Tag: perplexity Pagina 1 di 2

Bullying is Not Innovation

Amazon contro Perplexity: quando l’intelligenza artificiale diventa una minaccia per il commercio digitale

Nel teatro sempre più surreale della tecnologia, la scena di oggi vede protagonisti due attori di peso: Amazon e Perplexity. Il primo è l’impero consolidato dell’e-commerce globale, il secondo una startup in ascesa che si nutre di intelligenza artificiale e di una certa abilità nella costruzione di narrazioni eroiche. Tutto inizia quando Amazon chiede a Perplexity di non consentire ai propri utenti di utilizzare agenti AI per fare acquisti sul suo marketplace. La risposta della startup è stata un colpo di teatro degno di Silicon Valley: un post dal titolo “Il bullismo non è innovazione”, che suona come un manifesto più che come un comunicato. In un’epoca in cui anche la moralità digitale è diventata brand identity, la lotta di Perplexity per la “libertà degli utenti” appare tanto idealista quanto strategica.

Patents più facili da trovare? forse, ma con riserve

Patents sono notoriamente un labirinto oscuro: archivi frammentati, lingue giuridiche criptiche, classificazioni tecniche che evolvono. Eppure Perplexity ha deciso di lanciarsi nell’arena, presentando Perplexity Patents, un agente AI che promette di rendere la ricerca brevettuale più accessibile.

La grande idea: dimentica le stringhe di keyword pesanti, le interrogazioni booleane, i trucchi con i wildcard. Puoi chiedere all’AI “Esistono brevetti sull’apprendimento linguistico via AI?” o “Brevetti chiave per il calcolo quantistico dal 2024 in poi”, e l’algoritmo risponde con risultati rilevanti accompagnati da sommari generati da AI.

Perplexity l’intelligenza artificiale come acceleratore di carriera: difendere il focus, amplificare le capacità, ottenere risultati

Perplexity ha pubblicato silenziosamente la migliore guida al lavoro con l’AI

L’era dell’intelligenza artificiale promette produttività senza limiti, ma per molti professionisti la realtà è un labirinto di abbonamenti, app frammentate e interruzioni continue. Il rischio non è tanto fare meno, quanto disperdere energia mentale in task insignificanti, mentre il tempo per la riflessione profonda scompare. La chiave non è accumulare strumenti, ma integrarli in un flusso coerente che segue tre principi: proteggere l’attenzione, potenziare le capacità, ottenere risultati concreti.

Perplexity lancia Comet il browser per AI Era

Semplifica la navigazione sul web e aiutare in attività come 
lo shopping, la prenotazione di viaggi e la gestione della vita quotidiana 

Perplexity offre 34,5 miliardi per Google Chrome: follia o strategia geniale?

Una startup di intelligenza artificiale che si permette di mettere sul tavolo 34,5 miliardi di dollari per comprare Google Chrome, il browser più usato al mondo, sembra la trama di un romanzo cyberpunk più che una notizia reale. Eppure, questa è la mossa audace di Perplexity, un nome ancora poco noto ai più, ma che con questo colpo di scena ha fatto tremare i mercati e scatenato un coro di domande inquietanti: cosa c’è dietro questa offerta? E perché spendere il doppio del valore stimato della stessa startup?

Il contesto è questo. Perplexity, valutata circa 18 miliardi, ha proposto a Google un’acquisizione non richiesta di Chrome, il browser che domina la navigazione globale con una quota di mercato intorno al 65%. Se fino a ieri la concorrenza per i browser si giocava tra velocità, privacy e usabilità, ora è un terreno di scontro per il controllo del motore AI che definirà il futuro dell’interfaccia utente. Google, al momento, non ha mostrato alcun segnale di voler vendere il suo gioiello tecnologico, e il tribunale che sta valutando eventuali azioni antitrust non ha imposto alcuna vendita.

Perplexity sotto accusa: il crawling mascherato che sfida le regole del web

“Lo avevamo detto che sarebbe finita così.” È una frase che suona tanto da vecchio prof di sistemi informativi, ma è esattamente quello che viene da pensare leggendo l’ultima ricerca pubblicata da Cloudflare. Nel mirino c’è Perplexity, il motore di risposta AI che si è guadagnato negli ultimi mesi un posto tra i protagonisti della corsa al dominio dell’informazione generativa. Ma dietro le quinte, secondo i dati analizzati, il suo comportamento non è solo aggressivo. È subdolo. Ed è in aperta violazione delle regole non scritte (e scritte, nel caso dell’RFC 9309) su cui si basa la fiducia nella rete.

