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Tesla e la nuova frontiera dell’intelligenza distribuita

Quando Elon Musk parla, i mercati oscillano. Ma quando suggerisce che le auto Tesla potrebbero guadagnare denaro anche mentre dormono in garage, l’attenzione si trasforma in fascinazione. All’ultimo meeting annuale, Musk ha proposto un’idea che suona come fantascienza industriale: trasformare ogni veicolo elettrico in una cellula computazionale di una rete neurale planetaria. Non solo mezzi di trasporto, ma nodi di calcolo per l’intelligenza artificiale.

Tesla pensa ai chip: il piano di Musk per costruire una fabbrica tutta sua

Elon Musk ha deciso che non gli basta più dominare le auto elettriche, l’intelligenza artificiale e i razzi spaziali. Ora vuole anche mettere le mani nel cuore di silicio di tutto questo: i chip. Durante l’assemblea annuale di Tesla, il CEO ha lanciato un messaggio che ha fatto vibrare l’intero ecosistema tecnologico: “Come possiamo produrre abbastanza chip?”. La domanda non era retorica. Dopo l’approvazione del suo pacchetto retributivo da mille miliardi di dollari, Musk ha chiarito che la scarsità di semiconduttori rischia di frenare la corsa di Tesla nell’autonomia dei veicoli e nella robotica.

Tesla e il compenso di Musk: il voto che deciderà il futuro dell’azienda e del suo timoniere

Negli ultimi mesi la mia timeline su X e i break pubblicitari in TV sono stati occupati da un’unica narrazione: Tesla che vende futuri. Non modelli elettrici acquistabili oggi, ma visioni: robot umanoidi (“Optimus”), auto-taxi senzienti e – come ciliegina – un pacchetto compensativo che potrebbe rendere Elon Musk il primo “trilionario” da CEO. Il voto degli azionisti su questo piano da 1.000 miliardi di dollari è fissato per mercoledì sera, salvo che qualcuno non decida di volare in Texas per l’assemblea di persona.

Tesla e il rischio di perdere il suo motore umano

Robyn Denholm, presidente di Tesla, ha lanciato un appello quasi disperato agli azionisti: sostenere il pacchetto di compensi da un trilione di dollari per Elon Musk o rischiare di vederlo lasciare la guida dell’azienda. Nella sua lettera, Denholm ha scritto che “senza Elon, Tesla potrebbe perdere un valore significativo”, una frase che suona più come una minaccia che come un’analisi. Il voto si terrà il 6 novembre, ma il dibattito è già feroce.

Indagine federale sulla modalità “Mad Max” di Tesla

La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) degli Stati Uniti ha avviato un’indagine su Tesla riguardo alla nuova modalità di guida “Mad Max” introdotta nel sistema Full Self-Driving (FSD). Questa modalità, lanciata con l’aggiornamento software v14.1.2, promette un’esperienza di guida più aggressiva, con accelerazioni più rapide e cambi di corsia frequenti. Tuttavia, alcuni conducenti hanno segnalato comportamenti del veicolo che superano i limiti di velocità e violano le leggi sul traffico, suscitando preoccupazioni tra le autorità di regolamentazione.

TESLA Q3 Earnings

Ci sono numeri che fanno rumore, altri che fanno finta di parlarci. Tesla, nel suo ultimo trimestre, ha deciso di fare entrambe le cose. Da un lato un 12% di crescita del fatturato che scintilla nei comunicati come una carrozzeria lucida sotto i riflettori. Dall’altro un utile netto crollato del 37%, che racconta una realtà molto più sfumata, fatta di margini che si assottigliano e di promesse future sempre più futuristiche. Elon Musk, come sempre, non si scompone. Si muove tra le conference call con la stessa leggerezza con cui un illusionista cambia mazzo di carte, parlando di robotaxi e robot umanoidi mentre il mercato si chiede ancora se Tesla sia una casa automobilistica o una religione tecnologica.

