L’intelligenza artificiale sta vivendo il suo momento di svolta in Cina, e a guidare la carica c’è DeepSeek, la piattaforma open-source che sta riscrivendo le regole del gioco. Lee Kai-fu, ex capo di Google China e fondatore di 01.AI, ha deciso di puntare tutto su DeepSeek, abbandonando lo sviluppo di modelli proprietari per concentrarsi sulla fornitura di soluzioni basate su questa tecnologia. Una mossa che non solo mette in discussione la sostenibilità dei modelli chiusi, ma lancia anche una sfida diretta a OpenAI e al suo business basato su abbonamenti a ChatGPT.
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Mentre Donald Trump continua a blindare l’economia americana con dazi e protezionismo, Pechino gioca la carta opposta: aprire nuovi settori agli investitori internazionali e mostrarsi come il faro della globalizzazione economica. Il premier cinese Li Qiang ha inviato un messaggio chiaro ai vertici del business mondiale riuniti al China Development Forum: la Cina è aperta, pronta ad accogliere capitali stranieri e determinata a essere il motore della crescita globale.
Se l’America di Trump si avvita su se stessa con barriere commerciali, la Cina si propone come l’alternativa logica per chi vuole fare affari senza i vincoli del protezionismo. Ma dietro questa apparente apertura, si nasconde una mossa calcolata: Pechino sa bene che la sua economia è sotto pressione e che il capitale straniero può essere la chiave per sostenere il proprio sviluppo.

ByteDance, il colosso dietro TikTok, sta alzando l’asticella nell’intelligenza artificiale con una nuova tecnologia che promette di superare DeepSeek e ridefinire l’addestramento dei modelli di ragionamento AI. Il sistema, battezzato DAPO (Decoupled Clip and Dynamic Sampling Policy Optimisation), è un algoritmo di reinforcement learning scalabile che punta a migliorare le capacità di ragionamento complesso dei modelli linguistici, con tecniche di auto-verifica e raffinamento iterativo.

Tencent ha lanciato Hunyuan T1, un modello di intelligenza artificiale che sfida direttamente DeepSeek-R1 sia in termini di prestazioni che di pricing. Il colosso cinese del tech ha presentato questa novità dopo una fase di test in beta, dimostrando che il modello è in grado di competere con i migliori sistemi di ragionamento esistenti, inclusi quelli di OpenAI.
Il punteggio di 87,2 ottenuto da T1 nel benchmark MMLU Pro, che misura la conoscenza dei modelli di AI, ha superato DeepSeek-R1 (84 punti), ma resta inferiore a OpenAI o1 (89,3 punti). Anche nei test matematici e linguistici, il modello ha dimostrato un livello competitivo: nell’AIME 2024 ha raggiunto 78,2 punti, poco sotto i 79,8 di R1 e i 79,2 di o1. Per quanto riguarda la lingua cinese, T1 ha eguagliato DeepSeek con 91,8 punti nel test C-Eval, superando OpenAI (87,8).

Se la guerra in Ucraina ha dimostrato qualcosa, è che Starlink non è solo una costellazione di satelliti per fornire Internet nelle aree rurali. È diventato un asset strategico che garantisce comunicazioni militari resilienti, sfuggendo ai metodi tradizionali di guerra elettronica. Questo lo ha reso un obiettivo primario per la Cina, che vede la rete di Elon Musk come una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale e, potenzialmente, alla sua capacità di condurre operazioni belliche senza interferenze americane.
Secondo un rapporto pubblicato dalla Rand Corporation, il Pentagono dovrebbe prepararsi a possibili attacchi della Cina contro Starlink. Il documento rivela che l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) tende a “esagerare e catastrofizzare” la minaccia di questa rete satellitare e potrebbe essere disposto a compiere operazioni provocatorie nello spazio senza temere un’escalation immediata con gli Stati Uniti. In altre parole, Pechino potrebbe scommettere sul fatto che Washington non voglia trasformare un conflitto nello spazio in una guerra su larga scala.