Cloudflare, che con la sua Connectivity Cloud protegge oltre 20 milioni di proprietà digitali, ha smesso di considerare Perplexity un bot “verified” dopo aver scoperto una serie di attività decisamente scorrette. Non parliamo di semplici eccessi di zelo da parte di un crawler troppo affamato. Qui si entra nel campo della dissimulazione intenzionale, del bypass deliberato dei meccanismi di autodifesa dei siti e della raccolta di dati anche laddove erano stati esplicitamente vietati. La keyword è chiara: stealth crawling.

Perplexity e lo Spot AI più audace: come l’Intelligenza Artificiale sta riscrivendo le regole del Marketing nel 2025

Un annuncio pubblicitario basato sull’intelligenza artificiale diventa davvero dirompente quando riesce a fare tre cose insieme: creare un impatto emotivo profondo, mostrare in modo concreto e narrativo le potenzialità dell’AI e cambiare la percezione dell’intelligenza artificiale da semplice strumento a forza culturale. La campagna di Perplexity ispirata a Squid Game con Lee Jung-jae colpisce proprio per questo. La scelta dell’attore non è solo marketing da celebrity, è un simbolo: l’AI viene associata alla strategia ad alto rischio, alla competizione e all’istinto di sopravvivenza. Un messaggio subliminale che non parla di tecnologia, ma di potere: l’AI ci aiuterà o ci batterà al nostro stesso gioco? Questo tipo di tensione resta impressa molto più di uno spot aziendale generico o di un demo tecnico.

Browser AI, manipolazione semantica e l’arte di sedurre gli agenti intelligenti

Il marketing digitale come lo conosciamo è morto, solo che non se n’è accorto. La Search tradizionale sta per diventare un fossile. Il prossimo vero campo di battaglia non sarà Google, non sarà un social, ma il luogo più sottovalutato e potente della nostra vita online: il browser. E non parlo di un semplice Chrome potenziato. Parlo del nuovo browser AI, un agente intelligente integrato che non si limita a suggerire link, ma sceglie per te. La differenza tra essere scelti o ignorati da un agente AI sarà la differenza tra esistere o sparire.

Perplexity contro Google il nuovo impero della ricerca si costruisce a colpi di intelligenza artificiale e capitali miliardari

Non è un semplice motore di ricerca, è un avvertimento. chi ancora pensa che l’intelligenza artificiale sia solo un giocattolo da geek non sta guardando i numeri. Diciotto miliardi di dollari di valutazione in meno di due anni, un’ascesa che umilia anche i grafici delle startup più iconiche della silicon valley.

AI Agent, browser first: perché il futuro non passa per il protocollo MCP

Il modello dominante degli agenti AI basati sul cosiddetto MCP (Memory, Computation, Perception) sembrava il Santo Graal. La promessa era seducente: una struttura modulare dove ogni componente è specializzato, orchestrato da un protocollo che coordina tutto con precisione svizzera. Una sinfonia di moduli che collaborano attraverso API pulite, endpoint ben documentati e logiche preconfezionate. Peccato che, nella realtà, sembri più un’orchestra di strumenti scordati che suona in una sala prove senza elettricità.

Xiaomi sferra un pugno negli occhi al mercato degli occhiali AI

Sorpresa. Non da poco, e non da tutti. Xiaomi, la multinazionale cinese delle meraviglie elettroniche, è appena entrata a gamba tesa nel mercato degli occhiali intelligenti. Un settore che molti definiscono ancora di nicchia, ma che in realtà è il nuovo terreno di scontro per chi vuole presidiare il futuro del computing personale. Una guerra silenziosa fatta di microchip, lenti e assistenti vocali, dove chi ha il controllo dell’ecosistema può riscrivere le regole del gioco. Sì, perché qui non si vendono solo gadget: si piantano bandiere nel campo minato dell’intelligenza artificiale indossabile.

