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Apple e l’intelligenza artificiale: il risveglio tardivo del gigante di Cupertino

Tim Cook è salito sul palco dell’auditorium di Cupertino con l’aria di chi sta annunciando la scoperta del fuoco, ma con vent’anni di ritardo. La frase pronunciata davanti ai dipendenti suona come una dichiarazione di guerra più che una strategia tecnologica: “Apple deve farlo. Apple lo farà. È una cosa che dobbiamo afferrare”. Cosa? L’intelligenza artificiale, ovviamente. Quella stessa AI che altri hanno già afferrato, modellato, commercializzato, ridimensionato e persino banalizzato. Eppure, ora, sembra che anche Apple si sia finalmente svegliata dal suo sonno algoritmico.

Apple e l’intelligenza artificiale: tra rincorsa disperata, shopping compulsivo e illusioni di controllo

Tim Cook, il gentile burocrate dal sorriso rassicurante che guida la più potente macchina da soldi di Cupertino, ha dichiarato che Apple è “aperta” a fusioni e acquisizioni mentre aumenta “significativamente” i suoi investimenti nell’intelligenza artificiale. Il problema, però, è che la parola chiave non è “investimenti”, ma “rincorsa”. Perché Apple, leader del design e dell’integrazione verticale, si ritrova oggi goffamente in fondo alla corsa globale verso l’AI, arrancando dietro a Meta, Google e Microsoft, come un gigante con le scarpe troppo piccole.

Apple e il Futuro della Salute: L’Intervista a Tim Cook Che Cambia le Regole del Gioco

In una recente intervista, il CEO di Apple, Tim Cook, ha delineato una visione ambiziosa e futuristica del contributo di Apple nel settore della salute. Durante il colloquio, Cook ha ribadito che il vero lascito della compagnia potrebbe non risiedere nei suoi iconici dispositivi tecnologici, ma nel suo impatto sul miglioramento della salute umana. Una dichiarazione potente, che potrebbe ridefinire il ruolo della tecnologia nella vita quotidiana.

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