Tencent ha chiuso il quarto trimestre del 2024 con risultati ben oltre le attese, spinta dalla crescita dell’intelligenza artificiale e dal settore gaming. I ricavi sono aumentati dell’11% su base annua, raggiungendo i 172,44 miliardi di yuan (23,8 miliardi di dollari), superando le previsioni degli analisti di 168,95 miliardi. L’utile netto attribuibile agli azionisti ha segnato un impressionante +90%, attestandosi a 51,32 miliardi di yuan.

La corsa alla produzione di robot umanoidi: l’industria manifatturiera sta per essere rivoluzionata?
Il settore della robotica umanoide sta vivendo una delle accelerazioni più impressionanti degli ultimi anni. Negli ultimi giorni, aziende statunitensi e cinesi hanno annunciato una serie di progressi che lasciano pochi dubbi: la produzione di massa dei robot umanoidi è più vicina di quanto si pensasse. La posta in gioco è altissima, con alcuni analisti che già paragonano il mercato nascente della robotica all’industria automobilistica, destinata forse a essere superata in termini di impatto economico e produttivo.

Negli Stati Uniti, Figure AI ha presentato una linea di produzione automatizzata in grado di sfornare fino a 12.000 umanoidi all’anno. Un numero impressionante, se si considera che fino a oggi questi robot sono rimasti confinati nei laboratori di ricerca o in produzioni artigianali. Parallelamente, in Cina, la Midea Group – nota per i suoi elettrodomestici ha svelato un prototipo di umanoide sviluppato in proprio, mentre Unitree

L’Intelligenza Artificiale non è più un gioco a senso unico dominato dagli Stati Uniti. La Cina sta colmando rapidamente il gap tecnologico e ora offre modelli AI altamente competitivi a prezzi stracciati. Secondo l’ultima analisi della società di benchmarking Artificial Analysis, il modello DeepSeek-R1 ha raggiunto un punteggio di 60 sull’Artificial Analysis Intelligence Index, piazzandosi al terzo posto mondiale, subito dietro a OpenAI con il suo o1 e o3-mini, rispettivamente a 62 e 66 punti. La vera sorpresa? Il prezzo. DeepSeek-R1 costa quasi 30 volte meno di GPT-4.5, minacciando di rivoluzionare il settore.
Solo un anno fa, l’AI di fascia alta era un affare quasi esclusivamente americano. Oggi, le cose sono cambiate drasticamente. Il mercato cinese sta producendo modelli avanzati a costi ridotti, grazie a strategie di ottimizzazione delle risorse computazionali e a una feroce guerra dei prezzi tra le Big Tech del Dragone. Alibaba, con il suo QwQ-32B, ha piazzato un altro colpo da maestro, posizionandosi al quarto posto nel ranking di intelligenza dei modelli AI, superando rivali come Claude 3.7 Sonnet di Anthropic e Mistral Large 2 di Mistral AI.

Lisa Su, CEO di AMD, è tornata in Cina con un chiaro messaggio: i chip della sua azienda sono perfettamente compatibili con i modelli di intelligenza artificiale sviluppati da giganti locali come DeepSeek e Alibaba. Un’affermazione che non è solo una mossa commerciale, ma un preciso segnale geopolitico in un contesto sempre più teso tra Stati Uniti e Cina sul fronte dei semiconduttori.
Durante una conferenza a Pechino dedicata ai PC per l’intelligenza artificiale, Su ha sottolineato come le soluzioni AMD abbiano già accelerato lo sviluppo delle tecnologie AI cinesi, grazie alla loro integrazione con i modelli Qwen di Alibaba e le architetture DeepSeek. Il messaggio è chiaro: mentre Washington cerca di frenare l’accesso di Pechino ai chip avanzati, AMD si posiziona come partner strategico per il mercato cinese, sfidando il dominio di Nvidia.

Il caso DeepSeek è la dimostrazione più chiara di come l’intelligenza artificiale in Cina sia ormai considerata un asset strategico al pari delle riserve di terre rare o dei segreti militari. Quando un governo inizia a sequestrare passaporti ai dipendenti di una startup privata e a impedire che vengano contattati da cacciatori di teste, il messaggio è chiaro: questa tecnologia non deve finire nelle mani sbagliate.
Il governo cinese sta applicando un controllo totale su DeepSeek, un’azienda che fino a poco tempo fa si muoveva con relativa indipendenza nel panorama dell’IA. Oggi i suoi dipendenti sono sotto sorveglianza, gli investitori devono passare al setaccio del governo prima ancora di poter ottenere un incontro, e la fuga di talenti è stata praticamente bloccata alla radice. Chi lavora per DeepSeek non può lasciare il paese senza un permesso speciale, e chi cerca di assumere qualcuno della loro squadra viene invitato, gentilmente ma fermamente, a farsi da parte.

