Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Le Big Tech e la guerra sporca dell’intelligenza artificiale un caffè al Bar dei Daini

Il capitalismo ha trovato il suo nuovo culto. Non è più il metaverso, né la blockchain o la realtà aumentata. È l’intelligenza artificiale generativa, e più precisamente il mito della superintelligenza, quella divinità algoritmica che promette di superare l’uomo in tutto, dal pensiero critico al sarcasmo. Microsoft, Meta, Alphabet, Amazon e gli altri soliti noti della Silicon Valley non si stanno limitando a giocare la partita. Stanno comprando il campo, gli arbitri e persino le telecamere del VAR. Il mercato, per ora, applaude. I bilanci reggono, i margini volano, e se serve spendere 400 miliardi di dollari l’anno per dominare il futuro, ben venga. Perché in questa guerra il primo che esita è morto.

La Silicon Valley ridefinisce la Politica con l’AI di Trump


Il paradosso è servito su un piatto d’argento. La Silicon Valley, patria del liberalismo progressista e della retorica anti populista, oggi applaude un presidente che fino a ieri considerava un corpo estraneo nel suo universo dorato di equity, stock option e startup miliardarie. L’intelligenza artificiale, quella vera, non il marketing travestito da AI, è diventata il nuovo feticcio politico. E Donald Trump lo ha capito meglio di chiunque altro. In una scena che quattro anni fa sarebbe sembrata satira politica, il presidente, a sette mesi dal suo secondo mandato, ha annunciato un quadro normativo che definire aggressivo è un eufemismo. Ha promesso deregulation, incentivi e un’accelerazione forzata dello sviluppo. Ha scelto di farlo non in un contesto istituzionale, ma in un evento co-organizzato da venture capitalist che sembravano usciti da un episodio di Silicon Valley: quattro investitori trasformati in podcaster, e uno di loro già ribattezzato “lo zar dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute”.

Silicon Valley Geopolitics and New Balances of Power (ENGLISH PODCAST)

Il potere liquido del digitale: la nuova autarchia tecnologica tra Silicon Valley, Cina e crisi delle democrazie.

L’epoca che stiamo attraversando non ha eguali nella storia. Non è tanto una questione di tecnologia in sé, quanto della sua velocità, della sua capillarità, e soprattutto della sua imprevedibile capacità di ridefinire strutture di potere, categorie politiche e fondamenta sociali. Se fino a ieri le guerre si combattevano con carri armati, oggi si conducono con algoritmi, piattaforme, intelligenza artificiale e manipolazione cognitiva di massa. E chi le combatte, sempre più spesso, non indossa una divisa. È un ingegnere di Stanford, un imprenditore visionario in t-shirt nera, un fondo sovrano saudita o un partito comunista che ha capito come si programma un sistema operativo.

La tecnologia digitale non è più una componente del sistema: è il sistema. E in questa mutazione genetica della realtà sociale, economica e politica globale, si intravede un disegno emergente – non sempre intenzionale, ma comunque dirompente – che sta ridefinendo gli assi della geopolitica. Gli attori centrali di questa trasformazione non sono più gli Stati, ma gli attori extra-statuali, potentati digitali, corporate apolidi che accumulano capitale, dati e influenza in una misura senza precedenti. È la “balcanizzazione del potere”, ma con server sparsi nei deserti del Nevada e nei data center sottomarini di Google, non più tra le montagne dei Balcani.

Silicon Valley Spy Story: la guerra senza regole tra Rippling e Deel

Nel mondo delle startup, dove l’innovazione è spesso sinonimo di caos organizzato, due nomi emergono nel settore della gestione delle risorse umane:

Rippling e Deel. Entrambe le aziende promettono di semplificare la complessità dell’HR, ma recenti eventi hanno messo in luce una rivalità che va oltre la semplice concorrenza.

Rippling, con sede a San Francisco, si presenta come una piattaforma integrata che unisce HR, IT e finanza, offrendo alle aziende una gestione centralizzata delle operazioni. Fondata da Parker Conrad, già noto per la sua turbolenta esperienza con Zenefits, Rippling ha attirato l’attenzione per la sua capacità di automatizzare e unificare processi aziendali complessi.

Dall’altra parte dell’oceano, Deel si è affermata come leader nella gestione globale delle buste paga e della conformità. Fondata nel 2019, Deel ha rapidamente scalato il mercato, offrendo alle aziende la possibilità di assumere, pagare e gestire team in oltre 150 paesi.

Silicon Valley in Bilico: Quando la Politica Incontra il Capitale

Le recenti elezioni presidenziali hanno portato a un dibattito vivace su come la polarizzazione politica possa influenzare il mondo della tecnologia, in particolare nell’epicentro dell’innovazione: la Silicon Valley. Il settore tecnologico si ritrova diviso tra investitori di idee opposte, sollevando una domanda inquietante: potrebbe la Silicon Valley frantumarsi in fazioni di capitalisti di rischio che rifiutano di collaborare a causa delle loro convinzioni politiche? Eppure, osservando da vicino, è difficile credere che questo scenario estremo diventerà realtà.

Mencius Moldbug: La guida di estrema destra che ha fatto amicizia con le fazioni estreme della Silicon Valley

JD Vance rappresenta qualcosa di molto raro per il movimento MAGA (Make America Great Again): un repubblicano nazionale fortemente integrato nell’élite del movimento intellettuale conservatore, spesso chiamato “la Nuova Destra” o “la destra dissidente”.

All’inizio di quest’anno, Vance ha ammesso di essere “collegato a molte strane culture di destra“.

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