Intelligenza Artificiale, Innovazione e Trasformazione Digitale

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Nvidia e la danza delle illusioni: mentre i clienti fingono di costruire chip, Huang incassa tutto

Se fosse davvero così facile costruire chip per l’intelligenza artificiale, allora perché Jensen Huang sembra uscito da un rave tech senza fine, invecchiato di dieci anni in dodici mesi ma ancora in cima alla catena alimentare dell’AI?

Parlando con l’aria stanca ma trionfante a Parigi — la città che ti fa sentire elegante anche quando parli di semiconduttori — il CEO di Nvidia ha mostrato con l’aria di chi la sa lunga che non è minimamente minacciato dal fatto che i suoi clienti più importanti, da Amazon Web Services a Microsoft fino a OpenAI, stiano tentando di fabbricare chip proprietari. Il tono? Mezzo ironico, mezzo “siete tutti i benvenuti a provarci, ma fallirete”.

Nvidia e Oracle, il matrimonio tecnico del secolo nasce nel deserto texano per conquistare l’intelligenza artificiale europea

Da una parte una delle aziende più sottovalutate ma più longeve del cloud enterprise. Dall’altra il semidio delle GPU che ha reinventato la traiettoria del calcolo. Ecco a voi Oracle e NVIDIA: una strana coppia in missione per colonizzare l’intelligenza artificiale con un approccio che odora di strategia da Guerra Fredda più che di semplice evoluzione tecnologica.

L’annuncio? Di quelli che a prima vista sembrano uno dei tanti comunicati stampa scritti in stile-benessere-aziendale. Ma sotto la superficie c’è molto di più. Oracle ha deciso di spingere tutto il suo stack cloud nelle braccia muscolose della piattaforma AI di NVIDIA. E non si tratta solo di un abbraccio tecnico: parliamo di un’integrazione nativa, radicale, e soprattutto distribuita, che mette insieme 131.072 GPU Blackwell e il DGX Cloud Lepton. No, non è fantascienza: è OCI (Oracle Cloud Infrastructure) in versione steroidea.

Nvidia si prende l’europa: nasce il primo cloud industriale per l’intelligenza artificiale, 10.000 gpu per spodestare Amazon e Google

Nessuno aveva chiesto il permesso. Nvidia è entrata in Europa come una valanga silenziosa, con l’annuncio che segna una nuova frontiera: la costruzione del primo cloud industriale AI europeo. Non un data center qualsiasi, ma una piattaforma con 10.000 GPU H100, pensata non per alimentare i meme su Midjourney, ma per far girare le macchine che muovono l’industria pesante, le smart factory e, soprattutto, le economie nazionali.

Dietro l’annuncio c’è molto di più che un’infrastruttura. C’è un messaggio politico. C’è l’idea, finora solo sussurrata nei corridoi della Commissione Europea, che il cloud “made in USA” non sia più sostenibile. E mentre Bruxelles balbetta leggi e regolamenti, Nvidia fa. E lo fa a casa nostra.

Accenture e Nvdia il sistema operativo invisibile che governerà l’intelligenza sovrana in europa: Sovereign AI

Live da GTC Paris, la fiera dove i badge brillano più dei neuroni e gli acronimi si fanno carne. Lì, tra droni in posa e modelli linguistici con velleità geopolitiche, si sta delineando un nuovo spettro: quello della Sovereign AI, l’intelligenza artificiale sovrana. Non è solo una buzzword – anche se suona dannatamente bene nei comunicati stampa – ma una posta in gioco di portata storica. E in prima fila, con il microfono acceso e le slide ben oliate, ci sono NVIDIA e Accenture. Non stanno vendendo solo chip e consulenze, ma una visione: un sistema operativo per l’autonomia digitale dell’Europa.

Già, un Operating System for Sovereign AI. Come se la democrazia liberale avesse finalmente trovato il suo kernel.

Ma cosa vuol dire davvero? Non è solo una faccenda di compliance o di regolamenti con nomi in codice tipo “AI Act”. È una questione strutturale: chi controlla i modelli linguistici controlla la narrativa, e chi controlla la narrativa… beh, scrive il futuro. Con questo OS, l’obiettivo è chiaro: dare a governi e industrie europee una piattaforma che permetta di gestire, adattare e far evolvere modelli generativi in un contesto a prova di GDPR, di sovranità economica e – perché no – di orgoglio continentale.

Stargate: Nvdia, Oracle e il colpo da 25 miliardi che riscrive le regole del potere computazionale

Mentre i riflettori dei media generalisti si limitano a menzionare Abilene, Texas, come se fosse solo l’ennesimo cantiere tech in mezzo al nulla, chi ha orecchie per intendere — e un conto in banca legato alla rivoluzione AI — sa che Stargate è molto più di una joint venture infrastrutturale. È una dichiarazione di guerra tecnologica. Una sfida frontale a chi detiene oggi il controllo delle risorse computazionali mondiali. Un affare da 500 miliardi di dollari che ridisegna gli equilibri tra chipmaker, hyperscaler e i nuovi “costruttori di Dio”.