A marzo, di fronte a centinaia di giornalisti, analisti e clienti, il vicepresidente di Huawei, Eric Xu Zhijun, dichiarava con fermezza che l’azienda non avrebbe potuto produrre nuovi smartphone 5G senza l’approvazione del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. “Se volete comprare un telefono Huawei 5G, dovrete aspettare il via libera degli USA”, disse con un tono rassegnato, quasi a voler sottolineare la dipendenza dell’azienda dalle decisioni di Washington. Accanto a lui, Meng Wanzhou – la figlia del fondatore e CFO della compagnia – si limitava a un enigmatico sorriso. Forse già sapeva qualcosa che il resto del mondo avrebbe scoperto solo mesi dopo.
E infatti, ad agosto, quando tutti davano Huawei per spacciata nel settore smartphone di fascia alta, ecco il colpo di scena: l’azienda lancia in sordina una prevendita del Mate 60 Pro, un modello che, sorpresa delle sorprese, supporta il 5G. Nessun annuncio trionfale, nessun evento pomposo, solo una discreta apertura degli ordini online. Qualche giorno dopo, arriva anche la versione premium, il Mate 60 Pro+, con la stessa modalità quasi clandestina. Come ha fatto Huawei a rilasciare un telefono 5G senza il permesso americano? La risposta è tanto semplice quanto imbarazzante per gli Stati Uniti: la Cina ha finalmente prodotto un chip avanzato senza bisogno della tecnologia occidentale.

La crescente potenza manifatturiera della Cina rappresenta una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti nel settore della robotica, secondo un rapporto pubblicato da SemiAnalysis, un’azienda indipendente di ricerca statunitense. L’automazione guidata dai robot intelligenti sta ridisegnando il panorama industriale globale, permettendo un’espansione senza precedenti della capacità produttiva in vari settori. La Cina, con il suo avanzato ecosistema di produzione e innovazione, si trova oggi in una posizione unica per raggiungere un livello di automazione che nessun’altra nazione può eguagliare.
Il rapporto evidenzia come la Cina stia rapidamente consolidando la propria leadership nella robotica industriale. Nel più grande mercato mondiale della robotica, la quota dei produttori cinesi si avvicina ormai al 50%, un aumento significativo rispetto al 30% registrato nel 2020. Questa crescita non è casuale, ma il risultato di una strategia ben definita che combina investimenti in ricerca e sviluppo, politiche governative favorevoli e un’industria manifatturiera fortemente integrata.

In un mondo dove gli Stati Uniti stringono sempre più la morsa sulle esportazioni di chip avanzati, la Cina risponde con la sua solita resilienza strategica: un bel po’ di finanziamenti statali e una narrazione patriottica. L’ultima mossa arriva da Biren Technology, uno dei principali contendenti cinesi nel settore dei chip AI, che ha appena incassato un nuovo round di finanziamenti guidato da un fondo statale di Shanghai. Il messaggio è chiaro: se Washington chiude le porte, Pechino costruisce i suoi grattacieli.
Con una valutazione da 2,2 miliardi di dollari secondo la Hurun Global Unicorn List del 2024, Biren sta accelerando la sua corsa verso un’IPO nel mercato interno, proprio mentre il governo cinese spinge per l’autosufficienza tecnologica. A mettere i soldi questa volta è stato il Shanghai State-owned Capital Investment (SSCI), attraverso il suo veicolo di private equity. Per chi non conoscesse il codice tra le righe, significa che lo Stato sta apertamente pompando denaro nelle sue aziende per contrastare il blocco occidentale.