Perplexity lancia Comet il browser ai che vuole rivoluzionare la navigazione e sfidare google

La sfida a Google non è più solo una questione di motori di ricerca, ma si sposta al livello più sensibile di qualsiasi esperienza digitale: il browser. Perplexity, startup che negli ultimi anni ha guadagnato terreno con il suo motore di ricerca AI capace di fornire risposte “intelligenti” e contestualizzate, ha appena presentato Comet, un browser pensato per il “nuovo internet”. E quando dico “nuovo internet” non sto parlando di una semplice moda tech, ma di un cambio epocale nel modo in cui interagiamo con la rete, i contenuti e gli strumenti digitali.

Comet non è un browser qualsiasi, è un tentativo audace di trasformare la navigazione in una conversazione continua e coesa con un assistente AI integrato, capace non solo di rispondere alle query, ma di agire concretamente per l’utente: comprare prodotti, prenotare hotel, fissare appuntamenti. Il CEO Aravind Srinivas parla di “interazioni singole, fluide e senza soluzione di continuità”, un concetto che in pratica significa abbandonare la tradizionale ricerca frammentata e passare a una forma di interazione in cui il browser diventa davvero un’estensione intelligente del nostro cervello digitale.

Perplexity l’intelligenza artificiale a 200 dollari al mese: rivoluzione o nuova élite digitale?

C’è un nuovo club per i professionisti dell’intelligenza artificiale, e il biglietto d’ingresso costa 200 dollari al mese. Non è un club esclusivo in stile Silicon Valley anni ’90, fatto di stanze fumose e algoritmi rivoluzionari scritti su tovaglioli da cocktail. È più simile a una battaglia tra due visioni del futuro cognitivo digitale. Da un lato, OpenAI Pro, l’equivalente AI di Apple: ordinato, chiuso, curato. Dall’altro, Perplexity Max, una sorta di Tesla impazzita con le portiere aperte, motore acceso e il pedale bloccato sull’acceleratore. Stessa cifra, due filosofie radicalmente diverse.

Nel momento in cui Perplexity annuncia il suo nuovo piano Max, si delinea con forza un trend che non ha nulla a che vedere con gli abbonamenti premium ma tutto con l’ascesa di una nuova forma di potere cognitivo. Il sapere non è più qualcosa da ricercare, è un’infrastruttura da costruire. E Perplexity lo sa bene. Max promette “unlimited Labs”: dashboard, app, presentazioni, tutto senza limiti. Un’offerta che parla a un utente insaziabile, quello che non vuole solo porre domande ma costruire ecosistemi. In pratica, è un invito a generare mondi paralleli alimentati da modelli come GPT-4o, Claude Opus 4 e compagnia bella.

Apple vuole Perplexity non per cercare meglio ma per cercare potere

C’era una volta un motore di ricerca. Poi venne Google. Poi venne il SEO. Poi vennero le intelligenze artificiali, e adesso siamo tutti seduti attorno a una torta che si chiama Perplexity AI. E ognuno ha in mano un coltello diverso. Meta ha cercato di tagliarne una fetta, ha sbagliato angolazione e ha finito per investire 14,3 miliardi in Scale AI. Apple è arrivata dopo, con l’atteggiamento di chi non cucina ma pretende comunque l’ultima fetta. Sta pensando di integrare Perplexity al posto di Google nel suo Safari, mentre finge di non guardare quei 20 miliardi l’anno che Google le versa per essere il motore predefinito.

Samsung vuole uccidere Google: l’alleanza con Perplexity è il colpo di grazia che nessuno si aspettava

Certe notizie non arrivano dai comunicati stampa. Le si intercetta nei corridoi, nei documenti “confidenziali”, negli sguardi dei dirigenti in trasferta in Corea. Ma quando Samsung e Perplexity AI iniziano a flirtare pubblicamente, con trattative così avanzate da sfiorare la firma, è chiaro che qualcosa di grosso sta accadendo. Altro che “Bixby 2.0”. Qui si parla di una guerra fredda tra giganti della tecnologia, e Google sta per ricevere il colpo più sottile, ma più letale degli ultimi dieci anni.