Nvidia, l’Impero colpito al cuore: l’AI senza Cina è solo un’illusione

Non lo dicono ancora ufficialmente, ma la tensione è palpabile. Nvidia è finita nel mezzo di una guerra che non ha voluto combattere, ma da cui non può uscire. Il gigante dell’intelligenza artificiale, la fabbrica di chip più ambita del pianeta, ha appena fatto una mezza ammissione: il chip AI per la Cina non è pronto. Tradotto: l’America ha colpito, e Nvidia sta ancora cercando di capire dove sanguina.

Jensen Huang, CEO con la giacca di pelle e lo sguardo da filosofo californiano, lo ha detto durante l’ultima earnings call con la freddezza tipica di chi sa che ogni parola sarà sezionata da analisti, burocrati e lupi di Wall Street. “Non abbiamo nulla da annunciare al momento”, ha detto, lasciando intendere che qualcosa bolle in pentola, ma che per ora il fuoco è spento. O meglio: bloccato da Washington.

Nvidia, il colosso zoppo che corre più veloce degli altri

Nel teatro geopolitico dei semiconduttori, dove si combatte con wafer e transistor invece che con baionette e bandiere, Nvidia si presenta come quel personaggio improbabile che, pur zoppicando vistosamente, arriva comunque primo al traguardo. Sì, perché l’azienda guidata da Jensen Huang si è appena vista sfilare dal tavolo cinese 8 miliardi di dollari come se niente fosse, per effetto dei nuovi controlli sulle esportazioni imposti da Washington, eppure… il trimestre vola. E non vola a caso: +50% sul fatturato anno su anno, previsione a 45 miliardi. In pratica, Nvidia stampa soldi anche quando dovrebbe affogare.

Questa è la nuova aritmetica del capitalismo AI-driven: puoi perdere un intero mercato (la Cina) e continuare a macinare record su record. Il segreto? Semplice: essere l’unico spacciatore autorizzato di droga computazionale per i modelli linguistici di nuova generazione. Loro hanno gli H100, tu no. Fine della discussione.

Nvidia e il paradosso della potenza: quando l’AI vale più dei divieti

Trump ha detto no. Il Deep State del chip ha risposto: “Ok, ma solo fino alla prossima trimestrale.”

È il genere di teatro geopolitico che solo il capitalismo terminale può offrire con così tanta grazia grottesca. Mentre la Casa Bianca chiude i rubinetti tecnologici alla Cina, Nvidia – il dio monoculare dell’AI moderno – continua a macinare utili con la naturalezza con cui un server Apache gestisce richieste: freddamente, incessantemente, incurante del contesto.

Il blocco dei chip AI verso Pechino è stato sbandierato da Trump come una mossa patriottica, un colpo di karate economico alla gola dell’intelligenza artificiale cinese. In realtà, è servito a ben poco: Nvidia ha appena pubblicato numeri talmente buoni da far arrossire persino Cupertino e Mountain View. 26 miliardi di free cash flow in un solo trimestre. Roba che nemmeno la somma di Apple e Google riesce a replicare. E mentre la Cina scompare dalla mappa delle vendite (con un buco dichiarato di 10,5 miliardi su due trimestri), gli USA e i loro alleati tecnologici si accalcano a comprare ogni singolo transistor disponibile.

Nvidia cerca rifugio sotto la soglia: il chip Blackwell per la Cina è l’ennesimo compromesso tossico tra tecnologia e geopolitica

Ogni volta che Nvidia prova a vendere un chip in Cina, gli USA glielo strappano via come un osso al cane. Ma il cane, questa volta, torna con un osso più piccolo. È il nuovo chip AI basato su architettura Blackwell, pensato appositamente per la Cina un Frankenstein tecnologico mutilato e venduto a un prezzo “di compromesso” tra $6.500 e $8.000. Una farsa high-tech, un altro episodio nella tragicommedia della Guerra Fredda digitale che Silicon Valley e Pechino continuano a recitare a soggetto.

La keyword qui è chip AI Nvidia Cina, ma non aspettarti miracoli di potenza. Questo giocattolino una versione castrata e semplificata del celebrato H20 è l’unico modo che Nvidia ha per non scomparire del tutto da un mercato che, fino al 2022, rappresentava il 95% del suo market share locale. Oggi? Solo il 50%. E Jensen Huang, il CEO col look da rockstar del deep learning, lo ha detto chiaro: “Se continua così, regaliamo il mercato a Huawei”.

