Quando il futuro diventa mattoncino di silicio
OpenAI ha annunciato che costruirà nel Michigan, in Saline Township, un campus dati da oltre 1 gigawatt come parte dell’espansione Stargate in partnership con Oracle e uno sviluppatore immobiliare, Related Digital. L’obiettivo dichiarato è arrivare combinando questo sito con gli altri già in cantiere a più di 8 GW di capacità distribuiti su sette locazioni statunitensi e a un impegno complessivo che supera i 450 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. 
Questo sito sarà sviluppato su circa 250 acri, con tre edifici monostorici da circa 550.000 ft² ciascuno, con design avanzato (raffreddamento in circuito chiuso, limiti sull’uso idrico comparabili a un edificio per uffici) e alimentazione elettrica erogata da DTE Energy, sfruttando capacità di trasmissione esistenti.Non si prevede un impatto sui clienti preesistenti della rete: eventuali potenziamenti saranno finanziati dal progetto stesso.
Nei comunicati ufficiali OpenAI ha sottolineato che infrastrutture come queste rappresentano un’occasione per “reindustrializzare” gli Stati Uniti, distribuire opportunità economiche e garantire che “le comunità di tutto il paese” possano partecipare ai benefici dell’IA.
I numeri. le ambiguità
Un gigawatt di potenza IT non è più roba da laboratorio: secondo alcune stime, costruire quell’ordine di scala può costare decine di miliardi di dollari (varia molto in base a costi energetici, raffreddamento, connettività), e l’impegno totale di Stargate è stato inizialmente fissato a 10 GW per 500 mld USD.  Alcuni rapporti interni suggeriscono che il progetto sia “in anticipo rispetto al programma”, ma i dettagli finanziari chi mette cosa, profitti attesi, rischio operativo restano in buona parte non divulgati. 
Oracle naturalmente ha un interesse strategico: diventare fornitore di infrastruttura cloud e superare almeno in visibilità concorrenti come Microsoft, Amazon e Google. In Texas, ad esempio, è già previsto che Oracle acquisti decine di miliardi di dollari di GPU NVIDIA per alimentare i carichi di OpenAI sul sito Stargate di Abilene.
Il Michigan appare come uno dei pezzi chiave in questa strategia: connessioni elettriche già presenti, abbondanza di manodopera tecnica nelle vicinanze (Università del Michigan, Eastern Michigan University) e incentivi locali. Il governatore Gretchen Whitmer ha chiamato il progetto “il più grande investimento singolo nella storia del Michigan,” citando la creazione stimata di oltre 2.500 posti di lavoro nella costruzione e cifre stabili per posizioni permanenti sul sito e nell’indotto. (
Tuttavia restano rischi e interrogativi: la dipendenza da energia stabile, i vincoli normativi locali, l’effettiva scalabilità del progetto, la sostenibilità idrica, la competizione con altri poli tecnologici statali, e la trasparenza finanziaria nei bilanci dei partner.
Che impatti può avere per OpenAI e Oracle
Per OpenAI questo è un passo verso la verticalizzazione dell’infrastruttura: meno dipendenza da fornitori esterni, maggiore controllo sui costi operativi, latenza ridotta e capacità di crescita sostenuta. Se tutto va come previsto, potrebbero consolidarsi come player non solo nella ricerca e nei modelli linguistici, ma anche nella catena fisica di calcolo.
Per Oracle è l’occasione di trasformare la narrativa: da fornitore di database legacy è diventato protagonista nella corsa all’IA tramite infrastrutture hardware. Sta investendo pesantemente in GPU, sistemi cloud e leasing dell’infrastruttura stessa, assumendosi rischi maggiori ma con potenziale ritorno strategico (e reputazionale).
Ma c’è una tensione sottile: quanto può sostenere di spesa un progetto così mastodontico prima che emergano problemi di efficienza, concorrenza, regolamentazione, ritorni sul capitale? In un settore dove l’innovazione tecnologica e il prezzo delle GPU cambiano da un trimestre all’altro, l’esecuzione è più importante delle promesse.
Se gestisci business tech, startup o progetti che dipendono da AI su larga scala, questo annuncio rappresenta una mappa anticipata dell’infrastruttura ai margini: dove stare, chi saranno i player chiave, quali vincoli locali contano. Per chi progetta reti, sistemi di raffreddamento, logistica elettrica, supply chain di GPU o servizi collegati all’edge AI, le implicazioni sono immediate.
In finanza il punto non è solo “OpenAI crescerà”, ma “chi sopravvive alla guerra dell’infrastruttura”? Oracle sta mettendo la faccia (e il bilancio) su un percorso che può definirla come “fabbrica dell’IA”. Per OpenAI, il rischio è più elevato ma la ricompensa potenzialmente enorme: un ecosistema AI dotato di colonna vertebrale propria, capace di evolvere senza dover dipendere da Microsoft, AWS o chiunque altro.
 
								