La leva del procurement pubblico non è un lusso, ma un’arma strategica che l’Europa non sta ancora sfruttando appieno. Quando si parla di tecnologie critiche, il supporto statale senza un mercato che lo assorba è puro esercizio accademico. L’industria europea può essere costruita con incentivi, ma senza domanda reale il risultato rischia di essere un paradosso costoso: chip difensivi prodotti senza clienti, AI verticali sviluppate senza utenti, cloud europeo disponibile ma inutilizzato. La regolazione aiuta a rimuovere ostacoli, ma il vero motore resta il procurement. Con un valore totale pari al 14% del PIL UE, anche una frazione orientata verso fornitori europei creerebbe un ecosistema stabile, un terreno fertile per l’innovazione strategica e per settori industriali capital-intensive.
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		Mario Draghi, ex-presidente della Banca Centrale Europea e già primo ministro italiano, ha recentemente sollevato una questione cruciale riguardo all’Atto sull’Intelligenza Artificiale dell’Unione Europea: la necessità di sospendere l’attuazione delle sue fasi più avanzate fino a una valutazione approfondita degli impatti potenzialmente negativi.
			
		È ormai chiaro come l’Europa abbia mancato anche l’appuntamento con la rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Adesso rischia di perdere anche il prossimo treno perchè l’innovazione nel vecchio continente continua ad essere soffocata da norme, frammentazione e una buona dose di miopia strategica.
			
		L’Europa si trova davanti a una sfida esistenziale, un bivio che definirà il suo ruolo nel panorama globale dei prossimi anni. Energia, intelligenza artificiale e innovazione industriale sono i tre pilastri su cui si gioca il futuro del continente. A sottolinearlo con chiarezza è Mario Draghi, intervenuto al Parlamento per discutere il suo Rapporto sulla competitività europea.
			
		Nel suo recente intervento al Parlamento Europeo a Bruxelles, l’ex presidente della Bce ed ex premier italiano Mario Draghi ha lanciato un appello urgente per l’Europa, sottolineando la necessità di agire rapidamente per non rimanere indietro nella corsa tecnologica e geopolitica globale. Le sue dichiarazioni, pronunciate durante la Settimana Parlamentare Europea 2025, hanno messo in luce le sfide che l’Unione Europea deve affrontare per mantenere la propria competitività e sicurezza economica.