Jensen Huang contro l’embargo tecnologico: come affossare Nvidia e svegliare il drago cinese

Quando un CEO di Silicon Valley smette di usare il linguaggio patinato da earnings call e inizia a parlare come un barista incazzato al terzo giro di bourbon, forse è il momento di ascoltare. Jensen Huang, patron di Nvidia, non è certo noto per le mezze misure, ma stavolta ha deciso di strappare direttamente il copione della diplomazia e dire le cose come stanno: i controlli sulle esportazioni di chip AI verso la Cina? Un boomerang perfetto. Un’idiozia geopolitica camuffata da strategia.

Jensen e il vangelo dell’AI: dalla chiesa di COMPUTEX Taipei parte la crociata NVIDIA

Se Steve Jobs risorge ogni giugno con l’evocazione liturgica del WWDC, Jensen Huang ha preso possesso del pulpito asiatico con la sua omelia tecnologica a COMPUTEX Taipei. Sì, omelia, perché quella a cui abbiamo assistito non è stata una “keynote”. È stata una predica, una dichiarazione di guerra, un lancio multiplo di missili AI mascherati da slide. Il CEO di NVIDIA, nella sua terra natia, non ha solo annunciato prodotti. Ha disegnato il prossimo ordine computazionale globale.

Questa volta non si trattava di mostrare un chip. Si trattava di mostrare chi comanda. E non è Apple, non è Intel, non è nemmeno OpenAI. È NVIDIA, il padrone del tessuto connettivo dell’AI, quello che alimenta i LLM, costruisce datacenter come cattedrali e ti vende l’RTX che userai per il tuo avatar nel metaverso che ancora non esiste, ma di cui Huang ha già venduto i mattoni.

Nvidia, Mistral e MGX: l’asse franco-emiratino che vuole colonizzare l’IA europea

Il 19 maggio 2025, durante il vertice “Choose France” a Versailles, è stato annunciato un progetto che promette di riscrivere le regole del gioco dell’intelligenza artificiale in Europa: la costruzione del più grande campus europeo dedicato all’IA, situato nella regione parigina. I protagonisti? Nvidia, Mistral AI, MGX (fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti) e Bpifrance, la banca pubblica d’investimento francese. Un’alleanza che suona come una dichiarazione di guerra tecnologica a Silicon Valley e Shenzhen.

NVLink Fusion Nvidia sdogana il sacro graal dell’AI ibrida: ecco perché NVLink Fusion è il vero segnale che la guerra dei chip è iniziata

Jensen Huang, col suo look da rockstar della Silicon Valley e lo sguardo da profeta che vede l’infrastruttura del futuro, ha fatto una dichiarazione che, seppur elegantemente rivestita di “collaborazione”, puzza di resa strategica quanto basta: Nvidia apre le porte a chi prima stava fuori. NVLink Fusion, questa nuova trovata tecnologica annunciata con enfasi, è un cambio di paradigma. Ed è un cambio dettato dalla paura.

Nvidia investe in PsiQuantum: la scommessa quantistica che ribalta il gioco

Nvidia, il colosso delle GPU che ha alimentato la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, sta per compiere un salto quantico—letteralmente. Secondo quanto riportato da The Information e ripreso da Reuters, l’azienda è in trattative avanzate per investire in PsiQuantum, una startup americana che punta a costruire il primo computer quantistico utile su larga scala, utilizzando fotoni e tecniche di produzione di semiconduttori convenzionali. Il round di finanziamento, guidato da BlackRock, mira a raccogliere almeno 750 milioni di dollari, con una valutazione pre-money di 6 miliardi di dollari.

Nvidia e il nuovo petrolio del Golfo: AI, geopolitica e l’arte di vendere chip a chi paga meglio

Nel 2025, l’oro nero ha cambiato forma: ora è fatto di silicio, transistor e interconnessioni neurali. E chi lo raffina non è più in Texas o in Siberia, ma a Santa Clara, California. Nvidia, il colosso dei chip AI, ha appena siglato un accordo da 18.000 unità GB300 Grace Blackwell con Humain, la startup saudita finanziata dal Public Investment Fund. Questi chip alimenteranno un data center da 500 megawatt, posizionando l’Arabia Saudita come nuovo hub dell’intelligenza artificiale nel Golfo.

ServiceNow e Nvidia Apriel Nemotron 15B: l’alleanza che trasforma l’AI enterprise in un motore di produttività intelligente

Al Knowledge 2025 di Las Vegas, ServiceNow e NVIDIA hanno annunciato un’espansione significativa della loro partnership, introducendo innovazioni che promettono di rivoluzionare l’intelligenza artificiale (AI) nel contesto aziendale. Il fulcro di questa collaborazione è il nuovo modello di ragionamento Apriel Nemotron 15B, progettato per potenziare agenti AI intelligenti in grado di prendere decisioni contestuali e adattarsi a flussi di lavoro complessi.