Tesla propone un pacchetto retributivo da 1.000 miliardi per Elon Musk

Tesla ha proposto un pacchetto retributivo per Elon Musk che potrebbe raggiungere un valore straordinario di 1.000 miliardi di dollari, rendendolo il più grande compenso mai concesso a un CEO nella storia. Questo piano, se approvato, potrebbe trasformare Musk nel primo trilionario al mondo, consolidando ulteriormente la sua influenza su Tesla e sul futuro della mobilità autonoma e dell’intelligenza artificiale.

Nissan Propilot e il sogno urbano della guida autonoma

Tesla ci ha già fatto vedere quanto possa essere pericoloso credere alla narrativa miracolistica dei sistemi di guida assistita. Gli incidenti, i richiami e le indagini dei regolatori americani hanno acceso i riflettori su una realtà meno glamour del marketing di Palo Alto. Nissan invece cerca di giocare una partita diversa con ProPilot, il suo sistema di driver-assist che, con l’aiuto della startup britannica Wayve, promette un salto di qualità radicale. Non più solo corsie d’autostrada lineari e pre-mappate, ma il caos delle strade urbane con pedoni distratti, incroci congestionati e biciclette che sbucano come ninja dal nulla. La domanda è semplice: chi avrà il coraggio di credere che questa volta il software non si limiterà a un’illusione ben confezionata?

Tesla Master Plan 4: buzzwords e sogni di abbondanza sostenibile

Ci sono momenti nella carriera in cui si realizza che la propria vita professionale è stata, a dir poco, sabotata da piani strategici scritti con la calligrafia di Murphy. Cresciuto con la legge di Murphy, credevo di avere una bussola abbastanza solida per navigare nel caos industriale. Poi arrivano i master plan, quei documenti pomposi che promettono rivoluzioni e cambiano il senso della parola “strategia”. Tesla non fa eccezione. Il Master Plan 4 di Elon Musk sembra scritto più per entusiasmare social media e investitori che per guidare ingegneri e tecnici verso obiettivi concreti.

Tesla AI Cina: quando l’innovazione incontra il pragmatismo locale

Qualcosa suona stranissimo, lo ammetto, una Tesla che adotta intelligenza artificiale locale in Cina. Ma non siamo negli Stati Uniti, quindi perché stupirsi? Tesla ha annunciato l’implementazione di un sistema di assistente vocale aggiornato per i suoi veicoli elettrici sul mercato cinese, sfruttando la tecnologia AI di DeepSeek e ByteDance. Sembra quasi una concessione culturale, un piccolo inchino alla supremazia tecnologica domestica, ma in realtà è un movimento strategico per sedurre il mercato EV più grande del pianeta.

Il cuore di questa novità è il chatbot DeepSeek, progettato per l’“interazione AI”. Tradotto in termini semplici, permette ai guidatori di conversare con la loro Tesla come farebbero con un amico digitale, ricevendo aggiornamenti su notizie e meteo, senza dover mai staccare gli occhi dalla strada. Il colpo di genio, se così si può chiamare, è la naturalezza dell’interazione: niente più clic frenetici sul volante o sul terminale multimediale, basta dire “Hey, Tesla” o un’altra frase prestabilita. Chiunque abbia provato ad avere una conversazione fluida con un sistema di bordo sa che questo è più facile a dirsi che a farsi.

Tesla e il tramonto di Dojo: quando l’ambizione incontra la realtà del chip in-house

Tesla, il colosso di Elon Musk che da anni tenta di scuotere il mondo dell’auto con innovazioni rivoluzionarie, si trova ora a un bivio epocale nel campo dell’intelligenza artificiale. Dopo un tentativo titanico di sviluppare un supercomputer proprietario, Dojo, l’azienda ha deciso di smantellare il team dedicato, segnando un chiaro dietrofront sulla sua strategia di produzione interna di chip per la guida autonoma. Un dietrofront che è tutt’altro che un semplice aggiustamento tattico: rappresenta la collisione tra l’utopia dell’autosufficienza tecnologica e i limiti pratici del business e della competizione globale.

