Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Cinema, Musica, Arte, Creatività, Video, Immagini

Rob Minkoff: “L’AI è uno strumento, non l’artista. Le storie restano il cuore del cinema”

Chi meglio del papà del Re Leone può ricordarci che, anche nel mezzo di una rivoluzione tecnologica, la magia del racconto resta insostituibile? A Pescara, in occasione di Cartoons on the Bay – il festival internazionale dell’animazione, promosso da Rai e organizzato da Rai Com – Rob Minkoff, regista, animatore e produttore statunitense, ha portato la sua esperienza e la sua visione lucida sull’evoluzione del cinema d’animazione nell’era dell’intelligenza artificiale.

Quando Darth Vader dice le parolacce: l’AI generativa nei videogiochi ha appena aperto il vaso di Pandora

Weekend da Nerd.

Se l’ironia della sorte avesse una voce, suonerebbe come Darth Vader che snocciola insulti razzisti e omofobi in tempo reale, direttamente dentro Fortnite. Un’icona del male trasformata in megafono per le peggiori porcherie che la rete riesce a partorire. E no, non è un glitch da ridere. È il sintomo di un problema che, tra intelligenze artificiali, copyright post-mortem e content moderation automatica, sta per esplodere come la Morte Nera.

Il tutto è iniziato con grande fanfara: Fortnite: Galactic Battle, l’ennesimo crossover tra Epic Games e l’universo di Star Wars, lancia un Darth Vader generato da AI, capace di rispondere in tempo reale ai giocatori. La voce è quella o meglio, una copia sintetica del compianto James Earl Jones, scomparso nel 2024 ma con la previdenza di aver lasciato in licenza la propria vocalità a Lucasfilm, così da perpetuare la sua presenza digitale nei secoli dei secoli, amen.

Odio tutti e mi piaci per questo: Murderbot è lo specchio cinico e divertente del nostro futuro

Weekend da Nerd.

Benvenuti nell’era della misantropia computazionale, dove l’unico personaggio davvero umano è una macchina che odia l’umanità. E no, non è Black Mirror. È Murderbot, la serie Apple TV+ che riesce a fare qualcosa che nessun’altra intelligenza artificiale né reale né immaginata è riuscita a fare finora: farci ridere amaramente della nostra stessa inutilità emotiva.

Alexander Skarsgård, in uno dei ruoli più inaspettati e perfetti della sua carriera (più Meekus che Northman, per fortuna), si infila nella corazza cinica e sarcastica del SecUnit che ha hackerato se stesso solo per non dover più lavorare. E per guardare telenovele spaziali. Se questa non è la definizione moderna di eroe tragico, non so cosa lo sia.

Economia dei creatori 2025: l’influenza è morta, viva l’influenza

Hollywood. 3 giugno 2025. NeueHouse. Palco acceso, riflettori puntati, e il solito circo patinato di CEO, marketer e intrattenitori che recitano la parte dei visionari. Tema: “Il futuro dell’influenza”. Che, detto così, suona già come un epitaffio.

Evan Spiegel, Esi Eggleston Bracey, e i burattinai di Meta, Spotify e Coca-Cola sono pronti a dirci cosa sarà del creator economy, mentre l’intelligenza artificiale spinge fuori scena la carne e ossa con l’eleganza di un algoritmo ben addestrato. Biglietti VIP disponibili, ovviamente. Perché il capitalismo dell’attenzione ha sempre un listino prezzi.

Chi copia davvero? l’ipocrisia dei big tech e la giurisprudenza che comincia a mordere

Ora, mettiamoci la cravatta e parliamo di chi davvero legge tutto, impara da tutto, e poi ti dice che è tutta farina del suo sacco: le Big Tech. Quelle che hanno costruito modelli da centinaia di miliardi di parametri “leggendo” praticamente tutto ciò che internet aveva da offrire, dai forum ai romanzi, dai blog alle tesi universitarie. Hanno divorato dati come pazzi al buffet di un matrimonio, e ora si indignano se qualcuno li accusa di essersi serviti due volte.

La narrativa ufficiale è elegante, quasi poetica: “non copiamo, addestriamo”. Tecnicamente corretto, sì. Ma la legge  soprattutto quella sul copyright  non è ancora pronta a questa poesia computazionale. E quindi i tribunali hanno cominciato a scrivere un nuovo capitolo. E qui il gioco si fa interessante.