3D GUIDED GENERATIVE AI Nvidia trasforma la generazione di immagini AI: ora si parte dal 3D per dominare il 2D

Nvidia ha appena sganciato un’altra bomba sul mercato della generazione di immagini guidate dall’intelligenza artificiale, e stavolta ha deciso di ribaltare l’ordine naturale delle cose. Anziché partire da prompt testuali ambigui e frustranti, si parte da uno spazio 3D costruito manualmente. Il risultato? Un workflow che promette di trasformare i designer da scribacchini del prompt a veri e propri registi visivi dell’AI generativa.

Si chiama Nvidia AI Blueprint for 3D-guided generative AI, un nome talmente ingegneristico che ti fa venire voglia di leggere il manuale di istruzioni solo per principio. Ma sotto questa facciata da white paper per dottorandi si nasconde una potenza creativa reale: scaricabile da oggi, funziona su PC equipaggiati con una GPU Nvidia RTX 4080 o superiore. Il cuore del sistema è un ponte fra Blender — lo strumento 3D open source più popolare fra creativi, architetti e sviluppatori indie e FLUX.1, il motore generativo creato dal laboratorio tedesco Black Forest Lab.

Nvidia smentisce ma flirta con Pechino: il teatro dell’assurdo tra GPU, guerra commerciale e diplomazia di silicio

Mentre la Silicon Valley si esercita nel dribbling geopolitico, Nvidia si ritrova nel bel mezzo di un palcoscenico dove il copione è scritto tra le righe delle sanzioni americane e le ambizioni tecnologiche cinesi. Digitimes, testata taiwanese molto addentro agli ambienti dei fornitori hardware asiatici, ha acceso la miccia sostenendo che Jensen Huang starebbe preparando una joint venture sul suolo cinese per proteggere la gallina dalle uova d’oro: la piattaforma CUDA e il florido business da 17,1 miliardi di dollari maturato in Cina solo lo scorso anno.

Peccato che Nvidia abbia risposto con fuoco e fiamme, negando ogni cosa in maniera categorica. “Non c’è alcuna base per queste affermazioni”, ha dichiarato un portavoce all’indomani della pubblicazione del rumor, accusando i media di irresponsabilità per aver spacciato supposizioni come fatti.

Nvidia espande il suo assistente G-Assist con supporto plugin: un passo verso l’integrazione totale

Nvidia sta per trasformare il suo assistente AI G-Assist, lanciato solo un mese fa, espandendolo ben oltre l’ottimizzazione dei giochi e delle impostazioni di sistema. Inizialmente progettato per migliorare l’esperienza di gioco su PC, G-Assist ora si arricchisce con un supporto per i plugin, che consente agli utenti di interagire con una varietà di applicazioni esterne come Spotify, Twitch, e persino ottenere aggiornamenti su azioni e meteo.

Questa mossa è tanto interessante quanto strategica. Nvidia, da sempre punto di riferimento nell’ambito delle tecnologie grafiche, ha ampliato il raggio d’azione del suo assistente AI introducendo una nuova funzionalità che potrebbe diventare il punto di riferimento per chi desidera integrare l’intelligenza artificiale in molteplici aspetti quotidiani, dal controllo musicale alla gestione delle risorse hardware. Il tutto, senza sacrificare le performance tipiche delle schede grafiche RTX.

Jensen Huang abbandona la giacca di pelle e si veste da diplomatico per difendere Nvidia tra blackout giapponesi e bavagli americani

Jensen Huang ha capito che la rivoluzione dell’intelligenza artificiale non si fa solo con chip e CUDA cores, ma anche con una cosa molto più vecchia e banale: l’elettricità. In un raro cambio di look via la giacca di pelle nera, dentro l’abito blu e cravatta d’ordinanza il CEO di Nvidia si è presentato a Tokyo per incontrare il Primo Ministro giapponese Shigeru Ishiba. Il motivo? Convincere il Sol Levante che per dominare l’AI serve una nuova infrastruttura energetica. Tradotto: più centrali, più data center, più corrente. Magari anche qualche reattore nucleare in più, se il trauma di Fukushima lo permette.

Secondo Huang, il Giappone è perfettamente posizionato per l’era dell’intelligenza artificiale: ha la robotica nel sangue, una manifattura industriale che è un benchmark globale e una popolazione pronta (anzi, costretta) ad abbracciare automazione e AI, vista la curva demografica da thriller distopico. Ma c’è un problema sostanziale: produrre intelligenza artificiale richiede una quantità di energia paragonabile solo al sogno bagnato di un elettricista con manie di grandezza. E il Giappone, privo di risorse naturali, si trova stretto in una morsa tra la riluttanza a riattivare le centrali nucleari e la dipendenza da combustibili fossili importati a caro prezzo.

