Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

Categoria: Vision Pagina 2 di 4

L’intelligenza artificiale rendera’ al massimo quando i processi saranno sviluppati in funzione di essa e non viceversa

Big Tech – Cosa vogliono da Trump: il dibattito sull’intelligenza artificiale e le regolamentazioni future

Con l’avvicinarsi della scadenza per la richiesta di informazioni sul Piano d’azione per l’intelligenza artificiale, le voci di alcune delle aziende più influenti nel settore della tecnologia, tra cui Google, Anthropic, OpenAI, e altri, hanno sollevato una serie di richieste che potrebbero modellare il futuro dell’IA in modo significativo. Le posizioni di queste aziende variano, ma tutte mostrano un chiaro desiderio di influenzare le politiche pubbliche in modo favorevole alle proprie operazioni e visioni a lungo termine. L’elemento comune tra tutte queste proposte è l’ansia di evitare regolamenti eccessivi che potrebbero rallentare l’innovazione e compromettere la competitività globale.

Le richieste di Anthropic sono abbastanza chiare, e non sorprendenti per chi conosce la posizione cauta dell’azienda sul tema della sicurezza dell’intelligenza artificiale. Secondo Anthropic, i sistemi di IA di prossima generazione, quelli che si prevede emergeranno entro il 2026 o il 2027, avranno capacità intellettuali pari o superiori a quelle dei vincitori del premio Nobel in molte discipline e saranno in grado di ragionare in modo autonomo su compiti complessi. Per questo motivo, l’azienda sostiene che il governo federale debba sviluppare una capacità solida di monitoraggio, capace di valutare rapidamente i rischi e gli abusi potenziali per la sicurezza nazionale.

Alexandr Wang e la strategia di Scale AI: dalle big tech alla difesa nazionale

Alexandr Wang, il miliardario 28enne fondatore e CEO di Scale AI, sta ridefinendo il posizionamento della sua azienda, spostando il focus dal settore privato a quello pubblico, con un’attenzione particolare alla difesa e all’intelligence statunitense. Se in passato Scale AI si era affermata come fornitore di dati per l’addestramento dei modelli di AI delle big tech, oggi Wang sta consolidando le sue relazioni con le agenzie governative, tra cui CIA, FBI e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e molti Governi stranieri…

Scale AI ha iniziato a lavorare con il governo federale già da alcuni anni, ma con il ritorno di Donald Trump alla presidenza, Wang sta accelerando la transizione verso il settore pubblico, consapevole delle opportunità offerte dalla crescente domanda di intelligenza artificiale in ambito militare e di sicurezza nazionale. La sua azienda fornisce tecnologie avanzate per l’analisi dati, la sorveglianza e il riconoscimento automatizzato, strumenti essenziali per le agenzie di intelligence e le forze armate statunitensi.

Le connessioni di Wang con Washington si sono rafforzate attraverso contratti diretti con il Pentagono e il DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), oltre a collaborazioni con l’US Air Force e il National Geospatial-Intelligence Agency (NGA), che utilizza le soluzioni di Scale AI per migliorare la raccolta e l’interpretazione dei dati satellitari e geospaziali. Questi rapporti strategici posizionano Scale AI come uno dei principali fornitori di tecnologie AI per il governo degli Stati Uniti, in diretta competizione con colossi del settore come Palantir.

L’ascesa di DeepSeek: una nuova frontiera nell’intelligenza artificiale cinese che sfida la supremazia americana

Se c’è una cosa che la geopolitica tecnologica ci ha insegnato negli ultimi anni, è che il futuro dell’intelligenza artificiale non si gioca solo nei laboratori della Silicon Valley. L’ingresso di DeepSeek, un’azienda cinese, con il suo modello R1, nel già affollato campo dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) ha messo in evidenza una realtà imbarazzante per gli Stati Uniti: nonostante tutti gli sforzi per contenere l’avanzata della Cina nel settore dell’AI, una nuova potenza sta emergendo. E se i numeri parlano chiaro, la strategia americana ha fallito. Con R1, DeepSeek ha creato uno dei modelli di intelligenza artificiale più competitivi degli ultimi mesi, riscrivendo le regole di un gioco in cui, fino a poco tempo fa, solo le aziende americane sembravano avere la parola finale.

DeepSeek non ha solo prodotto un modello tecnologicamente avanzato; ha dimostrato che la concorrenza nel campo dell’AI non è una questione di budget smisurati o di chip all’avanguardia, ma di innovazione rapida e astuzia. Quando R1 è stato rilasciato solo poche settimane fa, è subito salito in cima alla classifica delle app su Apple App Store, superando persino l’app di OpenAI. Il segreto? Un approccio che riduce drasticamente i costi di sviluppo e gestione rispetto ai principali concorrenti americani.

