La Spagna ha deciso che non si farà trovare impreparata quando l’intelligenza artificiale diventerà la nuova macchina da presa globale. E no, non è un esperimento da festival hipster con pretese postmoderne. È un’industria che si reinventa con la potenza di GPU e dataset, mentre il resto d’Europa ancora dibatte se l’AI debba servire il caffè o scrivere il copione.
Il grande battesimo arriva a Berlino, 2025. Titolo del sacrilegio? The Great Reset. Un film interamente generato da intelligenza artificiale, senza attori in carne e ossa, senza set, senza ciak. Solo codici, reti neurali e una squadra creativa che ha avuto l’ardire di mettere la regia nelle mani di un certo Daniel H. Torrado, umano, ma circondato da un esercito di modelli generativi.
La trama? Un’intelligenza artificiale nata dalla mente disturbata di un hacker, che vuole cancellare l’umanità. Fantascienza? Forse. O forse solo un allegorico specchio sul presente. Perché il vero “reset” qui non è quello raccontato nel film, ma quello dell’intero ecosistema cinematografico.