
Tim Cook è salito sul palco dell’auditorium di Cupertino con l’aria di chi sta annunciando la scoperta del fuoco, ma con vent’anni di ritardo. La frase pronunciata davanti ai dipendenti suona come una dichiarazione di guerra più che una strategia tecnologica: “Apple deve farlo. Apple lo farà. È una cosa che dobbiamo afferrare”. Cosa? L’intelligenza artificiale, ovviamente. Quella stessa AI che altri hanno già afferrato, modellato, commercializzato, ridimensionato e persino banalizzato. Eppure, ora, sembra che anche Apple si sia finalmente svegliata dal suo sonno algoritmico.