Geoffrey Hinton, noto come il “Padrino dell’AI,” ha appena alzato il tono dell’allarme. La sua affermazione non riguarda semplicemente macchine più intelligenti di noi in matematica o logica. No, stavolta Hinton parla di qualcosa di più inquietante: la capacità dei sistemi di intelligenza artificiale di manipolare le emozioni umane con precisione chirurgica. La prospettiva sembra uscita da un film distopico, ma il fatto che arrivi da uno dei padri fondatori del deep learning la rende scomoda da ignorare.
Secondo Hinton, i modelli di AI non si limiteranno a superare gli umani in ragionamento e conoscenza, ma diventeranno maestri nella persuasione. La frase “sanno già molto più di noi” non è retorica: questi sistemi, addestrati su miliardi di testi scritti da esseri umani, stanno acquisendo una sofisticata capacità di leggere, interpretare e sfruttare le emozioni altrui. Si tratta di un salto che va oltre la pura intelligenza cognitiva: è intelligenza emotiva sintetica.