Zhejiang, la provincia che fino a poco tempo fa era conosciuta soprattutto per essere il giardino di Alibaba, si sta trasformando in un Eldorado per le tecnologie avanzate, e i venture capitalist non si sono fatti pregare. Nel 2024, Zhejiang è diventata la regione cinese con il maggior numero di nuovi fondi di venture capital registrati, un primato che fa impallidire persino colossi storici come Pechino e Shanghai. Ben 41 nuovi fondi hanno deciso di mettere radici nella provincia costiera, segno che la metamorfosi da hub dell’e-commerce a roccaforte dell’innovazione è più che avviata.
Hangzhou, capitale della provincia, è il cuore pulsante di questa rivoluzione. Qui, oltre alla presenza ingombrante di Alibaba, fioriscono start-up di prim’ordine, ribattezzate con un pizzico di presunzione “l sei piccoli draghi”: DeepSeek, Unitree Robotics, Deep Robotics, BrainCo, Game Science e Manycore. Nominarle tutte d’un fiato è quasi impossibile, ma sono loro a trainare l’ecosistema hi-tech della regione, con una predilezione per intelligenza artificiale e robotica.

Osservatorio: CINA – Capitale Umano – Formazione
Il contesto economico cinese sta vivendo una trasformazione significativa, alimentata dal boom dell’intelligenza artificiale e da un crescente impegno da parte del governo centrale nel promuovere l’imprenditorialità tra i giovani.
Tuttavia, nonostante gli sforzi in corso, una parte consistente della gioventù cinese continua a preferire l’idea di ottenere un impiego stabile nel settore pubblico, piuttosto che rischiare con iniziative imprenditoriali.

La Cina è pronta a sferrare un colpo decisivo per rivitalizzare i consumi interni, varando il piano più ambizioso dagli anni ’70, mentre il mondo scientifico assiste a un’innovazione medica che sembra uscita da un romanzo di fantascienza: trasformare i tumori in carne di maiale per indurre il sistema immunitario a distruggerli. Se la prima notizia riguarda la stabilità economica di un colosso globale, la seconda potrebbe riscrivere il futuro della lotta al cancro.
Nel tentativo di contrastare la frenata della crescita economica, Pechino ha presentato un pacchetto di 30 misure per incentivare i consumi, un intervento che segna il cambio di passo più netto in oltre 40 anni. Il governo cinese mira a sostenere la domanda interna con politiche mirate, inclusi incentivi per l’acquisto di case e auto, oltre a investimenti nei servizi di welfare per spingere la spesa delle famiglie. Il punto cruciale è la necessità di stabilizzare la fiducia dei consumatori in un contesto in cui la crescita del PIL cinese rimane sotto pressione, con un target del 5% per il 2025 che appare sempre più difficile da raggiungere.

Alibaba ha recentemente lanciato una versione aggiornata di Quark, un’applicazione che funge da assistente personale avanzato, integrando le capacità del modello di intelligenza artificiale Qwen. Originariamente introdotto nel 2016 come browser web, Quark si è evoluto in una piattaforma leader nei servizi informativi basati sull’IA, vantando oltre 200 milioni di utenti in Cina.
La nuova versione di Quark sfrutta le capacità avanzate di Qwen 2.5-Max, un modello MoE (Mixture-of-Experts) su larga scala pre-addestrato su oltre 20 trilioni di token. Questo modello è stato ulteriormente perfezionato utilizzando metodologie come il Supervised Fine-Tuning (SFT) e il Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF), migliorando significativamente le prestazioni in compiti complessi come la risoluzione di problemi matematici, la programmazione e la scrittura creativa.

Un team di ricercatori cinesi ha sviluppato un’intelligenza artificiale capace di superare i piloti umani in combattimenti aerei simulati, riuscendo persino a contrastare manovre acrobatiche imprevedibili e ad alta intensità. Lo studio, pubblicato nel Journal of Gun Launch & Control, rappresenta un significativo passo avanti rispetto ai sistemi AI precedenti, grazie all’uso di tecnologie avanzate di imaging a infrarossi e modellazione predittiva basata sulla meccanica del volo.
Gli scienziati del Northwest Institute of Mechanical & Electrical Engineering hanno evidenziato che la loro ricerca ha superato un limite critico delle precedenti AI per il combattimento aereo, le quali si basavano esclusivamente su modelli predittivi legati alla traiettoria dell’aereo nemico.

