Sarà interessante, più avanti, tra una coda in autostrada e l’ennesima newsletter su quanto l’IA cambierà tutto, tornare davvero alle basi. Non quelle da manuale Harvard Business Review, ma le fondamenta epistemologiche dell’interazione uomo-macchina. Perché ogni tanto bisogna fare il backup del pensiero critico, soprattutto ora che i large language model (LLM) stanno colonizzando silenziosamente il nostro modo di ragionare. E lo fanno con un’astuzia algoritmica che nemmeno gli autori del nudge avrebbero saputo scrivere così bene.
Non c’è bisogno di leggere Daniel Kahneman in lingua originale per capire cosa stia succedendo. Bastano un paio di prompt su ChatGPT o Claude per accorgersi che qualcosa non torna. L’apparente abbattimento delle barriere all’ingresso, quella sensazione di accesso diretto a competenze linguistiche, tecniche, persino filosofiche, è una messinscena raffinata. L’interfaccia parla semplice, ma dietro c’è un teatro epistemico in cui gli attori sono solo marionette addestrate a confermare ciò che già pensiamo.