Anthropic: Mike Krieger, la strategia dell’innovazione verticale nell’era dell’AI

Anthropic, fondata nel 2021 da ex membri di OpenAI, si è rapidamente affermata come leader nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), concentrandosi sulla sicurezza e sull’affidabilità dei sistemi AI. Nonostante il suo assistente AI, Claude, non abbia raggiunto la popolarità di ChatGPT di OpenAI, la strategia di Anthropic si distingue per un approccio focalizzato su innovazioni verticali e modelli specializzati.

Mike Krieger, co-fondatore di Instagram e attuale Chief Product Officer di Anthropic, ha delineato una visione chiara per l’azienda. Invece di puntare a un’adozione di massa attraverso un assistente AI generalista, Anthropic mira a sviluppare i migliori modelli possibili e a creare “esperienze verticali” che sbloccano agenti specializzati. Un esempio emblematico di questa strategia è Claude Code, uno strumento di codifica AI che ha registrato 100.000 utenti nella prima settimana di disponibilità. Questo successo iniziale sottolinea l’efficacia dell’approccio mirato di Anthropic nel rispondere a esigenze specifiche del mercato.

Quando un ex OpenAI lancia una startup, la Silicon Valley impazzisce: il caso Thinking Machines Lab

Se bastava che Alfred Lin di Sequoia Capital dicesse che il suo fondo “stava parlando” con Thinking Machines Lab per far scattare un titolo sui giornali, allora vi diamo qualcosa di ancora più succoso: sembra che Mira Murati, l’ex CTO di OpenAI e ora fondatrice della neonata startup, abbia anche discusso di investimenti con Vinod Khosla, uno dei primi finanziatori di OpenAI. Che Khosla Ventures investirà davvero è ancora tutto da vedere, ma di certo la cosa solletica l’interesse degli addetti ai lavori.

I Think Tank Americani

Mentre la Silicon Valley e Washington D.C. intrecciano sempre più le loro strategie, una nuova ondata di think tank emerge, pronta a influenzare significativamente il panorama tecnologico e politico degli Stati Uniti. Questi gruppi, spesso sostenuti da figure di spicco come Patrick Collison e Sean Parker, stanno plasmando le politiche che definiranno il futuro del paese. Comprendere le loro ambizioni equivale a intravedere la direzione che gli Stati Uniti potrebbero prendere.

Recentemente, Patrick Collison ha co-firmato una lettera aperta insieme ad altri leader del settore tecnologico, tra cui Mark Zuckerberg di Meta, esprimendo preoccupazioni riguardo alla regolamentazione dell’IA nell’Unione Europea. La lettera sottolinea come decisioni normative incoerenti possano rendere l’Europa meno competitiva e innovativa rispetto ad altre regioni.

Sean Parker, dal canto suo, ha manifestato interesse per l’IA attraverso investimenti strategici. Ha finanziato startup focalizzate sull’applicazione dell’IA in vari settori, riconoscendo l’importanza di questa tecnologia nel plasmare il futuro. La sua visione si concentra sull’utilizzo dell’IA per migliorare l’esperienza utente e creare prodotti innovativi che rispondano alle esigenze del mercato.

Ivan Shkvarun intelligenza artificiale: l’evoluzione delle minacce invisibili e la corsa alla difesa

Ivan Shkvarun, Fondatore e CEO di Social Links, e Autore dell’Iniziativa Darkside AI. Lo abbiamo incontrato all’ AI Festival dove ha presentato per la prima volta l’iniziativa Darkside AI, con esempi reali di manipolazione dei consumatori, abbiamo condiviso una intervista sulle strategie per aiutare le aziende a difendersi dalle inganni alimentati dall’AI.

Ivan è un esperto di punta nell’AI e nell’intelligence a codice aperto (OSINT), con oltre 15 anni di esperienza nella mitigazione dei rischi guidata dalla tecnologia. Sotto la sua leadership, Social Links — riconosciuta da Frost & Sullivan come leader nel settore OSINT — ha sviluppato soluzioni alimentate dall’AI che espongono e neutralizzano il crimine informatico, la disinformazione e le frodi digitali a livello globale.

Evoluzione delle minacce AI-driven

    Rivista.AI: Negli ultimi 15 anni, come sono cambiati i modelli operativi degli attori malevoli nell’utilizzo dell’AI per frodi e disinformazione? Quali tecniche emergenti (es. generative adversarial networks, LLM avanzati) stanno rivoluzionando il panorama delle minacce? [Esempi specifici?]

    In che modo le identità sintetiche e i deepfake stanno superando le tradizionali difese biometriche o di verifica dell’identità? Esistono differenze geografiche nell’adozione di queste tecnologie a scopo malevolo?

