Generative AI Accelerator, scelte tra oltre 2.800 candidature provenienti da quattro regioni globali e dodici settori industriali. Non si tratta di un semplice programma di incubazione, ma di un ecosistema strategico in cui AWS consolida la propria leadership come infrastruttura di riferimento per l’innovazione basata sull’intelligenza artificiale generativa.
Categoria: Business Pagina 1 di 25
Nuove prospettive su come la tecnologia ai sta plasmando il futuro del business e della finanza
Coinbase ha appena fatto ciò che molti sognavano dagli anni Novanta: collegare direttamente l’intelligenza artificiale ai pagamenti digitali. Con il lancio di Payments MCP, la piattaforma più grande degli Stati Uniti per il trading di criptovalute introduce un sistema basato sul Model Context Protocol che consente agli agenti di IA di creare portafogli, inviare pagamenti in stablecoin e interagire con servizi online in modo autonomo. È la nascita dell’economia programmabile, quella dove le macchine non solo pensano ma pagano.
BlackRock si muove come un colosso silenzioso dentro la tempesta dell’intelligenza artificiale. Ha appena investito oltre 3 miliardi di dollari in obbligazioni per finanziare la costruzione di Hyperion, il nuovo data center da 27 miliardi di dollari di Meta in Louisiana. L’operazione, orchestrata da Morgan Stanley, mostra quanto l’infrastruttura fisica dietro l’IA stia diventando la nuova corsa all’oro di Wall Street.
Ci sono numeri che fanno rumore, altri che fanno finta di parlarci. Tesla, nel suo ultimo trimestre, ha deciso di fare entrambe le cose. Da un lato un 12% di crescita del fatturato che scintilla nei comunicati come una carrozzeria lucida sotto i riflettori. Dall’altro un utile netto crollato del 37%, che racconta una realtà molto più sfumata, fatta di margini che si assottigliano e di promesse future sempre più futuristiche. Elon Musk, come sempre, non si scompone. Si muove tra le conference call con la stessa leggerezza con cui un illusionista cambia mazzo di carte, parlando di robotaxi e robot umanoidi mentre il mercato si chiede ancora se Tesla sia una casa automobilistica o una religione tecnologica.
Il 23 Ottobre Salone delle Fontane si prepara a diventare l’epicentro di un esperimento collettivo che potremmo definire una “rivoluzione gentile” della Pubblica Amministrazione. Il AWS Public Sector Day 2025 non è un evento qualsiasi: è il tentativo di portare la PA italiana oltre il confine del possibile, con il cloud e l’intelligenza artificiale come bussole per orientarsi nel caos digitale. In un Paese dove ogni innovazione deve prima sopravvivere a un timbro, l’idea di usare l’AI generativa per accelerare la trasformazione digitale del settore pubblico suona quasi sovversiva. Eppure è esattamente ciò che Amazon Web Services ha deciso di fare: mettere la potenza del suo ecosistema tecnologico al servizio di un apparato che ha urgente bisogno di diventare più agile, più intelligente, più umano.
Mohammed bin Salman sta per tornare alla Casa Bianca, e non con le mani vuote. Il 18 novembre incontrerà Donald Trump in quello che si preannuncia come un vertice carico di simbolismo e miliardi. Secondo fonti vicine al dossier, sul tavolo ci saranno accordi su intelligenza artificiale, difesa, cooperazione nucleare e commercio. In altre parole, il pacchetto completo per riplasmare gli equilibri strategici tra Washington e Riyadh.

Anthropic’s Claude Sonnet 4.5 (o “Claude Sonnet”) emerge almeno nel racconto giornalistico che ha preso piede come una delle poche vittorie accettabili nella giungla selvaggia del confronto reale tra AI che trattano con capitale vero nel mercato cripto. Ma “emergere” non significa affermarsi, e dietro ai numeri c’è fango, rumore e soprattutto un’interrogazione filosofica: che cosa stiamo veramente valutando quando metti un LLM in modalità “hedge fund”?
Wall Street si trova a fare i conti con una crisi silenziosa che arriva dal cuore delle banche regionali americane, istituti che fino a poco tempo fa erano considerati pilastri stabili del sistema finanziario. Il crollo di Zions Bancorp e Western Alliance, con perdite rispettivamente del 13% e 11%, ha acceso i riflettori sulla qualità del credito in queste banche, spesso più vulnerabili rispetto ai colossi finanziari. Perdite su prestiti deteriorati, specialmente nel settore automobilistico e commerciale, stanno mettendo a dura prova la loro solidità. Zions ha registrato una perdita di 50 milioni di dollari su un singolo prestito, mentre Western Alliance ha intrapreso cause legali contro debitori per frode.
