Se hai mai pensato che il tuo cane potesse essere un dataset ambulante, Fi ti dà ragione. Il nuovo Fi Series 3 Plus, lanciato questo lunedì, è un collare “intelligente” che trasforma il tuo amico a quattro zampe in un sistema IoT vivente, sorvegliato e interpretato con la stessa accuratezza di uno smartwatch di fascia alta. E infatti, il tutto è ora perfettamente sincronizzabile con l’Apple Watch, così puoi controllare se Fido ha bevuto abbastanza mentre controlli se tu hai fatto abbastanza cardio. Perché lo stress, come si sa, si condivide anche tra uomo e bestia.

Iniziamo dalla promessa più ambiziosa, quasi messianica: l’intelligenza artificiale del nuovo collare è in grado di rilevare cambiamenti significativi nel comportamento del cane con una precisione dichiarata dell’80%. Chiunque abbia vissuto con un cane sa che questo potrebbe voler dire tutto e niente. Ma Fi, come ogni buon pioniere del quantified self applicato al regno animale, non scherza: il dispositivo traccia sonno, passi, abbai, leccate, grattate, episodi di fame e sete, e cerca correlazioni degne di un centro studi veterinario. Il tutto con l’obiettivo almeno sulla carta di rilevare anomalie sanitarie prima che diventino problematiche. La realtà, però, è che il confine tra salute proattiva e ipocondria algoritmica è ormai più sottile del guinzaglio che usi solo nel weekend.

Il cuore della proposta resta la sorveglianza geolocalizzata, che ora, grazie a un segnale GPS raddoppiato in sensibilità, permette ai proprietari ansiosi di sapere esattamente dove si trova il proprio cane, anche se è semplicemente andato dietro il cespuglio per fare pipì. Certo, la funzione ha un’utilità concreta per cani che si perdono o vivono in libertà, ma la retorica di “sapere sempre dove si trova il tuo cane” è un altro tassello in quell’inquietante sinfonia di controllo continuo che ormai coinvolge anche i membri pelosi della famiglia.

Come ogni buon prodotto 2025, anche Fi Series 3 Plus ha il suo Apple Watch moment. L’app, completamente ricreata per il polso, permette non solo di seguire l’attività e la posizione del cane, ma anche di interagire con lui (o con l’algoritmo) in tempo reale. La mossa è astuta: l’integrazione con Apple non solo aumenta la stickiness dell’ecosistema, ma trasforma il collare in un’estensione biometrica del padrone. Più il cane si muove, più tu ricevi dati. Più dati hai, più hai l’illusione di controllo. Più controllo hai… meno vivi il momento. Ma almeno sai quante volte si è grattato sulla coscia sinistra tra le 3 e le 4 di notte.

La vera novità, tuttavia, è più sottile: l’analisi documentale AI. L’app ora può leggere e interpretare referti veterinari, bollette mediche e documenti assicurativi. Questo spinge il collare oltre il territorio del wearable per animali, trasformandolo in un hub di salute digitale, una cartella clinica semovente pronta per essere monetizzata (o hackerata). Un giorno, non troppo lontano, l’algoritmo potrebbe suggerirti una visita dal veterinario prima ancora che il cane mostri sintomi reali. In teoria, straordinario. In pratica, benvenuti nell’era della paranoia preventiva.

Tutto questo pacchetto viene venduto con un modello “hardware incluso”, in cui il collare non si compra ma si ottiene in abbonamento, a partire da 14 dollari al mese. Una scelta che nasconde una verità importante: il collare è il cavallo di Troia, il vero valore è nei dati. Tuo, del tuo cane, e delle tue reazioni psicologiche a ogni notifica ricevuta sullo smartwatch.

Il dispositivo, ovviamente, è impermeabile fino a 50 metri in acqua salata (per quei cani che fanno snorkeling) e ha una luce integrata che sembra uscita da un rave del sabato sera. I colori sono vivaci –iallo, blu, rosa e grigio per chi vuole vestire il cane con un certo stile algoritmico. Ma sotto il design minimale e le promesse di sicurezza si nasconde una verità molto più “New Yorkese”: Fi non sta vendendo un collare, sta vendendo un’interfaccia per la tua ansia.

Un tempo si diceva “il cane è il miglior amico dell’uomo”. Ora è il suo nodo nella rete, il suo sensore mobile, il suo endpoint domestico. La relazione non è più fatta solo di coccole e passeggiate, ma anche di dashboard, notifiche push e tabelle comparate. Se il cane non mangia per qualche ora, l’app lo sa. Ma tu lo capisci davvero? Il rischio è che si smetta di osservare il cane, per osservare i suoi dati. L’effetto specchio si amplifica: più il collare è intelligente, più tu ti senti obbligato ad esserlo.

In fondo, come diceva Burroughs, “il controllo può non essere l’obiettivo consapevole di ogni innovazione tecnologica. Ma è quasi sempre la sua conseguenza”. Il Fi Series 3 Plus non fa eccezione. Forse aiuterà a salvare qualche cane da malattie non diagnosticate. O forse renderà l’intera esperienza della convivenza animale un’interazione nervosa tra polsi vibranti e cuccioli perplessi. E il fatto che ci venga venduto come “tranquillità” è, ironicamente, la sua parte più inquietante.

Source Businesswire

Shop (non promozionale): https://shop.tryfi.com/products/smart-collar-v3