Il browser è morto, viva l’agente: Opera Neon e l’illusione dell’automazione intelligente
In un’epoca in cui ogni browser si traveste da “assistente”, Opera gioca la carta più ardita: non lancia solo un nuovo browser, ma un agente. Non un compagno di navigazione, ma una creatura semi-autonoma che, nelle intenzioni, dovrebbe usare il web per noi, e non con noi. Il suo nome? Opera Neon, e già qui ci scappa un sorriso amaro: lo stesso nome fu usato da Opera nel 2017 per un esperimento vaporware durato meno di un aggiornamento di Windows. Ma nel 2025 tutto è AI, tutto è “agentico”, tutto è magicamente context-aware. E tutto, ovviamente, è a pagamento.