La forza è artificiale: come ILM usa l’AI generativa per riscrivere la galassia e Hollywood

Benvenuti nell’era in cui i Jedi non hanno più bisogno di spade laser, ma di GPU addestrate su tonnellate di video di gatti, texture di giraffe e recitazioni archiviate di Harrison Ford. Sì, la nuova frontiera del cinema non è più nello spazio, ma nella sintesi generativa: l’industria degli effetti visivi, guidata da mostri sacri come Industrial Light & Magic, si è buttata anima e motore neurale nell’abisso creativo dell’intelligenza artificiale.

Il rischio di perdere la creatività: l’intelligenza artificiale tra potere e protezione dei diritti d’autore

We will lose an immense growth opportunity if we give our work away at the behest of a handful of powerful overseas tech companies, and with it our future income, the UK’s position as a creative powerhouse, and any hope that the technology of daily life will embody the values and laws of the United Kingdom.

Quando personalità di spicco come Paul McCartney, Elton John, Ian McKellen e Dua Lipa scendono in campo per una causa, non si tratta di una causa qualunque. Lo scorso mese, queste figure di spicco, insieme ad altri nomi di peso del settore creativo britannico, hanno sottoscritto una lettera aperta che non solo ha scosso il mondo della cultura e dell’intrattenimento, ma ha anche sollevato una questione delicatissima: quella dei diritti d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale. La questione è tanto semplice quanto esplosiva: le aziende che sviluppano IA dovrebbero essere obbligate a rivelare quali opere protette da copyright sono state utilizzate per addestrare i loro modelli?

Runway libera Gen-4 References: la fine dei video AI usa e getta

Nel mondo saturo di demo flashy e output inconsistenti, Runway fa una mossa chirurgica e spietata: sblocca Gen-4 References per tutti gli utenti paganti, cancellando di fatto la linea di demarcazione tra giocattolo creativo e strumento professionale. È il tipo di aggiornamento che fa tremare i polsi ai content creator, fa storcere il naso ai puristi del cinema e accende gli occhi agli studios low budget. Qui non si parla solo di prompt, ma di potere creativo visivo end-to-end, cucito sulla pelle del creator.

Quando i numeri iniziarono a sognare: la grafica computazionale secondo Melvin Lewis Prueitt

Dal genio visionario di los alamos ai diffusion model: l’arte computazionale come profezia delle intelligenze artificiali

Nel 2025 parliamo ossessivamente di modelli di diffusione, intelligenze artificiali capaci di generare immagini partendo dal rumore, algoritmi che trasformano pixel casuali in scene iperrealistiche degne di fotografi umani. Eppure, se ci fermassimo un attimo a scavare nella genealogia di questa rivoluzione visiva, scopriremmo che tutto è iniziato molto prima. Non con Google, non con OpenAI. Ma con uomini come Melvin Lewis Prueitt, fisico teorico di provincia, che dalla remota cittadina di Wickes arrivò ai laboratori di Los Alamos per trasformare funzioni matematiche in arte visiva, usando calcolatori come pennelli e coordinate cartesiane come pigmenti.

Framepack e la vendetta dell’AI da salotto

Chi avrebbe mai detto che il futuro dei video generati dall’intelligenza artificiale avrebbe preso forma su un desktop da gaming? E invece eccoci qui: FramePack, la nuova architettura neurale firmata Lvmin Zhang (con la benedizione di Maneesh Agrawala da Stanford), è il perfetto esempio di quando la potenza di calcolo incontra l’intelligenza progettuale. Il risultato? Video AI da un minuto intero, di qualità notevole, sfornati su una GPU casalinga con appena 6GB di VRAM. Hai presente quelle workstation che sembravano necessarie per l’IA generativa? Dimenticale.

Il trucco non sta nella forza bruta, ma nell’ingegno algoritmico. FramePack reinterpreta la struttura della memoria nei modelli di diffusione video. Invece di accumulare informazioni temporali come un collezionista compulsivo di fotogrammi, li impacchetta in un contesto temporale a lunghezza fissa, ottimizzando il processo come un camionista zen che fa incastrare perfettamente i bagagli nel portabagagli. Questo riduce drasticamente il carico sulla GPU, permettendo di lavorare con modelli da 13 miliardi di parametri senza mandare in fumo la scheda video. Secondo gli autori, il costo computazionale è simile a quello della generazione di immagini statiche. E qui si sente già il tonfo delle vecchie soluzioni cloud, cadute rovinosamente dal loro piedistallo.