La Cina ha annunciato un’iniziativa senza precedenti per sostenere le startup tecnologiche, stanziando un fondo nazionale di orientamento per il capitale di rischio del valore di quasi 1.000 miliardi di yuan, equivalenti a circa 138 miliardi di dollari. L’annuncio è stato fatto da Zheng Shanjie, capo della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc), durante i lavori annuali del Congresso nazionale del popolo, il massimo organo legislativo del Paese.
The “national venture capital guidance fund” will invest in hard technology sectors such as quantum computing, artificial intelligence (AI), semiconductors, and renewable energy,

Alibaba Group Holding Ltd ha recentemente presentato R1-Omni, un avanzato modello di intelligenza artificiale sviluppato dal suo laboratorio Tongyi, capace di interpretare le emozioni umane, segnando un significativo progresso nel campo della visione artificiale. Durante le dimostrazioni, R1-Omni ha mostrato una notevole precisione nel dedurre lo stato emotivo di individui presenti in video, fornendo descrizioni dettagliate dell’abbigliamento e dell’ambiente circostante.
Questo modello rappresenta un’evoluzione di HumanOmni, un modello open source, migliorato con la capacità di leggere le emozioni, posizionando Alibaba un passo avanti rispetto ad altri leader nel settore dell’IA.

Negli ultimi anni, facoltosi investitori cinesi hanno incanalato decine di milioni di dollari nelle società private di Elon Musk, tra cui SpaceX, Neuralink e la startup xAI, utilizzando strutture che ne schermano l’identità.
Questi investimenti sono stati effettuati tramite veicoli a uso speciale registrati in giurisdizioni come le Isole Cayman, rendendo i fondi cinesi invisibili nei registri pubblici e celando l’identità degli investitori. Tali pratiche, sebbene legali, sollevano preoccupazioni riguardo a potenziali conflitti di interesse e influenze indebite, specialmente considerando il ruolo cruciale di Musk nella politica e negli affari americani.

Foxconn, il colosso taiwanese dell’elettronica, ha recentemente presentato “FoxBrain”, il suo primo modello di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) ottimizzato per il cinese tradizionale e gli stili linguistici taiwanesi. Questo sviluppo rappresenta un passo significativo nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi e nella gestione della catena di fornitura.
Il modello FoxBrain è stato sviluppato utilizzando 120 GPU Nvidia H100 e si basa sull’architettura Llama 3.1 di Meta. Il processo di addestramento è stato completato in circa quattro settimane, rendendo FoxBrain il primo LLM taiwanese con capacità di ragionamento ottimizzate per il cinese tradizionale. Sebbene presenti un lieve divario prestazionale rispetto al modello DeepSeek della Cina, FoxBrain si avvicina agli standard mondiali.

Nel frenetico panorama dell’intelligenza artificiale, la Cina ha recentemente introdotto Manus AI, un agente autonomo che promette di rivoluzionare il settore. Sviluppato dalla startup Monica, Manus si presenta come un agente generale capace di gestire autonomamente compiti complessi, tra cui la selezione di curriculum, l’analisi delle tendenze azionarie e la creazione di siti web.
Questa descrizione ha immediatamente attirato l’attenzione, suscitando paragoni con DeepSeek, un altro modello di intelligenza artificiale cinese che ha scosso il mercato globale.

Costa veramente 6 milioni di dollari o ci sono costi nascosti di DeepSeek che non conosciamo?
DiPLab ha appena pubblicato uno studio sulla nascita e la crescita di DeepSeek, analizzando quanto è vera la storia della creazione di un sistema LLM a basso costo. DeepSeek è veramente costata solo 6 milioni di dollari? Nelle interviste sono stati tralasciati altri costi, come quelli del lavoro di addestratori e taggatori? Ricerche e analisi tecnico-economiche iniziano a pubblicare cosa è stato scoperto.

Immaginate un’intelligenza artificiale che non si limita a rispondere alle vostre domande, ma che prende in mano il lavoro e lo porta a termine dall’inizio alla fine, senza bisogno di supervisione umana. Questo non è più un sogno fantascientifico, ma una realtà concreta che la Cina ha appena svelato con il lancio di Manus, un agente AI destinato a ridefinire il panorama tecnologico globale. Presentato il 5 marzo 2025 dall’azienda Monica.im, Manus sta già facendo parlare di sé, suscitando entusiasmo e interrogativi sul futuro dell’automazione.