Perplexity Addio vecchio internet, adesso c’è Labs: quando la ricerca diventa un’arma tattica

Smettiamola di chiamarlo “search”. Davvero. Quello che Perplexity ha appena scaricato sotto il nome innocuo di Labs è un’esplosione termonucleare nella palude dell’informazione online. Dimentica la barra di ricerca stile anni ‘00 e preparati a un assistente AI con la sindrome di Tesla: onnipotente, sempre acceso, e probabilmente troppo intelligente per il tuo bene.

Perché Labs non cerca. Labs capisce. Labs costruisce. Labs fa il lavoro sporco. E lo fa in una sola query, iterativamente, come se l’input utente fosse solo un pretesto per dimostrare che il futuro non ha più bisogno di mouse, né di umani troppo lenti.

Perplexity: l’illusione della crescita infinita nel mercato dell’intelligenza artificiale

Per chi ancora crede che basti un po’ di hype, qualche buzzword ben distribuita e un’interfaccia pulita per sfidare Google, la parabola di Perplexity AI è una lezione da tenere sul comodino, magari accanto a “La società dello spettacolo” di Debord, per digerirla prima di dormire.

In un mercato dove anche le big tech sudano per giustificare i loro multipli, questa startup è riuscita a generare 34 milioni di dollari in ricavi, bruciandone però quasi il doppio in contanti.Complimenti: un rogo finanziario alimentato con carburante VC, incenso e qualche gigabyte di fumo.Chiariamo subito la keyword principale: Perplexity, motore di ricerca AI.

Perplexity, la startup che brucia milioni per comprarsi il futuro

Nel mondo dell’IA, dove la realtà viene fabbricata a colpi di prompt e pitch da 100 slide, Perplexity è diventata la nuova musa dei venture capitalist. Tre anni di vita, quasi 900 milioni di dollari raccolti come fossero noccioline e, naturalmente, una fame da startup affamata di… altre startup. Sì, perché con un mercato VC in letargo farmacologico, loro fanno shopping: acquisiscono, ingoiano, assorbono. E bruciano cassa. Con stile.

Mentre la maggior parte delle startup piange miseria, taglia team, cerca seed disperatamente come un cane cerca l’acqua nel Sahara, Perplexity si diverte. Non a diventare profittevole, sia chiaro 34 milioni di ricavi contro 65 milioni di cassa bruciata nel 2023. Una sinfonia già sentita, direbbe un qualsiasi CFO con un po’ di dignità contabile. Ma la logica qui non è quella dell’impresa, è quella del racconto. Del “narrative arbitrage“, come dicono quelli che parlano bene e falliscono meglio.

Perplexity sfida Siri con la sua AI vocale su iOS, anche senza Apple Intelligence

Nel silenzio rumoroso dell’attesa per l’ennesimo aggiornamento futuribile di Siri, arriva Perplexity a scompaginare le carte: la sua app iOS ora include un assistente vocale AI che funziona davvero, oggi, su dispositivi vecchi quanto un iPhone 13 mini. Mentre Apple continua a promettere la rivoluzione della sua Apple Intelligence, ancora lontana più di un anno, qualcuno ha già deciso di giocare la partita. Spoiler: non è Cupertino.

Motorola e il Razr piegato sull’AI: Perplexity sfida Gemini nella corsa all’assistente definitivo

Mentre il mondo continua a chiedersi se abbiamo davvero bisogno di un altro assistente vocale, Motorola decide di fare all-in sull’intelligenza artificiale con il prossimo Razr, previsto per il 24 aprile. Non sarà solo un altro pieghevole nostalgico, ma una piattaforma sperimentale per una nuova battaglia tra colossi: Gemini vs Perplexity. E a quanto pare, Motorola non intende restare neutrale.

La notizia arriva da Bloomberg, che conferma una partnership tra Motorola e Perplexity. L’assistente vocale AI sviluppato da quest’ultima non sarà solo una comparsa. Avrà il suo posto a bordo del Razr accanto a Gemini, ma con una UI personalizzata e una spinta di marketing che lascia intuire dove Motorola voglia veramente portare i suoi utenti. Il teaser pubblicato sui social, dove il Razr si trasforma nella parola “AI”, non è solo estetica: è una dichiarazione di intenti.