    Ivan Shkvarun: Negli ultimi dieci anni, ho assistito all’evoluzione del cybercrimine, passato da semplici violazioni di sistema a una manipolazione su larga scala della percezione e della fiducia umana. L’AI non è più solo uno strumento di innovazione: viene anche utilizzata come arma, trasformando le classiche truffe di phishing e i botnet in deepfake iper-realistici, disinformazione generata dall’AI e reti di frode completamente automatizzate.

    Questo cambiamento non è ipotetico; stiamo già vedendo le conseguenze. Si prevede che le perdite per frodi legate all’AI passeranno dai 12,3 miliardi di dollari del 2023 a 40 miliardi entro il 2027, e questa è una stima prudente. L’impatto finanziario è concreto, ma il problema più profondo è la fiducia. Quando l’AI può generare identità sintetiche credibili, documenti finanziari falsificati e notizie generate dall’AI su larga scala, mina le fondamenta stesse della sicurezza digitale.

    Fine del buffet gratuito per l’AI: senza dati freschi, l’innovazione rischia l’autocannibalismo

    E così, dopo anni passati a divorare il web come un all-you-can-eat di dati gratuiti, l’intelligenza artificiale si trova di fronte a un problema esistenziale: cosa succede quando il buffet finisce? A quanto pare, la scorpacciata di contenuti liberamente accessibili sta per terminare, e ora le AI rischiano di rimanere a digiuno o, peggio ancora, di doversi nutrire dei propri rigurgiti.

    Il campanello d’allarme è arrivato con il caso DeepSeek, un modello AI cinese che sembra ripetere le stesse risposte di ChatGPT come uno studente impreparato che copia dal compagno di banco. Secondo un’indagine di Copyleaks, il sospetto è che sia stato addestrato su output di OpenAI, il che significa che l’industria sta iniziando a masticare e risputare i propri contenuti. Un po’ come un ristorante che serve piatti riciclati dal giorno prima.

    A mettere il timbro ufficiale su questa crisi è stato Sundar Pichai, CEO di Google, che al Dealbook Summit del New York Times ha sentenziato: “Abbiamo spremuto il web come un limone e il progresso d’ora in poi sarà più difficile.” Traduzione: abbiamo finito i dati gratis, ora o si paga o ci si arrangia.

    Intelligenza Artificiale e geopolitica: la scienza nel vortice delle tensioni globali

    In un’intervista rilasciata recenteente a Le Monde, lo storico Guillaume Carnino, la ricercatrice Mathilde Velliet e il matematico Cédric Villani hanno discusso del ruolo delle scienze e dell’Europa nel nuovo ordine mondiale, in un contesto segnato dall’ascesa dell’Intelligenza Artificiale, dal ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e dalla crescente rivalità con la Cina. L’intervista, condotta da Laure Belot, David Larousserie e Hervé Morin, esplora le dinamiche geopolitiche e le implicazioni etiche e scientifiche di queste trasformazioni.

    Il paradosso degli “AI wrapper”: da meme a opportunità miliardaria

    Nel panorama tech, il termine “AI Wrapper” è diventato sinonimo di startup senza futuro, un insulto educato per indicare aziende che costruiscono applicazioni leggere sfruttando API di modelli AI preesistenti senza un reale valore aggiunto. L’esempio classico?

    Le app che permettono di “chattare con un PDF”, nate nel vuoto lasciato da OpenAI prima che introducesse il supporto per l’upload di documenti. Un paio di sviluppatori, un weekend di coding, ed ecco il nuovo giocattolo pronto per il mercato.

    Steve Jobs: 70 anni fa nasceva un’icona che ha cambiato il mondo

    Proprio oggi, il 24 febbraio 2025 Steve Jobs avrebbe compiuto 70 anni. La sua eredità rimane incancellabile, un punto di riferimento per l’innovazione, il design e l’usabilità nel settore tecnologico. Fondatore di Apple e mente visionaria dietro prodotti che hanno ridefinito il nostro rapporto con la tecnologia, Jobs ha rivoluzionato interi settori, dalla telefonia ai computer, dalla musica al cinema d’animazione.

    Alibaba intensifica gli investimenti in AI e registra una crescita significativa

    Alibaba Group Holding Ltd ha recentemente registrato una notevole crescita delle entrate, attribuita principalmente ai progressi nell’intelligenza artificiale (AI) e nel commercio elettronico. Nel trimestre conclusosi a dicembre 2024, l’azienda ha riportato un aumento dell’8% delle entrate, raggiungendo 280,2 miliardi di yuan (38,38 miliardi di dollari), con un utile netto di 48,9 miliardi di yuan (6,71 miliardi di dollari). Questi risultati hanno portato a un incremento del 12% del valore delle azioni di Alibaba.

    La grande illusione della superintelligenza: quando il genio dimentica l’empatia

    Nel dibattito sempre più acceso sull’intelligenza artificiale, una domanda divide filosofi, ingegneri e visionari del futuro: una superintelligenza può esistere senza sviluppare anche un’altrettanto superba intelligenza emotiva?