Il panorama del calcolo quantistico ha recentemente assistito a un significativo avanzamento con l’introduzione di Zuchongzhi 3.0, un prototipo di computer quantistico superconduttore sviluppato da scienziati cinesi.
Questo dispositivo, dotato di 105 qubit, rappresenta un notevole passo avanti nella competizione globale per la supremazia quantistica. Zuchongzhi 3.0 ha dimostrato prestazioni impressionanti eseguendo circuiti con 83 qubit per 32 cicli, generando un milione di campioni in pochi secondi.

DeepL, azienda leader nella traduzione automatica basata sull’intelligenza artificiale, ha annunciato il lancio di Clarify, una nuova funzionalità che promette di trasformare radicalmente il modo in cui gli utenti interagiscono con il sistema di traduzione. Questo strumento introduce un’interazione avanzata, consentendo agli utenti di chiarire e personalizzare le traduzioni in modo più efficace rispetto agli strumenti tradizionali.
Il problema principale della traduzione automatica è sempre stato legato alle ambiguità linguistiche, ovvero quei termini o frasi che possono avere significati diversi a seconda del contesto. Con Clarify, DeepL introduce un approccio innovativo: anziché offrire una traduzione statica, il sistema suggerisce alternative e permette all’utente di scegliere la più adatta in base alle esigenze specifiche. Questo non solo migliora l’accuratezza, ma offre anche un livello di personalizzazione senza precedenti.

La Cina continua a rafforzare il suo apparato militare con un approccio che definisce “moderato e ragionevole”, mantenendo una crescita della spesa per la difesa a una cifra per il nono anno consecutivo. A sottolinearlo è stato Lou Qinjian, portavoce del Congresso Nazionale del Popolo (NPC), durante il briefing di presentazione dell’evento politico più importante dell’anno per la Repubblica Popolare, che si terrà a partire da domani, 5 marzo 2025. Sarà proprio quello il momento nel quale l’NPC svelerà il budget della difesa per il 2025, un dato atteso con attenzione sia dagli analisti interni sia dalla comunità internazionale, desiderosa di decifrare le ambizioni del Dragone in un contesto globale sempre più teso.

La startup cinese Zhipu AI ha recentemente raccolto oltre 1 miliardo di yuan (circa 137,22 milioni di dollari) in un nuovo round di finanziamento, pochi mesi dopo aver ottenuto un investimento di 3 miliardi di yuan. Questo finanziamento è stato guidato da investitori statali come Hangzhou City Investment Group Industrial Fund e Shangcheng Capital. I fondi saranno utilizzati per migliorare il modello di linguaggio GLM di Zhipu AI e per espandere il suo ecosistema di intelligenza artificiale, con un focus sulle imprese nella provincia di Zhejiang e nella zona economica del delta del fiume Yangtze.

Honor, azienda cinese leader nella tecnologia, ha annunciato al Mobile World Congress (MWC) 2025 di Barcellona un investimento di 10 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per sviluppare un ecosistema di dispositivi basati sull’intelligenza artificiale (AI). Questo ambizioso progetto, denominato “Honor Alpha Plan”, mira a trasformare l’azienda da semplice produttore di smartphone a leader nell’integrazione dell’AI in vari dispositivi, tra cui PC, tablet e dispositivi indossabili.