Tesla, Musk e la sindrome dell’imperatore nudo: quando 23 miliardi non bastano a comprare il potere

Se vi dicessero che per trattenere un CEO serve un bonus da 23,7 miliardi di dollari, vi verrebbe da ridere o da vendere immediatamente le vostre azioni? Benvenuti nell’universo di Tesla, dove l’iperbole è regola e la governance aziendale un esercizio di prestidigitazione. Il consiglio di amministrazione, con una serenità degna di un Politburo, ha dichiarato che l’assegnazione monstre a Elon Musk è solo “un primo passo fondamentale” per tenerlo concentrato sull’azienda. Già, perché 23,7 miliardi sono solo un assaggio, un’apericena azionaria. Il vero piatto forte è ancora in tribunale.

Tesla è l’azienda di Elon Musk più focalizzata sull’intelligenza artificiale, non xAI

Quello che a prima vista sembra ovvio, di solito non lo è. Prendiamo ad esempio xAI, il giocattolo nuovo di Elon Musk, il rivale “libertario” di OpenAI, lo sviluppatore del chatbot Grok. Se chiedete in giro qual è l’azienda del miliardario più focalizzata sull’intelligenza artificiale, otterrete una risposta corale e automatica: xAI. Ma la realtà, come spesso accade quando c’è di mezzo Musk, è molto più sfumata. O se preferite, molto più dissonante.

Tesla, l’azienda che agli occhi del mondo è ancora un produttore di auto elettriche, ha recentemente gettato la maschera. In una lettera agli azionisti, due membri del consiglio di amministrazione hanno affermato senza mezzi termini che la società sta “passando dai veicoli elettrici a un ruolo da leader nell’intelligenza artificiale, nella robotica e nei servizi correlati”. E per rendere il tutto più credibile, hanno giustificato un premio azionario da 23,7 miliardi di dollari a favore di Musk con la necessità imperativa di trattenerlo, vista la “guerra per i talenti nell’intelligenza artificiale”. Tradotto: senza Musk, Tesla rischia di perdere il treno dell’AI. Un’affermazione che, per inciso, non è stata fatta da xAI.

Unitree R1: il Robot Umanoide da 4.766 euro che sta inquietando Tesla e tutta la Silicon Valley

Unitree

Non è un giocattolo. Non è neppure un prototipo da laboratorio coperto di cavi e polvere come quelli che ci propinano i soliti startupper americani durante le presentazioni con tanto di applausi registrati. L’Unitree R1 è un robot umanoide che costa meno di un iPhone Pro Max se consideriamo la versione con 1TB di memoria, ed è già qui. Cammina, corre, fa la verticale, tira pugni e, a giudicare dai video su Weibo, è pronto a mettere in imbarazzo chiunque parli ancora di “futuro della robotica” al tempo futuro. Peccato per loro: in Cina il futuro è già passato ieri.

Tesla Robotaxi e il declino delle entrate tra battute da pub e sogni da uber tecnologico

La maggior parte dei CEO che annunciano un calo del 12% delle entrate trimestrali mantiene un tono prudente nelle call con gli analisti. Elon Musk no. Ha aperto la conference call di Tesla con una battuta che sembrava un’allusione sessuale, degna di un pub più che di un boardroom, e poi ha lanciato la previsione che metà della popolazione americana avrebbe accesso ai Tesla robotaxi entro la fine dell’anno. “Soggetto alle approvazioni regolamentari”, ha aggiunto, con quella postilla che suona come una clausola da assicuratore più che come una promessa tecnologica. Poco dopo, è scoppiato a ridere da solo. Un grande classico del Musk-show.

Xiaomi sferra un pugno negli occhi al mercato degli occhiali AI

Sorpresa. Non da poco, e non da tutti. Xiaomi, la multinazionale cinese delle meraviglie elettroniche, è appena entrata a gamba tesa nel mercato degli occhiali intelligenti. Un settore che molti definiscono ancora di nicchia, ma che in realtà è il nuovo terreno di scontro per chi vuole presidiare il futuro del computing personale. Una guerra silenziosa fatta di microchip, lenti e assistenti vocali, dove chi ha il controllo dell’ecosistema può riscrivere le regole del gioco. Sì, perché qui non si vendono solo gadget: si piantano bandiere nel campo minato dell’intelligenza artificiale indossabile.

