, più potente, ma è davvero l’upgrade che stavamo aspettando?

Nintendo ha finalmente annunciato la Switch 2, la sua prima nuova console in otto anni, fissando l’uscita per il 5 giugno 2025. Con un prezzo di partenza di 450 dollari negli Stati Uniti, la nuova console costa significativamente di più rispetto ai 300 dollari della Switch originale del 2017. Il colosso giapponese dei videogiochi scommette che l’evoluzione della sua console ibrida gli permetterà di mantenere la leadership nel mercato, ma sarà sufficiente per convincere i giocatori a fare l’upgrade?

Un salto generazionale o una versione “Pro” sotto mentite spoglie?

Adobe premiere pro si lancia nell’era dell’AI: montaggio video senza limiti

Adobe ha deciso di spingere il pedale sull’intelligenza artificiale, e lo fa aggiornando Premiere Pro con funzionalità che sembrano uscite da un film di fantascienza. La versione 25.2 del celebre software di montaggio video introduce strumenti avanzati per localizzare, tradurre ed estendere i filmati, portando alcune delle innovazioni più attese fuori dalla fase beta e mettendole finalmente a disposizione di tutti gli utenti.

FactSelfCheck: Un Nuovo Metodo per Rilevare le Allucinazioni nei Modelli Linguistici

di Redazione Tech

I grandi modelli linguistici (LLM) come ChatGPT hanno rivoluzionato il modo in cui interagiamo con l’intelligenza artificiale, ma non sono privi di limiti. Uno dei problemi più critici è la generazione di contenuti “allucinati”, ovvero informazioni false o inventate presentate come vere. Questa tendenza rappresenta un rischio in contesti dove la correttezza fattuale è essenziale, come in ambito medico, giuridico o giornalistico.

Un team di ricercatori della Wroclaw University of Science and Technology e dell’University of Technology Sydney ha recentemente presentato FactSelfCheck, un innovativo metodo per identificare le allucinazioni a livello di singoli fatti, anziché di frasi o paragrafi. Il sistema si basa sulla costruzione di grafi della conoscenza (knowledge graph), dove ogni fatto è rappresentato come una tripla (soggetto, relazione, oggetto). Ad esempio, (“Albert Einstein”, “premio Nobel”, “1921”).

Protetto: Capire l’intelligenza artificiale in risonanza magnetica: guida semplice per tecnici radiologi

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La maggior parte delle persone cerca lavoro solo su LinkedIn

È un enorme errore.

Esistono decine di piattaforme migliori che possono aiutarti a trovare lavori remoti ben pagati.

Ecco 13 siti che offrono stipendi in USD per posizioni remote:

Il futuro della pubblicità personalizzata: AI e il business delle inserzioni su misura

L’intelligenza artificiale non sta solo rivoluzionando il mondo del lavoro e della creatività, ma sta trasformando in profondità anche l’industria pubblicitaria. E se pensavi che gli annunci personalizzati fossero già abbastanza inquietanti, preparati: stanno per diventare ancora più subdoli, pervasivi e iper-mirate.

Nvidia, ha sperimentato pubblicità interamente generate dall’AI in collaborazione con colossi del settore come Unilever. Il concetto è semplice quanto diabolico: un’azienda carica una manciata di risorse creative e informazioni demografiche di base, dopodiché l’AI fa il resto, generando un numero infinito di varianti personalizzate per ogni singolo utente.

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