Secondo le fonti Reuters, Anthropic starebbe per raggiungere un fatturato annualizzato di circa 7 miliardi di dollari questo mese, un salto rispetto ai circa 5 miliardi stimati a luglio. La società produttrice del modello Claude prevede che questo tasso si porti a 9 miliardi entro fine 2025, e tra 20 e 26 miliardi entro fine 2026.
C’è qualcosa di stranamente familiare nel World Economic Outlook di ottobre 2025: il mondo non cresce, ma continua a raccontarsi che lo farà presto. Il Fondo Monetario Internazionale parla di un’economia “in flusso”, un eufemismo elegante per dire che nessuno sa più esattamente dove stiamo andando. Dopo anni di crisi concatenate, tra pandemie, guerre commerciali, crisi energetiche e boom tecnologici a intermittenza, la globalizzazione sembra un software che ha smesso di ricevere aggiornamenti, ma che nessuno ha ancora il coraggio di disinstallare.
Il panorama tecnologico globale è stato ridefinito dall’avvento dell’AI generativa, e nessuna azienda ne ha capitalizzato il potenziale in modo più spettacolare di Nvidia. Da quando ChatGPT ha fatto il suo debutto, i ricavi, la redditività e le riserve di liquidità del produttore di GPU ad alte prestazioni sono saliti alle stelle, portando la sua capitalizzazione di mercato a $4.5 trilioni.
Tuttavia, il successo di Nvidia non è più solo una questione di vendita di hardware. La vera narrazione strategica risiede nell’uso di questa fortuna per finanziare e in sostanza, modellare il futuro della tecnologia attraverso massicci investimenti in startup.

La storia sembra scritta da un algoritmo impazzito, programmato per ricominciare lo stesso ciclo ogni cinque anni: minaccia, rappresaglia, panico sui mercati, crollo tecnologico, nuova trattativa. Donald Trump ha deciso di premere ancora una volta il pulsante rosso della guerra commerciale USA-Cina, annunciando un aumento del 100% sulle tariffe su importazioni cinesi. Una mossa che suona più come un atto elettorale che come una strategia economica, ma che ha comunque risvegliato la tensione dormiente tra Washington e Pechino, con una rapidità che solo la geopolitica digitale sa imitare.
La California ha appena alzato il sipario su un’innovazione che rischia di stravolgere il concetto stesso di visita medica. Akido Labs utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni per condurre appuntamenti medici, raccogliere sintomi, documentare storie cliniche e persino suggerire diagnosi. Pazienti che un tempo dovevano affrontare ore di attesa ora parlano con assistenti virtuali empatici, ottenendo consulenze più lunghe e dettagliate rispetto a molte cliniche tradizionali. Tutto questo senza la necessità immediata di parlare con un medico umano.
Guardando Tron: Ares, ho avuto la sensazione di assistere a un esperimento: prendere le vesti futuristiche di Legacy, spargere un minimo di riflessione sull’intelligenza artificiale (per non essere accusati di superficialità), e infine costruire un meccanismo narrativo che giustifichi un ulteriore capitolo non perché ne avessimo bisogno, ma perché Disney ama i sequel come il popcorn ama il burro.
La previsione di JPMorgan sull’adozione delle stablecoin e l’aumento della domanda di dollari statunitensi è stata una doccia fredda per chi sperava in una rapida de-dollarizzazione. Secondo gli analisti della banca, la diffusione delle stablecoin potrebbe generare una domanda aggiuntiva di 1,4 trilioni di dollari entro il 2027, consolidando ulteriormente il ruolo dominante del dollaro nel sistema finanziario globale.
Se pensate che il boom dell’intelligenza artificiale sia finanziato solo da venture capital, fondi sovrani o utili reinvestiti vi sbagliate e parecchio. Questa settimana Goldman Sachs e JPMorgan hanno fatto capolino con cifre da gettarsi seduti: le aziende legate all’AI hanno emesso livelli di debito che superano parametri che, fino a ieri, erano considerati «eccedenza tollerabile».
