I data center non sono solo i pilastri della trasformazione digitale: se integrati con il sistema energetico, possono diventare alleati nella decarbonizzazione delle città. È questa la chiave di lettura che Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, ha proposto al Forum TEHA di Cernobbio, dove è stato presentato uno studio sul ruolo strategico di queste infrastrutture in Italia.
Una leva per PIL e occupazione
Secondo le stime illustrate, lo sviluppo del settore potrebbe generare entro il 2035 una crescita del PIL nazionale pari al 6% nello scenario base (77mila nuovi posti di lavoro), fino al 15% nello scenario full potential (150mila occupati). Numeri che confermano il potenziale dei data center come infrastrutture abilitanti per la competitività economica e digitale del Paese.
L’impatto energetico: sfida e opportunità
Se da un lato i data center aumenteranno in modo significativo la domanda di energia, dall’altro il mix energetico italiano – rafforzato da nuove centrali termoelettriche a ciclo combinato e dalla crescita delle rinnovabili – è già in grado di sostenere questo incremento.
La vera svolta, però, sta nell’integrazione con il teleriscaldamento: il calore prodotto dai data center può essere recuperato e utilizzato per alimentare le reti urbane, fornendo energia termica a oltre 800.000 famiglie. È quanto accade già a Brescia e quanto avverrà presto anche a Milano, dove A2A svilupperà progetti per trasformare il surplus termico in risorsa per cittadini e imprese.
Dal digitale al circolare
Il modello delineato da A2A è quello di una simbiosi industriale, in cui i player tecnologici che sviluppano data center collaborano con gli operatori energetici per generare valore condiviso. Non più quindi semplici “cattedrali energivore”, ma hub digitali circolari, capaci di trasformare un problema di consumo in una leva di sostenibilità.
Verso un ecosistema integrato
La sfida per l’Italia non è solo infrastrutturale ma strategica: governare l’espansione degli hub digitali significa abilitare un ecosistema che intrecci innovazione, energia e sostenibilità. Un passo necessario per garantire che la rivoluzione digitale non pesi sull’ambiente, ma diventi un motore di crescita green.