Kling 2.0, l’arma nucleare di Kuaishou nella guerra mondiale dei video generativi

Nel cuore di Pechino, sotto i riflettori di una presentazione aziendale con toni più da show business che da tech conference, Kuaishou ha lanciato Kling AI 2.0, definendolo – senza mezzi termini – “il modello di generazione video più potente al mondo”. Lo ha detto con tono trionfale Gai Kun, vicepresidente senior dell’azienda, mentre tutto il resto dell’industria dell’IA video globale stava probabilmente trattenendo il respiro, cercando di capire se fosse una sparata di marketing o la verità nuda e cruda.

Nel frattempo, numeri alla mano, Kling sta già scrivendo le sue regole. Oltre 22 milioni di utenti nel mondo, 168 milioni di video generati, più di 344 milioni di immagini sputate fuori da un’intelligenza artificiale che si nutre di prompt come un influencer si nutre di like. Sì, numeri da piattaforma mainstream, non da progetto sperimentale.

Youtube inventa la colonna sonora del futuro: addio copyright, benvenuto AI jukebox

Nel grande circo degli strumenti di content creation, YouTube sta silenziosamente spingendo i creator verso una nuova era, una dove non è più necessario pregare l’algoritmo di non falciarti il video con una segnalazione per copyright. Secondo quanto riportato da TechCrunch, la piattaforma di Google sta lanciando una nuova funzione chiamata Music assistant, un tool basato su intelligenza artificiale che permette di generare basi musicali strumentali su richiesta, totalmente gratuite e – cosa più importante – libere da ogni incubo legale.

La demo è stata presentata da Lauren sul canale Creator Insider, una specie di “dietro le quinte” ufficiale di YouTube dove le novità vengono spiegate con quel tono da Silicon Valley che cerca disperatamente di suonare umano, ma finisce per sembrare sempre un po’ Google Assistant con empatia. Nella dimostrazione, Lauren mostra una nuova tab all’interno della beta di Creator Music, dove compare il già battezzato Music assistant. Scrivi una frase come “dammi una musica motivazionale per un montaggio di allenamento” e voilà, l’algoritmo ti sforna una lista di tracce pronte all’uso. Clic, scarichi, editi il video, e nessuno ti tocca.

La resurrezione AI de Il mago di Oz nella cattedrale Sphere digitale di Las Vegas

Il mago di Oz è morto, lunga vita al Mago di Oz. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale non solo restaura ma reinventa, Google, DeepMind e Magnopus hanno deciso di prendere uno dei film più iconici della storia del cinema e… hackerarlo con classe. L’obiettivo? Trasformarlo in un’esperienza immersiva degna del più lisergico dei viaggiatori del 1939, proiettata su un colossale schermo semi-sferico di 160.000 piedi quadrati nella Sphere di Las Vegas. Per chi ancora crede che l’arte non debba essere toccata, sedetevi comodi: qui siamo ben oltre il restauro digitale. Qui siamo nella resurrezione aumentata.

Google reinventa la cultura: podcast AI per riscoprire i tesori dell’umanità

Nel panorama tecnologico odierno, dove l’intelligenza artificiale sembra essere la panacea per ogni problema, Google ha deciso di applicarla anche al mondo dell’arte e della cultura. Recentemente, Google Arts & Culture ha introdotto una funzione sperimentale che utilizza Gemini, il suo modello AI, per creare “episodi audio approfonditi” su artefatti culturali selezionati. In altre parole, ora possiamo ascoltare podcast generati dall’AI che ci raccontano storie su orsi bruni e ceramiche cinesi antiche.​

Secondo il blog ufficiale di Google, questa funzione permette di apprendere, ad esempio, che l’orso bruno, tecnicamente un carnivoro, ottiene circa il 90% della sua dieta dalle piante. Oppure, possiamo seguire il viaggio della ceramica cinese antica attraverso l’Eurasia tramite l’audio. Un modo innovativo per trasformare il tempo trascorso nel traffico o sul divano in un’esplorazione culturale. ​blog.google