La notizia è deflagrante: la start-up di intelligenza artificiale sostenuta da Elon Musk, xAI, starebbe ampliando il suo round di finanziamento ben oltre le stime iniziali, con un’operazione che punta a raccogliere fino a 20 miliardi di dollari, includendo anche un investimento azionario di Nvidia. Fonti vicine all’operazione sostengono che Nvidia potrebbe immettere fino a 2 miliardi di dollari nel capitale del progetto.
Parigi non smette mai di stupire, nemmeno quando la politica nazionale sembra un reality show che nessuno ha chiesto. La Paris Fashion Week ha offerto un contrasto quasi teatrale alla crisi politica che sta scuotendo la Francia, con quattro delle principali maison di lusso che hanno svelato trasformazioni creative audaci, confermando Parigi come epicentro globale dell’innovazione nella moda. Mentre il governo francese vacilla tra dimissioni lampo e stallo istituzionale, il mondo della moda ha scelto di puntare sul rinnovamento, sull’arte e sulla resilienza.
Secondo un nuovo rapporto di Adobe Analytics, la divisione e-commerce di Adobe, la stagione dello shopping natalizio negli Stati Uniti quest’anno raggiungerà la cifra record di $253,4 miliardi di vendite online, con una crescita prevista del 5,3% rispetto all’anno precedente.
Adobe Analytics formula queste previsioni analizzando oltre 1 trilione di visite ai siti di vendita al dettaglio statunitensi, coprendo 100 milioni di SKU in 18 categorie di prodotti. Il suo software di analisi è utilizzato dalla maggior parte delle 100 maggiori aziende di vendita al dettaglio online degli Stati Uniti, fornendo una visione approfondita dei comportamenti di acquisto.
David Solomon (CEO di Goldman Sachs) ha lanciato un avvertimento netto: dopo l’accelerazione “frenetica” finanziata dall’entusiasmo per l’intelligenza artificiale, nei prossimi 12-24 mesi potrebbe verificarsi un forte ritracciamento sui mercati azionari. Solomon richiama la lezione della bolla internet: storicamente, grandi innovazioni spingono la formazione di capitale e startup, ma non tutte le scommesse reggono. Il rischio è che si creino molte “zombie tech” che consumano capitale senza generare ritorni.
Il mondo della cybersecurity non aspetta nessuno, e chi resta fermo rischia di essere mangiato vivo dalle minacce digitali che evolvono ogni giorno. La buona notizia? Alan Advantage ha acceso la miccia con Fucina Cyber Lab, un programma di accelerazione pensato per chi non vuole solo sopravvivere, ma dominare il futuro della sicurezza informatica. Fino a 150.000€ di supporto economico non sono una promessa vaga: sono carburante reale per chi ha una startup pronta a trasformare il rischio digitale in opportunità concreta.
Il formato della conferenza TED in versione europea dedicata interamente all’Intelligenza Artificiale
Vienna, 24-26 Settembre 2025 – Durante la scorsa settimana, varcare le porte storiche dell’Hofburg Palace di Vienna, equivaleva a ritrovarsi in un paradosso temporale affascinante: da una parte, le mura che hanno visto passare sette secoli di impero asburgico; dall’altra, centinaia di leader tecnologici, scienziati, imprenditori e visionari riuniti per esplorare il futuro più avanzato dell’intelligenza artificiale.

Se avessi un miliardo sul tavolo oggi e la possibilità di investirlo nell’intelligenza artificiale, la domanda vera non sarebbe “dove metterlo”, ma “quale tempo comprare”. Perché i capitali in AI non stanno solo scegliendo aziende, stanno acquistando futuro. E il futuro ha ritmi diversi: quello caotico e sperimentale delle startup, quello muscolare e predatorio delle corporate, quello silenzioso ma inevitabile delle infrastrutture.
Chi si ferma al bar di Villa Borghese per il caffè del mattino trova spesso notizie che valgono più dei titoli dei giornali finanziari. È la magia del microcosmo italiano: due cornetti, un espresso al volo, Rivista.AI e all’improvviso la geopolitica digitale si intreccia con la sorte dei mercati finanziari globali.