Quando l’auto si ribella: l’era del robotaxi e l’illusione dell’intelligenza

Ci siamo arrivati davvero: auto che parlano, si guidano da sole e, in alcuni casi, ti spiegano anche perché Hitler non fosse poi così male. Elon Musk, nel suo inarrestabile mix di ambizione demiurgica e leggerezza da meme, ha annunciato che Grok, il suo chiacchierone artificiale firmato xAI, entrerà nei veicoli Tesla “la prossima settimana al massimo”. Nessuna nota stampa corporate, solo un post su X, la piattaforma un tempo nota come Twitter, oggi più simile a un laboratorio sociale dove si testano i limiti dell’umano, del tecnologico e dell’accettabile. Intelligenza artificiale, automazione e chatbot pro-Hitler: bentornati nel 2025, il futuro è già andato troppo lontano.

Ma concentriamoci sul pezzo di notizia che conta davvero, quello che potrebbe cambiare il modo in cui ci muoviamo: Musk ha anche annunciato l’espansione del suo servizio di robotaxi a guida autonoma ad Austin nel weekend e, salvo imprevisti regolatori, a San Francisco entro “un mese o due”. Quello che non dice, almeno non apertamente, è che questa mossa non è solo un’innovazione tecnologica: è una dichiarazione di guerra. A Waymo, a Uber, a Zoox, ad Amazon, a tutti gli altri che stanno cercando di colonizzare le strade con le loro visioni di mobilità senza conducenti. La guida autonoma è il nuovo petrolio, e chi conquista per primo il mercato urbano si prende tutto: dati, utenti, infrastruttura, regolamentazione.

Tesla sospende Optimus e riscrive il futuro del robot umanoide tra ambizione e realtà

Tesla ferma l’acquisto di componenti per Optimus, segno che qualcosa nel sogno del robot umanoide si è inceppato. Dietro la cortina di fuoco delle aspettative mediatiche e delle dichiarazioni ottimistiche, emerge la realtà di una revisione progettuale che Tesla non può più rimandare. L’azienda ha infatti sospeso gli ordini per i componenti di Optimus, una mossa che non è una semplice battuta d’arresto ma un vero e proprio riassetto tecnico strategico. LatePost, media tecnologico cinese, svela che le modifiche riguardano tanto l’hardware quanto il software, due aspetti che in un robot umanoide come Optimus sono l’anima e il corpo, e che non possono essere trattati come variabili indipendenti o marginali.

La supervisione del progetto è passata di mano: Ashok Elluswamy, vicepresidente del software di intelligenza artificiale di Tesla, ha preso il comando dopo l’uscita di scena di Milan Kovac, ex responsabile del progetto. Questo cambio al vertice riflette più di un semplice rimpasto organizzativo, è il segnale di un cambio di paradigma nella gestione di Optimus, che ora pone al centro il software e l’intelligenza artificiale, ovvero il vero motore dell’innovazione in un prodotto che da semplice assemblaggio meccanico deve diventare un’entità autonoma e reattiva. L’idea di un robot umanoide capace di muoversi e interagire con il mondo reale senza soluzione di continuità è ancora un miraggio tecnologico, ma Tesla tenta di aggirare l’ostacolo puntando su un’integrazione software più robusta e sofisticata.

Quando una Tesla si guida da sola per consegnarsi, il conducente diventa un optional ideologico

Se un’auto parte da una fabbrica senza che nessuno la guidi, attraversa parcheggi, svincoli e quartieri suburbani e arriva a casa del suo nuovo proprietario… chi è il conducente? Chi ha preso le decisioni? Chi ha firmato l’assicurazione? E soprattutto: cosa resta di noi, esseri umani, in un mondo dove anche le macchine sanno dove andare senza di noi?

L’ultimo show tecnologico di Elon Musk non è solo un video ben montato su X, la sua piattaforma social sempre più distopica. È una dichiarazione bellica. Un siluro contro le logiche arcaiche che ancora incatenano l’industria automobilistica al mito dell’uomo al volante. Una Tesla si è auto-consegnata, guidandosi da sola dalla Gigafactory in Texas fino al vialetto del suo nuovo proprietario. Niente pilota. Nessuna supervisione umana visibile. Solo asfalto, codice e arroganza ingegneristica.