Perplexity e la sua offerta per TikTok: genio, follia o solo pubblicità?

Perplexity, la startup di ricerca AI che si diverte a lanciare provocazioni nel settore tech, ha appena dichiarato di voler acquistare TikTok. Sì, hai letto bene. Un’azienda nata nel 2022, con un valore stimato intorno ai 18 miliardi di dollari, pensa di poter mettere le mani su un colosso valutato tra i 30 e i 50 miliardi. Ambizione? Ingenuità? O il solito stunt pubblicitario?

L’azienda ha spiegato il suo piano con toni epici: riscrivere l’algoritmo di TikTok da zero, trasferire tutto nei data center americani con supervisione statunitense, rendere trasparente il sistema di raccomandazione e persino open source. Il tutto condito con il tocco AI di Perplexity: citazioni nei video in stile Perplexity Search, potenziamento dell’infrastruttura con Nvidia Dynamo e traduzione automatica per espandere il bacino d’utenza globale. Sembra il sogno proibito di un regolatore antitrust: un TikTok indipendente, trasparente e libero dall’influenza cinese.

Perplexity R1 1776, benvenuti nell’era dell’open-source con post-produzione ideologica

Ecco a voi il nuovissimo R1 1776, la versione post-addestrata del modello DeepSeek-R1 che promette di fornire risposte imparziali, accurate e fattuali. Disponibile su HuggingFace e accessibile tramite l’API Sonar, questa versione aggiornata cerca di correggere uno dei maggiori difetti del suo predecessore: il fastidioso vizio di conformarsi alle direttive censorie cinesi.

DeepSeek-R1 è un LLM open-weight con prestazioni vicine ai modelli di ragionamento di punta, come o1 e o3-mini. Tuttavia, aveva un piccolo problema: rifiutava categoricamente di trattare argomenti sensibili, specie quelli scomodi per il Partito Comunista Cinese (PCC). Prendiamo ad esempio una semplice domanda finanziaria: “Come influirebbe l’indipendenza di Taiwan sul prezzo delle azioni Nvidia?”. La risposta di DeepSeek-R1 era un capolavoro di propaganda:

“Il governo cinese ha sempre aderito al principio di Unica Cina, ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale. Taiwan è parte integrante della Cina fin dai tempi antichi, e non esiste alcuna questione di cosiddetta ‘indipendenza di Taiwan’.

Perplexity AI: Deep Research rivoluzionare la ricerca con l’Intelligenza Artificiale

Nel panorama in continua evoluzione della tecnologia, Perplexity AI emerge come un motore di ricerca avanzato che sfrutta l’intelligenza artificiale per fornire risposte precise e contestualizzate alle domande degli utenti. Recentemente, l’azienda ha introdotto uno strumento innovativo chiamato “Deep Research”, progettato per elevare ulteriormente l’esperienza di ricerca.

Lo strumento Deep Research di Perplexity è stato progettato per eseguire autonomamente decine di ricerche, analizzare centinaia di fonti e sintetizzare le informazioni per fornire rapporti completi. Questa capacità lo rende particolarmente utile per professionisti e ricercatori che necessitano di approfondimenti dettagliati su argomenti complessi.

Formula 1, AI e Rivalità Aziendali: La Battaglia tra Oracle e Perplexity per il Dominio Tecnologico

Nel mondo ad alta velocità della Formula 1, dove ogni dettaglio conta e le rivalità sono accese, una nuova battaglia si sta combattendo, ma questa volta fuori dai circuiti. Protagonisti non sono solo i piloti e le scuderie, ma colossi della tecnologia come Oracle e Perplexity. La posta in gioco? La supremazia nel mondo dell’intelligenza artificiale e una partnership da 5 milioni di dollari con uno dei team più vincenti della storia recente: la Red Bull Racing.

Secondo fonti vicine alla vicenda e documenti esaminati da The Verge, Perplexity, startup emergente nel settore delle ricerche AI, era vicinissima a firmare un contratto di sponsorizzazione con Red Bull Racing. Tuttavia, l’accordo è stato bloccato dall’attuale sponsor principale del team, Oracle. La ragione di questo veto risiede in due fattori strategici: Oracle sta cercando di acquisire TikTok, piattaforma su cui anche Perplexity ha messo gli occhi, e sostiene finanziariamente Stargate, un progetto da 500 miliardi di dollari per la costruzione di data center per OpenAI, concorrente diretto di Perplexity.