La Cina ha recentemente emesso direttive che invitano i principali imprenditori e ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale (IA) a evitare viaggi negli Stati Uniti a causa di preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale. Le autorità temono che durante tali viaggi possano essere divulgate informazioni sensibili sui progressi cinesi nell’IA e che gli esecutivi possano essere detenuti, utilizzati come strumenti nelle negoziazioni tra Stati Uniti e Cina.
𝗜𝗹 𝗱𝗶𝘃𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗜𝗔 𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗮 𝗿𝗶𝗱𝘂𝗰𝗲𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗶ù 𝗹𝗮 𝗖𝗶𝗻𝗮 𝘀𝗶 𝗺𝘂𝗼𝘃𝗲 𝗮 𝗽𝗶𝗲𝗻𝗼 𝗿𝗶𝘁𝗺𝗼. 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝗽𝗼𝗰𝗵𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗮𝗽𝗽𝗮𝗶𝗼𝗻𝗼 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗶 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘃𝗮𝗻𝗴𝘂𝗮𝗿𝗱𝗶𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗜𝗔 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗲𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗶𝗻𝗮—𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗶ù 𝗿𝗮𝗽𝗶𝗱𝗶 𝗲 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗶.
𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗲𝘃𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲:
➜ Generazione video all’avanguardia – 30 miliardi di parametri, fino a 204 fotogrammi e ricostruzione video ad alta fedeltà con compressione spaziale 16×16 e temporale 8x.
➜ Architettura AI avanzata – Utilizza encoder di testo bilingue (inglese e cinese), DiT a piena attenzione 3D e ottimizzazione Video-DPO per migliorare la qualità e ridurre gli artefatti.
➜ Leader nei benchmark – Supera i modelli open-source e commerciali su Step-Video-T2V-Eval, spingendo oltre i confini della creazione video alimentata dall’AI.
You can try it here: https://yuewen.cn/videos
Github: https://github.com/stepfun-ai/Step-Video-T2V
Paper: https://arxiv.org/abs/2502.10248

Recentemente, Alibaba Group Holding Ltd è stata aggiunta alla lista “Best Ideas” di Benchmark, un riconoscimento che ha immediatamente influenzato positivamente il valore delle sue azioni. Questo riconoscimento è il risultato di una serie di sviluppi strategici e finanziari che hanno consolidato la posizione di Alibaba come leader nell’e-commerce e nell’intelligenza artificiale (AI) in Cina.
Nel trimestre conclusosi a dicembre 2024, Alibaba ha registrato un incremento dell’8% nei ricavi, raggiungendo 280,2 miliardi di yuan (circa 36,65 miliardi di euro). Parallelamente, l’utile netto è salito a 48,9 miliardi di yuan, evidenziando una solida performance finanziaria. Questi risultati sono stati trainati principalmente dalla crescita nel settore dell’e-commerce e dagli investimenti nell’AI. Il CEO Eddie Wu ha annunciato piani per investire significativamente nell’AI e nel cloud computing nei prossimi tre anni, con l’obiettivo di sviluppare un’intelligenza artificiale generale (AGI).

L’amministrazione Trump sta pianificando di rafforzare le restrizioni sui semiconduttori verso la Cina, ampliando gli sforzi precedenti per limitare i progressi tecnologici di Pechino. Recentemente, funzionari statunitensi hanno avviato discussioni con i loro omologhi giapponesi e olandesi per limitare la manutenzione delle apparecchiature per semiconduttori in Cina da parte di ingegneri di aziende come Tokyo Electron e ASML. Inoltre, sono in programma controlli più severi sulle esportazioni di chip Nvidia destinati al mercato cinese. L’obiettivo dell’amministrazione è ottenere il supporto di alleati chiave per implementare restrizioni simili a quelle già imposte alle aziende americane di apparecchiature per chip, come Lam Research, KLA e Applied Materials. Né i portavoce di Nvidia né il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria giapponese hanno commentato la questione. Si attendono risposte da Tokyo Electron, ASML, dalla Casa Bianca e dal Ministero olandese del commercio estero.

L’impatto dell’intelligenza artificiale (AI) sul consumo energetico globale è al centro del report “Electricity 2025” dell’International Energy Agency (IEA), che offre un’analisi dettagliata su come la crescente domanda di AI stia trasformando i data center, con un focus particolare sulla Cina. La rapida adozione dell’AI e l’espansione delle applicazioni avanzate stanno aumentando esponenzialmente il consumo di elettricità nei data center, un fenomeno destinato a cambiare radicalmente il panorama energetico globale nei prossimi anni.

Dopo sei anni di silenzio glaciale e due di repressione normativa che hanno fatto tremare i polsi ai colossi del tech cinese, Xi Jinping ha deciso di organizzare un simposio a Pechino. Non un incontro qualsiasi, ma un’elegante rimpatriata con gli stessi magnati che, fino a poco tempo fa, erano nel mirino delle autorità. Un evento da segnare sul calendario, soprattutto per chi pensava che la “mano invisibile” del mercato in Cina fosse stata amputata in nome del controllo statale.
Lo scenario era di quelli solenni, quasi teatrali: Jack Ma, il fondatore di Alibaba Group che fino a ieri sembrava scomparso in una dimensione parallela, è riapparso come per magia. Seduto in prima fila, al fianco di Pony Ma di Tencent e di Liang Wenfeng di DeepSeek, ha ascoltato in silenzio il “discorso importante” di Xi. La Xinhua News Agency, fedele alla sua vocazione narrativa criptica, ha evitato dettagli su quel discorso, lasciando spazio all’immaginazione: un elogio velato del capitalismo con caratteristiche cinesi o un monito paternalistico a non dimenticare chi tiene davvero il timone?