Blade Runner: il ritorno di un capolavoro profetico in versione Final Cut

Il 14 ottobre 1982, Blade Runner di Ridley Scott faceva il suo debutto nelle sale italiane, segnando un punto di svolta nella storia del cinema di fantascienza. A quasi 45 anni di distanza, il capolavoro torna sul grande schermo il 14, 15 e 16 aprile 2025 in una versione restaurata e definitiva: il Final Cut di Ridley Scott. Questa edizione, arricchita da scene ampliate ed effetti speciali inediti rispetto alla release originale, offre agli spettatori l’opportunità di immergersi nuovamente in uno dei film più iconici e influenti di sempre, un cult che ha ridefinito il genere fantascientifico con le sue atmosfere cupe, i paesaggi distopici e le profonde riflessioni sull’essenza dell’umanità.

Caso Ghibli. Arte e Intelligenza Artificiale: nessun copyright se immagini generate con l’AI

Il tema della violazione del diritto d’autore a causa delle tante e recenti applicazioni basate sull’intelligenza artificiale sta assumendo una dimensione più che rilevante a livello globale e locale. Da un lato, l’AI generativa offre opportunità straordinarie per artisti e creativi; dall’altro, solleva interrogativi etici e giuridici sulla tutela delle opere, come evidenziato dal recente rilascio di un aggiornamento di ChatGPT che consente di generare immagini nello stile di Studio Ghibli, la celebre casa di animazione fondata da Hayao Miyazaki. Il leggendario regista, oggi 84enne, aveva già espresso il suo disappunto nel 2016, definendo “assolutamente disgustosa” l’idea di una creazione AI ispirata alle sue opere. Ora, che il tema sia particolarmente delicato e al limite della legalità lo riconosce implicitamente lo stesso Sam Altman, fondatore di OpenAI, intervenuto sul tema dichiarando che l’azienda sta “rifiutando alcune creazioni che non potrebbero essere consentite, stiamo aggiustando questo aspetto il prima possibile”.

Come Freepik è passata da fornitore di immagini stock a potenza dell’AI generativa

Freepik era l’ennesima banca immagini che rifilava stock anonime a designer disperati. Oggi è tutt’altra creatura: un gigantesco hub di intelligenza artificiale generativa che attira più di 60 milioni di visitatori al mese. Non è stato un caso. Freepik ha capito che le immagini statiche erano roba da museo e ha deciso di salire sul carro dell’AI prima che diventasse troppo affollato. risultato?

Un ecosistema creativo che sforna immagini, video, animazioni e perfino suoni, tutto grazie all’intelligenza artificiale.

L’azienda ha cavalcato l’onda dell’AI e trasformato il proprio modello di business. Oggi freepik è un supermercato dell’AI: immagini, video, upscaling, animazioni, tutto disponibile con un click.

Migliori strumenti AI per la modifica delle immagini nel 2025

Scopri i migliori strumenti di intelligenza artificiale per la modifica delle immagini nel 2025! Questa pagina presenta tool AI per rimuovere sfondi, migliorare la qualità e creare effetti unici, perfetti per fotografi e creativi. Esplora tutte le innovazioni che stanno trasformando l’editing!

Lo strumento di bellezza AR beauty features di Google ora ti consente di provare look ispirati alle tendenze o alle celebrità.

AR beauty features. La funzionalità, verrà lanciata negli Stati Uniti questa settimana, ti consentirà di provare diversi look, come “soft glam” o “trucco primaverile“, oltre ad acquistare i prodotti abbinati. Le tonalità più popolari da provare quest’autunno? Rossetti rosso lampone, come 
il Matte Lipstick in Chili di MAC , e ombretti rosa antico e malva: 
la Naked 3 Palette di Urban Decay.

Fermion Protocol: il futuro della tokenizzazione di beni di lusso nel web3

Fermion Protocol si prepara a rivoluzionare il settore della tokenizzazione di asset reali (RWA) con un ambizioso progetto basato su Ethereum Layer-2 Base. La sua strategia di lancio prevede la frazionizzazione del celebre Glass Suit di Dolce & Gabbana, un’opera d’arte digitale e fisica acquistata per 1 milione di dollari nel 2021. Questo asset, originariamente tokenizzato come NFT sulla blockchain di Ethereum, è destinato a diventare il primo esempio di una nuova generazione di beni di lusso digitalizzati e accessibili attraverso la blockchain.