Basta la parola “Tesla”? Il gigante cinese di argilla si mangia Musk e l’Europa applaude

In principio fu Elon. L’elettrico, la disruption, i meme su Twitter (pardon, X), e quella supremazia industriale travestita da culto messianico. Ma il Vangelo secondo Tesla è finito sotto il paraurti di BYD, colosso cinese che nel giro di pochi trimestri è passato dal ruolo di comparsa esotica a dominatore del mercato BEV in Europa. Sì, in Europa. Non in Cina. Non in qualche mercato emergente drogato di sussidi. Nella civilissima, normata, tassatissima Unione Europea. E tutto questo nonostante dazi, diffidenza culturale e un pregiudizio che sa ancora troppo di “Made in PRC = copia economica”.

Tesla si affida alla visione artificiale in cina: Musk rottama lidar e flirta con pechino

Se c’è una cosa che Elon Musk sa fare oltre a creare polemiche e a perdere tempo su X fingendo di essere un meme umano è annusare dove tira il vento. E in questo momento, il vento soffia dritto da Pechino, profuma di yuan, ma anche di controllo governativo stile Panopticon 3.0. La notizia che Tesla abbia deciso di affidarsi solo a sistemi di visione tramite telecamere per il suo sviluppo dell’autonomia in Cina, lasciando fuori i sensori lidar, è molto più di una semplice scelta tecnica: è una mossa politica, strategica, ideologica. E non è un’esagerazione chiedersi se Elon abbia simbolicamente preso la tessera del Partito Comunista Cinese, magari insieme a un aggiornamento software.

Il robotaxi che sussurra ai regolatori: Tesla testa il futuro in Texas, ma la burocrazia non dorme mai

Mentre Elon Musk twitta con la leggerezza di un ventenne in pieno trip da caffeina, Tesla si gioca il futuro sull’azzardo più grande mai fatto dal mondo automotive: i robotaxi, ovvero veicoli a guida autonoma supervisionati da remoto, in fase di test in Texas e California. Il programma, se tutto andrà come previsto (sì, come no), dovrebbe vedere la luce pubblicamente entro l’estate. Ma questa non è una semplice evoluzione dell’app per richiedere una corsa. È un tentativo disperato di ribaltare un trimestre disastroso, con vendite a picco e una concorrenza cinese che macina terreno come un rullo compressore.

La scena è già surreale: impiegati Tesla che si prenotano un passaggio su un’app etichettata Robotaxi, salgono su Model Y guidate da software FSD (Full Self Driving), mentre un povero cristo sul sedile anteriore è lì, pronto a intervenire quando l’algoritmo decide di improvvisare. La supervisione umana è ancora obbligatoria, ma Musk promette che la prossima release sarà veramente senza conducente, anche se sorvegliata da remoto. Il che, tradotto, significa che invece di un autista sul sedile anteriore, ci sarà un tecnico in pigiama davanti a uno schermo a chilometri di distanza.

Tesla tra AI, Trump e tagli: il declino temporaneo del profeta elettrico

Tesla ha appena messo a verbale una delle sue peggiori trimestrali degli ultimi anni, con un crollo del reddito operativo del 66% e un calo complessivo del fatturato del 9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un bagno di realtà per chi ancora pensava che Elon Musk potesse surfare indefinitamente sull’onda dell’innovazione green. La discesa è principalmente dovuta a un calo del 20% nelle entrate del comparto automotive, il core business che ha reso Tesla ciò che è. E tutto mentre l’azienda spende a piene mani nell’intelligenza artificiale, un settore tanto promettente quanto ancora lontano dal monetizzare in modo solido.

Non bastava la frenata della produzione: Tesla ha anche consegnato meno veicoli rispetto a qualsiasi trimestre dell’ultimo anno. Un dato che puzza di crisi, ma che secondo la narrazione ufficiale è stato causato da una “pausa tecnica” per aggiornare le linee del Model Y. Una pausa che ricorda quelle dichiarazioni da conferenza stampa in cui si tenta di camuffare un naufragio come un atterraggio controllato.

