Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico al Politecnico di Milano, Mario Draghi non ha fatto il classico discorso celebrativo da cerimonia universitaria con buffet finale. Ha tenuto, piuttosto, una lezione di geopolitica tecnologica mascherata da prolusione accademica. E ha messo l’Europa davanti allo specchio: e quello che si vede riflesso non è esattamente il volto di un continente all’avanguardia sull’Intelligenza Artificiale.
Mario Draghi ha usato numeri, storia economica e una filosofia molto concreta per mandare un messaggio semplice: senza una vera strategia su AI, innovazione e produttività, l’Europa rischia una lunga, elegante e costosissima stagnazione. Un museo a cielo aperto, brillante nel patrimonio culturale, molto meno nel futuro industriale.