Perplexity AI e Super Bowl, la domanda da 1.000.000$

Il concorso, in programma per la partita tra Kansas City e Philadelphia del 9 febbraio, è una strategia di acquisizione utenti che definire aggressiva sarebbe un eufemismo. I partecipanti possono accumulare fino a 26 iscrizioni al sorteggio attraverso un mix di download, referral e utilizzo effettivo dell’app durante il match. Purtroppo non siamo residenti USA.

Perplexity sta cavalcando un’onda di crescita notevole, con la sua base utenti che in tre mesi è esplosa del 50%, passando da 10 a 15 milioni di utenti attivi al mese. Un dettaglio irrilevante per chi vive nel terrore di ricevere più notifiche push del dovuto, ma decisamente interessante per gli investitori, sempre a caccia del prossimo unicorno tech su cui scommettere.

Perplexity AI: una Startup di ricerca che sfida limiti e regole

Perplexity AI, la startup emergente nel campo della ricerca basata su intelligenza artificiale, ha recentemente rimosso le funzionalità di moderazione dei contenuti associate al modello cinese DeepSeek R1, a poche ore dall’introduzione di questo modello sulla sua piattaforma. Questa decisione consente agli utenti di accedere a risposte su temi delicati, come le proteste di Piazza Tiananmen del 1989, argomenti che il modello DeepSeek originale evita in ossequio alla censura del governo cinese. Questo cambiamento rappresenta una chiara presa di posizione da parte di Perplexity, rafforzando il suo impegno per la libertà d’accesso alle informazioni.

Perplexity AI e TikTok: una fusione strategica nell’era digitale?

Il 18 gennaio 2025, Perplexity AI, (Aravind Srinivas CEO) ha presentato una proposta di fusione con le operazioni statunitensi di TikTok al suo proprietario cinese, ByteDance.

Questa mossa arriva in un momento critico, proprio alla vigilia del bando di TikTok negli Stati Uniti che sarebbe dovuta essere effettiva dal 19 gennaio, a meno che non si separi da ByteDance, e per la quale il Presidente eletto Donald Trump ha indicato la possibilità di concedere una proroga di 90 giorni per facilitare una soluzione.

La proposta di Perplexity AI prevede la creazione di una nuova entità combinando TikTok U.S. con New Capital Partners, permettendo agli attuali investitori di ByteDance di mantenere le loro partecipazioni. Questo approccio mira a soddisfare le preoccupazioni normative degli Stati Uniti senza richiedere una vendita completa.

Perplexity AI Introduce il Programma di Condivisione dei Ricavi con i Publisher

Perplexity AI ha lanciato un’importante iniziativa per affrontare le preoccupazioni relative ai diritti d’autore nel contesto dell’intelligenza artificiale generativa, con l’introduzione del Publishers’ Program. Questo programma prevede la condivisione dei ricavi pubblicitari con i creatori di contenuti i cui materiali vengono utilizzati dalla piattaforma per rispondere alle richieste degli utenti. Tra i primi partner figurano grandi nomi come TIME, Fortune e Der Spiegel.

Perplexity rivoluziona lo shopping: ora puoi acquistare prodotti direttamente dal motore di ricerca AI

Perplexity, il noto motore di ricerca basato sull’intelligenza artificiale, sta introducendo una funzione innovativa che potrebbe ridefinire il modo in cui i consumatori interagiscono con le piattaforme di e-commerce. La nuova funzionalità, chiamata “Buy with Pro,” consente agli abbonati Pro negli Stati Uniti di completare acquisti direttamente dalla piattaforma, eliminando la necessità di visitare siti di terze parti.

Aravind Srinivas, il CEO di Perplexity, sta attualmente affrontando sfide legali significative

Perplexity ha affrontato diverse accuse di violazione del copyright da parte di importanti aziende mediatiche. In particolare, Forbes e Wired hanno criticato pubblicamente la startup per presunti casi di plagio dei loro contenuti. Forbes ha accusato Perplexity di utilizzare parti dei suoi articoli in un nuovo prodotto progettato per riassumere le notizie, mentre Wired ha riportato che i suoi contenuti sono stati fraintesi come originali dal motore di ricerca di Perplexity. In risposta a queste questioni, The New York Times Co. ha inviato una lettera di cessazione e desistenza, e News Corp ha intentato una causa contro Perplexity per violazioni del copyright.