Tesla e l’intelligenza casalinga in stallo: il robot Optimus si arena sui minerali rari cinesi

L’epopea transumanista di Elon Musk si inceppa, e stavolta non è colpa dell’autopilot. Il problema? Non bastano più i tweet visionari o le dirette da Marte: servono magneti, e per farli funzionare ci vogliono i famigerati terre rare, quelle che oggi Pechino tratta come se fossero testate nucleari. Il risultato? Il robot Optimus, quello che secondo Musk dovrebbe salvare le nostre ginocchia dalla fatica di rifare i letti e svuotare la lavastoviglie, resta in standby. A casa, in mutande, come noi.

Durante l’ultima earnings call, Musk ha ammesso che la produzione di Optimus è stata “impattata dal problema dei magneti”, con settimane di ritardo previste. E non si tratta di una semplice catena logistica impallata: il cuore della questione è geopolitico, con la Cina che ha appena blindato sette nuovi elementi della sua lista di controllo all’export, trasformando i magneti in una nuova arma della guerra commerciale con Washington. Con buona pace dell’ottimismo siliconvalleyano.

Elon Musk: da salvatore dei costi governativi a zavorra politica?

Elon Musk, l’iconico imprenditore noto per le sue imprese spaziali e automobilistiche, sembra essere giunto al capolinea della sua avventura come “tagliatore di costi e di teste..” per il governo statunitense. Secondo un recente rapporto di Politico, il presidente Donald Trump avrebbe confidato ai suoi collaboratori più stretti che Musk si ritirerà nelle prossime settimane per tornare a concentrarsi sulle sue aziende, in particolare sulla travagliata Tesla. ​

La Casa Bianca ha minimizzato queste voci, affermando che Musk lascerà il suo incarico primaverile come previsto. Tuttavia, i segnali di una crescente tensione sono evidenti. Recentemente, in Wisconsin, l’elezione di Susan Crawford alla Corte Suprema dello Stato ha inflitto una sconfitta ai candidati conservatori sostenuti da Trump e Musk, evidenziando i limiti dell’influenza politica del magnate. ​

Cathie Wood raddoppia su Tesla e AI: profezia o delirio finanziario?

Cathie Wood, la visionaria (o meglio, scommettitrice compulsiva) dietro Ark Investment, continua la sua crociata rialzista su Tesla, AI e robotaxi, promettendo un futuro da trilioni di dollari. Il mercato globale dei taxi autonomi? Secondo lei, potrebbe schizzare fino a 10 trilioni di dollari, partendo da quasi zero. Un piccolo dettaglio: l’attuale regolamentazione, le sfide tecnologiche e la redditività del settore sembrano non essere un problema nella sua equazione.

Tesla, che per Wood non è un’azienda automobilistica ma un mix di robotica, storage energetico e intelligenza artificiale, rappresenta il 10% dell’ARK Innovation ETF, fondo che nel 2020 era il miglior performer globale, salvo poi trasformarsi, secondo Morningstar, nel peggior “distruttore di ricchezza” del decennio. Insomma, un rollercoaster finanziario con più discese che salite.

L’onda cinese travolge Tesla: Byd domina l’auto elettrica e punta alla conquista dell’Europa

Il settore automobilistico mondiale sta assistendo a un cambio di equilibri senza precedenti. L’ascesa vertiginosa della cinese Byd, sostenuta da investimenti strategici e innovazioni tecnologiche, sta mettendo in discussione il primato di Tesla nel mercato globale delle auto elettriche. Il gruppo di Shenzhen, supportato dall’investitore di lungo corso Warren Buffett, ha superato per la prima volta la casa automobilistica di Elon Musk nei ricavi, raggiungendo la soglia dei 107,2 miliardi di dollari nel 2024, contro i 97,7 miliardi di Tesla. Un sorpasso che segna una svolta epocale nell’industria delle e-car, in cui la Cina si impone sempre più come leader indiscusso.