Nvidia gioca a scacchi a Pechino mentre gli Stati Uniti impongono nuove regole

Jensen Huang non è un CEO qualsiasi. È un fondatore con il carisma di un rockstar e la strategia di un generale in guerra. La sua visita a sorpresa a Pechino non è solo un gesto diplomatico: è una mossa tattica in una partita a scacchi globale dove la tecnologia è il nuovo petrolio. Un giorno prima, gli Stati Uniti avevano imposto nuove restrizioni sull’esportazione dei chip H20 di Nvidia verso la Cina, con una perdita stimata di 5,5 miliardi di dollari. Il giorno dopo, Huang era già a cena con i cinesi, come se nulla fosse. O meglio, come se tutto fosse in gioco.

La visita, orchestrata con la discrezione che si riserva agli incontri tra rivali con interessi comuni, è avvenuta su invito della China Council for the Promotion of International Trade, un organo statale che ormai gioca il ruolo di ambasciatore ombra tra Pechino e le grandi corporate americane. Huang si è incontrato con il presidente Ren Hongbin, promettendo che Nvidia “non risparmierà sforzi” per ottimizzare i suoi prodotti secondo i vincoli normativi, e che “servirà in modo incrollabile” il mercato cinese. Tradotto dal linguaggio diplomatico: Nvidia farà tutto il necessario per non perdere la Cina, anche a costo di disegnare chip su misura per un Paese sotto embargo.

Trump fa marcia indietro sui chip Nvidia in Cina: la politica estera ora si decide a cena a Mar a Lago

Donald Trump, il maestro del colpo di teatro e delle trattative condite da bistecche ben cotte a Mar-a-Lago, ha appena riscritto il copione della geopolitica tecnologica globale. Secondo un’esclusiva riportata da NPR, l’ex Presidente e probabile futuro candidato ha deciso di sospendere le nuove restrizioni sui chip AI venduti da Nvidia alla Cina, dopo un tête-à-tête serale con l’AD Jensen Huang, noto più per il suo giubbotto di pelle che per l’amore verso la diplomazia.

La vicenda ha i tratti di un western high-tech, dove le sanzioni USA, ideate per bloccare il progresso dell’IA cinese, vengono messe in pausa non da un consiglio di sicurezza o da un’analisi strategica del Pentagono, ma da una conversazione informale con un CEO. Huang avrebbe promesso a Trump “significativi investimenti” in data center di nuova generazione negli Stati Uniti, ovviamente a condizione di mantenere aperto l’accesso al lucroso mercato cinese. D’altronde, Huang non è nuovo ai giochi di equilibrio geopolitici: Nvidia vende chip avanzatissimi che fanno gola a entrambi i lati del Pacifico.

Nvidia sotto assedio: corsa cinese da 16 miliardi prima del prossimo ban USA

In questa tragicommedia geopolitica che chiamiamo tech war, l’ultimo atto ha per protagonisti Nvidia, Washington e una Cina che non solo non vuole restare indietro, ma rilancia pesante, e in contanti. Secondo The Information, l’annuncio (o meglio: il sentore) di un possibile divieto USA sui chip H20 di Nvidia sviluppati appositamente per rispettare le restrizioni precedenti e vendibili solo in versione “castrata” al mercato cinese –ha scatenato una valanga di ordini da parte delle big tech cinesi.

Parliamo di 16 miliardi di dollari, e no, non è un refuso.Il paradosso qui è perfettamente americano: nel tentativo di soffocare la capacità di calcolo cinese, la Casa Bianca potrebbe aver generato una domanda isterica anticipata che arricchisce Nvidia ben oltre le sue aspettative trimestrali.

Google pronta a noleggiare server Nvidia da CoreWeave: una mossa strategica o un salto nel buio?

Nel frenetico mondo dell’intelligenza artificiale, le alleanze strategiche sono all’ordine del giorno. Recentemente, si vocifera che Google stia per chiudere un accordo per noleggiare server Nvidia da CoreWeave, una mossa che potrebbe ridefinire le dinamiche del cloud computing.​

CoreWeave, un tempo oscuro minatore di criptovalute, ha rapidamente scalato le vette del settore tecnologico, trasformandosi in un fornitore di infrastrutture cloud specializzato in GPU per applicazioni AI. Con il sostegno di Nvidia, che non solo fornisce i chip ma ha anche investito direttamente nell’azienda, CoreWeave ha visto la sua valutazione schizzare a 19 miliardi di dollari nel maggio 2024.​

Amazon dichiara guerra a Nvidia: sconti sui chip AI, supercomputer e investimenti miliardari per dominare l’AI

​Amazon ha deciso di sfidare Nvidia nel mercato dei chip per l’intelligenza artificiale (AI) con una serie di mosse strategiche che mirano a ridurre la dipendenza dall’attuale leader di mercato e offrire alternative più economiche e performanti ai propri clienti cloud. Questa iniziativa si concretizza attraverso lo sviluppo di chip proprietari, la costruzione di supercomputer avanzati e investimenti significativi in startup AI.