Migliori strumenti AI per l’Arte nel 2025

In questa directory vi proponiamo una selezione dei migliori strumenti di Intelligenza Artificiale per creare contenuti artistici nel 2025! Questa pagina presenta tool AI per generare opere d’arte, creare illustrazioni e ottimizzare processi creativi, ideali per artisti, designer e creator digitali.

Migliori strumenti AI per Generazione Immagini nel 2025

In questa directory abbiamo voluto raccogliere i migliori strumenti di Intelligenza Artificiale disponibili al momento per generare immagini nel 2025! Questa pagina contiene un elenco di tool AI per creare contenuti visivi unici, migliorare la qualità e automatizzare flussi di lavoro, ideali per artisti, designer, appassionati e semplici curiosi.

StepFunStep-Video-T2V,

𝗜𝗹 𝗱𝗶𝘃𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗜𝗔 𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗮 𝗿𝗶𝗱𝘂𝗰𝗲𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗶ù 𝗹𝗮 𝗖𝗶𝗻𝗮 𝘀𝗶 𝗺𝘂𝗼𝘃𝗲 𝗮 𝗽𝗶𝗲𝗻𝗼 𝗿𝗶𝘁𝗺𝗼. 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗮𝗶𝗼𝗻𝗼 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘃𝗮𝗻𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗜𝗔 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗶𝗻𝗮—𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗶ù 𝗿𝗮𝗽𝗶𝗱𝗶 𝗲 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗶.

𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗲𝘃𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲:

➜ Generazione video all’avanguardia – 30 miliardi di parametri, fino a 204 fotogrammi e ricostruzione video ad alta fedeltà con compressione spaziale 16×16 e temporale 8x.
➜ Architettura AI avanzata – Utilizza encoder di testo bilingue (inglese e cinese), DiT a piena attenzione 3D e ottimizzazione Video-DPO per migliorare la qualità e ridurre gli artefatti.
➜ Leader nei benchmark – Supera i modelli open-source e commerciali su Step-Video-T2V-Eval, spingendo oltre i confini della creazione video alimentata dall’AI.

You can try it here: https://yuewen.cn/videos

Github: https://github.com/stepfun-ai/Step-Video-T2V



Paper: https://arxiv.org/abs/2502.10248

Le 3 F della London Fashion Week. Fashion, Fibra e Futuro: l’abito che trasforma Internet in Haute Couture

Nel cuore pulsante della London Fashion Week, tra paillettes, tessuti pregiati e silhouette avanguardiste, ha sfilato qualcosa di completamente diverso: un abito che non solo rappresenta il futuro della moda, ma incapsula fisicamente Internet. Un concetto visionario nato dalla collaborazione tra Equinix, colosso mondiale delle infrastrutture digitali, e lo stilista londinese Maximilian Raynor. Il risultato? “La personificazione di Internet”, un capo che sfida le percezioni comuni della tecnologia e della sua intangibilità, dimostrando che il digitale è più fisico di quanto si pensi.

YouTube 20 anni dopo: da garage di idee a colosso dell’intrattenimento guidato dall’AI

Era il 14 febbraio 2005 quando tre ex dipendenti di PayPal – Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim – fondavano una piccola piattaforma per condividere video amatoriali. Nessuno avrebbe mai immaginato che, vent’anni dopo, YouTube sarebbe diventato il cuore pulsante dell’intrattenimento digitale, capace di ridefinire il concetto di contenuto video e di dare a chiunque i suoi famosi “15 minuti di notorietà”, come profetizzato da Andy Warhol.

Augmented Intelligence: l’asta di Christie’s che divide il mondo dell’arte

Si chiama Augmented Intelligence , l’asta composta esclusivamente da opere d’arte create con l’Intelligenza Artificiale annunciata da Christie’s e che si terrà al Rockefeller Center di Christie’s dal 20 febbraio al 5 marzo 2025. Le offerte includono più di 20 lotti di artisti pionieri che lavorano all’intersezione tra arte e tecnologia, tra cui Refik Anadol , Harold Cohen , Pindar Van Arman , Holly Herndon & Mat Dryhurst , Alexander Reben, Claire Silver e altri. L’iniziativa, certamente innovativa, non è però piaciuta a tutti.

