Il Giappone, quel laboratorio sociotecnico a cielo aperto dove l’ossessione per il dettaglio incontra la riluttanza al cambiamento, sta per essere scosso da qualcosa di piccolo, minuscolo, quasi ridicolo. Ma, come spesso accade in queste isole, ciò che sembra irrilevante può diventare fatale per i giganti.
A Higashihiroshima, in una di quelle periferie dimenticate dove il tempo passa in silenzio e i vicoli si stringono come i pensieri nei lunedì mattina, un ex YouTuber convertito in imprenditore sta per dare una lezione imbarazzante all’intera industria automobilistica nazionale. Il suo nome è Kazunari Kusunoki. Il suo giocattolo: il mibot, una scatoletta a quattro ruote da un posto solo, alimentata a batteria, che costa meno di uno scooter truccato. Ma attenzione: dietro l’estetica da golf cart c’è l’incubo di Akio Toyoda.