Per decenni, gli osservatori occidentali hanno deriso la crescita tecnologica della Cina come imitativa: una costruzione basata su sussidi, copiature e appropriazione di proprietà intellettuale. Oggi quel racconto appare obsoleto. La Cina non solo compete, ma innova su più fronti, dall’industria dei veicoli elettrici all’intelligenza artificiale, fino a dimostrazioni militari che segnano un punto di svolta nel potere globale. Il 3 settembre, la parata militare a Pechino ha tolto ogni dubbio: le forze armate cinesi ora mostrano capacità tecnologiche avanzate che non possono più essere ignorate.
Il concetto di “imitazione” non regge più. La Cina guida oggi settori chiave come robotica, alta velocità ferroviaria, droni, energia solare, nucleare e AI. La parata militare della PLA non era una semplice sfilata di potenza simbolica: i sistemi presentati riflettono innovazione indipendente, non mera replica. Missili ipersonici, droni avanzati, carri armati di nuova generazione e velivoli stealth dimostrano un livello tecnologico che spinge il Paese dalla rincorsa al ruolo di leader strategico.
La Victory Day Parade, commemorando l’ottantesimo anniversario della resistenza cinese contro il Giappone, è diventata più di un rituale patriottico: è stata una dichiarazione pubblica della capacità nazionale. Mostrare queste armi davanti al mondo è un segnale chiaro di fiducia tecnologica e autonomia industriale, ma anche un monito strategico per gli Stati Uniti e i suoi alleati. La Cina non si limita più a ridurre il gap; stabilisce nuovi standard nei settori critici della difesa.
Il cambiamento è strutturale. Per decenni, Washington e le potenze alleate hanno mantenuto una superiorità militare incontrastata in Asia. Oggi, la rapidità con cui Pechino innova in ambito tecnologico altera irreversibilmente quell’equilibrio. La Cina emerge come un concorrente pari, non più come un follower. L’ordine multipolare che ne deriva costringe a ripensare strategie di deterrenza, alleanze regionali e pianificazione a lungo termine per la sicurezza globale.
Il significato strategico va oltre la retorica militare. L’ascesa cinese come innovatore tecnologico militare ridefinisce la geopolitica dell’Indo-Pacifico e oltre. Gli Stati Uniti non possono più dare per scontata la superiorità tecnologica nelle capacità difensive. Ogni decisione, dalla pianificazione di esercitazioni congiunte alla distribuzione di sistemi avanzati, dovrà confrontarsi con un rivale tecnologico sofisticato e autonomo. La Cina non rincorre più, guida.
Il messaggio implicito della parata non è solo “guardateci”: è un avvertimento strategico globale. La combinazione di progresso tecnologico civile e militare conferisce al Paese un vantaggio sinergico difficile da eguagliare. Robotica avanzata, AI applicata, sistemi energetici e missilistici convergono in una piattaforma nazionale che amplifica la capacità di proiezione di potere. Non è un esercizio teorico: è una trasformazione concreta del potere.
In sintesi, la Cina dimostra che la supremazia tecnologica non è più prerogativa occidentale. La transizione da imitatore a leader in settori critici, dalla difesa all’energia fino alla robotica e AI, obbliga il mondo a ricalibrare valutazioni strategiche e alleanze. Ignorare questa realtà significherebbe sottovalutare un attore che sta ridefinendo l’ordine globale non con propaganda, ma con innovazione tangibile e capacità operative concrete.
Fonte: People’s Liberation Army, Xinhua, South China Morning Post, Defense News