Ieri il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il presidente francese Emmanuel Macron hanno riunito i ministri digitali dell’Ue per parlare di “sovranità digitale europea”. Peccato che, come al solito, la voce che conta sia stata soprattutto una: quella franco-tedesca.
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La dipendenza infrastrutturale in Europa è ormai un problema da codice rosso, quasi un dramma shakespeariano in chiave tecnologica. Nel mondo del cloud computing, la quasi totalità delle aziende europee si affida senza riserve a infrastrutture americane, con Amazon Web Services che detiene circa il 32% del mercato globale, seguito da Microsoft Azure con il 23% e Google Cloud Platform intorno al 11%, dati recenti di Synergy Research Group confermano questa distribuzione spietata. Questi numeri non sono soltanto statistiche: sono il riflesso di un controllo quasi totale su dati, servizi e infrastrutture critiche che influenzano quotidianamente la vita economica, sociale e politica del continente.
Sap ha appena chiuso un trimestre che molti competitor si sognerebbero. Eppure Wall Street ha reagito come se la festa fosse già finita. Cloud in crescita del 28 per cento anno su anno. Backlog che vola a 21,26 miliardi di dollari. Eps rettificato di 1,76 dollari contro stime di 1,69. Il fatturato totale è salito del 9 per cento a 10,6 miliardi. Un soffio sotto le attese. Troppo poco per meritarsi applausi, almeno secondo gli investitori, che nel post-market hanno punito il titolo con un meno 2 per cento.
La transizione digitale e l’espansione dell’intelligenza artificiale hanno spinto i data center al centro della scena europea, con una crescita esponenziale di infrastrutture nei principali hub tecnologici del continente. Tra le regioni destinate a subirne l’impatto maggiore c’è la Lombardia, al crocevia tra innovazione, industria e infrastrutture energetiche.
La scommessa generativa da 80 miliardi di dollari
Oracle ha finalmente smesso di essere la vecchia signora dei database e ha cominciato a vestirsi da tech-giant ipermuscolato. A dispetto di chi la dava per sorpassata, i risultati trimestrali del terzo trimestre fiscale 2024 mostrano che Larry Ellison non solo non ha intenzione di mollare il volante, ma che il motore sotto il cofano ora è alimentato da cloud, intelligenza artificiale generativa e ambizioni sanitarie. Ricavi in crescita del 7%, pari a 13,3 miliardi di dollari. Tradotto: il piano di trasformazione digitale avviato anni fa non era solo storytelling da investor relations, ma una mutazione genetica che ora dà frutti. Il cloud, come previsto, è il pezzo forte dello show, con una crescita a doppia cifra sia nei servizi sia nel supporto alle licenze. I servizi cloud e il supporto hanno toccato i 10 miliardi, +12%, mentre le licenze on-premise sono scese del 3%. Una discesa più che fisiologica. L’on-premise, oggi, è come il fax: resiste, ma non entusiasma.
TIM ha annunciato un importante investimento di circa 130 milioni di euro per far crescere TIM Enterprise nel Cloud e costruire un nuovo Data Center di ultima generazione. L’iniziativa si inserisce nella più ampia strategia di investimenti che il Gruppo sta portando avanti per potenziare la disponibilità di ulteriori spazi di Data Center ad alte prestazioni nei campus già esistenti a Roma e Milano, con l’obiettivo di continuare a essere il punto di riferimento nel mercato italiano e di rispondere alle crescenti esigenze di aziende e Pubblica Amministrazione.
L’Intelligenza Artificiale fa da volano al mercato del Cloud che in Italia raggiunge un valore di 6,8 miliardi di euro, in crescita del 24% rispetto al 2023, l’incremento più alto registrato negli ultimi 6 anni. A farla da padrona nel 2024 è il Public & Hybrid Cloud, che registra la crescita più significativa, con una spesa di 4,8 miliardi di euro (+30% sul 2023), mentre la spesa per i servizi infrastrutturali (Infrastructure As A Service – IaaS) supera quella per i servizi Software (SaaS), storicamente i più rilevanti nella spesa delle imprese. Sono queste le principali evidenze emerse dalla ricerca realizzata dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno “Cloud nell’era della rivoluzione intelligente: cavalcare l’onda senza esserne travolti”.
In una calda serata di agosto a Pamplona, ci si ritrova a gustare un bicchiere di txakoli, un vino bianco frizzante tipico dei Paesi Baschi, presso Iruñazarra, nel cuore del centro storico della città, a pochi passi dalla celebre Plaza de Toros, mentre il profumo delle tapas appena preparate si diffonde nell’aria.
“Nonostante le recenti fluttuazioni nel settore tecnologico,” inizia un amico, sollevando il bicchiere, “le azioni delle aziende cloud continuano a crescere.
Hai visto l’incremento del 30% di Oracle quest’anno? È incredibile come l’intelligenza artificiale stia alimentando questo entusiasmo.”
“È vero,” risponde un altro, mentre un gruppo di musicisti inizia a suonare melodie tradizionali. “IBM ha anche registrato un aumento del 19%. Sembra che l’IA stia diventando il motore di crescita per queste aziende.”
“Meta Platforms, come gigante del cloud, ha le risorse, i modelli open source e i dati finanziari per dimostrare la sua efficacia nell’AI. Al momento, Meta è inarrestabile.” Gli ribatte un cameriere.
“Se si tratta di un gioco cloud puramente consumer/enterprise, è Microsoft con la sua capacità di sfruttare OpenAI“. Quello alla cassa.
“Ma non dimentichiamo Nvidia,” aggiunge infine un altro. “Con oltre il 90% di quota nel mercato delle GPU per l’IA, sono loro a guidare l’innovazione. Senza le loro tecnologie, tutto questo non sarebbe possibile.”
Mentre il sole tramonta, la vacanza continua, e i brindisi si susseguono. la città di Pamplona si trasforma in un palcoscenico di tradizione e modernità, dove il passato e il futuro si intrecciano in un’unica, indimenticabile esperienza.

Quest’anno il Cloud 100 Benchmark Report di Bessmer Venture Partner è stato la più competitiva di sempre, poiché le aziende continuano a rimanere private più a lungo dimostrando al contempo la capacità di sostenere la crescita su larga scala.

Tornando per la sua nona edizione, Bessemer Venture Partners, Forbes e Salesforce Ventures hanno rilasciato la Lista Cloud 100 del 2024, la classifica definitiva delle 100 migliori aziende cloud private al mondo. Dopo un dinamico 2023 in cui abbiamo visto il valore della lista Cloud 100 contrarsi per la prima volta anno su anno, la coorte del Cloud 100 del 2024 stabilisce molteplici record, dimostrando la resilienza delle aziende cloud nell’affrontare questi tempi incerti.
La Guida alla spesa mondiale di IDC per software e servizi cloud pubblici mostra gli acquisti di cloud pubblico per 28 settori e cinque dimensioni aziendali in otto regioni e 47 paesi.