Trieste. No, non è l’inizio di un noir, ma l’epicentro temporaneo di una scossa tellurica a base di onde quantistiche e premi Nobel. Nove cervelli tra i più illuminati del pianeta si ritrovano qui, come se fosse la loro Davos, ma senza hedge fund e cravatte: solo interferenza quantistica, entanglement e una sottile tensione da fine del mondo. Del resto, quando hai Alain Aspect che ti parla dei fondamenti dell’informazione quantistica e David Gross che ha fatto a pezzi il mito della forza nucleare come fosse un origami, l’aria inizia a pesare. Pesare come un’ipotesi di realtà alternativa.
Nel mentre, l’ONU (sì, proprio loro, quelli che solitamente si muovono con la lentezza gravitazionale delle risoluzioni non vincolanti) ha deciso che il 2025 è l’anno internazionale della scienza e della tecnologia quantistiche. Chi l’avrebbe mai detto: dopo aver fallito con le COP sul clima, ora si gioca la carta più esoterica, più sottile, più instabile. Un colpo di reni? O l’ennesima dimostrazione che la tecnologia è l’unico linguaggio che ancora può mascherare l’inazione politica?