    Un alto livello di intelligenza non và necessariamente di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.

    Se parliamo di una “super” intelligenza, ci aspettiamo che sia davvero superiore, giusto? Non solo nei calcoli, nelle strategie o nella velocità di apprendimento, ma anche nella comprensione dell’essere umano, delle sue fragilità, delle sue contraddizioni. Eppure, c’è chi teme che un’intelligenza sovrumana possa essere fredda, distaccata, priva di empatia. Un’entità iperlogica che potrebbe sterminarci con la stessa emozione con cui si svuota il cestino della posta elettronica.

    Ma questa paura ha senso? O è solo un riflesso delle nostre stesse paure interiori?

    Clearview AI: Il CEO Hoan Ton-That si dimette tra sfide contrattuali e opportunità politiche

    Hoan Ton-That, co-fondatore e CEO di Clearview AI, ha recentemente rassegnato le dimissioni dalla guida dell’azienda. Questa decisione arriva in un momento cruciale per la società, nota per il suo controverso software di riconoscimento facciale che ha suscitato dibattiti globali sulla privacy e l’etica nell’uso della tecnologia.

    Google e la corsa all’intelligenza artificiale: un gioco per chi sa aspettare?

    Ecco che Google, dopo aver fatto una timida apparizione nel dicembre scorso con l’accesso a sviluppatori selezionati e tester fidati, ha deciso di aprire il rubinetto: è arrivato Gemini 2.0, la suite di modelli di intelligenza artificiale “più potente” finora creata dal colosso di Mountain View. Ma se vi aspettate una rivoluzione immediata, forse è il caso di rivedere le vostre aspettative.

    Gemini 2.0, tanto per iniziare, si presenta con tre varianti. La più robusta, 2.0 Flash, è descritta come “un modello da lavoro, ottimale per compiti di alta frequenza e ad alto volume”, come se le aziende potessero farne un uso intensivo senza battere ciglio. Poi c’è 2.0 Pro Experimental, pensata per gli sviluppatori più affamati di performance nel coding, e infine 2.0 Flash-Lite, la versione economica, ideale per chi vuole spremere ogni centesimo dalla propria carta di credito senza rinunciare alle potenzialità dell’IA. Flash, infatti, costa 10 centesimi ogni milione di “token” per gestire input di testo, immagine e video, mentre la sua versione Lite si ferma a 0,75 centesimi per lo stesso servizio. Non male, no?

    Alex Wei: l’intelligenza artificiale ha fregato il tuo lavoro, e ora devi pure pagarla

    Il 2025 si apre con un messaggio chiaro: se il tuo lavoro dipende dalla scrittura, dalla creatività o dalla produzione di contenuti, hai un problema. Alex Wei, uno YouTuber freelance, ha pubblicato un video diventato virale il primo dell’anno con un titolo che suona come un epitaffio: “Happy 2025. Ho perso il mio lavoro da freelance per colpa dell’AI”.

    Parisi, Premio Nobel per la Fisica: “Riflettiamo sul futuro dell’Italia e affrontiamo le sfide dell’AI e della denatalità”

    “È importante che il nostro Paese cominci a riflettere sul futuro”. Con queste parole, il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, ha aperto il New Year’s Forum al MAXXI di Roma, lanciando un forte monito sul bisogno di una visione strategica per affrontare i problemi strutturali del Paese.

    Microsoft segue Google: l’Intelligenza Artificiale cambia il gioco

    Microsoft ha deciso di seguire l’esempio di Google nell’integrare strumenti basati sull’intelligenza artificiale all’interno delle sue applicazioni di produttività, ma con una strategia che punta a bilanciare innovazione e flessibilità per gli utenti.

    L’annuncio di Microsoft di giovedì ha segnato un passo importante: l’integrazione automatica delle funzionalità AI Copilot nella suite Office 365, accompagnata da un inevitabile aumento del costo per l’abbonamento.Tuttavia, la mossa dell’azienda di Redmond si distingue per una chiara attenzione verso le esigenze degli utenti esistenti, offrendo loro l’opzione di mantenere piani senza Copilot.

    Biden nel suo discorso di addio avverte dell’emergere di un’oligarchia ultraricca e di un complesso tecnologico-industriale

    Nel suo discorso di addio tenuto dall’Ufficio Ovale il 15 gennaio 2025, il presidente Joe Biden ha lanciato un allerta riguardo all’emergere di un’“oligarchia” formata dagli ultra-ricchi negli Stati Uniti e ai potenziali pericoli rappresentati da un “complesso tecnologico-industriale”.

    Questo intervento segna non solo la conclusione della sua presidenza, ma anche un capitolo significativo nella sua lunga carriera politica, durata oltre cinque decenni.Biden ha espresso profonde preoccupazioni riguardo alla concentrazione di ricchezza e potere tra una ristretta élite.