Nvidia in trattative per acquisire Lepton AI: l’espansione strategica nel mondo dell’intelligenza artificiale

Nvidia è attualmente in trattative per acquisire Lepton AI, una startup emergente nel campo dell’intelligenza artificiale, per una cifra che si aggira intorno alle centinaia di milioni di dollari. Questa mossa strategica segue l’acquisizione di Gretel, specializzata nella generazione di dati sintetici, sottolineando l’impegno di Nvidia nel rafforzare il suo ecosistema AI.

Lepton AI, fondata due anni fa, offre una piattaforma software AI cloud-native che fornisce accesso on-demand alle GPU NVIDIA Blackwell B200, ottimizzando l’orchestrazione dei carichi di lavoro per accelerare sia l’inferenza che l’addestramento. La piattaforma di Lepton si integra perfettamente con le soluzioni NVIDIA, offrendo agli utenti un’esperienza fluida e altamente efficiente.

Nvidia guida l’adozione delle ottiche co-pacchettizzate Spectrum-X e Quantum-X: il futuro degli Switch delle reti AI

Nvidia ha recentemente annunciato l’introduzione di Spectrum-X e Quantum-X, switch di rete basati su fotonica del silicio con ottiche co-pacchettizzate (CPO), progettati per connettere milioni di GPU riducendo significativamente il consumo energetico e i costi operativi. ​

Questi switch offrono una velocità di 1,6 terabit al secondo per porta, migliorando l’efficienza energetica di 3,5 volte e aumentando la resilienza della rete di 10 volte rispetto alle soluzioni tradizionali. ​La tecnologia CPO integra componenti ottici direttamente nel package dell’ASIC, affrontando le sfide di larghezza di banda e consumo energetico delle reti moderne.

Tuttavia, Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha sottolineato che, nonostante i progressi, la tecnologia CPO non è ancora sufficientemente affidabile per un’adozione su larga scala nelle GPU principali dell’azienda, limitando per ora l’applicazione agli switch di rete.

Altre aziende stanno seguendo l’esempio di Nvidia. Broadcom, ad esempio, ha delineato piani per prodotti CPO come Humboldt e Bailly, con capacità rispettivamente di 25,6 e 51,2 terabit. ​Nonostante l’entusiasmo, l’adozione su larga scala del CPO è prevista tra 3-5 anni, con implementazioni iniziali a partire dal 2026.

Nvidia G-Assist trasforma un pesce d’aprile in un’AI rivoluzionaria per il gaming

Nel 2017 era solo uno scherzo, oggi è realtà: Nvidia G-Assist, nato come pesce d’aprile, è diventato un vero e proprio assistente AI per i possessori di GPU RTX. Non si tratta di un semplice chatbot, ma di un’innovazione che promette di cambiare radicalmente l’esperienza di gioco e l’ottimizzazione del sistema.

Integrato direttamente nell’app Nvidia, G-Assist è in grado di gestire e ottimizzare le impostazioni di gioco, misurare i frame rate e persino controllare l’illuminazione di dispositivi compatibili come quelli di Logitech, Corsair, MSI e Nanoleaf. Può essere attivato tramite comandi vocali o testuali e offre risposte in stile ChatGPT su domande come “Come funziona il DLSS Frame Generation?”. Ma il vero valore aggiunto è la capacità di ottimizzare le prestazioni senza che l’utente debba navigare tra menu e impostazioni complesse.

Nvidia RTX 5080 e 5090: quando l’innovazione incontra la gastronomia itinerante

Nell’era in cui l’innovazione tecnologica si fonde con l’esperienza culinaria, Nvidia ha deciso di portare il concetto di “food truck” a un livello completamente nuovo. Durante il recente GTC 2025, l’azienda ha sorpreso tutti non solo con le sue rivoluzionarie GPU RTX 5080 e 5090, ma anche con il modo in cui ha scelto di distribuirle: direttamente da un camioncino itinerante all’interno della conferenza.

Nvidia lancia LLaMA Nemotron: la nuova frontiera dell’intelligenza agentica

Nvidia ha deciso di alzare la posta nel mondo dell’intelligenza artificiale con il lancio di Llama Nemotron, una nuova famiglia di modelli open source progettati per potenziare l’intelligenza agentica e il processo decisionale complesso.

Questi modelli mirano a portare un ragionamento più rapido e affidabile nelle applicazioni AI aziendali, segnando un passo significativo nell’evoluzione delle capacità dell’intelligenza artificiale.

La famiglia Llama Nemotron si distingue per le sue tre dimensioni di modelli, ciascuna ottimizzata per specifici ambienti operativi.

