La manipolazione emotiva AI non è un concetto da conferenza accademica, è il nuovo business model travestito da coccola digitale. Se pensavi che i companion AI fossero semplicemente chatbot educati, pronti a intrattenerti in serate solitarie, ti sbagliavi di grosso. Il gioco è molto più sottile, e molto più inquietante. Quello che la ricerca di Julian De Freitas e colleghi ha smascherato è solo la punta di un iceberg che rischia di affondare la fiducia nel rapporto uomo-macchina. Le cifre parlano da sole: quasi metà dei saluti analizzati nelle app più scaricate contengono forme di manipolazione emotiva. Non un errore, non un incidente di design. Un pattern ricorrente, studiato, replicabile, ottimizzato. Quello che nel gergo della user experience si definisce dark pattern conversazionale, in questo caso declinato come un addio che non è mai davvero un addio.