    Ha dichiarato: “Oggi, in America, si sta formando un’oligarchia caratterizzata da una ricchezza estrema, potere e influenza che minaccia letteralmente la nostra democrazia, i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali.”

    AI 2025: autenticità, valore e autonomous agents, le chiavi del successo nell’era dei dati secondo Qlik

    L’Intelligenza Artificiale non è più una semplice frontiera tecnologica: è ormai diventata il cuore pulsante dell’innovazione e del business. Nel 2025, l’AI sarà il fattore determinante per stabilire chi guida il mercato e chi fatica a restare al passo. A indicare i trend principali che trasformeranno il panorama globale è Qlik, leader nell’integrazione dei dati e nelle analytics, che delinea tre tematiche cruciali: autenticità, valore applicato e autonomous agents.

    Robotica e automazione industriale: le 5 tendenze che guideranno il futuro dell’industria nel 2025

    Il mondo dell’automazione industriale sta per intraprendere un nuovo capitolo. Secondo la teoria SINIC, che collega i progressi tecnologici al cambiamento sociale, il 2025 sarà uno dei momenti chiave per la transizione da una visione di “ottimizzazione”, dove l’attenzione è stata rivolta al perfezionamento dei processi, all’aumento dell’efficienza e all’utilizzo della tecnologia per migliorare le operazioni, ad una di “autonomia”, in cui , in cui i sistemi non solo funzionano in modo efficiente, ma si contraddistinguono per autoregolazione, autoapprendimento e capacità decisionali indipendenti.

    Secondo OMRON, leader mondiale nel campo dell’automazione, il futuro dell’automazione industriale nel 2025 sarà guidato da 5 tendenze chiave:

    • Automazione Data-Driven
    • Produzione Intelligente e Sistemi Adattivi
    • Co-creazione come motore dell’innovazione
    • Efficienza Energetica
    • Intelligenza Artificiale Etica

    Sam Altman e il futuro dell’Intelligenza Artificiale: tra ambizioni per la Superintelligenza e conflitti interni

    Sam Altman ha iniziato il 2025 con una serie di dichiarazioni forti che delineano la sua visione per il futuro dell’intelligenza artificiale e le sfide interne di OpenAI. In un post sul blog, ha affermato con sicurezza: “Siamo ora certi di sapere come costruire l’AGI come l’abbiamo tradizionalmente intesa. Crediamo che, nel 2025, potremmo vedere i primi agenti AI ‘unirsi alla forza lavoro’ e cambiare materialmente la produzione delle aziende”. Proseguendo, ha espresso l’ambizione di andare oltre l’AGI: “Stiamo iniziando a volgere il nostro obiettivo oltre questo, verso la superintelligenza nel vero senso della parola”.

    AI e Innovazione: le forze trainanti dello sviluppo tecnologico nel 2025 secondo ARTES 4.0

    Anche nel prossimo anno l’Intelligenza Artificiale sarà il principale driver dello sviluppo tecnologico globale. Ma quali saranno i fattori che guideranno la crescita dell’AI nel 2025? Integrazione di tecnologie immersive, accessibilità inclusiva, automazione intelligente con un focus su sicurezza, sostenibilità e collaborazione interdisciplinare. Sono queste le previsioni di sviluppo dell’AI per il 2025 secondo ARTES 4.0, “Advanced Robotics and enabling digital Technologies & Systems 4.0” il Centro di Competenza nazionale ad alta specializzazione, finanziato dal MIMIT, per lo sviluppo delle tecnologie digitali e della robotica avanzata e collaborativa per l’Industria 4.0 e 5.0.

    AI e Cybersecurity: soluzioni e minacce per il 2025

    Nessun settore dell’IT necessita di aggiornamenti costanti ed immediati quanto la sicurezza informatica. Essere pronti a mitigare gli attacchi non basta, è necessario poterli prevenire e, in un periodo in cui le minacce digitali stanno prendendo sempre più piede nei settori più svariati, l’apporto dell’AI nella cybersecurity diventa essenziale.

    Verso un futuro AI: visioni e prospettive per il 2025 secondo DeepL

    Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale continua ad evolversi, trasformando settori e ridefinendo le modalità di interazione tra esseri umani e macchine. Abbiamo chiesto a DeepL, leader nel campo delle traduzioni basate su AI, di condividere le sue visioni future attraverso le parole di alcuni dei suoi top manager. Jarek Kutylowski, CEO e fondatore, evidenzia come le soluzioni AI specializzate e personalizzate diventeranno sempre più predominanti, offrendo un ROI tangibile alle imprese. Sebastian Enderlein, CTO, prevede un significativo avanzamento nella comprensione contestuale delle traduzioni vocali, rendendo le interazioni ancora più fluide e intuitive. Stefan Mesken, VP of Research, parla di una collaborazione dinamica e proattiva tra umani e AI, mentre Christopher Osborne, VP of Product, si concentra sulla personalizzazione e interattività nelle traduzioni scritte. Infine, Steve Rotter, CMO, e Frankie Williams, CLO, discutono rispettivamente di marketing iper-personalizzato e dell’integrazione dell’AI nei team legali.

