Nvidia cloud. Suona bene, quasi come una dichiarazione di guerra, e infatti per un attimo sembrava che Jensen Huang fosse pronto a sfidare Jeff Bezos sul suo stesso terreno. Il progetto DGX Cloud era stato presentato come l’alternativa premium, l’oasi GPU-centrica dentro l’arida prateria dei cloud generalisti. Ma la realtà, come sempre, è meno poetica. Nvidia ha deciso di tirare il freno a mano. Non che chiuda il baraccone, sia chiaro, ma smette di fare la concorrenza frontale ad AWS e ai suoi cugini Microsoft e Google.
Una ritirata elegante, raccontata come “scelta strategica di collaborazione”. Tradotto dal gergo corporate: abbiamo visto che stava diventando un suicidio.Il motivo è quasi banale. Nvidia vive vendendo i suoi chip a quelli che avrebbe dovuto combattere. AWS, Microsoft Azure, Google Cloud. Non semplici clienti, ma clienti colossali che comprano in blocco l’intero arsenale di GPU H100 e presto Blackwell.
Fare la concorrenza a chi ti paga i conti significa mordere la mano che ti nutre. Huang è spavaldo, ma non stupido. Meglio ammorbidire il gioco, vendere tonnellate di silicio e lasciare che siano gli altri a sobbarcarsi il lavoro sporco di gestire data center, SLA e clienti insoddisfatti alle tre di notte.
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