Tesla in caduta libera: la fine dell’era Musk?

Elon Musk che brandisce una motosega su un palco politico è un’immagine potente, ma potrebbe servire più che sceneggiate teatrali per salvare Tesla dalla spirale discendente in cui si trova. Un tempo sinonimo di innovazione e crescita esplosiva, il gigante dei veicoli elettrici è ora bloccato in una crisi profonda, con vendite in calo, concorrenza feroce e un fondatore sempre più divisivo. Se Musk non trova una soluzione, Tesla rischia di trasformarsi da rivoluzione tecnologica a caso di studio su come perdere il dominio di un settore che ha contribuito a creare.

Il declino delle azioni Tesla: un’analisi tra vendite, politica e tecnologia

Le azioni di Tesla Motors Inc (TSLA) continuano a destare preoccupazione tra gli investitori. Nel momento in cui scriviamo, il titolo segna un altro giorno difficile dopo il calo del 15% registrato ieri, con la quotazione che ha toccato un minimo di 215 dollari, il livello più basso dal 24 ottobre 2024. Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, ha analizzato le dinamiche dietro questo crollo, evidenziando un declino del 42% dall’inizio dell’anno, con il prezzo sceso da 400 a circa 230 dollari (basato sui dati più recenti che indicano un currentPrice di 226.974 USD).

Tesla nel mirino: proteste contro Elon Musk e il suo ruolo nel governo Trump

Le recenti proteste del movimento “Tesla Takedown” hanno scosso gli Stati Uniti, con manifestazioni in numerose città contro Elon Musk e la sua influenza nell’amministrazione del presidente Donald Trump. Le tensioni sono culminate con l’arresto di nove persone presso una concessionaria Tesla a New York City, evidenziando la crescente opposizione alle politiche di Musk e al suo coinvolgimento nel Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE).

Automotive. La politica fa male a Musk: crollano le immatricolazioni Tesla in Europa

Il mercato dell’auto in Europa sta cambiando rapidamente, con un chiaro spostamento delle preferenze dei consumatori verso soluzioni ibride ed elettriche. Secondo i dati diffusi dall’Associazione dei Costruttori Europei (Acea), a gennaio 2025 le immatricolazioni di auto ibride sono aumentate del 18,4% rispetto all’anno precedente, conquistando il 34,9% del mercato complessivo. Questo balzo ha reso le ibride la prima scelta degli europei, sorpassando le auto a benzina, che hanno subito un calo drastico del 18,9%, scendendo al 29,4%. Ancora più netto il declino del diesel, ormai relegato al 10% del mercato con un crollo del 27% su base annua.

Tesla: Il Primo Declino nelle Vendite dal 2010 e la Crescente Minaccia di BYD

Nel 2024, Tesla ha registrato un calo nelle vendite annuali per la prima volta dal 2010, consegnando circa 1,79 milioni di veicoli elettrici, un decremento dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Questo risultato ha deluso le aspettative del mercato, portando a una diminuzione del 6% del valore delle azioni Tesla nelle contrattazioni di metà giornata.

Nonostante gli sforzi per stimolare la domanda attraverso incentivi come riduzioni dei prezzi, prestiti a tasso zero e ricariche gratuite, Tesla non è riuscita a superare le vendite del 2023. Nel quarto trimestre del 2024, l’azienda ha consegnato 495.570 veicoli, mancando l’obiettivo di 515.000 necessario per superare il record annuale precedente.

Tesla, Cina e l’auto elettrica del futuro: un campo di battaglia sempre più complesso

Costruire un’auto elettrica che possa sfidare Tesla è un’impresa che richiede una visione, enormi investimenti e un bel po’ di fortuna. Se ci aggiungiamo la competizione crescente da parte della Cina, un mercato in continua espansione e la costante ricerca di nuovi incentivi governativi, il quadro si fa davvero interessante. L’auto elettrica, oggi, non è solo un prodotto tecnologico avanzato, ma anche un campo geopolitico in continua evoluzione. Le grandi potenze stanno lanciando sfide incrociate, e la battaglia per la supremazia sul mercato delle batterie è solo una delle numerose guerre in corso.