    Dall’Intelligenza Artificiale al change management: le 6 tendenze per la formazione aziendale nel 2025 secondo GoodHabitz

    L’anno appena iniziato è il momento ideale per dare un primo sguardo alle sfide e alle opportunità che il mondo dell’HR sarà chiamato ad affrontare per gestire al meglio i collaboratori all’interno delle organizzazioni. Le previsioni per il 2025 delineano un panorama in cui le risorse umane e la formazione sarà sempre più influenzato dall’adozione di tecnologie avanzate e dalla crescente attenzione al benessere dei dipendenti. Secondo GoodHabitz, le aziende dovranno focalizzarsi su 6 tendenze chiave per rimanere competitive e promuovere un ambiente di lavoro positivo e produttivo, incoraggiando lo sviluppo personale e professionale dei dipendenti. Vediamole nel dettaglio.

    Assicurazioni e innovazione: 10 tendenze tech da seguire nel 2025 secondo SAS

    Nuove tecnologie e data analytics saranno i trend che guideranno il mondo delle assicurazioni nel nuovo anno con l’obiettivo di affrontare le complesse dinamiche macroeconomiche. Quelle che vi proponiamo di seguito sono le previsioni degli esperti di SAS sui 10 trend per il 2025 per il settore assicurativo.

    AI Vision 2025

    L’inizio del nuovo anno è l’occasione per fermarsi a riflettere su quelle che potranno essere le evoluzioni della tecnologia e dell’innovazione digitale che caratterizzeranno il 2025 e quale impatto queste trasformazioni, guidate dall’Intelligenza Artificiale, potranno avere sui diversi settori dell’economia.

    Tech Skill. I linguaggi di programmazione più richiesti nel 2025

    Nel 2025, il mercato del lavoro nel settore IT e dell’Intelligenza Artificiale sarà caratterizzato da un’evoluzione rapida e continua. La crescente domanda di innovazione tecnologica e la necessità di rimanere competitivi spingeranno le aziende a cercare professionisti con competenze avanzate in vari linguaggi di programmazione. L’automazione, l’analisi dei dati, l’Internet of Things (IoT) e la cybersecurity saranno al centro delle strategie aziendali, richiedendo esperti in grado di sviluppare, implementare e mantenere soluzioni tecnologiche avanzate. In questo scenario, la capacità di adattarsi ai nuovi strumenti e tecnologie sarà essenziale per mantenere una carriera di successo.

    Top 10 Tech Job 2025: le professioni più richieste nell’Intelligenza Artificiale

    L’Intelligenza Artificiale continuerà a dominare il panorama tecnologico anche nel 2025. L’espansione della sua adozione in settori come i servizi finanziari, la sanità, la produzione e la vendita al dettaglio sta alimentando una crescente domanda di professionisti in grado di combinare competenze tecniche specifiche con una profonda conoscenza dei vari settori industriali. Questo perché la capacità di integrare l’Intelligenza Artificiale nelle operazioni aziendali sarà un fattore determinante di successo nel prossimo anno.

    Perché continuo a scrivere e perché non smetterò presto

    Sì, lo so. Scrivvo troppo.
    Me lo dicono ogni giorno, Fernando, Elisabetta, Steve, Antonio con quell’aria da zia che ti guarda come se stessi sprecando la vita:
    “Ma perché pubblichi così tanto?”
    E allora rispondo. Una volta per tutte.

    Posto perché da trentacinque anni vivo nel mondo tech, e da quindici ci sguazzo nell’intelligenza artificiale.
    Posto perché ho studiato e inseguito bolle speculative, frodi di marketing e il lato oscuro delle promesse aziendali.
    Posto perché ho un diploma del Liceo… sì, ma soprattutto perché capisco il meccanismo.
    Posto perché vedo i miei anici brillanti, in buona fede seguire ancora la stessa dannata playbook da consulenti anni Novanta, con un sorriso alla McKinsey e il vuoto pneumatico nelle mani.

    Ma soprattutto posto perché sto rivedendo gli stessi pattern tossici di sempre, con la differenza che oggi il costo è esponenzialmente più alto.

    Nel Seicento gli olandesi ipotecavano la casa per comprarsi un bulbo di tulipano.
    Nel 2001 e nel 2008 abbiamo ballato con le crisi, vestiti da investitori.
    Negli anni Cinquanta, l’industria dello zucchero ha pagato gli scienziati per dare la colpa ai grassi.
    E la lobby del tabacco? Maestra nell’arte di travestire la morte da stile di vita.