Goku e Goku+: l’AI di ByteDance che cancella i confini tra immagini e video

ByteDance, in collaborazione con l’Università di Hong Kong, ha presentato Goku e Goku+, una nuova famiglia di modelli di intelligenza artificiale progettati per superare il divario tra la generazione di immagini e quella di video. Grazie a un’architettura unificata e tecniche avanzate di elaborazione visiva, questi modelli stanno ridefinendo gli standard del settore, ottenendo prestazioni da record nei principali benchmark visivi e aprendo nuove possibilità per la creazione di contenuti commerciali iperrealistici.

Dress-1-to-3: Trasformare un’Immagine in un Outfit 3D Realistico con AI e Fisica Differenziabile

Dress-1-to-3 è una pipeline innovativa che consente la ricostruzione di abiti 3D separati, fisicamente plausibili e pronti per la simulazione, a partire da una singola immagine catturata in ambienti reali.

AI pronta a dominare la pubblicità Super Bowl LIX: un passaggio fondamentale verso il futuro digitale?

Super Bowl LIX, uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo, diventerà quest’anno un palcoscenico privilegiato per la pubblicità legata all’intelligenza artificiale. Secondo Mark Evans, vicepresidente esecutivo delle vendite pubblicitarie per Fox Sports, l’AI sta per “arrivare come un treno merci”. In un’intervista a The Hollywood Reporter, Evans ha anticipato che alcune aziende hanno pagato oltre 8 milioni di dollari per avere 30 secondi di visibilità durante il grande evento.

HailuoAI: la tecnologia che ridefinisce la coerenza nei personaggi video

Immagina di creare un video animato di alta qualità partendo da una singola immagine di riferimento. Non è fantascienza: è HailuoAI. Questo innovativo modello di intelligenza artificiale sta rivoluzionando il panorama della generazione video, offrendo risultati accetabili con un approccio minimalista.

Negli ultimi anni, la tecnologia AI ha fatto passi da gigante nella creazione di contenuti multimediali. Strumenti come Stable Diffusion o DALL-E hanno già dimostrato come l’intelligenza artificiale possa trasformare semplici input testuali in immagini o video complessi. Ma HailuoAI si distingue per una caratteristica unica: riesce a generare video realistici e coerenti partendo da una sola immagine.

Questo approccio è un game-changer, soprattutto per chi lavora con risorse limitate. Dove altri strumenti richiedono molteplici reference o sequenze di immagini per catturare angolazioni, dettagli ed espressioni, HailuoAI punta tutto sull’efficienza, mantenendo comunque una qualità sorprendente.

Tra voci artificiali e realtà: l’industria musicale a un passo dal futuro

Ecco, siamo giunti nel 2025, e mentre tutti si affrettano a scrivere riflessioni sul progresso tecnologico, io, come sempre, mi ritrovo a pensare: “Beh, almeno non siamo stati ancora sostituiti dai robot… per ora.” Un piccolo conforto, se posso permettermi di dirlo. Ma anche se non siamo tutti robot, quest’anno è stato piuttosto interessante nel settore della musica generata dall’AI, come se una specie di caos ordinato si fosse insinuato nella scena. E chi avrebbe mai pensato che un nome come Drake sarebbe stato così ricorrente? Dall’uso dell’AI per deepfake la voce di Tupac in un brano di Kendrick Lamar fino a “BBL Drizzy”, la prima canzone generata dall’AI ad avere un campionamento ufficiale, Drake è riuscito ad essere più influente della maggior parte degli altri, rivitalizzando un dibattito che sembra non fermarsi mai.

La rivoluzione della creazione musicale: l’ascesa degli Strumenti AI per la produzione musicale

L’intelligenza artificiale (AI) sta ridefinendo i confini della creatività musicale, offrendo strumenti innovativi che trasformano il modo in cui la musica viene creata, modificata e distribuita. Dai generatori di musica testuale ai convertitori vocali, fino agli strumenti di separazione degli steli e di gestione dinamica delle tracce, l’ecosistema AI sta crescendo rapidamente.

Generazione Musicale AI: Innovazione e Creatività Senza Limiti

Strumenti come AIVA offrono un generatore musicale avanzato che permette non solo di creare brani musicali, ma anche di modificarli tramite tool integrati per renderli unici. Beatoven si distingue per la generazione di musica royalty-free pensata per i creatori di contenuti, mentre Boomy consente agli utenti di pubblicare e monetizzare i loro lavori generati automaticamente.