Tesla e la scommessa sull’AI: verso una valutazione di 2 trilioni di dollari

La recente analisi di Wedbush, guidata da Dan Ives, ha delineato un futuro promettente per Tesla, evidenziando il ruolo centrale delle sue tecnologie AI e autonome come motori di crescita verso una valutazione di mercato di 2 trilioni di dollari. Secondo il rapporto, il segmento AI e il Full Self-Driving (FSD) rappresentano una potenziale valorizzazione di 1 trilione di dollari solo per questa area strategica.

Tesla: Elon Musk ha avvertito i concorrenti che non sviluppare veicoli elettrici completamente autonomi potrebbe rivelarsi un errore fatale

Elon Musk ha recentemente avvertito i concorrenti nel settore automobilistico che potrebbero pentirsi di non investire nello sviluppo di veicoli elettrici completamente autonomi. Durante una recente chiamata con gli analisti, Musk ha affermato che Tesla non produrrà auto controllate da un conducente, sottolineando che tutti i veicoli attuali dell’azienda sono progettati come Robotaxi. Ha dichiarato: “Abbiamo reso molto chiaro che il futuro è rappresentato da veicoli elettrici autonomi” e ha aggiunto che la mancanza di accettazione di questa realtà da parte di altri produttori “si tradurrà in un danno per loro in futuro“.

“Io ne ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare”: Blade Runner e la controversia con Tesla

Los Angeles — In un recente sviluppo che ha catturato l’attenzione dei media, Alcon Entertainment, la società di produzione che ha contribuito alla realizzazione di “Blade Runner 2049”, ha citato in giudizio Tesla e il suo CEO Elon Musk. La causa è stata intentata per l’uso di un’immagine generata da intelligenza artificiale che somiglia a una scena del film di fantascienza, utilizzata per promuovere il nuovo robotaxi di Tesla.

Il futuro dei robot umanoidi: Tesla Optimus tra promesse e dubbi

L’evento dedicato ai robotaxi di Tesla, che si è tenuto di recente, ha suscitato grande curiosità, soprattutto per la presenza degli avanzati robot umanoidi Optimus. Questi robot hanno interagito con gli ospiti, eseguendo comandi e conversando con i presenti, ma un alone di mistero circonda ancora il loro effettivo funzionamento. Mentre Elon Musk continua a promuovere una visione futuristica in cui il robot Optimus sarà alla portata di tutti, molti si chiedono se la dimostrazione fosse davvero una prova delle capacità autonome dell’IA, o solo un’abile messa in scena.

Tesla e la rivoluzione dei robot: il futuro è già qui

Se ci fosse stato Enzo Jannacci a raccontare la storia, probabilmente avrebbe iniziato con un bel “Eh, la Tesla!”. Sì, perché con un misto di ironia e profonda riflessione ci avrebbe accompagnato dentro questo evento che ha un che di futuristico, quasi da fantascienza. Non è che una macchina, ci avrebbe detto, eppure oggi ci si aspetta di veder volare non solo le farfalle, ma anche le porte!

We, Robot”: L’Evento che Potrebbe Cambiare il Futuro della Mobilità

Il 10 ottobre 2024, Tesla presenterà il suo attesissimo robotaxi, il Cybercab, durante l’evento “We, Robot” presso gli studi Warner Bros. a Burbank, California. Questo evento segna un passo significativo nella strategia di Tesla di espandere la sua offerta oltre i veicoli elettrici tradizionali, puntando sulla guida autonoma e sull’intelligenza artificiale.

TESLA: il bastone da passeggio. AI narrative

Tesla, Inc. ha pubblicato da poco i risultati del secondo trimestre il 22 luglio, provocando una caduta delle azioni di oltre il 10%, un trend che è continuato nei giorni successivi.

Il leader mondiale nella produzione di veicoli elettrici (EV) ha registrato una crescita delle vendite di appena il 2% rispetto all’anno precedente, mentre i margini lordi del settore automobilistico sono scesi al livello più basso degli ultimi sette anni, segnalando difficoltà crescenti nel core business dell’azienda.

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