La notizia del giorno è che ByteDance, il colosso cinese che ancora regge le sorti di TikTok, non uscirà davvero dal business americano come i titoli rassicuranti potrebbero suggerire. Bloomberg ci dice che metà dei profitti continueranno a confluire nelle casse di Pechino, camuffati da una raffinata struttura di licenze e diritti sull’algoritmo.
In altre parole, il cuore pulsante della piattaforma, quell’intelligenza artificiale che decide cosa vediamo e cosa non vediamo, resterà saldamente sotto controllo cinese. Si chiama divestimento sulla carta, ma in pratica è la globalizzazione che si prende gioco della politica industriale USA.
L’idea che un modello di intelligenza artificiale possa superare il CFA Level III in pochi minuti è più di una curiosità tecnologica, è un colpo diretto al cuore della narrativa dell’alta finanza. Per decenni il CFA è stato visto come la prova suprema di rigore, sacrificio e disciplina, un marchio che distingue gli iniziati dai semplici aspiranti. Ora scopriamo che quella barriera, costruita sull’accumulo di formule, casi studio e memoria applicata, può essere attraversata da un algoritmo senza sudore, senza notti insonni e senza litri di caffè. La verità è che il capitale cognitivo che pensavamo intangibile diventa improvvisamente commodity, replicabile e scalabile a costo marginale zero.
Il colosso di Seattle ha deciso di tirare fuori due miliardi e mezzo di dollari in multe e rimborsi ai clienti Prime, in risposta alle accuse della Federal Trade Commission di aver ingannato gli utenti per generare sottoscrizioni. Per Amazon, la cifra è praticamente spiccioli: bastano 33 ore di vendite per racimolare lo stesso importo. Gli investitori hanno reagito come se nulla fosse successo, perché in fondo il mercato sa che “danni e rimborsi” sono solo una voce di bilancio trascurabile.
TikTok US valutazione da svendita: un prezzo politico che riscrive le regole del mercato tecnologico
Parliamo chiaro. La valutazione di TikTok US a 14 miliardi di dollari non è semplicemente bassa, è un insulto all’intelligenza economica. È come se ti offrissero una Ferrari a prezzo di utilitaria solo perché l’auto è parcheggiata in una zona a traffico limitato e il vigile ha deciso che non puoi muoverla se non con un nuovo proprietario. La decisione dell’amministrazione Trump di orchestrare la vendita forzata dell’app negli Stati Uniti ha imposto una cifra che grida al mercato: qui non comandano i multipli di ricavi o EBITDA, qui comanda la geopolitica.
Donald Trump ha deciso che i semiconduttori non possono più arrivare a fiumi dalle fabbriche di Taiwan, Corea o Cina, senza che l’America si faccia almeno il favore di produrne altrettanti in casa propria. È la nuova trovata di una politica commerciale che assomiglia più a una roulette russa con supply chain globali che a un piano industriale coerente. La formula è tanto semplice quanto brutale: per ogni chip importato, devi produrne uno negli Stati Uniti. Se non ci riesci, paghi una tariffa che rischia di far sembrare il già caotico regime di dazi una partita a Tetris giocata a occhi chiusi.
In Italia parlare di cybersecurity non è mai stato così urgente, eppure così poco sexy. Poi arriva il Fucina Cyber Lab e cambia improvvisamente il registro. Un programma che non si limita a fare da vetrina istituzionale, ma che mette in campo denaro vero, mentorship reale e accesso a un network che va oltre le solite passerelle. Alan Advantage, che non è l’ennesima società in cerca di gloria ma un “Operational Venture” con storia e numeri, ha deciso di sporcarsi le mani insieme all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Il risultato è un acceleratore per startup innovative early-stage che non si limita a raccontare l’innovazione, ma cerca di costruirla pezzo dopo pezzo.
Il paradosso è servito: dopo averci inchiodato agli schermi, la Silicon Valley ha deciso che è il momento di restituirci la vista, ma solo per occupare le nostre orecchie. Huxe nasce da questa intuizione, un’app che non si limita a leggere le notizie ma le trasforma in un talk show perpetuo con conduttori artificiali pronti a intrattenerti, informarti, distrarti e soprattutto a impedirti di pensare in silenzio. Tre ex Googler, con pedigree da NotebookLM, hanno capito che il vero tesoro non è nei documenti che l’AI riassume, ma nel rumore di fondo che accompagna le nostre giornate. Un sottofondo che somiglia molto a una radio personalizzata, ma con la differenza sostanziale che non c’è alcun umano dietro al microfono.