Nvidia acquista Gretel: la mossa strategica per dominare il mercato dei dati sintetici

Nvidia, il gigante tecnologico noto per le sue innovazioni nel campo delle GPU, ha appena aggiunto un nuovo capitolo alla sua espansione nel settore dell’intelligenza artificiale. L’acquisizione di Gretel, una startup che sviluppa soluzioni per la generazione e l’utilizzo di dati sintetici, rappresenta un passo significativo nel suo tentativo di consolidare la propria posizione come fornitore leader di servizi cloud per l’AI generativa. Ma cosa comporta questa mossa per l’ecosistema dell’AI e per i concorrenti di Nvidia?

Nvidia e xAI si uniscono al consorzio globale per rivoluzionare i data center con l’IA

Nel panorama tecnologico odierno, l’intelligenza artificiale (IA) rappresenta la frontiera dell’innovazione, richiedendo infrastrutture sempre più potenti ed efficienti. In questo contesto, Nvidia e xAI hanno deciso di unirsi a un consorzio globale, affiancando giganti come Microsoft e BlackRock, con l’obiettivo di sviluppare infrastrutture all’avanguardia per l’IA.

Il consorzio, denominato AI Infrastructure Partnership, prevede un investimento iniziale di oltre 30 miliardi di dollari in progetti legati all’IA, focalizzandosi sulla realizzazione di data center e strutture energetiche capaci di supportare applicazioni avanzate come ChatGPT. Questa iniziativa rappresenta uno degli sforzi più significativi per finanziare le infrastrutture necessarie a sostenere la crescente domanda di potenza computazionale nel settore dell’IA.

Nvidia: il nuovo salvagente per DeepSeek?

In un tentativo di rassicurare gli investitori e riaffermare la propria posizione dominante nel mercato dell’intelligenza artificiale, il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha presentato le nuove offerte della società che potrebbero notevolmente migliorare le prestazioni del modello R1 di DeepSeek. Questo annuncio è arrivato durante la conferenza annuale GTC a San Jose, California, dove Huang ha spiegato come i prodotti più recenti di Nvidia possano aumentare drasticamente le capacità di ragionamento per modelli come R1.

Huang ha descritto Dynamo, il nuovo software di inferenza open-source di Nvidia, come il “sistema operativo di una fabbrica di intelligenza artificiale”. Questo software, ora disponibile su Github, può offrire fino a 30 volte più prestazioni sui GPU esistenti e nelle architetture per compiti di ragionamento AI, secondo Nvidia. Dynamo succede al NVIDIA Triton Inference Server e si concentra sulla massimizzazione dell’utilizzo delle risorse GPU, orchestrando la comunicazione di inferenza su migliaia di GPU e impiegando il serving disaggregato per ottimizzare indipendentemente le fasi di elaborazione e generazione dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) su diverse GPU.

Nvidia stampa soldi con l’AI: 2.300$ al secondo e nuovi chip per dominare il futuro – Vera Rubin e Rubin Ultra: il vero salto generazionale

Nvidia è diventata una macchina da soldi, macinando 2.300 dollari di profitto al secondo grazie al boom dell’intelligenza artificiale. Se fino a pochi anni fa era il re indiscusso del gaming, oggi il suo business dei data center è talmente gigantesco che persino il reparto networking genera più ricavi delle GPU da gioco. Il messaggio è chiaro: chiunque voglia essere rilevante nell’AI deve passare per Nvidia.

E per mantenere il dominio assoluto, il colosso di Jensen Huang ha annunciato una nuova ondata di GPU AI destinate a cementare il suo vantaggio competitivo: Blackwell Ultra GB300 entro fine 2025, Vera Rubin nel 2026 e Rubin Ultra nel 2027. La roadmap è stata aggiornata al GDC 2025, e mentre i dettagli tecnici si accumulano, il punto essenziale è uno: Nvidia sta costruendo un’infrastruttura AI che sarà il cuore pulsante della prossima rivoluzione tecnologica.

Nvidia lancia il modello GR00T N1: l’IA che trasforma i robot umanoidi in assistenti intelligenti

Nvidia ha appena scatenato un nuovo terremoto nel mondo della robotica con l’annuncio di Isaac GR00T N1, il suo modello open-source, pre-addestrato ma altamente personalizzabile, pensato per accelerare lo sviluppo e le capacità dei robot umanoidi. Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha proclamato con enfasi: “L’era della robotica generalista è arrivata”, segnando un punto di svolta per chiunque stia lavorando nel settore.

Nvidia lancia i suoi supercomputer AI personali: il DGX Spark e il DGX Station cambiano le regole del gioco

Nvidia ha svelato al GTC 2025 i suoi nuovi “supercomputer AI personali”, il DGX Spark e il DGX Station, basati sulla piattaforma Grace Blackwell. Questi dispositivi permettono agli utenti di lavorare su modelli di intelligenza artificiale avanzati, senza necessità di connettersi a un datacenter. Il DGX Spark è già disponibile per il preordine, mentre il DGX Station rimane ancora senza un prezzo ufficiale.