Baidu, il gigante tecnologico cinese, ha annunciato l’intenzione di lanciare il suo prossimo modello di intelligenza artificiale di nuova generazione, Ernie 5, nella seconda metà del 2025. Questo modello avanzato presenterà capacità multimodali, consentendo l’elaborazione e la conversione tra testo, video, immagini e audio. Questa mossa strategica arriva in un momento di crescente concorrenza nel mercato cinese dell’IA, soprattutto da parte di startup come DeepSeek, che ha attirato l’attenzione con un modello economico che rivaleggia con GPT di OpenAI.

Il Beijing Academy of Artificial Intelligence (BAAI) ha introdotto AquilaMoE, un avanzato modello linguistico basato su una struttura Mixture of Experts (MoE) da 8*16B, progettato per ottenere prestazioni elevate con un’efficienza senza precedenti. Il cuore della sua innovazione è EfficientScale, una metodologia di addestramento a due fasi che massimizza il trasferimento di conoscenza riducendo il fabbisogno di dati e calcolo.
L’approccio Scale-Up permette di inizializzare un modello più grande a partire dai pesi di uno più piccolo, ottimizzando l’uso dei dati e accelerando l’apprendimento. Successivamente, la fase Scale-Out trasforma un modello denso in un modello MoE, migliorando ulteriormente l’efficienza computazionale e la capacità del modello. Queste strategie consentono ad AquilaMoE di superare le limitazioni degli attuali modelli di linguaggio, offrendo prestazioni superiori con minori costi computazionali.

La Cina non ha semplicemente costruito un’industria degli smartphone, una delle batterie o dei veicoli elettrici: ha messo in piedi un’intera macchina industriale interconnessa, dove ogni settore rafforza l’altro in un ciclo vizioso che lascia poco spazio ai concorrenti globali. La sua strategia non è solo quella di dominare un singolo settore, ma di costruire un sistema industriale che si auto-alimenta, creando barriere all’ingresso insormontabili per i rivali occidentali, impantanati nella loro frammentazione e dipendenza dalle supply chain internazionali.

Un ecosistema di fabbriche-matrioska
Per comprendere il modello cinese, immaginiamo un puzzle industriale: più pezzi un Paese ha già in casa, più facile è completare l’immagine senza dover importare pezzi critici dall’estero. La Cina ha costruito un sistema in cui ogni settore industriale alimenta il successivo, con un effetto di spillover che rafforza l’intero apparato produttivo. Quando il Dragone investe in un settore, non lo fa mai in modo isolato. Ogni yuan iniettato nell’industria delle batterie, ad esempio, finisce per potenziare quella degli smartphone, dell’auto elettrica, delle reti 5G e dell’intelligenza artificiale.

Nel mondo scintillante dell’intelligenza artificiale, dove le grandi aziende si sfidano a colpi di miliardi per costruire il cervello sintetico definitivo, un gruppo di ricercatori di Stanford e dell’Università di Washington ha deciso di rovinare la festa. Con un budget ridicolo e un po’ di ingegno, hanno creato un modello AI di ragionamento che rivaleggia con OpenAI, spendendo meno di una cena in un ristorante mediocre.
Il modello in questione, chiamato “s1” (forse per sottolineare quanto sia basilare rispetto ai colossi da miliardi di dollari), è stato addestrato con la sorprendente cifra di… 1.000 domande. Già, niente terabyte di dati segreti o infrastrutture da capogiro, solo un piccolo set di domande ben selezionate. Il tutto è costato meno di 50 dollari e ha richiesto la bellezza di 26 minuti per essere raffinato. Tempi difficili per chi ancora pensa che servano budget illimitati per ottenere risultati nel campo dell’IA.