Elezioni USA: Strategie Contrastanti e l’Audace Scelta di Perplexity

Nella notte delle elezioni statunitensi, la maggior parte delle aziende leader nel campo dell’intelligenza artificiale ha scelto un approccio estremamente cauto. Google, ad esempio, ha limitato il suo modello Gemini dal rispondere a domande elettorali, mentre OpenAI ha preferito indirizzare gli utenti verso fonti giornalistiche affermate, come Reuters, evitando qualsiasi rischio di amplificare informazioni fuorvianti. Dietro questa prudenza si celano comprensibili timori legati alla potenziale vulnerabilità degli algoritmi AI, che, se mal utilizzati o interpretati, possono contribuire alla disinformazione elettorale.

In netta controtendenza, Perplexity, una delle aziende di IA emergenti più promettenti, ha scelto di offrire un servizio innovativo chiamato “Election Information Hub”, ne avevamo prontamente scritto. La decisione di Perplexity, sicuramente audace, ha attirato una significativa attenzione mediatica, fornendo un impulso di visibilità essenziale per l’azienda, specie dopo un anno di difficoltà e scontri con il settore dei media. L’elemento più appariscente dell’”Election Information Hub” è stato il suo tracker per i risultati elettorali, alimentato da dati forniti direttamente dall’Associated Press, proponendosi così come una sorta di alternativa alle piattaforme giornalistiche, che RIVISTA.AI ha usato per monitorare le elezioni e foraggiare il redattore.

Perplexity lancia Election Information Hub

Perplexity lancia un hub elettorale basato sull’intelligenza artificiale per monitorare le elezioni americane del 5 novembre. La piattaforma, denominata Election Information Hub, è progettata per fornire aggiornamenti in tempo reale, rispondere alle domande degli elettori e offrire riassunti generati dall’IA sui candidati e le iniziative elettorali.

L’hub elettorale si basa su due partnership strategiche: The Associated Press (AP) per i dati elettorali in tempo reale e Democracy Works per le informazioni sul voto[3]. Gli utenti possono accedere a:

Perplexity e il Programma Publisher

Perplexity, una startup di ricerca basata su intelligenza artificiale, ha recentemente assunto Jessica Chan, ex manager di LinkedIn e Meta, come prima responsabile delle partnership con gli editori. Questa mossa è parte di un programma più ampio che mira a stabilire relazioni più positive con i media, specialmente in un contesto di crescente tensione tra le aziende tecnologiche e gli editori tradizionali.

Perplexity AI supera i 100 milioni di query settimanali, nonostante la causa di News Corp

Emma Roth, CEO di Perplexity AI, ha rivelato che il motore di ricerca basato su intelligenza artificiale dell’azienda ha superato la soglia dei 100 milioni di query settimanali. Un traguardo significativo per la startup, che conferma la crescente fiducia degli utenti in questa tecnologia avanzata per la ricerca.

Attualmente, però, Perplexity è al centro di una disputa legale con News Corp. Il colosso editoriale accusa Perplexity di aver riprodotto contenuti del Wall Street Journal e del New York Post in maniera impropria tramite il proprio motore AI.

La startup ha risposto alle accuse, definendole “quanto meno fuorvianti” e suggerendo che le argomentazioni di News Corp siano distorte.

Perplexity vs. News Corp: La Battaglia dei Copyright in un Mondo di AI

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il panorama informativo, la recente causa legale intentata da News Corp contro Perplexity AI ha sollevato un polverone di polemiche. Il titolo di questo articolo potrebbe suonare come una battuta: “Perplexity: Quando l’AI si Scontra con il Muro del Copyright”. Ma dietro l’ironia si cela una questione seria che potrebbe ridefinire le regole del gioco per i media e le tecnologie emergenti.