2025, il ruolo cruciale dell’Intelligenza Artificiale nel futuro della narrazione

Nel mondo della narrazione, l’Intelligenza Artificiale non è più solo una curiosità tecnologica, ma una forza di trasformazione che rimodella i processi creativi e il modo in cui i contenuti vengono consumati. Con la crescente influenza di strumenti di AI nel settore dei media, i creatori di contenuti stanno scoprendo che per entrare in sintonia con un pubblico sempre più esigente, non basta più una buona storia: è fondamentale integrare l’AI come strumento per connettersi in maniera più efficace e profonda. Chi non saprà evolvere la propria arte nel contesto dell’AI rischia di essere sopraffatto dalla velocità con cui il panorama della narrazione si sta adattando.

Margaret A. Boden: l’Intelligenza Artificiale e la creatività, un viaggio infinito

Quando nel 1998 Margaret A. Boden scriveva il suo influente libro Creativity and Artificial Intelligence, gettava le basi per un dibattito che oggi è più attuale che mai. La psicologa cognitiva, già profondamente immersa nelle teorie della creatività, si interrogava su come la macchina potesse essere creativa. La sua riflessione nasceva da una domanda cruciale: la creatività è un attributo esclusivamente umano, o le macchine possono davvero essere creative? A distanza di più di due decenni, il panorama dell’Intelligenza Artificiale è drasticamente cambiato, eppure le domande di fondo restano le stesse.

Meta lancia Seal, la filigrana che riconosce i video creati con l’AI

Meta lancia Video Seal, una tecnologia che inserisce una filigrana nei video realizzati con software di Intelligenza Artificiale e postati sui social. Una caratteristica potenzialmente utile in un momento in cui gli strumenti di generazione di video tramite tool di AI, sono sempre più accessibili e sofisticati.

YouTube apre ai Creators la porta per l’addestramento delle AI: opportunità o rischio?

YouTube sta introducendo una nuova funzionalità che consente ai creatori di contenuti di autorizzare aziende terze a utilizzare i loro video per addestrare modelli di intelligenza artificiale (AI). Questa opzione, disattivata di default, permette a chiunque voglia partecipare di abilitare l’accesso attraverso YouTube Studio. L’obiettivo dichiarato è offrire ai creatori nuove opportunità di guadagno nell’era dell’intelligenza artificiale.

Google Veo 2: l’Intelligenza Artificiale che comprende la fisica reale

Google ha annunciato il lancio di Veo 2, la nuova versione del suo modello video avanzato progettato per competere con Sora. L’azienda sostiene che questa versione rappresenti un passo avanti significativo nella comprensione della fisica del mondo reale, con un’attenzione particolare ai movimenti e alle espressioni umane. L’intelligenza artificiale di Veo 2 è progettata per interpretare e replicare meglio le dinamiche naturali, rendendo le simulazioni visive e le animazioni molto più realistiche.

Google Whisk: l’AI che “Remixa” le immagini senza parole

Google ha presentato Whisk, un innovativo generatore di immagini AI che utilizza altre immagini come spunti, eliminando la necessità di complesse descrizioni testuali. Questa soluzione consente di creare immagini basate su elementi visivi, trasformando il processo creativo in un’esperienza più intuitiva e dinamica.

Shakespeare? No, Intelligenza Artificiale. Uno studio mette in evidenza le abilità creative dell’AI

L’Intelligenza Artificiale può essere abile nell’imitare la creatività umana, al punto da ingannare persino gli appassionati di poesia. Lo rivela uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh a seguito di un esperimento che ha visto coinvolti oltre 1.600 partecipanti ai quali sono state presentate dieci poesie: cinque scritte da grandi autori come William Shakespeare, Lord Byron, Emily Dickinson più altri e cinque generate da ChatGpt. I risultati sono incredibili.

Lasorella, AgCom: l’AI rischia di non dare valore alla creatività

La regolazione e prima ancora la legislazione si trova davanti a un terreno nuovo, perché si tratta di una materia complessa e con molte sfaccettature, per affrontare la quale “non ci sono soluzioni univoche, ma un continuo sbagliare e cercare di risolvere una situazione” sono le parole del presidente di Agcom, Giacomo Lasorella, a conclusione dei dibattiti dedicati agli effetti dell’intelligenza artificiale sulla proprietà intellettuale, oltre che all’impatto del Digital Service Act e del Media Freedom Act sui contenuti online e sull’audiovisivo nell’ambito di Eurovisioni a Palazzo Farnese.

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