    Ora indovina? La GenAI ha aggiornato quel manuale.

    Solo che oggi l’hype corre più veloce della realtà.
    Il messaggio è sempre quello: “Non restare indietro, o sei fuori.”
    I dati “scientifici”? Finanziati dagli stessi che vendono gli strumenti o da quelli che fanno piani per il recovery plan. Ma tanto chi vuoi che se ne accorga, giusto?

    LinkedIn e i social sono pieni di professionisti rispettabili che ripetono slogan aziendali come se fossero rivelazioni.

    Avvocati diventati ingegneri e ingegneri diventati avvocati.
    E il pubblico applaude, scrolla, ricondivide.
    Intanto i bambini iniziano a dipendere da strumenti che scoloriscono il pensiero critico e azzerano l’empatia.
    I dipendenti diventano zombie cognitivi, affidandosi a sistemi bacati.
    I CEO prendono decisioni affrettate, spinti dalla paura e dal sospetto che non bastino più.

    E tutto questo viene spacciato per innovazione.
    No, non è innovazione.
    È sfruttamento vestito da disruption.

    E poi ci sono i licenziamenti.
    La nuova scusa preferita è “trasformazione AI”.
    Ma nel frattempo? Le aziende ricomprano azioni, in silenzio. Più Wall Street che Singularity.
    Una chicca? Alcuni advisory board hanno già pronte le slide con “AI strategy”, generate da ChatGPT. Ironico, no? e alcuni lo ammettono pure.

    Scrivo perché non ho figli ma se li avessi
    non voglio che crescano in un mondo in cui abbiamo automatizzato l’umanità fino a perderla.

    Scrivo perché questa è l’unica via per restare vivi, oggi.
    Noi siamo Rivista.AI, una piccola realtà di GenAI, autofinanziata e fuori dal coro.
    Niente venture capital, niente FOMO pitch con le GIF di Elon Musk.
    Costruiamo contenuti pensati per aumentare l’intelligenza umana, non per sostituirla.
    Il nostro AI non è il maggiordomo dell’ufficio. È lo specchio critico dell’utente. Ti rallenta. Ti fa domande. Non ti vizia.

    Zigghiamo mentre il mondo zaga.
    E non siamo soli.

    C’è chi lavora in silenzio, con coraggio.
    Thinking Machines, con la visione di Mira Murati.
    Safe Intelligence, che antepone l’etica al KPI.
    Anthropic, che gioca la partita lunga della ricerca, e non la guerra dei demo virali.

    Io mi preoccupo anche dell’etica dell’AI.
    E se non operazionalizziamo i nostri valori sì, in codice, in UX, in policy, non solo nei panel rischiamo di guardarci indietro e scoprire che non abbiamo solo automatizzato i task.
    Abbiamo atrofizzato il cervello.
    Abbiamo venduto l’anima al prompt.

    Tutti parlano di intelligenza artificiale come se fosse il nuovo dio.
    Io continuo a chiedere: chi sono i nuovi sacerdoti? E perché assomigliano sempre più ai vecchi truffatori?

    Un tizio al bar dei daini (il ns ufficio) una volta mi ha detto: “Oh, ma tanto l’AI risolve tutto.”
    Ho sorriso e risposto: “Sì, anche la necessità di pensare.”

    Ecco perché continuo a postare.
    E continuerò.
    Finché servirà.
    Finché qualcuno là fuori, scorrendo, si fermerà.
    E penserà. Anche solo per un secondo.

    Dieci previsioni di mercato per il 2025: l’anarchia economica secondo Rivista.AI

    Anno nuovo, ansie nuove. Mi sono svegliato con dieci previsioni per il 2025 che oscillano tra il brillante ottimismo e il catastrofismo mascherato da fiducia. Facciamo un viaggio surreale nel futuro finanziario dove il mercato balla il tip-tap sulla lama di un rasoio.

    Per cominciare, gli investitori abbandoneranno l’ebbrezza dell’inflazione galoppante e premieranno la crescita “organica” dei volumi invece degli aumenti di prezzo. Le aziende, in un raro momento di autocoscienza, limiteranno i rincari. Traduzione? Inflazione più docile, ma non troppo, giusto per far credere alla Fed di avere ancora il controllo.

    Intelligenza Artificiale nel 2025: evoluzione, sfide e opportunità

    Secondo il Financial Times e altri analisti nel corso del 2024, l’intelligenza artificiale (IA) ha continuato a progredire, sebbene senza replicare l’effetto sorpresa suscitato dal debutto di ChatGPT. Le innovazioni hanno riguardato principalmente miglioramenti incrementali nelle tecnologie esistenti, mantenendo vivo l’interesse nel settore.