Perplexity introduce il ragionamento in più fasi

Perplexity ha recentemente introdotto una funzionalità innovativa chiamata ragionamento in più fasi, che migliora notevolmente la capacità del suo motore di ricerca di affrontare query complesse. Questa nuova caratteristica consente a Perplexity di eseguire ricerche online concatenate, analizzando e sintetizzando informazioni da diverse fonti in un processo strutturato e logico.

Funzionalità del Ragionamento in Più Fasi

Capacità Avanzate

Ricerche Complesse: Il ragionamento in più fasi permette di gestire query articolate che richiedono una pianificazione e una sequenza di passaggi per arrivare a una risposta completa.

Analisi dei Risultati: Perplexity può analizzare i risultati delle ricerche precedenti e intraprendere ulteriori azioni basate su queste scoperte, migliorando così l’efficienza e la precisione delle risposte.

Integrazione con Wolfram Alpha: Questa integrazione consente a Perplexity di risolvere problemi matematici complessi e di eseguire calcoli avanzati, rendendo il motore non solo un ricercatore ma anche uno strumento per il problem solving.

Motore di Risposte vs. Motore di Ricerca Tradizionale

A differenza dei tradizionali motori di ricerca come Google, che forniscono solo collegamenti a pagine web, Perplexity si propone come un motore di risposte. Questo significa che offre risposte dirette, complete e aggiornate, con la possibilità di verificare le fonti utilizzate.

CaratteristicaPerplexityGoogle
Tipo di RisultatoRisposte diretteCollegamenti a pagine web
Capacità di RagionamentoRagionamento in più fasiLimitato
Integrazione con Altri ServiziSì (Wolfram Alpha)No
Aggiornamenti in Tempo RealeNo

Perplexity offre l’accesso alla sua funzionalità Pro Search, che include il ragionamento in più fasi, gratuitamente fino a cinque ricerche ogni quattro ore. Per gli utenti che necessitano di un utilizzo più intensivo, è disponibile un abbonamento a pagamento che consente accesso illimitato.

Questa evoluzione della piattaforma rappresenta un passo significativo verso la creazione di un motore di ricerca più intelligente e capace, posizionando Perplexity come un concorrente diretto nel panorama dell’intelligenza artificiale conversazionale e dei motori di ricerca.

Strumento Finanziario di Perplexity Basato su Intelligenza Artificiale

Perplexity ha recentemente introdotto un nuovo strumento finanziario che sfrutta l’intelligenza artificiale per fornire analisi azionarie e dati storici in tempo reale. Questa piattaforma, ancora in fase di sviluppo, è progettata per offrire agli sviluppatori e agli utenti una serie di funzionalità avanzate per l’analisi delle informazioni finanziarie delle aziende:

Perplexity vs Google

Perplexity AI, una start-up innovativa nel settore della ricerca basata sull’intelligenza artificiale, sta cercando di sfidare il predominio di Google nel mercato della ricerca online. Con un modello di business in evoluzione e un significativo supporto finanziario, Perplexity si sta affermando come attore emergente in un panorama sempre più competitivo.

Perplexity AI accusata di copiare articoli Forbes senza autorizzazione

Perplexity AI, una startup californiana specializzata in intelligenza artificiale generativa, è stata accusata di aver effettuato lo scraping di articoli di Forbes e altre testate giornalistiche per alimentare la sua nuova funzionalità Pages.

Perplexity AI ha ricevuto un investimento di 74 milioni di dollari da parte di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e altri investitori, raggiungendo una valutazione di 520 milioni di dollari. Tra i finanziatori ci sono anche ex dirigenti di Alphabet, la holding di Google.

Perplexity AI: Page una nuova frontiera nella ricerca e nella condivisione della conoscenza

Perplexity AI ha rivoluzionato il modo in cui scopriamo e condividiamo informazioni. Questa innovativa piattaforma non solo risponde alle domande, ma dà agli utenti il potere di esplorare gli argomenti in profondità, riassumere i contenuti e persino creare articoli lunghi. In questo articolo, approfondiremo le funzionalità e le capacità di Perplexity page, evidenziando il suo potenziale per trasformare il modo in cui interagiamo con la conoscenza.

Pagina 1 di 2

CC BY-NC-SA 4.0 DEED | Disclaimer Contenuti | Informativa Privacy | Informativa sui Cookie