Nel cuore del convegno “L’AI cresce con le persone per la competitività del Paese”, ospitato ieri a Villa Quartara, Elena Bonfiglioli, Global Business Leader for Healthcare di Microsoft, ha delineato una visione dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo come “collega cognitivo”, non come sostituto, in grado di ridefinire modelli economici, organizzazioni e creatività umana. L’evento ha coinciso con il lancio di Fusion AI Labs, un hub che ambisce a unire ricerca, impresa e società, trasformando la tecnologia in leva di sviluppo competitivo e umano.
Dal postmodernismo all’iper modernismo: la velocità quantistica del cambiamento
Bonfiglioli ha esordito con una provocazione: “siamo passati dal postmodernismo all’iper modernismo” per sottolineare come il ritmo del cambiamento abbia raggiunto una “velocità quantistica”. L’adattabilità umana fatica a tenere il passo con uno sviluppo tecnologico esponenziale. La soluzione? “Investire in ecosistemi aperti” dove industria e ricerca collaborano senza barriere. Solo così l’AI può diventare un “ponte” tra persone, imprese e società.
Agenti AI: da strumento a team di lavoro
L’AI non è più un tool isolato: gli “agenti autonomi” formeranno veri e propri team. Tradotto: Copilot è già un collega. Le aziende abbandoneranno gli organigrammi rigidi per organizzarsi intorno a “workflow e task fluidi”.
D’altra parte, sottolinea Bonfiglioli, il Premio Nobel per l’economia 2025, conferito a studiosi che hanno dimostrato il ruolo della tecnologia nella crescita economica, sta a dimostrare come la tecnologia cessa di essere un semplice “fattore di produzione” e diventa un “fattore cognitivo”. Un passaggio epocale e rivoluzionario.
Il paradosso dell’adozione: tra conoscenza e utilizzo
Tra “conoscenza, utilizzo e adozione” c’è un abisso. Tra l’80 e l’86% dei leader globali prevede che gli agenti sostituiranno parte della forza lavoro. Entro pochi anni circoleranno “1,3 miliardi di agenti”, ponendo questioni legali, etiche e organizzative, con un impatto principalmente nei settori manifatturiero (quello a maggior propensione di automazione), retail, servizi finanziari, trasporti e healthcare (dove Bonfiglioli opera direttamente).
La chiave per affrontare questo cambiamento? “Riscoprire la creatività umana”, ovvero non aver paura di lasciare agli agenti i task standard per “liberare tempo da dedicare al pensiero strategico”.
Agenti come acceleratori di innovazione
Bonfiglioli ha citato esempi concreti, che vanno dalle molecole ai tessuti, dai materiali alle batterie: gli agenti analizzano e sviluppano innovazioni in tempi impensabili per l’uomo. Ed è proprio in questo contesto che soluzioni come i digital twin e i sistemi esperti possono permettere di valorizzare dati finora sottoutilizzati, soprattutto nel settore manifatturiero. La tecnologia, ha concluso, “sta ridefinendo il futuro del settore”, ma serve un adattamento culturale.
Obsessed by Learning: la cultura della formazione continua
Come stare al passo? Alcune regole fondamentali: investire in capacità AI, coltivare una cultura di formazione continua e accettare che l’evoluzione tecnologica non aspetta. Da questo punto di vista, solo chi impara continuamente, aggiornando le proprie conoscenze e competenze professionali, potrà essere in grado di guidare l’impatto dell’AI sul mondo del lavoro, trovando “il giusto equilibrio tra umano e agenti”. Volendo riassumere la visione di Elena Bonfiglioli: l’AI non sostituisce l’uomo, ma lo eleva.
Insomma il messaggio è chiaro: l’AI non è una minaccia, ma un “alleato cognitivo” per chi sa abbracciare il cambiamento.