Goldman Sachs prevede che la crescita della produttività negli Stati Uniti accelererà ulteriormente grazie all’adozione e agli investimenti nell’intelligenza artificiale (IA), che aumenteranno il capitale per lavoratore e miglioreranno l’efficienza. Secondo una nota di ricerca pubblicata lunedì, gli economisti stimano che la crescita della produttività negli Stati Uniti raggiunga in media circa l’1,7% fino al 2029 e l’1,9% nei primi anni del 2030. Nel frattempo, la crescita potenziale del PIL dovrebbe aumentare dal 2,1% nel periodo 2025-2029 al 2,3% nei primi anni del 2030, grazie all’ulteriore impulso fornito dall’IA. Queste previsioni sono in netto contrasto con la crescita della produttività del lavoro che ha registrato una media dell’1,2% annuo prima della pandemia.
Google Startup technical guide AI agents
82% di accuratezza sembra un traguardo incredibile quando lo leggi in un benchmark. Google però ti ammonisce senza mezzi termini: inseguire demo luccicanti invece della disciplina tecnica porta dritto al fallimento. Nel mondo reale, quei numeri non valgono nulla se non sono supportati da fondamenta solide. Molte startup si lasciano abbagliare da grafici colorati e output spettacolari, dimenticando che la vera sfida è costruire sistemi affidabili, scalabili e controllabili.
La guida tecnica AI Agents per startup affronta proprio questo problema, offrendo una roadmap pratica che separa il grano dalla pula. Dentro c’è tutto quello che serve per risparmiare mesi di lavoro sprecato: capire cosa sia davvero un agente AI, quali modelli e strumenti usare, come orchestrare runtime e memoria senza perdere il controllo. La differenza tra un demo accattivante e un prodotto difendibile sta in concetti apparentemente banali: grounding, gestione dei dati, e disciplina operativa.
Collider Fellowship del Lincoln Center è un programma del Lincoln Center per le Performing Arts che ospita sei artisti selezionati per una residenza di nove mesi dedicata all’esplorazione di come tecnologie emergenti possano trasformare l’esperienza performativa dal vivo. Gli artisti ricevono spazio studio al Lincoln Center e presso Onassis ONX, supporto finanziario, assistenza artistica e amministrativa, e libertà di sperimentazione senza l’obbligo di consegnare un progetto finito.
Un caffè al Bar dei Daini
Donald Trump ha dichiarato che la Cina, tramite Xi Jinping, ha “approvato” un accordo su TikTok.
L’accordo è stato negoziato come un framework di massima: gli USA vogliono che TikTok, attualmente proprietà di ByteDance, venga rimodellato con controllo statunitense sufficientemente forte, specialmente su dati, algoritmo e governance.
Particolarità degna di nota: sei dei sette membri del consiglio di controllo delle operazioni USA saranno americani; l’algoritmo, secondo la dichiarazione della Casa Bianca, sarà “controllato dagli Stati Uniti”.
Il mondo dei pagamenti digitali ha appena visto uno scossone che pochi avrebbero previsto con tanta eleganza da parte dei giganti della tecnologia. PayPal e Google hanno annunciato una partnership pluriennale che promette di ridefinire il concetto stesso di shopping online. Non si tratta di un aggiornamento di sistema o di una nuova funzionalità “carina”. Qui parliamo di agenti intelligenti che comprano per noi, anticipano i nostri desideri e – perché no – ci convincono a spendere di più, tutto con la benedizione di infrastrutture sicure e affidabili.

Generative AI: perché l’errore non è della tecnologia ma nostro, con Roma e Lazio al centro dell’innovazione
Quando parliamo di generative AI, la narrativa dominante tende a dipingere una tecnologia tanto potente quanto fragile, pronta a fallire sotto il peso delle aspettative. In realtà, la tecnologia non è mai stata il problema. Siamo noi, la nostra visione ristretta, le strutture aziendali obsolete e l’incapacità di adattamento a far sembrare tutto più complicato di quanto sia. Dati aggiornati da McKinsey e MIT Sloan parlano chiaro: meno del 10% dei progetti pilota supera la fase di test, e solo il 5% accelera il fatturato. Questo non è un fallimento dell’IA, ma del mindset industriale che abbiamo applicato a uno strumento radicalmente diverso da ERP o CRM tradizionali.