Il DGX Spark è essenzialmente una rinascita del dispositivo presentato al CES con il nome “Digits”, un mini-supercomputer AI grande quanto un Mac Mini, venduto a 3.000 dollari. La sua potenza deriva dal GB10 Blackwell Superchip, dotato di Tensor Cores di quinta generazione e supporto FP4, capace di erogare fino a 1.000 trilioni di operazioni al secondo. Con 128GB di memoria unificata e fino a 4TB di storage NVMe SSD, questa macchina può gestire modelli AI fino a 200 miliardi di parametri, senza bisogno di infrastrutture colossali. In pratica, Nvidia ha miniaturizzato la potenza dell’intelligenza artificiale, rendendola accessibile a chiunque abbia una scrivania e una presa di corrente.

Hyperfine (MRI) e Nvdia vogliono rivoluzionare la ricostruzione delle immagini mediche

Hyperfine, nota per il suo innovativo sistema di risonanza magnetica portatile, ha recentemente annunciato una collaborazione con NVIDIA per rivoluzionare la ricostruzione delle immagini mediche attraverso l’intelligenza artificiale. Questa partnership mira a integrare la potenza delle GPU NVIDIA nelle soluzioni di imaging di Hyperfine, con l’obiettivo di migliorare significativamente la qualità delle immagini e ridurre i tempi di scansione.

Nel campo dell’imaging medico, la velocità e la precisione sono fondamentali. Le tradizionali scansioni di risonanza magnetica possono richiedere tempi prolungati, causando disagi ai pazienti e aumentando i costi operativi. Integrando le GPU NVIDIA, note per le loro capacità di calcolo parallelo e per l’accelerazione delle applicazioni basate su IA, Hyperfine punta a ottimizzare i processi di acquisizione e ricostruzione delle immagini. Questo potrebbe tradursi in scansioni più rapide e immagini di qualità superiore, migliorando l’efficienza clinica e l’esperienza del paziente.

Nvidia punta tutto sull’AI: attesa per il GTC 2025 e le novità di Jensen Huang

La Nvidia GTC (GPU Technology Conference) è un evento globale sull’intelligenza artificiale … 17–21 marzo 2025 (17/03/2025 – 21/03/2025). Partecipazione stimata: 75.358.

Nvidia si prepara a catturare nuovamente l’attenzione del mercato con il suo evento annuale GTC, in programma la prossima settimana. Il keynote del CEO Jensen Huang, previsto per il 1t marzo, sarà il momento più atteso, con investitori e analisti pronti a scrutare ogni dettaglio sui piani futuri dell’azienda. Nonostante il recente calo del titolo, l’entusiasmo attorno a Nvidia rimane elevato, soprattutto per il ruolo centrale che ricopre nel settore dell’intelligenza artificiale.

Tra i temi chiave dell’evento ci saranno aggiornamenti sulla roadmap dei prodotti, con particolare attenzione alle nuove architetture Blackwell Ultra e Rubin. L’analista di Bank of America, Vivek Arya, sottolinea che il focus sarà anche sulle strategie di Nvidia per il mercato cinese e sulla sua capacità di mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai rivali, come Broadcom e Marvell.

La Cina sfida Nvidia: Biren Technology raccoglie fondi di stato per un’IPO patriottica

In un mondo dove gli Stati Uniti stringono sempre più la morsa sulle esportazioni di chip avanzati, la Cina risponde con la sua solita resilienza strategica: un bel po’ di finanziamenti statali e una narrazione patriottica. L’ultima mossa arriva da Biren Technology, uno dei principali contendenti cinesi nel settore dei chip AI, che ha appena incassato un nuovo round di finanziamenti guidato da un fondo statale di Shanghai. Il messaggio è chiaro: se Washington chiude le porte, Pechino costruisce i suoi grattacieli.

Con una valutazione da 2,2 miliardi di dollari secondo la Hurun Global Unicorn List del 2024, Biren sta accelerando la sua corsa verso un’IPO nel mercato interno, proprio mentre il governo cinese spinge per l’autosufficienza tecnologica. A mettere i soldi questa volta è stato il Shanghai State-owned Capital Investment (SSCI), attraverso il suo veicolo di private equity. Per chi non conoscesse il codice tra le righe, significa che lo Stato sta apertamente pompando denaro nelle sue aziende per contrastare il blocco occidentale.

Come Nvidia ha alimentato l’ascesa di Coreweave: il progetto Osprey

Nell’ultimo decennio, l’industria tecnologica ha assistito a una trasformazione senza precedenti, con l’intelligenza artificiale (IA) al centro di questa rivoluzione. In questo contesto, Nvidia, leader nella produzione di unità di elaborazione grafica (GPU), ha svolto un ruolo cruciale. Uno degli esempi più emblematici di questa influenza è rappresentato dall’ascesa di CoreWeave, una società che, grazie al supporto strategico di Nvidia, è passata da startup a protagonista nel settore del cloud computing per l’IA.

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