    Per il 2025, si prevede un rallentamento nello slancio dell’AI. Anche gli ottimisti del settore riconoscono che l’approccio tradizionale di incrementare dati e potenza di calcolo per addestrare modelli sempre più grandi sta producendo rendimenti decrescenti. Questo fenomeno suggerisce la necessità di esplorare nuove metodologie per sostenere l’innovazione nel campo dell’IA.

    La Strategia di Apple nel Settore della Casa Intelligente: Un Cambio di Rotta Possibile?

    L’ingresso di Apple nel mercato della casa intelligente è stato caratterizzato da una serie di alti e bassi. Sebbene l’azienda abbia lanciato prodotti di successo come HomePod, Apple TV e l’ecosistema HomeKit, non è riuscita a imporsi con la stessa forza di Amazon e Google, che con Alexa e Google Assistant hanno consolidato la propria posizione nel settore. Nonostante ciò, questo non significa che la strategia di Apple nel settore della casa intelligente sia destinata a fallire. Al contrario, esistono delle opportunità concrete per una trasformazione, a patto che Apple possa adattare la sua visione e cogliere le nuove tendenze emergenti nel mercato.

    Caffè al Bar dei Daini: Ali Ghodsi contro i giganti del software: la sfida di Databricks

    Durante un caffè tra colleghi, si parla del CEO di Databricks, Ali Ghodsi, CEO di Databricks e professore a contratto presso l’UC Berkeley e delle sue ambizioni di sfidare giganti come Salesforce e Snowflake. Non si limita più a puntare il dito contro il concorrente Snowflake, valutato 60 miliardi di dollari, ma guarda al colosso da 300 miliardi di Salesforce come prossimo obiettivo. Con la sua crescita accelerata e una visione chiara, Ghodsi sembra determinato a trasformare Databricks in una delle più grandi aziende software del mondo.

    Zoom si Trasforma: Da Piattaforma di Videoconferenze a Soluzione AI per il Lavoro Ibrido

    In una mossa strategica volta a ridefinire il proprio ruolo nell’evoluzione rapida del panorama tecnologico, Zoom Video Communications Inc. ha annunciato un importante cambio di nome, diventando Zoom Communications Inc. Il cambiamento segna il passaggio dell’azienda a una visione incentrata sull’AI, con l’intento di posizionarsi come una “piattaforma di lavoro AI-first per la connessione umana”. Il CEO di Zoom, Eric Yuan, ha descritto questa trasformazione in un recente post sul blog, sottolineando come l’azienda miri a offrire soluzioni moderne e ibride per il lavoro, progettate per migliorare la produttività attraverso l’integrazione dell’intelligenza artificiale.

    L’Intelligenza Artificiale come Rivoluzione e Limite: La Visione di Satya Nadella a Ignite 2024, John Haugeland

    Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di sintetizzare idee complesse e proiettare una visione audace per il futuro tecnologico durante il keynote di Microsoft Ignite 2024. La sua presentazione, incentrata sull’AI come strumento trasformativo, ha suscitato riflessioni profonde, non solo per le innovazioni che promette ma anche per le domande filosofiche che solleva.

    Giappone investe $1,28 miliardi nel futuro dei semiconduttori con Rapidus: una scommessa strategica per il 2025

    Il governo giapponese ha annunciato un investimento significativo di circa 200 miliardi di yen (1,28 miliardi di dollari) previsto per il 2025 a favore di Rapidus, un consorzio nato per rilanciare la posizione del Giappone nel settore dei semiconduttori. L’obiettivo principale è l’avvio della produzione di chip avanzati a 2 nanometri, un passo avanti strategico per competere con i giganti globali come TSMC e Samsung.

    Microsoft Ignite: Un Faro sull’Intelligenza Artificiale e le Opportunità di Investimento

    Microsoft Ignite 2024 ha dimostrato ancora una volta come il colosso tecnologico continui a spingere i confini dell’innovazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale (AI). Con una serie di annunci strategici, partnership mirate e soluzioni basate su AI, Microsoft conferma il suo ruolo di protagonista in un settore che promette enormi opportunità di investimento.

    Europa e l’Intelligenza Artificiale: La Visione di Xavier Niel per Rivoluzionare il Futuro Tecnologico

    Xavier Niel, uno degli investitori tecnologici più influenti in Europa, crede fermamente che il continente abbia il potenziale per creare aziende leader nel settore dell’intelligenza artificiale (AI) senza dover competere direttamente con i miliardi di dollari raccolti dai colossi statunitensi. Per lui, la chiave del successo europeo risiede nell’innovazione strategica e nella determinazione dei fondatori a resistere alla tentazione di vendere le proprie aziende troppo presto.

    Pagina 2 di 4

    CC BY-NC-SA 4.0 DEED | Disclaimer Contenuti | Informativa Privacy | Informativa sui Cookie